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Amnesia: Collection, recensione

Amnesia: Collection arriva su PlayStation 4, ma riuscirà a spaventarci ancora?

RECENSIONE di La Redazione   —   22/11/2016
Amnesia: Collection
Amnesia: Collection
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Gli utenti console non speravano quasi più in un porting di Amnesia: The Dark Descent, il titolo di Frictional Games che ha contribuito al rilancio del genere survival horror in soggettiva, influenzando diverse produzioni uscite successivamente. Sembrava paradossale giocare a titoli come Outlast e Alien: Isolation, che guardano molto al lavoro della piccola casa svedese, senza avere il modello ispiratore, ma l'incongruenza è ormai un ricordo. Ci sono voluti tre anni, ma finalmente Amnesia: Collection porta ben tre titoli rivisti su PlayStation 4, includendo, oltre all'originale, il sequel Amnesia: A Machine for Pigs e anche il terrificante DLC Justine, una piccola avventura indipendente incentrata su un nuovo personaggio. L'intera raccolta è proposta a un prezzo vantaggioso, con i singoli titoli liberamente selezionabili attraverso un pratico menu. Seguiteci nella lettura per scoprire se il tempo, ricordiamo che sono passati sei anni dall'uscita originale, è riuscito a intaccare la serie di Amnesia.

Tutti i titoli dedicati ad Amnesia in un'unica raccolta per PlayStation 4

Paura del buio

Amnesia: The Dark Descent è palesemente il piatto forte della raccolta e il motivo principale per cui entrerà nelle console degli utenti. Successore spirituale della serie Penumbra, che è servita a Frictional per farsi le ossa, ha riportato il genere horror su binari atavici, ma anche ricollegandosi a un certo tipo di avventura classica. Ambientato interamente nel tetro maniero prussiano Brennenburg, il gioco ci mette nei panni di Daniel, personaggio che ha perso la memoria, scopriremo poi perché, impegnato a ricostruire i tasselli della sua storia e il motivo per cui si trova imprigionato nel lugubre castello.

Amnesia: Collection, recensione
Amnesia: Collection, recensione

Scomode verità saliranno a galla nel corso della vicenda, ricca di sfumature esoteriche e pesantemente ispirata alle opere di H.P. Lovecraft, attraverso un'avventura molto ben equilibrata, in grado di conciliare fasi stealth, esplorazione, puzzle ambientali e una storia tutta da scoprire recuperando le immancabili note sparse a giro. Scopriremo molto presto che le mura di Brannenburg custodiscono segreti terribili, inclusa una serie di minacce non indifferenti nella forma di creature mostruose. A complicare il tutto contribuisce la peculiare formula di gioco, incentrata sull'equilibrio tra luce e tenebre. Il protagonista soffre di acluofobia, ovvero la paura del buio, occorre quindi tenere su livelli accettabili un valore chiamato sanità mentale. Se Daniel rimane troppo tempo nell'oscurità, la vista e gli stessi movimenti saranno compromessi da una serie inquietante di artefatti allestiti a video per evidenziare il disagio del personaggio. Per scongiurare la temibile conseguenza occorre quindi stare alla luce, e l'unico modo è affidarsi a una lampada a olio, o accendendo le varie candele collocate nelle stanze. In entrambi i casi le risorse sono limitate, con scarsa disponibilità di olio per la lampada e cerini per le candele. Infine ci sono i mostri, creature deformi, talvolta invisibili, che dobbiamo scrupolosamente evitare, essendo completamente inermi ai loro attacchi. Frictional Games le introduce con un sorprendente ritardo, lasciando il tempo di abituare il giocatore a meccaniche maggiormente legate all'avventura e l'esplorazione, il tutto con un'atmosfera davvero esemplare, nonostante lo stampo horror classico. Scordiamoci i "jump scare" o colpi particolarmente bassi, l'interesse principale è quello di accumulare tensione continua attraverso l'utilizzo magistrale dei suoni e le location, il risultato è un titolo in grado di provocare angoscia come pochi, e nonostante sia uscito sei anni fa riesce ancora a mantenere intatta la sua forza. Da encomiare infine l'ingegnoso utilizzo della fisica per la risoluzione di particolari enigmi, o per superare sezioni apparentemente impossibili, che definisce l'indiscusso talento degli sviluppatori.

Trofei PlayStation 4

Considerando che parliamo di tre distinti titoli, ci vorrà del tempo per conquistare tutti i Trofei di Amnesia: Collection, considerando che sono contemplati anche finali multipli legati alle azioni del giocatore, ci vorranno diverse ore di gioco per recuperare tutto il bottino. Da segnalare il sarcasmo di Frictional Games, che ha inserito un Trofeo apposito per coloro che interrompono bruscamente una partita, a volte la tensione fa brutti scherzi.

Orrore industriale

Non da meno risulta l'espansione ufficiale di Amnesia, chiamata Justine, che sposta la scena in Francia e cerca nuovi spunti, nello specifico ispirandosi ai crimini della "Contessa Dracula" Elizabeth Bathory, ma anche la serie cinematografica di SAW. L'incipit condivide quello del capostipite: ci risvegliamo, stavolta nei panni di una donna, completamente privi di memoria nelle segrete di in un castello disseminato di grammofoni. Attraverso questi scopriamo di essere cavie di un delirante esperimento allestito da una sadica nobildonna chiamata Justine. Lo scopo è quello di passare attraverso tre distinte aree del castello, ognuna delle quali caratterizzata da una trappola preparata appositamente per altrettante vittime, tre uomini il cui destino è nelle nostre mani.

Amnesia: Collection, recensione

L'unico modo per proseguire all'area successiva è quello di azionare la trappola, uccidendo il malcapitato, oppure trovando una via alternativa risolvendo gli immancabili enigmi ambientali, che fanno ancora utilizzo della fisica offerta dal motore grafico. Come se non bastasse, le prigioni ospitano anche gli aggressivi amanti di Justine, ridotti a pericolosi umanoidi mutilati da evitare categoricamente. Non è possibile salvare la partita, ma il permadeath non pesa più di tanto in questa piccola avventura, dal momento che può essere completata in solo mezz'ora e offre un'elevata rigiocabilità. A seconda dei risultati conseguiti avremo un differente chiusura per una storia veramente malsana e perversa, ancora più spaventosa di Amnesia: The Dark Descent a causa dei temi scabrosi trattati. Amnesia: A Machine for Pigs chiude la trilogia con un capitolo ambientato nella Londra dell'epoca vittoriana. Il seguito ufficiale non è più curato da Frictional Games, ma da The Chinese Room, autori di Dear Esther ed Everyone Gone to the Rapture, e purtroppo si vede. Rispetto all'originale lo schema è molto più semplificato, viene rimossa la sanità mentale, la lampada non si scarica, l'interazione è sensibilmente ridotta e il tutto è organizzato su una struttura maggiormente lineare. Nonostante risulti inferiore rispetto al primo capitolo, Amnesia: A Machine for Pigs punta su una storia ben narrata, grottesca, inquietante e ricca di allegorie sulla rivoluzione industriale come simbolo del degrado umano. Non mancano momenti azzeccati e qualche spavento, ma in generale si tratta di un prodotto che offre un'esperienza diversa rispetto agli orrori di The Dark Descent e Justine. Purtroppo abbiamo riscontrato qualche glitch che costringe a caricare nuovamente i capitoli o recuperare un vecchio salvataggio. Il porting dei tre titoli su PlayStation 4 è un po' altalenante: in linea di massima Blitworks ha fatto un buon lavoro mantenendo tutti i giochi a 1080p e sessanta fotogrammi al secondo, ma si notano diversi cali di frame rate, soprattutto in A Machine for Pigs, che vanta un motore grafico maggiormente evoluto.

Conclusioni

Digital Delivery PlayStation Store
Prezzo 29,99 €
Multiplayer.it
8.5
Lettori (25)
8.3
Il tuo voto

Amnesia: Collection porta finalmente la serie di Frictional Games su PlayStation 4, un evento che non può essere ignorato da tutti gli amanti delle avventure horror, rappresentando ancora oggi uno dei migliori esponenti di questa generazione. The Dark Descent e Justine valgono da soli il prezzo del biglietto, ma anche l'inclusione di Amnesia: A Machine for Pigs risulta una mossa gradita per chi desidera un'esperienza diversa e maggiormente lineare, anche se qualche bug si poteva evitare. Le prestazioni sulla console Sony non sono sempre ottimali, ma fortunatamente non inficiano mai la giocabilità.

PRO

  • Grande atmosfera
  • Amnesia: The Dark Descent è ancora il piatto forte
  • Tre titoli a prezzo budget

CONTRO

  • Prestazioni altalenanti
  • Amnesia: A Machine for Pigs è l'esponente più debole...
  • E ha qualche bug di troppo