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E se Goku fosse un pokémon?

Che cosa succederebbe se Dragon Ball e Pokémon facessero la Fusione?

RECENSIONE di Christian Colli   —   13/02/2017
Dragon Ball Fusions
Dragon Ball Fusions
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Nonostante siano già passati quasi trent'anni da quando Shueisha ha pubblicato il primo volume del manga di Akira Toriyama, la mania di Dragon Ball non accenna a finire: attraversa alti e bassi, ovviamente, ma il continuo afflusso di gadget e altre produzioni mantiene costantemente in vita l'universo di Goku e compagni. Dragon Ball Super, la più recente serie animata, sta per raggiungere il centesimo episodio, e ha già ispirato alcuni videogiochi, tra i quali spiccano soprattutto i due Dragon Ball Xenoverse per console casalinghe e PC, bizzarri picchiaduro caratterizzati da elementi RPG. Dragon Ball Fusions, l'ultima proposta per il portatile Nintendo, segue la stessa filosofia ibrida: è un gioco di ruolo che a tratti ricorda un picchiaduro, ma soprattutto ricorda... be', Pokémon. Com'è possibile? Continuate a leggere la nostra recensione per scoprirlo.

Il nuovo RPG ispirato a Dragon Ball impiega la formula di Pokémon per soddisfare soprattutto i fan

Combattili tutti

Dragon Ball Fusions non si ispira a nessun arco narrativo in particolare del manga o dell'anime e la trama, fondamentalmente, è solo un pretesto per dare il la al gioco vero e proprio. Purtroppo è anche parecchio insulsa: pensata più che altro per divertire i fan sfegatati di Dragon Ball, fa leva su dialoghi terribili e manipolazioni arbitrarie dei fatti salienti originali, intrecciandoli con storyline inedite e un'immancabile caccia alle sfere del drago.

E se Goku fosse un pokémon?
E se Goku fosse un pokémon?

Non aiuta neppure il fatto che la localizzazione in italiano sia impoverita da frequenti errori ortografici e discutibili scelte stilistiche. La verità è che non c'è molto da raccontare: il protagonista - il nome predefinito è Tekka - e il suo migliore amico Pinich decidono di iscriversi a un grande torneo di arti marziali al quale però bisogna partecipare in gruppi di cinque lottatori. A tale scopo, decidono di girare il mondo in cerca di combattenti da reclutare e si imbattono subito nei piccoli Goten e Trunks che, a questo punto della storia, possono già fondersi nel potentissimo Gotenks. Da lì in poi è un susseguirsi di situazioni ai quali i fan dei giochi basati sul popolare manga di Toriyama dovrebbero essere abituati: in pratica, il team si troverà a viaggiare da una dimensione all'altra e da un'era all'altra in cerca di alleati, rivivendo le più importanti battaglie della serie, seppur rimaneggiate per l'occasione. La maggior parte degli avversari principali che affronteremo, infatti, sarà in grado di fondersi, dando spesso vita a ibridi buffissimi. Molti fan di Dragon Ball si sono sempre chiesti che cosa sarebbe successo se un certo personaggio si fosse fuso con un altro e il titolo sviluppato da Ganbarion cerca di rispondere a quelle domande con combinazioni a dir poco fantasiose. Il gioco, però, segue un percorso decisamente ripetitivo fatto di missioni e microzone - decisamente vuote - che Tekka può esplorare a trecentosessanta gradi grazie alla sua capacità di volare (legata, tuttavia, a un sistema di controllo abbastanza scomodo che richiede un po' di pratica). Il cuore dell'esperienza risiede tutto nel cosiddetto "post-game", cioè nei contenuti che si sbloccano una volta completata l'avventura: è a quel punto che ci si può sbizzarrire a completare tutte le missioni secondarie e a reclutare i personaggi più famosi di Dragon Ball, magari per formare una squadra ad hoc con cui affrontare gli altri giocatori nella modalità multigiocatore online.

L'effetto 3D

Non pervenuto: in altre parole, il gioco è completamente privo di effetto 3D.

La strategia del biliardo

Benché abbia cercato di cambiare un po' le carte in tavola introducendo quiz giornalieri e altri semplici minigiochi, Ganbarion non è riuscita a dare un respiro più ampio a una struttura che prevede un numero esorbitante di battaglie. Fortunatamente, il sistema di combattimento è davvero valido, sebbene le continue scenette in cui si traducono le azioni dei combattenti tendano a stancare un po' per via della loro lunghezza. Una volta accettato di combattere o ingaggiato uno dei nemici che girovagano per la mappa, si passa a un campo di battaglia in cui si affronteranno fino a cinque personaggi contro cinque. Ogni combattente - compreso il nostro alter ego, Tekka, che potremo creare all'inizio della partita e personalizzare anche in seguito - è contraddistinto da un simbolo che rappresenta il suo punto di forza, cioè la potenza, la tecnica o la velocità.

E se Goku fosse un pokémon?
E se Goku fosse un pokémon?

I tre valori formano un rapporto a triangolo che decreta chi infligge più danni a chi, perciò bisogna bilanciare la squadra e scegliere i bersagli giusti a ogni turno per massimizzare l'efficacia dei nostri colpi. I turni, a loro volta, sono scanditi attraverso un indicatore in fondo allo schermo, ma il giocatore può alterare l'ordine delle azioni spingendo i suoi avversari fuori dal "ring" e resettando i loro turni: ogni colpo, infatti, respinge il bersaglio e scegliendo le direzioni con cura si possono concatenare numerosi attacchi senza dargli tregua. I più abili, per esempio, potrebbero far rimbalzare un nemico da un personaggio all'altro, moltiplicando il danno inflitto mentre riposizionano la squadra in previsione del turno seguente. Ovviamente possono giocare di strategia anche i nemici e l'intelligenza artificiale si rivela fin da subito piuttosto molesta. In questo senso, Dragon Ball Fusions ci è sembrato un tantinello sbilanciato, specialmente quando introduce delle regole aggiuntive durante gli scontri che possono renderli non poco ostici. Se si vogliono reclutare alcuni personaggi, poi, bisogna essere più fortunati che abili: innanzitutto è necessario soddisfare determinati requisiti per incontrarli, poi bisogna affrontarli, riempire l'indicatore Zenkai e infine catturare... cioè, attaccare il personaggio in questione per aggiungerlo al nostro piccolo esercito. Purtroppo per acquisire la maggior parte dei personaggi più famosi bisogna ricorrere a un astruso sistema che costringe a pesanti sessioni di "grind"; lo stesso vale per le fusioni e le tecniche speciali che, un po' come accadeva in Dragon Ball Xenoverse, devono essere sbloccate un po' a caso e un po' soddisfacendo condizioni particolari. I giocatori che vorranno assemblare il loro team preferito e dotarlo dei più potenti attacchi speciali ammirati nel cartone animato, insomma, dovranno faticare non poco. Per fortuna, Dragon Ball Fusions è un titolo realizzato più che discretamente anche dal punto di vista tecnico. Ganbarion ha scelto uno stile vagamente super deformed per raffigurare tutti i personaggi, compresi gli adulti, e il coloratissimo cel shading conferisce al gioco un aspetto pulito e piacevole specialmente durante le sequenze d'intermezzo più spettacolari. Peccato che la colonna sonora sia dimenticabile e che il doppiaggio, in giapponese, sia limitato a brevi frasi e qualche immancabile grido di battaglia: ogni tanto capita di sentire qualche brano dell'anime riarrangiato per l'occasione, ma in generale il comparto sonoro lascia abbastanza a desiderare.

Conclusioni

Multiplayer.it
7.0
Lettori (15)
8.2
Il tuo voto

Dragon Ball Fusions è un esperimento riuscito a metà. Il sistema di combattimento è originale e davvero molto divertente, anche se alla lunga le scenette d'intermezzo possono stancare, ma la storia è davvero banale e si ha spesso la sensazione che lo sviluppatore nipponico abbia strutturato il gioco maldestramente, senza equilibrare le varie parti che lo compongono. Il risultato è un'esperienza curiosa, anche se un bel po' ripetitiva, che consigliamo soprattutto ai fan sfegatati di Dragon Ball in cerca di un titolo longevo e diverso dal solito: l'idea di poter collezionare e fondere i propri beniamini ha sempre un fascino indiscutibile, in fondo.

PRO

  • Sistema di combattimento originale e ingegnoso
  • Graficamente ben realizzato
  • Tantissimi personaggi da reclutare prima e dopo il finale

CONTRO

  • Struttura estremamente ripetitiva
  • La difficoltà non è bilanciata benissimo
  • Storia e dialoghi di una pochezza disarmante