Alzi la mano chi non ha mai dovuto convivere, negli anni della propria infanzia, con la paura atavica del buio. Qualcuno starà scuotendo la testa ma è un percorso dal quale - chi più, chi meno - siamo passati tutti. Il genere horror è il terreno più fertile per esorcizzare timori ancestrali radicati, ma non sono molti i titoli concepiti per esaltare un singolo stato d'animo e costruirci attorno un'intera esperienza. Ci ha provato Nippon Ichi con Yomawari: Night Alone, survival horror vissuto dalla prospettiva di una bambina. Nato da un'idea della sviluppatrice nipponica Yu Mizokami, il gioco cerca di portarci indietro nel tempo e farci rivivere le ansie partorite in tenera età, quando capitava di infilarsi a rotta di collo sotto alle coperte nel timore di essere travolti da oscure presenze annidate nelle tenebre. Mizokami non è nuova a partorire idee curiose, basti pensare all'impronunciabile htoL#NiQ: The Firefly Diary - puzzle adventure 2D lanciato in Giappone nel 2014 e arrivato da noi la scorsa primavera - anch'esso descritto dalla prospettiva di una fanciulla. L'uscita europea di Yomawari: Night Alone è prevista per il 28 ottobre su PC e PlayStation Vita, vediamo di capire meglio di cosa si tratta.
Yomawari: Night Alone mette alla prova chi ha la fobia del buio
Presenze avvolte dalle tenebre
La storia di Yomawari: Night Alone ha inizio senza molti preamboli, mentre una bambina di cui ignoriamo il nome sta portando a spasso il proprio cagnolino Poro. Le strade della città sembrano deserte e tranquille, ma quando la piccola decide di lanciare un sasso basta un istante perché l'animale domestico venga brutalmente investito da un furgone apparso dal nulla. Appena l'immagine ritorna nitida di Poro non c'è traccia, ma una copiosa macchia di sangue non lascia presagire niente di buono; la ragazzina fa ritorno a casa a mani vuote e dopo aver raccontato l'accaduto alla sorella maggiore, quest'ultima decide di uscire per cercare il cane e riportarlo a casa, raccomandando alla piccola di non avventurarsi all'esterno per nessun motivo. Come spesso accade quando vengono posti divieti a un bambino, la giovane decide di avventurarsi comunque per la città al calare delle tenebre. Le strade appaiono sinistre, qualcosa di minaccioso incombe e i battiti della protagonista si fanno più intensi.
Viene voglia di fuggire. Dopo aver incontrato di nuovo la sorella nei pressi di un parco quest'ultima le dice di nascondersi e chiudere gli occhi; terminati i rumori sinistri la bambina si trova nuovamente da sola, in balia della notte e di minacce sempre più angoscianti. A dispetto della descrizione, Yomawari ha inizio in modo repentino, senza dare troppe indicazioni su cosa fare o dove dirigersi. Fattori come l'esplorazione, la ricerca di oggetti e la fuga sono immediatamente chiari al giocatore, che tuttavia deve iniziare ad orientarsi in scenari ostili e con limitati di punti di riferimento. La mappa viene rivelata in tempo reale durante le attività di ricerca, alla maniera dei metroidvania: è necessario setacciare ogni area un passo dopo l'altro, così da svelare porzioni sempre più ampie e muoversi con relativa facilità. Ramificate e interconnesse, le strade cittadine fanno da contraltare a luoghi più isolati, immersi nei campi o nei boschi. Le entità sono subdole, non possono essere affrontate e compaiono all'improvviso, costringendo la protagonista ad affannose fughe. Il sistema di gioco viene regolato da due indicatori: da un lato l'incremento della frequenza cardiaca, grazie al quale è possibile percepire la vicinanza delle minacce, dall'altro la barra della stamina, per mezzo della quale non si deve far altro che accelerare il passo nei momenti giusti e allontanarsi il più possibile dai pericoli annidati nei paraggi. Nella prima parte dell'avventura si crea un'atmosfera molto particolare, sovrastata dal senso d'incombenza e dal desiderio di fuga. Il gioco sfrutta vari escamotage, ad esempio il fatto di vedere i pericoli solo a tratti ma di percepirne costantemente la vicinanza. In alcuni frangenti la carenza di visibilità assume connotati concreti, come ad esempio quando la visuale viene ostruita da oggetti presenti nello scenario. Altre volte capita di essere improvvisamente avvolti da ragnatele che, andando a modificare la schermata di gioco, diminuiscono la visibilità e incrementano il sentimento di oppressione.
Trofei PSVita
Yomawari: Night Alone offre 28 Trofei, alcuni basati sul completamento della storia, altri riferiti agli oggetti collezionabili o a specifiche azioni compiute nel corso della partita.
Deduzione e fuga
Basandosi su meccanismi "trial and error" Yomawari: Night Alone impone al giocatore di imparare i percorsi e la dislocazione dei pericoli. Le valutazioni errate sono sempre in agguato e conducono a morte certa, poiché è sufficiente ricevere un solo colpo per porre fine alla partita. In altre parole le minacce disseminate per l'area di gioco vanno semplicemente aggirate o eluse e non possono mai essere combattute con armi o altri oggetti di difesa. All'occorrenza è possibile distrarre i nemici con il lancio di sassi o l'accensione di luci, ma si può anche tentare di passare inosservati nascondendosi nei cespugli o spegnendo la torcia che la bambina porta sempre con sé. La presenza di punti di salvataggio facilita il compito ma richiede attenzione per essere sfruttata nel modo corretto. Le monete dislocate in più parti dello scenario possono essere raccolte e portate in prossimità delle statue Jizo, luoghi sicuri dove è possibile effettuare un salvataggio rapido in cambio di un'offerta.
Dopo aver sbloccato nuove mete e aver ampliato la conoscenza della mappa, si ha anche modo di optare per lo spostamento rapido presso gli altri altari già scoperti ed evitare di coprire percorsi troppo lunghi o attraversare zone già conosciute. La prosecuzione del racconto viene scandita da attività di carattere deduttivo che attengono al recupero di oggetti chiave e alla comprensione del luogo dove dirigersi per identificare gli indizi successivi. È ad esempio importante leggere i cartelli presenti in alcune aree della mappa, recuperare chiavi per sbloccare porte e via discorrendo, ma non mancano nemmeno alcuni oggetti collezionabili. Yomawari: Night Alone è un'esperienza horror particolare anche dal punto di vista sonoro: la musica di sottofondo è stata deliberatamente lasciata da parte per privilegiare il silenzio o i rumori ambientali, dominati dall'eco dei grilli in lontananza. L'efficacia sperimentata nella prima parte dell'esperienza presta il fianco a critiche nel proseguo dell'avventura. L'interazione si mantiene molto limitata ma è soprattutto la linearità del gameplay a giocare un ruolo sfavorevole, senza proporre una concreta evoluzione della protagonista. Sul piano narrativo la storia procede in assenza di dialoghi e le parti di testo sono riservate ai messaggi scritti o alle semplici riflessioni della bambina. Peraltro la presenza della sola lingua inglese non crea particolari difficoltà di comprensione ed è sufficiente disporre di conoscenze di base per orientarsi senza difficoltà.
Conclusioni
Yomawari: Night Alone si discosta dai binari tradizionali del genere horror per seguire una strada più intima e personale. È un percorso silenzioso, ovattato, un'incessante fuga alla ricerca di risposte, dove il binomio elusione/deduzione regna incontrastato. La struttura narrativa ci ha convinto solo in parte ma le critiche più evidenti riguardano la componente ludica, troppo monolitica e lineare per apparire convincente durante le sette ore necessarie al completamento della storia. Ne è emerso un titolo efficace, in virtù dell'effetto sorpresa, ma poco incline ad evolvere e a mantenersi su elevati standard di coinvolgimento. In sintesi siamo al cospetto di un prodotto di nicchia, dichiaratamente ideato per il pubblico orientale e poco incline alle aspettative e (soprattutto) alle abitudini consolidate del pubblico nostrano.
PRO
- Riesce a creare ansia nel giocatore
- Mappa da scoprire passo dopo passo attraverso l'esplorazione
- Proseguire richiede spirito deduttivo
CONTRO
- Interazione limitata
- Narrativamente poco incisivo
- Potrebbe rivelarsi frustrante per alcuni