Tanto tempo fa, in un futuro lontano lontano: questo potrebbe essere l'incipit di Horizon Zero Dawn. Gli ultimi riscontri della civiltà precedente sono datati 2066, in seguito ai quali la natura si è riappropriata del mondo circostante, il "metallo" ha cessato di esistere per come lo conosciamo, sono nate tribù dalle credenze e usanze quasi primordiali, dominate dalla superstizione. Non mancano ovviamente testimonianze del passato, a partire dalla presenza delle macchine, creature robotiche dalle sembianze animali che agiscono per conto proprio, mentre una sorta di corruzione si sta diffondendo e banditi disposti a tutto vogliono imporre il proprio dominio sotto forma di schiavismo. Poi c'è la protagonista principale, Aloy, della quale seguiremo (seguirete!) il percorso alla ricerca di risposte, quelle sulla propria nascita e sulle macchine stesse. Questo è tutto quello che vi diremo riguardo la storia di Horizon Zero Dawn, il titolo di Guerrilla Games che abbiamo già avuto modo di provare in tante occasioni, l'ultima in ordine di tempo durante la nostra visita alla sede principale dello sviluppatore olandese. Per quanto riguarda la versione che arriverà nei negozi, abbiamo avuto dieci giorni per spulciare concretamente le caratteristiche del titolo: i video più corposi arriveranno tra circa una settimana, a scadenza di un ulteriore embargo, nel frattempo mettetevi comodi nel leggere quali sono i punti di forza, e quelli deboli, relativi all'ingresso dei creatori di Killzone nel mondo degli open world.
Dopo oltre 30 ore di gioco, ecco la nostra recensione di Horizon Zero Dawn
Una vera cercatrice
Come ogni titolo del genere che si rispetti, Horizon Zero Dawn parte piano, introducendo alle dinamiche di gioco e alla conformazione della mappa, grazie a missioni che permettono di sperimentare le fasi stealth, gli scontri diretti e l'incontro ravvicinato con le prime macchine. Ciascuna ha un rivestimento di metallo in grado di garantire protezione, nonché un comportamento e modalità di attacco differenti con punti deboli specifici, rappresentati ad esempio da un circuito che governa i colpi a distanza, un serbatoio di vampa (liquido infiammabile) e una centralina per attivare il radar. Dopo qualche manciata di missioni si incontrano robot più complessi: per avere la meglio bisogna quindi sfruttare le debolezze e magari disattivare le componenti più pericolose, in maniera tale da affrontare il resto dello scontro nella maniera migliore possibile.
Proprio il dualismo tra Aloy e le macchine rappresenta la parte meglio riuscita relativa all'ottimo sistema di combattimento: nella fattispecie è possibile sfruttare l'erba alta per eliminazioni silenziose oppure affrontare le macchine più imponenti grazie a scontri epici, mai banali; il livello di sfida è sempre piuttosto appagante durante le decine di ore di gioco offerte da Horizon Zero Dawn. Le creature robotiche, ad ogni modo, rappresentano solo un tassello - importante - della storia complessiva, perché giocoforza banditi e altri umani assetati di potere sono protagonisti in grado di cambiare le sorti della storia e sfruttare le macchine a proprio piacimento. In relazione a questo sono presenti diverse missioni che richiedono di interagire con altre persone o affrontarle come antagoniste, non solo durante le missioni principali, ma anche in quelle attività secondarie di liberazione avamposti. In questo caso l'approccio stealth è quello che paga maggiormente, poiché si tratta di insediamenti molto popolati; nella malaugurata ipotesi di essere scoperti, il divertimento generale subisce un contraccolpo, poiché gli scontri risultano meno appassionanti e l'intelligenza artificiale manifesta le sue lacune in misura maggiore. Ci sono alcuni frangenti, infatti, nei quali si affronta questa tipologia di missioni assieme ad un compagno e le cose si fanno ancora più grossolane perché la sua presenza viene ignorata completamente dagli avversari, perlomeno fino a quando Aloy viene scoperta e parte lo scontro diretto. Una sorta di sindrome alla The Last of Us, ci verrebbe da dire, ma per fortuna la varietà di situazioni fa si che momenti del genere siano solo un fattore ridotto nell'economia generale dell'esperienza, e laddove l'intelligenza artificiale non eccelle mai particolarmente - nemmeno durante gli scontri con le macchine - il piacere di utilizzare l'arsenale di Aloy, nonché l'abilità richiesta per avere la meglio, sopperiscono ampiamente a queste criticità, regalando combattimenti coinvolgenti.
Il fido compagno della protagonista è l'arco, che può essere potenziato o scambiato per una versione migliore; non mancano varianti sotto forma di frecce incendiarie, nonché gadget come la fionda, una balestra per creare trappole elementali e altri aggeggi che possono essere acquistati dai mercanti sparsi per la mappa: sfruttare gli elementi e le armi in grado di generare un'onda d'urto permette di sfruttare al meglio le debolezze di ciascun avversario. Col tasto cerchio si effettua la schivata, con la X il salto; il triangolo permette di interagire con gli oggetti e raccogliere risorse, L3 di correre e la croce digitale di utilizzare oggetti di cura ed offesa. Con L1, infine, si accede alla ruota delle armi senza andare in pausa, ma rallentando il tempo per permettere la selezione corretta o la creazione delle "munizioni": le risorse accumulate (o acquistate) servono proprio per fornire in autonomia tutto quello che serve per il sostentamento della protagonista principale. Un altro oggetto molto importante è il Focus, che si attiva mediante R3: in questa maniera è possibile individuare nemici attraverso gli ostacoli, marcarli con un triangolo, evidenziare il loro percorso allo scopo di coglierli di sorpresa; nel caso delle macchine evidenziare i punti deboli sui quali concentrare la propria potenza di fuoco. Lo scanner diventa assolutamente vitale quando si giunge in un nuovo avamposto popolato da macchine corrotte o banditi, necessario per evitare di buttarsi a capofitto nello scontro aumentando esponenzialmente la difficoltà. Il genere a cui appartiene Horizon Zero Dawn si posiziona all'interno degli action RPG, con la prima componente molto forte, come evidenziato, affiancata da una struttura RPG corposa ma non così complessa e profonda come gli esponenti massimi del genere. L'eroina dai capelli rossi può avanzare di livello migliorando la propria energia, dispone inoltre di tre rami di abilità - predatrice, audace, raccoglitrice - all'interno dei quali spendere punti per acquisire caratteristiche atletiche e funzionali. Abbiamo poi armi ed equipaggiamento di rarità differente, con slot di modifiche in grado di alterare ad esempio resistenze o attacchi elementali. E ancora, missioni principali e secondarie, commissioni specifiche e liberazioni di avamposti, macchine Collolungo da "scalare" per sbloccare i punti di interesse dell'area circostante, a mo' di Far Cry.
Insomma, le basi da gioco di ruolo ci sono tutte, solamente che sono meno profonde o ridotte dal punto di vista quantitativo, più vicine a quelle dei titoli Ubisoft che a grandi classici quali The Elder Scrolls V: Skyrim o The Witcher 3. Nell'economia generale, ad ogni modo, fanno il loro dovere perché non inondano il giocatore con una quantità enorme di cose da fare simili tra loro, bensì vengono innestate in una progressione narrativa costante, alternata da esplorazione e combattimenti, per un risultato dal nostro punto di vista bilanciato e mai troppo risicato. Senza dubbio sono presenti sessioni ripetitive - l'idea degli avamposti ha abbastanza stufato - ma quando si gioca Horizon Zero Dawn è possibile avvertire un senso di scoperta e novità costanti, sinonimo di un ottimo lavoro adoperato dagli sviluppatori nel tentativo di mitigare déjà vu o sezioni identiche. Ci è piaciuto particolarmente il momento in cui, dopo una missione specifica, il mondo di gioco si "apre" completamente, permettendo alla protagonista di esplorare tutta la mappa. Per farvi capire le nostre sensazioni facciamo un paragone ardito, con Hokuto no Ken quando arriva all'isola dei demoni: il primo impatto è brutale; facendo pochi passi si incontrano almeno quattro tipologie di macchine inedite estremamente ostiche, si ha la sensazione di pericolo enorme e nel frattempo si apprezzano nuovi scorci assolutamente ispirati dal punto di vista visivo. Oppure ancora la strada che permette di raggiungere la prima grande città del gioco, mentre sul lato c'è un ambientazione desertica sconfinata e sull'altro si incontra il primo Divoratuono, bestia meccanica enorme e difficile da abbattere.
Curiosità
Quanto dura Horizon? Che succede terminata l'avventura principale?
Abbiamo giocato Horizon per 36 ore, compiendo circa l'80% delle attività complessive. Si può continuare anche dopo aver finito la storia principale, allo scopo di completare il resto delle missioni e la raccolta dei collezionabili.
Quanti livelli di difficoltà sono presenti?
Quattro, da facile a molto difficile, disponibili da subito. Aumentare il livello incide soprattutto sul danno procurato dai nemici, non sull'intelligenza artificiale.
Esistono opzioni specifiche per HDR e PlayStation 4 Pro?
Nessuna, nemmeno relative alla luminosità: il gioco parte in HDR e 4K in base al tipo di TV connessa.
È possibile "agganciare" i nemici mediante sistema di lock?
No, anche perché renderebbe statico e semplificato un sistema di combattimento che punta tutto sull'attaccare i punti deboli degli avversari, dislocati anche lateralmente. Ad ogni modo c'è la possibilità di selezionare la mira assistita nelle opzioni.
Quante tipologie di missioni esistono?
Principali, secondarie e commissioni, che possono svolgersi anche in passaggi multipli. Poi abbiamo la liberazione di avamposti di banditi, quella di macchine corrotte, sfide di caccia, Collolungo da risalire, calderoni da esplorare e le missioni tutorial. Ciascuna peremette di ottenere oggetti e punti esperienza.
È presente l'artigianato?
Sì, Aloy può creare tutto in autonomia a partire dalle munizioni fino all'inserimento delle modifiche in armi ed equipaggiamento, a patto di raccogliere risorse anche dalle carcasse dai nemici, parte delle quali disponibili anche presso i mercanti.
Che mondo, signori!
La storia principale di Horizon Zero Dawn è piuttosto affascinante, in quanto porta il giocatore ad approfondire le origini di Aloy, apprendere nuove informazioni sulla civiltà passata - anche grazie a glifi ed altri oggetti individuati dal Focus - scoprire la genesi delle macchine e portare al contempo avanti diverse missioni secondarie non banali, che si sviluppano in più passaggi. La mappa di gioco - tra l'altro riprodotta molto bene nel menu principale, dall'alto in tre dimensioni - è sufficientemente grande per offrire una varietà non solo visiva, ma anche di "fauna": abbiamo contato 25 tipologie di macchine differenti, assieme agli umani e qualche animale (pochi, invero) da cacciare per recuperare materiale utile per i mercanti. Durante l'esplorazione è possibile scovare punti di osservazione, reperti antichi, fiori di metallo; non aspettatevi molte città dalle dimensioni importanti, piuttosto diversi avamposti ed insediamenti che fanno da supporto ai luoghi chiave in termini di storia. Questo non si traduce nella presenza di grandi spazi vuoti con poche cose da fare, perché spesso e volentieri ci sono montagne, colline, saliscendi, foreste, insomma un'ottima densità di vegetazione; soprattutto tante zone popolate da mandrie robotiche. In aggiunta agli elementi di superficie esistono bunker da esplorare e i calderoni, dungeon classici su più livelli forieri di tecnologia "aliena", spesso presidiati da macchine di generose dimensioni: la loro esplorazione permette di acquisire informazioni narrative e la conoscenza per sovrascrivere il comportamento delle creature robotiche, il cosiddetto "override". Quando Aloy si avvicina ad una macchina senza essere scoperta, infatti, è possibile premere il triangolo per guadagnarne il controllo: i Corsieri e i Ferrariete, ad esempio, possono essere cavalcati per muoversi più velocemente, gli Spazzini e i Secondonti diventare alleati attaccando le altre macchine, fornendo un vantaggio competitivo e di "confusione" rispetto alle altre. Combattere in Horizon Zero Dawn rappresenta indubbiamente uno dei punti di forza della produzione: la qualità del tempo passato nell'utilizzare l'arco e gli altri gadget restituisce un senso di appagamento importante, ed anche dopo parecchie ore di gioco non ci siamo mai stancati nel cacciare ed affrontare a viso aperto le macchine ostili. Come detto non è tutto oro ciò che luccica, perché gli scontri negli avamposti sono meno appassionanti e gli umani non denotano una stessa cura del resto; altri problemi sono invece legati ai dialoghi e alle sequenze di intermezzo: i modelli poligonali risultano eccellenti, ma il labiale è a dir poco mediocre, con una recitazione statica e poca cura nelle transizioni tra un'inquadratura e l'altra, compresi gli accadimenti importanti della storia. Non vogliamo risultare snob o aspettarci sempre il livello raggiunto da Naughty Dog - seppur divenuto inevitabile metro di paragone - ma laddove già Killzone peccava non poco da questo punto di vista, in Horizon Guerrilla non è riuscita a fare passi in avanti decisivi. Solo gioia ed esaltazione, invece, per il resto del comparto tecnico: gli sviluppatori hanno più volte affermato di aver scelto di proposito un mondo lussureggiante e colorato, in perfetta antitesi con le ambientazioni post apocalittiche tanto care alle recenti produzioni. Il risultato è semplicemente eccezionale, sia dal punto di vista estetico che artistico che di varietà visiva. Il Decima Engine, diretta evoluzione del motore grafico utilizzato per Killzone, fa davvero faville da questo punto di vista, su PlayStation 4 "liscia" e PlayStation 4 Pro: la distanza visiva è sconfinata, le texture hanno una varietà invidiabile. Le macchine sono realizzate con dovizia di particolari davvero sorprendente; le loro animazioni, riprese da quelle di animali realmente esistenti, rappresentano il vero fiore all'occhiello per quanto riguarda gli elementi "animati" del gioco. Anche in questo caso a godere della realizzazione peggiore sono gli antagonisti umani, meno impressionanti dal punto di vista poligonale e nelle movenze: è chiaro che gli sforzi maggiori adoperati da Guerrilla sono stati indirizzati al mondo di gioco, alle strutture di metallo e alle creature robotiche, ma anche gli umani avrebbero meritato maggior cura in quanto parte integrante del mondo di gioco. Il frame rate è nella stragrande maggioranza del tempo ancorato ai 30 fotogrammi per secondo su PlayStation 4 Pro, con qualche incertezza maggiore sulla versione base: la situazione è decisamente migliore rispetto alla nostra prova di Amsterdam, e la fluidità non rappresenta mai un problema in entrambe le versioni.
Il sistema di illuminazione, ad ogni modo, eleva tutto all'ennesima potenza, con scorci davvero clamorosi durante i diversi momenti della giornata: dall'alba al tramonto, in condizioni di nebbia o pioggia, con la luna piena o offuscata, col sole diretto o attraverso montagne e foreste, in Horizon Zero Dawn si sprecano i momenti durante i quali si rimane a bocca aperta, materiale per i fotografi in erba che spesso si fermeranno ad immortalare un'inquadratura memorabile. Tra le altre cose, nella modalità foto, è possibile modificare in tempo reale l'orario della giornata, apprezzando immediatamente lo stesso scorcio in condizioni di luce completamente diverse. Giocare con l'HDR attivato amplifica ancora di più quanto scritto qui sopra: passeggiare di notte, mentre i raggi della luna piena attraversano gli alberi e si riflettono in maniera realistica sull'acqua del ruscello circostante, rappresenta sicuramente uno dei momenti visivi più belli che ci sia mai capitati di apprezzare in un videogioco. La qualità del rendering fa il resto, soprattutto su PlayStation 4 Pro dove abbiamo un'immagine morbida, pulita (anche in zone "stressanti" da questo punto di vista, come le foreste, la risoluzione dovrebbe essere 4K raggiunta mediante tecnica checkerboard), colorata: un'orgia visiva supportata da un grande comparto artistico. La realizzazione di Aloy a noi è piaciuta, è un personaggio femminile forte e carismatico, ben caratterizzato fin dai suoi capelli che si muovono al passare del vento. È un'eroina in grado di creare empatia dalle prime battute; peccato che soffra come tutto il resto di una recitazione ai limiti dell'accettabile. La grafica di Horizon Zero Dawn, comunque, non è fine a se stessa, perché eleva il coinvolgimento mentre si gioca, una continua scoperta sia quando si esplora una nuova sezione che si raggiungono città ed avamposti: il mondo di Horizon Zero Dawn è decisamente riuscito, siamo sicuri rimarrà impresso nella memoria dei giocatori. La colonna sonora risulta egualmente di pregevole fattura, a partire dal tema principale, da subito entrato nella nostra testa, fino ai brani che accompagnano i combattimenti nonché i risvolti topici dell'avventura. Stesso discorso per gli effetti sonori, peculiari e variegati in relazione al tipo di frecce, trappole, tipologie di macchine. Il doppiaggio, sia in italiano che in inglese, segue purtroppo la recitazione rivedibile più volte citata, sotto tono anche nel panorama degli action RPG; dal punto di vista tecnico è senza infamie né lode, quando viene "associato" al labiale le cose si fanno peggiori.
Conclusioni
Horizon Zero Dawn è un diamante grezzo: poco rifinito nei dialoghi e nelle sequenze di intermezzo, meno divertente negli scontri con gli umani e scolastico per quanto riguarda l'intelligenza artificiale. Ma dispone anche di tante qualità pienamente espresse, legate soprattutto all'ottimo sistema di combattimento e all'arsenale di Aloy, alla mappa grande e variegata, alla bella storia principale, fino ad un comparto tecnico clamoroso, esaltato da un sistema di illuminazione che lascia a bocca aperta in più di un'occasione. Insomma, l'ingresso di Guerrilla Games nel mondo degli open-world può definirsi riuscito: noi siamo rimasti soddisfatti durante le tante ore di gioco offerte dal titolo, al netto di quelle criticità che ne mitigano il giudizio complessivo. Horizon Zero Dawn, quindi, rappresenta una nuova proprietà intellettuale che ha le spalle larghe per accogliere futuri capitoli, e già a partire da questo sarà in grado di appassionare e divertire i possessori di PlayStation 4 che amano il genere.
PRO
- Divertente e longevo, ottimo sistema di combattimento
- Mappa ampia e variegata, in grado di offrire la giusta quantità di cose da fare
- Graficamente incredibile
- Storia principale affascinante...
CONTRO
- ...penalizzata da una recitazione mediocre e varie imperfezioni nelle sequenze di intermezzo
- Intelligenza artificiale migliorabile
- Gli scontri contro gli umani sono al di sotto del resto