Come lo scorso anno Konami, nonostante il maggiore interesse verso le nuove console, non ha dimenticato la generazione passata e i milioni di utenti che possiedono ancora una PlayStation 3 o una Xbox 360, portando anche su queste due piattaforme il suo Pro Evolution Soccer 17. Un titolo che pur non presentando nessuna rivoluzione o particolare evoluzione, almeno rispetto alla controparte "maggiore", resta lo stesso capace di regalare ai fan della serie non solo un buon upgrade del predecessore, ma anche una bella esperienza di gioco. Anche se il tutto è poco corroborato da una serie di licenze ufficiali limitate in numero, seppur interessanti per prestigio: parliamo infatti di quelle della UEFA Champions League e dell'Europa League, penalizzate però come vedremo dalla presenza sempre minore di squadre ufficiali, della Super Coppa europea e della AFC, la Coppa Campioni asiatica. Assenti, invece, quest'anno la Copa Libertadores e quella Sudamericana con i relativi team partecipanti. Ancora più scarno, purtroppo, l'elenco relativo ai campionati di club nazionali.
Pro Evolution Soccer 17 sulla vecchia generazione procede sul solco della tradizione e qualche novità
Questione di licenze
Il gioco "vanta" infatti le licenze ufficiali integrali solo per i campionati argentino, cileno, olandese e francese, quelli limitati ai soli club per la nostra serie A (tranne il Sassuolo e la Juventus, ribattezzate Sansagiulo e PM Black White) e per il torneo brasiliano (manca il logo del Brasileirão). Per quelli portoghese, spagnolo e inglese va ancora peggio: sebbene i nomi dei giocatori siano tutti riportati fedelmente, la maggior parte delle squadre sono senza nome, bandiere e divise ufficiali, tranne un paio per campionato, come Arsenal e Liverpool, Sporting Lisbona e Benfica, Barcellona (con cui Konami ha stipulato una particolare partnership) e Atletico Madrid.
Totalmente assente, come sempre, la Bundesliga, che vede nel resto dei team europei solo Schalke 04, Bayer Leverkusen e Borussia Dortmund come club coperti da licenza ufficiale. Stesso discorso per i le varie serie B. Per quanto riguarda le rose, non sono totalmente aggiornate, e non mancano quindi calciatori da schierare ancora in club dei quali non fanno più parte. Passando ad analizzare le modalità di gioco, vediamo che sono presenti le solite a cominciare dalle tradizionali partite di esibizione e fino a una serie di competizioni disponibili in tutte le salse, come la Modalità Campionato, arricchita dalla presenza delle seconde leghe di Inghilterra, Spagna, Italia e Francia, o la classica Master League, che presenta l'aggiunta di alcune opzioni inedite legati al sistema dei trasferimenti. Senza dimenticare Diventa un Mito e, per il gioco online, il myClub, che quest'anno vanta un sistema di scouting, un nuovo meccanismo per scegliere e analizzare i potenziali avversari, oltre che un inedito tutorial appositamente realizzato per introdurre facilmente alla modalità i nuovi utenti, e fare da ripasso per i veterani, con in più tutto il corollario di opzioni per giocare sulla Rete (partite classificate, tornei e quant'altro). Purtroppo, così come per il fratello maggiore, anche in questo caso non abbiamo potuto testare a fondo le modalità online, ragion per cui vi rimandiamo a qualche eventuale futuro speciale dedicato all'analisi di netcode, bilanciamento e strutture di questa area di PES.
Obiettivi Xbox 360
Sono in totale 48 gli obiettivi disponibili nel gioco, per un punteggio complessivo di 1.000 G. Per sbloccarli occorre portare a termine alcune sfide, come avere un possesso palla del 65% in un match, diventare il miglior giocatore nella modalità Diventa un Mito o vicnere la Champions League europea o asiatica.
Palla al centro
Per quanto riguarda il gameplay, anche quest'anno non ci sono particolari stravolgimenti rispetto all'edizione precedente, se non un assaggio in tono minore di qualche feature presente nell'edizione maggiore e qualche ritocco per limare parte dei difetti della versione 2016. Una volta scesi in campo il feeling coi comandi rimane lo stesso di sempre, anche se si percepisce un controllo maggiore e più rapido dei calciatori, soprattutto utilizzando i settaggi manuali. Tiri, giocate, passaggi, costruire un'azione resta divertente, soprattutto perché la sfera ha dei rimbalzi credibili e ci sono dei compagni in grado di "leggere" e supportare l'azione grazie agli schemi, e a un'intelligenza artificiale ancora più evoluta che permette alla CPU per certi aspetti di regolarsi progressivamente anche in relazione allo stile di gioco dell'utente e dell'avversario. Perfino i portieri sono più sicuri tra i pali, rendendo le cose più avvincenti. Di conseguenza i team agiscono meglio in funzione a quanto avviene durante il match con scatti improvvisi, smarcamenti, pressioni sui portatori di palla, marcature e sovrapposizioni, sia offensive che difensive, quasi sempre funzionali allo schema e alle strategie adottate dall'utente o dall'allenatore avversario, nonché all'andamento e al risultato della gara stessa. Si possono infatti impostare una grande varietà di tattiche specifiche da utilizzare in determinate zone del campo, anche nei calci d'angolo, selezionando preventivamente quanti e quali calciatori devono eseguire determinati movimenti senza palla per coprire le aree del campo scoperte in difesa o a centrocampo, o per effettuare degli inserimenti in avanti. E laddove non arrivano tattica e strategia, c'è sempre la giocata del singolo campione a fare la differenza.
Che sia un Fenomeno d'attacco come Messi o Cristiano Ronaldo, un campione della mediana come Pogba o Iniesta, o un portiere come Gigi Buffon, poco importa: sfruttati a dovere, seppur senza le esagerazioni di qualche capitolo passato, i fuoriclasse possono talvolta decidere la vittoria o la sconfitta della propria squadra. Magari a causa di una "papera" di fronte a un bomber d'esperienza, o con un preciso calcio di punizione, a patto di ottenerne uno da posizione invitante. In tal senso il titolo propone degli arbitri che rispetto alla scorsa stagione fischiano di più e controllano meglio l'andamento di ogni singola azione e contrasto, così da "rimediare" in parte a un sistema ancora un po' troppo sbilanciato in favore dei giocatori più forti fisicamente. Da questo punto di vista nulla sfugge alle telecamere di Pro Evolution Soccer 17, né alla "sua regia", che come da tradizione rimane degna di una vera produzione televisiva. Falli, ammonizioni, delusioni dopo un tiro sbagliato o esultanze dopo un gol (a proposito, ce ne sono di nuove anche quest'anno), ma anche i replay, le inquadrature ad hoc del pubblico festante, tutto è come al solito costruito per esaltare la componente estetica del gioco e restituire al meglio l'atmosfera tipica di un evento calcistico trasmesso in Tv. Ovviamente non bisogna aspettarsi stravolgimenti dal punto di vista grafico rispetto allo scorso anno, visto che le vecchie console ormai sono state spremute a dovere e in produzioni "seriali" come questa gli sviluppatori tendono più che altro ad aggiornare, ritoccare e sfumare qua e là sulla base di ciò che i vecchi motori grafici possono loro concedere. Ad ogni modo la riproduzione dei volti dei calciatori più famosi e delle divise da gioco, almeno quelle coperte da licenza ufficiale, restano buone, così come le animazioni, specie quelle dei campioni più acclamati. Per quanto riguarda gli stadi, come da tradizione per la serie ce ne sono pochi, specie coperti da licenza, con alcuni che spiccano sugli altri per bellezza e fedeltà alle controparti reali, ed altri più anonimi e scialbi. Ottimo, infine, il comparto sonoro, con decine di effetti tipicamente da stadio, cori e boati di ogni tipo e genere, a sottolineare ogni azione che avviene sul terreno di gioco. Bene anche la telecronaca firmata dal solito duo Fabio Caressa e Luca Marchegiani, che introduce nuove frasi ed esclamazioni, ma "mantiene" al contempo alcuni errori nel commento o nel tono, e un ritmo non sempre costante, dell'edizione 2016.
Conclusioni
Anche quest'anno il nuovo capitolo di Pro Evolution Soccer si mantiene sul solco della tradizione più recente, edificando sulle buone basi dell'edizione 2016 un prodotto tecnicamente valido, ma proprio per questo non troppo differente da chi lo ha preceduto. Controlli reattivi e intelligenza artificiale sensibilmente migliorata, anche per gli arbitri, rispetto allo scorso anno, sono i cavalli di battaglia di un gioco che di contro, scade vistosamente a livello di contenuti coperti da licenze ufficiali. Una grave mancanza per un titolo sportivo a cui ai giorni nostri non è giusto che debbano sopperire i fan con editor e passione. Nel complesso, Pro Evolution Soccer 17 è un buon titolo meritevole, come il predecessore, della considerazione degli appassionati storici della saga, disposti però a chiudere un occhio sull'assenza di molte squadre e tornei, e di novità eclatanti in termini di gameplay.
PRO
- Buon controllo degli atleti, sia singolarmente che a livello di squadra
- Migliorata sensibilmente l'intelligenza artificiale generale, compresa quella degli arbitri
- Ottimo il comparto audio...
CONTRO
- ...anche se la telecronaca va ancora limata e ampliata
- Le licenze ufficiali erano già poche, adesso sono pure diminuite
- Nessuna novità davvero eclatante