Quando circa nove mesi fa Darkest Dungeons è uscito dalla versione Early Access per diventare un titolo completo al cento per cento, quella fetta di pubblico che ama andare in giro a raccontare che i videogiochi sono ormai tutti assurdamente facili, ha trovato pane per i propri denti. Un roguelike vecchio stile, fatto di dungeon procedurali ed un'altissima probabilità di morte ad ogni missione. A questo si affiancava una serie di meccaniche riuscitissime in grado di alzare ancora l'asticella della difficoltà ma anche di portare il titolo a un differente grado di valore strategico. Ora il gioco arriva anche su PlayStation 4 e PlayStation Vita con la mai troppo abusata formula del "cross-buy e cross-save". Comprate una copia di Darkest Dungeon e avrete la possibilità di giocare dove e quando volete, con il vostro salvataggio sempre a portata di mano. Saranno solo i vostri eroi a restare perennemente al buio!
Darkest Dungeons mantiene inalterato il suo stile cattivissimo e divertente allo stesso tempo
C’era una volta un Dungeons scuro scuro
Sarebbe inutile stare qui a mettere nuovamente in luce tutta una serie di caratteristiche che la recensione originale del titolo su PC faceva già egregiamente. Due di queste sono però talmente peculiari che non possiamo esimerci dal riprenderle e approfondirle. Darkest Dungeon non fa nulla che nessun altro gioco dello stesso genere non abbia già fatto negli ultimi quattro lustri. Il punto forte sta nel modo stesso in cui mette in gioco queste caratteristiche, con un gameplay difficile ma appagante. Semplice nella realizzazione e basato su combattimenti a turni con party di quattro eroi che in fila indiana affrontano altrettanti nemici. Le quindici classi di eroi, corrispondenti ad altrettanti stereotipi gotico-medievaleggianti, sono utili anche e soprattutto in base alla propria posizione in fila. Per capirci: se nel vostro party avete un cavaliere ed un arciere, sarà abbastanza automatico posizionare il primo all'ultimo posto e il secondo al primo, pena la totale impossibilità di utilizzare una o più abilità dell'eroe.
Una meccanica semplice e brillante allo stesso tempo, che va ad impreziosirsi grazie ad uno degli elementi cardine del gameplay: lo stress. Fate conto che i vostri eroi siano i classici personaggi di un gioco di ruolo, con i propri punti vita, il proprio mana e la propria stamina (che va tanto di moda, ora). Perfetto, eliminate il secondo e la terza e sostituiteli con un diverso valore, questa volta crescente, che va ad aumentare il livello di stress dell'eroe, e quindi a diminuire in maniera inversamente proporzionale la sua sanità mentale. Questa verrà influenzata da ogni elemento in gioco, ma sarà lo spavento per determinati nemici o colpi a provocare un arretramento arbitrario degli eroi dalla prima fila alla retroguardia. Inutile dire che questo sconvolgerà le carte in tavola durante gli scontri, aggiungendo un pizzico di pepe e casualità che andrà risolta tramite lo spostamento dell'eroe, al costo di un preziosissimo turno. Proprio la sanità mentale rappresenta il primo e più importante elemento da tenere in considerazione, probabilmente ancor più dei punti vita stessi. Questa meccanica, originale e geniale, è ciò che ha reso Darkest Dungeons un piccolo caso durante il suo sviluppo. Per quanto sia spesso esagerata e possa sfociare nella morte degli eroi per infarto (letteralmente, non è un modo di dire) è senza ombra di dubbio una trovata fantastica degli sviluppatori. Come detto sono tantissime le occasioni in cui l'eroe di turno potrà rischiare di raggiungere uno stato di follia tale da richiedere una cura in un manicomio, o cercando svago nell'alcool o nelle donne, ma l'elemento portante resta il buio, la seconda delle caratteristiche fondamentali dell'avanzamento. Fate conto che i vostri beniamini siano tutti degli undicenni che ancora dormono con la luce accesa di notte. Questo vi costringerà a portarvi dietro decine di torce necessarie a tenere ben accesa la fiamma che illuminerà la vostra strada nei dungeon. Più questa andrà affievolendosi, più aumenterà lo stress generato negli eroi e la possibilità che questi siano sorpresi dai nemici davanti a loro. Contemporaneamente aumenteranno anche le ricompense in termini di bottino data la difficoltà aumentata degli scontri. Starà a voi quindi comprendere quando rischiare e quando sarà più saggio rimanere alla luce della torcia, tenendo sempre bene a mente che le sorti di una missione si possono capovolgere totalmente anche con un singolo scontro. Queste restano le caratteristiche principali di quello che è un titolo non per tutti ma che se accolto per quello che è potrà regalarvi tante ore e tanto divertimento. Il resto del gameplay non è assolutamente nulla di nuovo. Si tratta di comprare oggetti, potenziare le zone del villaggio e i propri personaggi e sbloccare nuove abilità, con il rischio sempre dietro l'angolo di abbandonare per sempre un eroe al quale si era affezionati e vederlo finire nel cimitero preposto.
Trofei PlayStation 4
Il titolo presenta la bellezza di 53 trofei, di cui 42 di bronzo, 8 d'argento, 2 d'oro e l'agognatissimo platino. Raccoglierli tutti sarà questione di tempo e sofferenza, soprattutto perché tanti di essere richiedono di perdere eroi di alto grado o di portarli alla fine di dungeon vicini allo sfinimento. Una prova più psicologica che di bravura, insomma. Originale anche in questo, godetevela!
Schermo grande, Schermo piccolo
Da un punto di vista visivo il gioco è una piccola perla. È chiaro come lo stile utilizzato, bidimensionale e cartoonesco, non si sposi con le esigenze di tutti; ma la ricerca artistica non è opinabile. Tutto nel gioco fa pensare ad una graphic novel molto dark in movimento.
Nonostante la poca varietà nei dungeon, ogni classe di eroe è caratterizzato splendidamente così come i nemici e difficilmente vi stancherete di osservare cotanto design. Anche tecnicamente non è possibile fare nessun appunto al titolo, che non perde mai un colpo e che risulta quasi totalmente esente da bug e glitch di vario genere. La tipologia di avanzamento aiuta e difficilmente sarebbe in grado di generare compenetrazioni poligonali o eventi affini, ma fa sempre piacere vedere un lavoro di pulizia ed ottimizzazione così riuscito. Sullo schermo di PlayStation Vita poi tutto diventa una meraviglia, come spesso accade. Coloratissimo ed ispiratissimo, il titolo è perfetto per piccole sessioni in giro, fatte di tante soddisfazione e qualche lacrima amara. L'unica nota dolente, nonostante la voglia dello sviluppatore di rendere il tutto il più intuitivo possibile, la si può notare nella mappatura dei comandi. Il titolo ha una gestione di menù e caratteristiche espressamente pensata per essere utilizzata tramite mouse (con il quale è possibile fare praticamente tutto nella versione originale) ed il passaggio su pad non è risultato proprio indolore. Nonostante la mappatura pensata in base alle posizioni dei tasti e degli elementi a schermo, più di una volta vi troverete a chiedervi come diavolo fare per aprire un menù che vedete, ma che non sapete come raggiungere.
Conclusioni
Darkest Dungeons arriva su console in splendida forma. Mantenendo ancora fresche e funzionali quelle caratteristiche che ne hanno fatto un fenomeno della prima metà dell'anno ed attirando anche un pubblico che difficilmente si trova a giocare titoli di questo genere. Se siete utenti Plus potrete anche usufruire di un ulteriore sconto sul prezzo del titolo e il cross-buy non fa che impreziosire il pacchetto ancora di più. Se siete amanti dei giochi di ruolo a turni vecchio stampo non fatevelo scappare, potreste provare qualcosa che non vi aspettavate nemmeno lontanamente.
PRO
- Longevo e divertente, lontano dalla frustrazione
- La sanità mentale è una genialata come se ne vedono poche
- Tante classi e tanti approcci differenti alla battaglia
- Il cross-buy/cross-save è una manna dal cielo
CONTRO
- L'esplorazione resta monotona e priva di mordente
- A volte la casualità diventa "accanimento terapeutico"