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Infinity Ward è tornata

Come se l'è cavata la nuova fatica dello studio americano? Ecco la nostra recensione di Call of Duty: Infinite Warfare

RECENSIONE di Marco Cremona   —   04/11/2016
Call of Duty: Infinite Warfare
Call of Duty: Infinite Warfare
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Volenti o nolenti è ormai una tradizione a cui siamo abituati da tempo: ogni anno puntualmente arriva il nuovo gioco di uno dei franchise più venduti della storia, stiamo ovviamente parlando di Call of Duty. Quest'anno a fare il suo debutto è Infinite Warfare sviluppato da Infinity Ward, lo stesso studio che ci ha "regalato" una perla apprezzata da milioni di fan degli sparatutto in prima persona, Call of Duty: Modern Warfare, che torna in versione rimasterizzata esclusivamente per i possessori della Legacy Edition del nuovo titolo. Tra l'acclamato e il disprezzato, Call of Duty: Infinite Warfare sicuramente vince il fatto di essere molto discusso, siamo infatti di fronte a un capitolo assai curioso di cui non è semplicissimo parlare ma del quale, dopo avervici speso parecchie ore di gioco, possiamo affermare senza troppi dubbi essere un'eccellente raccolta di buone idee fuse a un gameplay solido e funzionale.

Infinity Warfare non è un capolavoro ma un titolo solido con parecchie idee e moltissimi contenuti

Un viaggio nel sistema solare…

Cominciamo subito parlando della modalità campagna che, come avrete intuito dal titolo, non è priva di sorprese. Il gioco si svolge nel futuro, un futuro in cui l'ecosistema terrestre è stato profondamente sconvolto dalla sovrappopolazione, costringendo l'umanità a vagare per il sistema solare per stabilire colonie e raccogliere preziose risorse e carburante. Il giocatore vestirà i panni del capitano Reyes a capo della Retribution, una delle ultime navi da guerra della Terra. Una guerra accaduta anni prima genera Il Fronte, una fazione separatista guidata dall'ammiraglio Kotch che ha l'obiettivo di sottomettere la Terra conquistando le varie colonie terrestri.

Infinity Ward è tornata
Infinity Ward è tornata

In questo scenario, il giocatore sarà catapultato in una campagna mai vista prima nel franchise Call of Duty, dove a classiche sessioni di sparatoria a terra si alternano scontri spaziali sul Jackal, un jet da combattimento spaziale che potremo pilotare e personalizzare a nostro piacimento. In tutto questo, in qualità di capitano della Retribution, il protagonista dovrà anche scegliere le destinazioni della nave, avendo in questo modo la possibilità di svolgere missioni secondarie a scelta tra i Jackal Strike, che si basano interamente sui combattimenti sul Jackal, e Ship Assault, nella quale ai combattimenti aerei si aggiunge una sessione "con i piedi per terra". Svolgendo le missioni secondarie si sbloccano potenziamenti per il Jackal o diversi armamenti da poter utilizzare nelle nostre missioni, ma non meno importante è la possibilità di uccidere alcuni componenti importanti dell'armata di Kotch che potremo poi rimuovere dal nostro tabellone dei "bersagli speciali" nella cabina del capitano. Quest'ultima è un luogo di riposo all'interno della Retribution, dove tra una missione e l'altra potremo prenderci qualche minuto di pausa accedendo al terminale del capitano dove sono contenuti vari audiolog, informazioni sul personale e report delle missioni e molto altro. L'esperienza di gioco derivante da tutto questo è quindi fluida e consistente in cui, quasi come una routine, completata una missione faremo ritorno alla nave, sceglieremo una nuova destinazione, per passare quindi nell'armeria, selezionare l'equipaggiamento che vorremo utilizzare per infine atterrare, a bordo del nostro Jackal, nel luogo della missione. La qualità della storia e la narrazione sembrano invece spingersi verso una direzione abbastanza classica, nella quale sebbene sia stata dedicata una fortissima attenzione al protagonista e alla sua evoluzione nel corso degli eventi del gioco risulta mantenere la semplicità, quasi superficiale, emblematica della saga. Sebbene si dia modo di riflettere sul capitano Reyes, il peso delle scelte difficili e il valore del sacrificio, anche questa volta, la storia rimane abbastanza lineare e poco approfondita, con ottimi personaggi, come l'antagonista Kotch, a cui purtroppo, però, si dedica davvero poco spazio e peso in termini di trama. Riguardo la narrazione, essendo il protagonista un Capitano, ci troviamo di fronte a un approccio diverso dal solito che tuttavia non riesce completamente a emergere in maniera significativa, lasciandoci sì con una storia degna di essere narrata ma comunque fin troppo semplice per essere elogiata fino in fondo.

Una campagna per specialisti

Durante la campagna vagheremo nel sistema solare passando da pianeta a pianeta e affronteremo vari nemici facendo uso del nostro arsenale scelto prima di iniziare ogni missione, ma non sarà raro trovarsi in situazioni in cui decideremo di cambiare radicalmente l'equipaggiamento. Granate shock, Modulo Hacking e armi a energia sono particolarmente adatte contro qualsiasi robot ci ostacoli, mentre proiettili, esplosivi e forza bruta tornano sempre utili contro gli esseri umani.

Infinity Ward è tornata
Infinity Ward è tornata

Fanno inoltre la loro comparsa alcuni Mech che dovremo distruggere sfruttando le armi pesanti o ancora nemici corazzati invulnerabili agli attacchi frontali, per i quali dovremo ingegnarci e sfruttare bene la mappa al fine di sconfiggerli. Il sistema di combattimento è rimasto più o meno invariato dal solido risultato raggiunto con Black Ops 3, quindi a furia di camminate sui muri e salti amplificati, le interazioni con l'ambiente circostante saranno comunque fondamentali e non si limiteranno al classico barile esplosivo da colpire. Come già accennato, quello su cui probabilmente Infinity Ward ha osato è stato lo strutturare la campagna in modo tale che il giocatore continui a vestire i ruoli del personaggio anche fuori dalle missioni ottenendo come risultato un fortissimo senso di continuità tra una missione e l'altra. Quel che più ci ha sorpresi della campagna di questo Call of Duty è però la modalità "Specialist", che si sblocca una volta finito il gioco. Selezionata questa difficoltà, il gioco cambia completamente le sue regole: l'elmetto dà accesso a l'interfaccia di sistema, nell'interfaccia viene aggiunto un indicatore salute con una "radiografia" del nostro corpo, le armi vanno sempre ricaricate manualmente, l'inventario è molto limitato e, cosa più importante, la salute non si rigenera ma bisognerà curarsi tramite degli iniettori. In questo scenario il nostro stile di gioco varia totalmente, a frenetiche sessioni di sparatoria si alternano ora azioni premeditate finalizzate a non farsi colpire. Troppi colpi sul vostro elmo possono distruggerlo facendovi perdere l'interfaccia di gioco, un proiettile che colpisce il vostro braccio vi renderà quasi impossibile mirare, un infortunio sulla gamba vi farà zoppicare o ancora, se un proiettile colpisce la vostra arma, dovrete riprenderla al volo o finirete disarmati. Si tratta di dinamiche particolarmente interessanti ma che purtroppo si limitano a una singola "difficoltà" che viene sbloccata soltanto dopo aver già completato la campagna. Fa infine la sua presenza la simpatica difficoltà YOLO, una sfida lanciata da Infinity Ward che consiste nel completare il gioco a difficoltà Specialist avendo a disposizione una singola vita, come suggerisce il nome (You Only Live Once, "si vive una volta sola"). Quindi immaginatevi di essere arrivati alla fine del gioco, venir colpiti da un cecchino e con grande gioia ricominciare tutto da capo... ne vedremo delle belle!

Trash anni '80 e Zombie nello spazio!

Zombie è ormai una modalità immancabile in Call of Duty: divertente, fuori di testa e garantisce un livello di sfida co-op ogni volta appagante. Di temi ne abbiamo visti a bizzeffe negli ultimi anni, da zombie nazisti ad alieni, questa volta però è il turno degli anni '80 con Zombies in Spaceland, con un vasto Luna Park pieno di simpatiche attrazioni a tema spaziale e ricco di cliché tipici di quegli anni. Nulla però è casuale, tutto ha una storia dietro. Quattro aspiranti attori vanno a un'audizione di un certo Willard Wyler, una delle più grandi star del genere Horror, in pochi istanti vengono catapultati nella scena ritrovandosi in questo Luna Park a tema in cui dovranno fare del loro meglio e recitare le proprie parti cercando possibilmente di non morire.

Infinity Ward è tornata
Infinity Ward è tornata

Ovviamente, i quattro protagonisti raffigurano "personaggi tipo" dei film dell'epoca, quindi i giocatori dovranno impersonare AJ lo sportivo, Poindexter il nerd, Sally la ragazza adolescente e infine Andre il rapper. Alle classiche meccaniche di gioco vengono fatte alcune simpatiche aggiunte, visto il tema adottato dalla modalità. Una volta morti si accede a una grande sala giochi in cui è possibile svolgere delle attività per guadagnare punti e tornare in vita riempendo la barra corrispondente. Visto che poi tutto è a tema, mentre si è in vita potremo scorrazzare qua e là per il Luna Park e guadagnare dei Ticket svolgendo le varie attività tra cui le montagne russe o una partitella ai vari Arcade sparsi nella mappa di gioco. I Ticket sono una valuta aggiuntiva ai classici dollari che permettono l'acquisto di equipaggiamenti o granate ancora più potenti. Il tutto è molto simpatico e divertente, tranne per i vostri compagni che dovranno salvarvi la pelle mentre sarete impegnati in queste attività, quindi ricordatevi di scegliere un momento opportuno per divertirvi. Ogni zona della mappa ha i suoi easter egg, le sue trappole, le varie attività da svolgere e in più un portale che conduce nella piazza centrale, tutto questo va attivato trovando un generatore di corrente. Esplorare più zone significa anche far disperdere gli zombie e i portali sono una validissima via di fuga nel caso in cui la situazione diventi troppo pericolosa. Da sottolineare inoltre la presenza della "Zona Sicura" in cui sarà possibile potenziare le proprie armi rendendole ancora più letali e a cui si accede tramite il portale principale ma solo se presenti tutti e quattro i giocatori. Insomma, in una normale sessione i giocatori dovranno cercare di sopravvivere a orde di Zombie via via più potenti, acquistando armi, spendendo i loro Ticket in gadget o granate più potenti, sbloccando nuove vie, affrontando i boss delle ondate più forti e utilizzando le Carte Fato e Fortuna. Queste ultime sono delle abilità sotto forma di carte collezionabili attivabili durante le partite, ogni giocatore può sceglierne 5 dal proprio mazzo e utilizzarle singolarmente in partita stravolgendo la situazione. L'utilizzo di queste carte è riservato ai momenti più impegnativi e possono davvero determinare vittoria o sconfitta dei giocatori. Alcune carte sono a utilizzo singolo, quindi meglio tenere a mente che una volta attivate dovremo aspettare di ritrovarle nella prossima bustina. Dulcis in fundo, ad aggiungere ancora un po' di varietà al gameplay di Zombie, i giocatori potranno assemblare a inizio partita un robottino che genera delle sfide che sbloccano ricompense extra una volta completate, preparatevi quindi a uccidere zombie saltando oppure colpendoli a mani nude giusto per avere quel bonus in più fornito dalla sfida. Il nostro consiglio è quello di valutare attentamente ogni obiettivo: fare a pugni con gli zombie mentre si è circondati, potrebbe rivelarsi fatale.

Multiplayer: tra frenesia e divertimento

Fiore all'occhiello di Call of Duty, grazie al suo solido gameplay, è l'immancabile modalità multigiocatore competitiva che vanta un vasto assortimento di mappe e modalità presenti fin dal lancio, oltre a un ottimo sistema di personalizzazione. Prima di scendere nel dettaglio, però, è opportuno parlare dei Kit da Battaglia, successori spirituali degli Specialisti visti in Black Ops 3. Si tratta di tute tecnologiche concepite allo scopo di adattarsi allo stile di gioco del giocatore. Ognuna di queste ha una propria selezione di Super e vari arsenali e attributi che porteranno il giocatore a compiere una scelta piuttosto che l'altra.

Infinity Ward è tornata
Infinity Ward è tornata

È importante sottolineare che ogni Kit da Battaglia ha comunque accesso a tutte le armi del gioco, dunque l'ultima parola viene data al giocatore nella creazione del suo personalissimo loadout. Tanto per dare comunque un'idea per chi non fosse familiare con il genere, i giocatori potranno scegliere tra un totale di sei stilemi: il Guerrigliero, versatile e ottimo sulle medie distanze, l'Iperluce pensato per lo scontro ravvicinato e per i giocatori in costante movimento, il Mercenario specializzato nell'uso delle armi pesanti e perfetto per le azioni di difesa, lo Spettro un vero cecchino per gli amanti degli scontri su lunghe distanze, lo Striker un supporto per il gioco di squadra e, infine, il Sinapsi pensato per gli scontri "corri-e-spara" e ottimizzato sulla velocità di movimento. Benché le novità introdotte nel multiplayer di Infinite Warfare non siano molte, troviamo qualche nuova granata e Scorestreak e le Missioni di Squadra, un nuovo modo per livellare insieme agli amici. I team potranno scegliere una delle quattro Missioni di Squadra disponibili a seconda del proprio stile di gioco e delle ricompense offerte. Ogni team avrà le proprie sfide da seguire durante le partite e, una volta completate determinate missioni di squadra, si riceverà un ulteriore bonus esperienza e oggetti unici tra cui elementi cosmetici (come emblemi e skin), equipaggiamenti vari e tanto altro. Come già accennato, una buona selezione di playlist al lancio, suddivise tra standard, Hardcore, e competitive, contribuiscono all'ottima quantità di contenuti offerti dal titolo. Ancor più interessante è invece l'unica nuova modalità attualmente introdotta in Infinite Warfare, Defender, in cui i giocatori dovranno contendersi un drone e correre per la mappa una volta conquistato facendo attenzione a non farlo cadere in mano nemica, praticamente una versione riadattata della modalità Teschio vista su Halo. Traendo delle conclusioni c'è davvero poco da dire, trattandosi semplicemente di una revisione dell'esperienza di gioco già vista e ben affermata su Black Ops 3. Corse sui muri, scivolate, salto amplificato e tanta libertà di movimento renderanno gli scontri intensi e adrenalinici, mentre le varie Super e i vari Kit da Battaglia daranno un'interessante svolta al gioco di squadra soprattutto per quel che riguarda gli scontri più competitivi. Parlando infine del bilanciamento delle partite, sarà interessante vedere come gli equipaggiamenti di livello più alto o semplicemente più completi influiranno sulle partite. Abbiamo avuto la possibilità di provare delle modalità personalizzate con tutto l'arsenale sbloccato senza notare sostanziali differenze nonostante in molti utilizzassero equipaggiamenti epici/leggendari, il che fa ben sperare in vantaggi non troppo significativi anche una volta raggiunti i livelli più alti. A ogni modo, Infinity Ward non ha deluso le aspettative dei fan in passato e nonostante l'enorme quantitativo di equipaggiamenti, siamo fiduciosi in un buon bilanciamento di lancio.

Personalizzazione, Crafting e Pacchetti

Tanta attenzione è stata invece riservata al sistema di personalizzazione: Call of Duty: Infinite Warfare vanta un immenso arsenale di equipaggiamenti ed elementi cosmetici tra cui skin, sfondi, emblemi e tanto altro. Alcuni elementi sono sbloccabili solo compiendo determinate azioni o superando certe sfide, per esempio nelle Missioni di Squadra, altri sono acquisibili tramite pacchetti oppure fabbricabili utilizzando l'apposito credito.

Infinity Ward è tornata
Infinity Ward è tornata

Che stiate giocando a Zombie o in Multiplayer, avrete sempre la possibilità di comprare dei pacchetti tramite le Chiavi che vengono fornite al giocatore come ricompense a fine di ogni match. I pacchetti attualmente disponibili in multiplayer sono due, entrambi acquistabili anche tramite valuta reale, uno dal costo di dieci chiavi, l'altro da trenta. La differenza tra i due riguarda solo le probabilità di trovare oggetti Leggendari o Epici. Abbiamo passato un bel quarto d'ora ad analizzare il sistema di sblocco dei pacchetti, con la conclusione che sembra orientato verso una maggior probabilità di sblocco di oggetti che sono già stati sbloccati, in modo tale da distruggerli e trasformarli in crediti spendibili per fabbricare altro. Le probabilità sono ovviamente relative al pacchetto scelto, un pacchetto da dieci chiavi difficilmente sbloccherà equipaggiamenti superiori al Raro, mentre con quello da trenta si ha una probabilità più alta, risultando quindi più generoso ma drasticamente più costoso, considerato che una singola partita sblocca poco più che un paio di chiavi. Lo stesso identico sistema di pacchetti, come già accennato, vale per la modalità Zombie, che avrà dei pacchetti dedicati nel rispettivo menu con lo stesso funzionamento, l'unica differenza è la possibilità delle bustine di Carte Fato e Fortuna oltre alle varie modifiche per le armi in Zombie. Qualche parola va spesa sul sistema di crafting, che si basa interamente sui crediti Salvage, dei quali riusciremo a ottenerne solo una piccola manciata (circa una decina) ogni partita completata. Considerato poi che una versione leggendaria di un'arma costa sui 1600 crediti, mentre una versione Epica sui 2400, servirà aver passato davvero molte (forse troppe) ore sul gioco al fine di ottenere giusto qualche perk sulla propria arma preferita. Il crafting è dunque una simpatica aggiunta che permette di acquisire quell'equipaggiamento che tanto cercate di conquistarvi duramente aprendo i pacchetti ma che puntualmente sembra non volersi sbloccare per ironia della sorte. Chiudendo questo paragrafo, i completisti avranno come al solito pane per i loro denti, con un catalogo impressionante di elementi (soprattutto cosmetici) da sbloccare che risultano divisi in così tante categorie da rendere lungo persino elencarle, ci auguriamo ancora una volta che una varietà così ampia di equipaggiamenti possa influire in maniera minima sul reale bilanciamento di gioco, purtroppo solo il tempo potrà dirlo ma per fortuna le patch in questi casi servono a qualcosa.

Tecnicamente parlando

Guardando questo capitolo dal punto di vista tecnico ci sono vari pro e contro che emergono facilmente. Uno dei motivi di vanto di Call of Duty Infinite Warfare è una campagna continua e senza caricamenti, cosa che da un lato riesce egregiamente ma dall'altro il "trucco" è subito chiaro e a tratti fastidioso. Durante gli intermezzi tra un livello e l'altro partono alcuni stralci di video che utilizzano gli stessi modelli in-game.

Infinity Ward è tornata
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Il problema del video sarebbe quasi nullo in molti casi, ma purtroppo siamo di fronte a un bel compromesso in quanto i video in questione girano con una fortissima compressione, alcuni paragonabili a dei video in streaming a qualità media. La cosa risulta assai fastidiosa, è pensiero comune aspettarsi una qualità alta in un video di gioco, talvolta per posare il pad e per godersi al meglio la storia o l'azione che viene narrata su schermo, ma quando (visivamente) il gameplay è preferibile alla compressione video allora è evidente che ci si trova di fronte a caricamenti camuffati da video. Parlando del gameplay, a livello tecnico Call of Duty non è mai stato un colosso, ma è indubbio che si stia muovendo verso una buona direzione tecnico-artistica. Esplorando lo spazio o sbarcando sui vari pianeti, Infinite Warfare è in grado di regalare dei paesaggi magnifici splendidamente realizzati ma che purtroppo fanno parte di un contorno per il quale si ha troppo poco tempo perché lo si gusti in maniera efficace. Le battaglie spaziali sul Jackal sono visivamente impressionanti, anche se figurano delle esplosioni con effetti a volte compressi e pixelati, cosa facile da scorgere dopo poche ore di gioco anche nelle sessioni a terra sebbene gli ottimi effetti di luce riescano a mimetizzare questi piccoli difetti tecnici. A livello texture ci troviamo ancora una volta di fronte a una resa buona per quel che riguarda i personaggi principali, le armi e gli equipaggiamenti, ma basta concentrarsi un po' su elementi distanti o secondari per notare alcuni rapidi pop-in delle texture con una qualità finale non eccelsa. I 60 fotogrammi al secondo sono assolutamente stabili sia nelle sessioni all'aperto che negli spazi chiusi, l'ottimo lavoro del team di sviluppo è sceso a qualche compromesso, ma il fine giustifica i mezzi e Call of Duty è comunque un titolo fluidissimo anche nelle situazioni più movimentate. I Modelli poligonali raggiungono un buon risultato, ma in generale siamo di fronte a un prodotto dal livello tecnico assolutamente piacevole ma che non riesce in alcun modo a lasciar il segno. Su PlayStation 4 Pro la situazione cambia drasticamente, l'immagine è più profonda e pulita, le texture raggiungono un ottimo livello di qualità, le esplosioni e gli effetti ambientali sono più vibranti, le "scalettature" scompaiono del tutto e la distanza di render e i modelli poligonali sembrano molto più definiti. La versione da noi provata molto velocemente su PlayStation 4 Pro non era 4K nativa, ma gli accorgimenti fatti rendevano il gioco molto pulito e significativamente superiore alla versione su standard che abbiamo utilizzato invece per questa recensione. Call of Duty è uno dei titoli di lancio di PlayStation 4 Pro prevista per questo 10 novembre, magari vale la pena dargli una possibilità.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 4
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store
Prezzo 79,90 €
Multiplayer.it
8.5
Lettori (178)
5.7
Il tuo voto

Anno nuovo, CoD nuovo. Questa volta però ci rimette lo zampino Infinity Ward partendo dalle solide basi costruite con Black Ops 3 e perfezionandole ulteriormente. Nonostante questo autunno sia saturo di sparatutto, Call of Duty: Infinite Warfare è ambizioso e coinvolgente, con una campagna strutturata in maniera mai vista prima nella saga. La modalità Zombie è divertentissima se giocata in compagnia di quattro amici e il feeling anni '80 è reso egregiamente. Il multiplayer competitivo non innova e non introduce significativi cambiamenti rispetto al predecessore, ma d'altronde se una cosa non funziona perché cambiarla? Il multiplayer è vasto, frenetico e intenso, con azioni spettacolari e un time to kill adeguato a uno sparatutto di nuova generazione. La personalizzazione cosmetica (emblemi e skin) è più ampia che mai, e l'arsenale di armi sbloccabili tramite i pacchetti non è da meno. In conclusione, Infinity Ward dimostra ancora una volta di sapere come sviluppare abilmente uno sparatutto capace di intrattenere e divertire. Resta comunque da sottolineare la forte vicinanza a Black Ops 3, dunque se siete in cerca di una ventata d'aria fresca rispetto al capitolo precedente potreste rimanerne delusi, mentre, qualora la frenesia e l'azione sfrenata del precedente capitolo vi abbia conquistato allora Infinite Warfare è pronto a darvi pane per i vostri denti.

PRO

  • Zombie divertente e in piena atmosfera anni '80
  • Ottima varietà di contenuti al lancio
  • Missioni di squadra nel multiplayer
  • Campagna ben strutturata e coinvolgente...

CONTRO

  • ...ma che purtroppo non riesce a essere incisiva
  • Livello tecnico discreto
  • Pochissime novità nel multiplayer
  • Sostanzialmente simile al capitolo precedente