C'è una storia che dev'essere raccontata all'inizio di Burly Men at Sea, ed è questo il punto. Attraverso un curioso paradosso, i tre barbuti marinai pescano una bottiglia con dentro una mappa, subito all'avvio della trama, ma la mappa è vuota. Il marinaio Spiccio pensa che sia solo un'inutile cianfrusaglia ma il Coraggioso sostiene che sia troppo misteriosa per essere superflua e decide di portarla al villaggio, dove il vecchio saggio della locanda spiega: "È un'avventura degna di essere vissuta che inizia con l'ignoto. Questa mappa contiene storie ancora da raccontare".
È, questo, un incipit semplicissimo e meraviglioso, perché la mappa vuota non è che un invito a salpare e vivere nuove avventure che andranno a riempire quel misterioso pezzo di carta di punti di riferimento e storie degne di essere raccontate da vecchi marinai vicino al fuoco. La storia da raccontare è dunque quella del gioco stesso, che si costruisce e si svela in maniera riflessiva. In una metafora del viaggio e della scoperta, Burly Men at Sea ci porta continuamente a tornare in mare e provare nuove rotte in base alle diverse scelte che possiamo prendere, disegnando una spirale di storie ricorsive ma sempre differenti in una sorta di meta-raccolta di racconti che si fa veramente libro, anzi libri al plurale, nell'avanzare tra un ramo e l'altro delle possibili avventure. Cercate di evitare di pensarlo come un videogioco, perché in effetti ha poco della classica avventura grafica, anche se a prima vista lo può sembrare: per entrare in Burly Men at Sea bisogna fare un passo di lato e sganciarsi dalle convenzioni, esattamente come i tre barbuti marinai decidono di mettere da parte la routine da pescatori per seguire l'Avventura, quella con la A maiuscola. Questa piccola perla di Brain & Brain è pura e semplice narrazione interattiva, ma è veramente facile farsi prendere da questo bizzarro racconto plurimo dal sapore scandinavo (nonostante il team sia americano, è curioso notare come il gusto sia vicino a produzioni provenienti dall'area geografica nordica come i titoli Simogo), anche per chi guarda con sospetto queste strane soluzioni ibride.
Burly Men at Sea è una specie di mini-antologia di racconti marinareschi in un unico racconto
Le pieghe della storia
Spostando il dito sullo schermo si allarga la visuale e di conseguenza si impone un senso di marcia all'azione, con i marinai che si spostano di conseguenza, mentre toccando gli elementi sullo schermo si può interagire con oggetti, animali e personaggi. Non ci sono grandi enigmi da risolvere ma è richiesta soprattutto la volontà di effettuare delle scelte, che influiscono sullo sviluppo della storia e determinano le ramificazioni tipiche di questa struttura circolare, che ci fa tornare sempre nella stessa isola al termine di un'avventura sempre nuova, pur iniziando e finendo praticamente allo stesso modo.
Parlare di gameplay qui sarebbe fuorviante, si tratta di leggere e guardare le meravigliose illustrazioni di questa sorta di libro per bambini che nasconde delle verità universali e dei messaggi che vanno bene (probabilmente meglio) anche per i meno bambini. Lo stile semplice e leggero dell'impianto grafico si ritrova peraltro anche nel modo di scrivere e nello sviluppo dei dialoghi, che con il gergo marinaresco d'ordinanza nascondono momenti di umorismo e un tono fortemente ironico che investe tutta la narrazione, rendendo il racconto vivace e meno tendente all'autocompiacimento intellettualoide che spesso emerge in produzioni simili da parte di team orgogliosamente "alternativi". Certo si tratta di un passatempo molto più passivo di quanto i videogiochi siano normalmente, e anche le scelte affidate al giocatore spesso non sono del tutto chiare, costringendo dunque a sperimentare un po' a caso per vedere i risultati delle diverse strade, su cui ci troviamo ad avere un controllo piuttosto scarso. Insomma il problema, se proprio ne vogliamo trovare uno, è che di gioco c'è ben poco in Burly Men at Sea, e questo è bene saperlo prima di cominciare l'avventura, ma una volta partita questa è ben difficile pentirsi della scelta fatta. Purtroppo bisogna segnalare l'assenza della lingua italiana, che potrebbe inficiare notevolmente l'esperienza per chi non ha dimestichezza con l'inglese.
Conclusioni
Parlare di "esperienza" più che di videogioco è ormai questione inflazionata in questo mercato così aperto alle sperimentazioni e contaminazioni multimediali assortite, in particolare per quanto riguarda le piattaforme mobile. Eppure la definizione calza a pennello anche in questo caso, con Burly Men at Sea che si dimostra un titolo dedicato soprattutto a chi non disdegna leggere (in inglese) ma si impone anche come uno dei migliori racconti interattivi su iOS. Anche il costo di 5 euro non è propriamente popolare, ma possiamo assicurare che il prezzo del biglietto val bene la spesa per visitare questo magico mondo di marinai barbuti e strane creature marine.
PRO
- Splendida caratterizzazione e atmosfera
- Storia e narrazione di grande interesse
- Il tono ironico è complicità pura con il giocatore
CONTRO
- Scelte a volte un po' oscure e limitate
- C'è ben poco da interagire
- Tutto in inglese