Grazie alla capacità di immergere completamente chi gioca, avvolgerlo e isolarlo dal mondo che lo circonda, la realtà virtuale si sposa particolarmente bene con il genere horror, che attraverso un visore è in grado di offrire un'esperienza assai diversa da quella veicolata dai media tradizionali. Ovviamente anche il lancio di PlayStation VR è stato accompagnato da una buona dose di spaventarelli, tra i clown assassini di Until Dawn: Rush of Blood e gli squali famelici di VR Worlds, ma tra tutti è probabilmente Here They Lie a dimostrare come il genere degli horror può trarre beneficio dalla realtà virtuale. Peccato che, allo stesso tempo, è anche il gioco che più di tutti mette in evidenza quelli che sono i limiti e le problematiche dei visori.
Here They Lie si è rivelato un generico horror per PlayStation VR, non adatto ai deboli di stomaco
Una spiacevole realtà
Sviluppato da un team di veterani sotto l'etichetta Tangentlemen, Here They Lie è un gioco a metà tra un walking simulator e un horror sullo stile di Outlast, in cui esplorare una città desolata e surreale mentre si cerca di non essere scoperti e raggiunti da alcune misteriose creature. Molto vaga e volutamente criptica, la narrazione alla base del gioco prende forma attraverso messaggi da leggere e rari dialoghi con personaggi, ma è una volta terminato l'anonimo e noioso capitolo iniziale che Here They Lie diventa disturbante e spaventoso.
L'avventura diventa in breve tempo spiacevole e opprimente, ma purtroppo per le ragioni completamente sbagliate. Nella realtà virtuale, muoversi liberamente all'interno dello scenario è un'esperienza per chi ha uno stomaco forte, e c'è un motivo se gran parte dei giochi che accompagnano PlayStation VR vedono il proprio avatar seduto o fermo nella stessa posizione. Bastano pochi minuti per sentirsi intrappolati in un incubo, troppo distratti dal crescente senso di nausea per potersi concentrare su quello che avviene nel gioco. Diverse volte abbiamo dovuto interrompere la nostra prova per riprendere fiato, e a poco è servito il tentativo dello sviluppatore di limitare il motion sickness attraverso l'implementazione dello "stutter-turn", una tecnica di chi sviluppa in VR che permette di utilizzare lo stick destro per spostare di scatto la telecamera di 45°. Peccato che in Here They Lie questo passaggio non sia immediato (come in Minecraft VR, ad esempio) ma avvenga attraverso delle lunghe transizioni, rendendo l'esperienza meno intuitiva e più lenta (cosa non di poco conto quando si cerca di non essere visti o di scappare da un mostro). Non aiuta poi lo stile artistico, il troppo blur e la scelta dei colori (o meglio, della loro assenza), che rendono il gioco di Tangentlemen graficamente più originale, ma con il risultato che in certe occasioni si fa fatica a distinguere i vari elementi dello scenario. Ovviamente il senso di nausea varia da persona a persona, ma è risaputo come i giochi in cui si cammina liberamente con lo stick analogico siano quelli che più mettono alla prova l'utente. Inoltre, anche escludendo dall'equazione il motion sickness, quella che rimane è un'esperienza horror parecchio anonima e dall'ambientazione poco ispirata, che di tanto in tanto non resiste alla tentazione di lasciarsi andare a qualche facile jump-scare. La torcia diventa subito una palla al piede, spegnendosi regolarmente e richiedendo a chi gioca di inclinare il DualShock per direzionare il fascio di luce (cosa che, nove volte su dieci, non funziona mai come dovrebbe). È un vero peccato, perché in Here They Lie qualcosa di buono c'è: doversi sporgere fisicamente in avanti per poter sbirciare dietro un angolo in cerca di un mostro è un'azione semplice ma molto coinvolgente, e in più occasioni viene naturale accucciarsi per evitare di essere visti, cosa assolutamente non necessaria, considerando quanto sono miopi e stupidi i nemici. La cosa che rimane più impressa di questo mondo di chiara ispirazione lovecraftiana è rappresentata però proprio dalle creature che lo popolano, bizzarri umanoidi che indossano teste di animali e si comportano in maniera ripugnante e selvaggia. In un particolare sequenza del gioco, questi esseri ci mettono davanti a una scelta morale dai risvolti parecchio sanguinolenti, regalando uno dei (purtroppo pochi) momenti memorabili dell'intera avventura.
La nostra recensione di PlayStation VR
Negli ultimi giorni abbiamo potuto provare estensivamente PlayStation VR con tutti i titoli di lancio. Per una panoramica su tutta l'offerta potete rivedere la nostra lunga diretta. Se invece volete leggere il nostro giudizio sulla periferica, andate senza indugio a consultare la recensione
Conclusioni
Per Here They Lie, il supporto alla realtà virtuale è allo stesso tempo croce e delizia. Per molti nuovi possessori di PlayStation VR, l'horror psicologico di Tangentlemen rappresenterà una delle esperienze meno piacevoli da provare, nonostante il senso di coinvolgimento, unito ad alcune scelte narrative, riesca a regalare un paio di momenti parecchio memorabili. Verrebbe da chiedersi se Here They Lie non sia uno di quei titoli che sarebbe meglio giocare senza visore, ma pur non considerando il supporto al VR, parliamo di un'esperienza horror che forse è meglio dimenticare.
PRO
- Tre o quattro ore di gioco con finali multipli
- Un paio di momenti memorabili
CONTRO
- Un horror parecchio anonimo
- Per molti stomaci sarà un'esperienza spiacevole
- Visivamente molto confuso