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Tutti per uno?

Abbiamo provato PlayStation VR Worlds, una raccolta di cinque esperienze che puntano a dimostrare le potenzialità di PlayStation VR

RECENSIONE di Raffaele Staccini   —   15/10/2016
PlayStation VR Worlds
PlayStation VR Worlds
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La prima volta che abbiamo sentito parlare PlayStation VR Worlds non avevamo dubbi: sarebbe stata la classica raccolta di tech demo che i produttori sono soliti inserire in bundle con un nuovo dispositivo, per dare un'idea di cosa possa offrire. The London Heist, Ocean Descent, Scavengers Odyssey, VR Luge e Danger Ball sono infatti la concreta manifestazione in VR di cinque generi differenti e avrebbero potuto dare al pubblico un'idea abbastanza chiara di quali esperienze acquistare in futuro. Invece ben presto PlayStation VR Worlds è apparso nei cataloghi dei negozi e su PlayStation Store a un prezzo superiore persino a quello di Batman: Arkham VR e Until Dawn: Rush of Blood, ovvero 39,99 euro. Ma si tratta davvero di cinque esperienze tali da giustificare il prezzo del biglietto?

La nostra recensione di PlayStation VR Worlds: cinque demo vendute al prezzo di un gioco completo?

Sfreccia, esplora e ammira

Per rompere il ghiaccio ci siamo subito buttati a capofitto tra le vie trafficate di VR Luge. Caschetto in testa ci siamo così ritrovati su uno slittino a ruote, pronti ad affrontare una vertiginosa discesa tra auto, camion e impreviste ostruzioni stradali.

Tutti per uno?
Tutti per uno?
Tutti per uno?

Il sistema di gioco è qui piuttosto semplice e richiede semplicemente di manovrare il mezzo con i movimenti del collo, mentre si cerca di raggiungere il traguardo entro il tempo limite. I primi secondi sono adrenalinici: il senso di velocità è buono, i dossi tolgono il fiato e schivare un'auto all'ultimo secondo dà i brividi. Peccato che il tutto venga vanificato dal primo impatto: un tir viene verso di noi mentre dopo una curva troppo larga e lo schianto sembra inevitabile, ma... non accade nulla: passiamo indenni attraverso le ruote, che diventano invisibili. Proviamo una nuova collisione: nemmeno una penalità. Andare contro un guardrail restituisce poi un impatto altrettanto straniante, rigettandoci in corsa con un rimbalzo poco naturale, che distrugge anche il più piccolo senso di immersione rimasto. Una descrizione simile a quella di VR Luge vale anche in Ocean Descent: qui ci siamo trovati a esplorare le profondità marine, calati verso il fondale all'interno di una gabbia. I primi momenti sono abbastanza affascinanti, nonostante le voci dei nostri compagni che rompono un po' la magia cercando di offrire un contesto narrativo: le varietà dei pesci e i colori danno la sensazione di trovarsi immersi in un bell'acquario. A una grafica più curata corrisponde però inevitabilmente una proporzionale riduzione di interazione: il giocatore è infatti immateriale, può solo limitarsi a muovere la testa mentre viene calato lentamente sempre più in profondità. Capita anche di imbattersi in uno squalo che arriva a un passo dal divorarci, ma quella che dovrebbe essere una situazione di tensione lascia del tutto indifferenti: il pad non vibra, gli attacchi sono prevedibili e, fondamentalmente, la sensazione è che dentro la gabbia non ci sia niente di valore, tanto meno la nostra vita. Anche la componente contemplativa esaurisce presto il suo fascino e, senza nulla che ci distragga, iniziano a emergere i difetti di un comparto tecnico comunque arretrato rispetto agli standard moderni. Con Scavengers Odyssey si notano alcuni miglioramenti, ma l'esperienza spaziale è troppo breve per rappresentare un valore aggiunto. Qui vestiamo i panni di un alieno capace di controllare un mech di grandi dimensioni, che deve andare alla ricerca di un misterioso manufatto. La fase iniziale è piuttosto caotica e, se vissuta con la giusta frenesia, può causare "motion sickness" nei soggetti più predisposti. Le fasi di esplorazione vera e propria sono invece più confortevoli: i movimenti sono fluidi e, spostando la visuale con la giusta cautela, si superano indenni sia i combattimenti con le larve che i balzi tra detriti e asteroidi. La "campagna" però si esaurisce in una mezz'ora anche stavolta e gli scenari non spiccano certo per complessità o stile.

Sulla buona strada

Di tutto il pacchetto offerto da PlayStation VR, Danger Ball e The London Heist sono gli unici ad averci lasciato qualcosa, anche se il senso di incompiutezza rimane piuttosto evidente. Danger Ball è una sorta di variante 3D dell'hockey da tavolo: in campi da gioco a forma di parallelepipedo, abbiamo sfidato l'intelligenza artificiale in tornei piuttosto serrati, dove la palla passava rapidamente da un lato all'altro del campo con traiettorie rese imprevedibili dai rimbalzi sul "terreno".

Tutti per uno?
Tutti per uno?

L'obiettivo è segnare cinque punti prima dell'avversario, intercettando i tiri muovendo la testa, per poi rimandarli al mittente, caricandoli d'effetto con un movimento laterale o dandogli maggiore potenza sporgendoci in avanti. Nonostante la semplicità e uno stile grafico minimalista, per quanto piacevole, l'aspetto migliore della produzione è senza dubbio l'intelligenza artificiale. Gli avversari sono infatti capaci di tiri speciali, che rendono piuttosto impegnativa la sfida. È un vero peccato, quindi, che queste particolarità siano piuttosto limitate e che il giocatore non possa in alcun modo personalizzare il proprio stile. Nonostante una trama da film action di serie B e un comparto tecnico pieno di lacune, è però The London Heist ad averci entusiasmato di più. Anche se forse la parola entusiasmo è eccessiva in questo contesto di diffusa mediocrità. Tant'è però che il colpo messo a punto insieme a un gangster locale e a un altro dei suoi scagnozzi riesce a regalare momenti di puro divertimento e sfrutta a dovere sia i Move che i nostri movimenti nella realtà. La sparatoria nell'ufficio del boss russo ci ha portato a schivare i proiettile con la testa, a nasconderci dietro una scrivania e poi a colpire una volta finita la raffica. La successiva fuga con il furgoncino è stata altrettanto divertente, e ci siamo trovati a sparare freneticamente a ruote e serbatoi dei mezzi nemici con la nostra mitragliatrice UZI, mentre passavamo la pistola da una mano all'altra, consumando caricatori su caricatori. Tra l'altro anche il meccanismo di ricarica è intelligente e l'interazione nelle scene d'intermezzo anticipa un'interessante evoluzione del quick time event. Il problema è però sempre lo stesso: le fasi d'azione si esauriscono in pochi minuti e la presenza di tre mini finali alternativi si esaurisce nella breve e poco interattiva scena finale. Le interazioni sono poi troppo limitate a poche possibilità decise dagli sviluppatori (perché non è possibile fumare il sigaro o dare fuoco a un borsone con l'accendino?). Una qualità grafica tutto sommato discreta è infine vanificata da pesanti problemi nella gestione della visuale, che tende a deformare gli scenari durante alcuni movimenti, restituendo un fastidioso senso di vertigine.

La nostra recensione di PlayStation VR

Negli ultimi giorni abbiamo potuto provare estensivamente PlayStation VR con tutti i titoli di lancio. Per una panoramica su tutta l'offerta potete rivedere la nostra lunga diretta. Se invece volete leggere il nostro giudizio sulla periferica, andate senza indugio a consultare la recensione.

Conclusioni

Digital Delivery PlayStation Store
Prezzo 39,99 €
Multiplayer.it
4.5
Lettori (9)
5.1
Il tuo voto

PlayStation VR Worlds è esattamente quello che ci aspettavamo: una raccolta di brevi tech demo, utile principalmente per mostrare le potenzialità del visore Sony. Si tratta però di un prodotto da fiera o, al limite, da inserire in bundle con PlayStation VR. Invece va pagato, e nemmeno poco. I giochi della raccolta sono troppo brevi, quasi per nulla rigiocabili e non tutti valgono il tempo speso a provarli. È insomma difficile consigliarne l'acquisto. Sicuramente non a prezzo pieno, nemmeno per le discrete esperienze offerte da Danger Ball e The London Heist.

PRO

  • The London Heist sa essere divertente
  • Cinque esperienze molto diverse tra loro

CONTRO

  • Si paga per delle demo tecniche