A volte - e soprattutto in ambito indie, particolarmente mobile - si assiste all'attuazione di idee veramente strane in forma videoludica. INKS è una di queste occasioni, con gli sviluppatori State of Play (gli stessi di Lumino City) che, evidentemente in preda a qualche influsso lisergico, hanno avuto la bizzarra intuizione di costruire un flipper mettendoci dentro una pallina sporca di vernice. Quello che viene fuori è una sorta di tela pittorica in cui le creazioni artistiche derivano dai colori colpiti dalla pallina e dalle traiettorie di questa sulla superficie del tavolo, una soluzione in grado di creare effetti inaspettati, grazie alla difformità degli schizzi di vernice e alle geometrie perfette delle traiettorie lineari della sfera, proiettata a gran velocità in linea retta tra le pale del flipper e i vari ostacoli e respingenti disseminati sulla superficie. Sembra strano ma praticamente è tutto qui il concetto principale di INKS: un gioco di flipper con una pallina in grado di cambiare colore e spargere vernice in giro per i tavoli, ovviamente con questi ultimi che si differenziano per configurazioni varie e disposizione degli elementi, in modo da proporre ogni volta delle esperienze leggermente differenti. Si può parlare di indie artistico anche in questo caso, ma la particolarità del gioco è proprio il suo coniugare le atmosfere rarefatte del suo stile "artsy", fatto di linee semplici, sfondi tenui e contrasti forti con gli schizzi di vernice, con una struttura ludica che più classica non si può, trattandosi appunto di un flipper. Da questa associazione di idee nasce dunque un esperimento sensoriale interessante e innovativo che riesce anche a rimanere saldamente ancorato a un sostrato ludico estremamente classico e ben rodato, seppure di un'estrema semplicità.
INKS: Flipper e colori, un'esperienza per videogamer e pittori
Tela con gameplay
Spiegare il gameplay di INKS ci mette nella strana posizione di dover parlare del funzionamento base del flipper, cosa che potrebbe sembrare alquanto ridondante considerando che si tratta di uno dei giochi più noti e diffusi al mondo.
Le regole sono quelle: due alette poste alla base di ogni livello vengono controllate direttamente toccando i due lati dello schermo, e con queste ci troviamo a rilanciare in alto una sfera che rotola all'interno di piani caratterizzati da conformazioni diverse. Gli elementi di base sono dunque quelli standard, con l'introduzione di configurazioni varie degli elementi posizionati sullo schermo, dei respingenti e degli ostacoli sul tavolo, tra cui varie trovate assortite come buchi da evitare e varie altre soluzioni alternative che ci costringono a controllare la sfera con una certa precisione. Se lo valutiamo esclusivamente come simulazione di flipper, INKS difficilmente sostiene il confronto con altri titoli del genere più complessi e perfezionati, ma questo gioco si presenta come qualcosa di diverso. Lo scopo di ogni livello è colpire delle zone colorate poste su alcuni punti dei bordi dei tavoli, cosa che determina i particolari schizzi di colore caratteristici di questa creazione State of Play, modificando la rappresentazione dei livelli e colorando la pallina di conseguenza, la quale in questo modo traccia linee di colore in giro per i tavoli e trasforma questi ultimi in tele astratte in stile Pollock. Il gioco conta la quantità di volte in cui lanciamo la pallina e ci sfida a colpire gli elementi colorati e concludere i livelli entro un numero minimo di colpi, ovviamente cercando di perdere il minor numero di palline possibile, spingendoci a perfezionare il nostro stile di gioco calcolando alla perfezione i lanci della sfera, tornando anche più volte sui vari tavoli per migliorare le performance e ottenere valutazioni migliori. Anche questa caratteristica determina una particolare variazione rispetto allo standard del flipper che contribuisce a identificare INKS come una sorta di puzzle game artistico in forma di flipper, più che simulazione vera e propria del classico da sala giochi. Non si tratta tanto di rimanere quanto più a lungo possibile su ogni tavolo per far salire i moltiplicatori quanto, piuttosto, cercare di risolvere ogni livello in una quantità minima di mosse, controllando la sfera con la massima precisione possibile. Il prezzo di accesso decisamente basso (1,99 euro) ora include anche i due pacchetti inizialmente venduti separatamente, per un'offerta contenutistica decisamente generosa, a questo punto.
Conclusioni
Più che una buona vecchia corsa all'high score, INKS riduce ai minimi termini la meccanica del flipper proponendo una fulminea meccanica basata sull'estrema precisione dei tiri, cercando di raggiungere gli obiettivi prefissati nel minor tempo possibile. Un'interpretazione decisamente "zen" del flipper, dunque, che unita al particolare uso dei colori e al sonoro d'atmosfera determina un'esperienza sinestetica di grande impatto. C'è probabilmente più estetica che sostanza, e gli appassionati di flipper non potranno evitare di notare una fisica piuttosto carente o l'estrema gradualità, quasi tediosa, con cui si viene introdotti alle sfide più impegnative, ma non è questo l'approccio con cui affrontare il titolo State of Play, che si presenta soprattutto come una rilassante e coinvolgente fuga dalla realtà in un meraviglioso mondo di linee, colori e suoni.
PRO
- Una splendida esperienza audiovisiva
- Meccanica semplice e coinvolgente
- Tanti livelli con alto tasso di rigiocabilità
CONTRO
- Troppo semplicistico, in molte occasioni
- Fisica della sfera elementare
- Senso di progressione piuttosto limitato