Tra i tanti titoli che portano la firma di Tim Schafer, Psychonauts è senza dubbio tra quelli che hanno ottenuto una minore visibilità. In modo piuttosto immeritato secondo il parere comune, perché se è vero che molte persone ricorderanno il gioco uscito nel 2005 come un flop dal punto di vista commerciale, tanti di quelli che hanno avuto modo di provarlo possono testimoniare a favore delle numerose qualità di Psychonauts. È proprio grazie a queste ultime che il platform è riuscito a ritagliarsi una propria nicchia, conquistando uno zoccolo duro e duraturo di fan che hanno poi permesso a Double Fine d'incassare oltre 3,3 milioni di dollari con la campagna di finanziamento di Psychonauts 2 su Fig. Ma i lavori di Tim Schafer e del suo team sulla serie Psychonauts non si sono fermati solo a questo progetto maggiore, visto che nell'elenco di titoli disponibili per PlayStation VR da qualche giorno figura anche Psychonauts in the Rhombus of Ruin. Si tratta di un'esclusiva PlayStation 4 dedicata ovviamente alla realtà virtuale, destinata a fare da ponte tra i due capitoli principali. Visto che i lo sviluppo di Psychonauts 2 andrà avanti di sicuro fino al 2018, abbiamo approfittato con estremo piacere di Psychonauts in the Rhombus of Ruin: ecco com'è andata.
In attesa di Psychonauts 2, Raz e i suoi amici tornano nell'antipasto Psychonauts in the Rhombus of Ruin
Dove eravamo rimasti?
La storia raccontata da Psychonauts in the Rhombus of Ruin parte esattamente da dove il primo Psychonauts ci aveva lasciati dieci e passa anni fa. Il protagonista Raz è una nuova recluta del team degli Psychonauts, ma la sua gioia dura pochissimo tempo: l'organizzazione viene infatti a conoscenza del rapimento del suo comandante Truman Zanotto, finito in un luogo misterioso di cui solo pochi eletti sembrano essere a conoscenza. Insieme a Lili, Milla, Sasha e Coach Oleander, Raz parte così nella sua prima missione da Psychonaut ufficiale, destinata a ritrovare Zanotto e cercare di capire chi e perché lo ha rapito.
Dopo aver individuato il luogo in cui il comandante si trova, simile al Triangolo delle Bermuda, le cose si ben presto si rivelano più complicate del previsto: l'intero gruppo finisce per essere catturato a sua volta, lasciando a un immobilizzato Raz l'unica possibilità di cavarsela con l'uso dei suoi poteri psichici. Per quanto riguarda la trama di Psychonauts in the Rhombus of Ruin ci fermiamo qui, ma non pensate che ad attendervi ci sia molto di più. Dal punto di vista narrativo il gioco non offre spunti di particolare rilievo, limitandosi a svolgere il suo compito di preparazione del terreno per quello che sarà il secondo capitolo della saga Psychonauts. I pochi dettagli di congiunzione che ci vengono offerti compongono dunque un racconto piuttosto lineare, in cui si passa da una prima fase in cui Raz deve liberare i propri amici a quella in cui arriva la resa dei conti col cattivone di turno. Proprio in questa fase Psychonauts in the Rhombus of Ruin si fa più interessante, ma si tratta di pochi minuti che scivolano via troppo rapidamente. Un po' di approfondimento in più avrebbe di certo giovato al valore di Psychonauts in the Rhombus of Ruin, il cui limite più grosso è costituito da una durata che non va oltre le due ore, neanche se il giocatore indugia a guardare gli splendidi luoghi studiati da Double Fine. Se consideriamo che per acquistare il gioco sono necessari 18,99 euro in termini di prezzo si poteva dunque fare di più, visto che a parte eventuali trofei lasciati per strada una volta completata l'avventura non si trovano motivi per tornare nelle vesti di Raz.
Trofei PlayStation 4
Psychonauts in the Rhombus of Ruin presenta un totale di dodici trofei, dei quali nove di tipo bronzo, due argento e uno oro. La maggior parte di essi può essere conquistata in modo semplice, portando a termine l'avventura, mentre quelli rimanenti riguardano alcune azioni da compiere durante la ricerca di Zanotto.
Una medusa per amica
In termini di gameplay, lo spunto offerto da un Raz immobilizzato sulla propria sedia ci offre il motivo per andarcene in giro solo ed esclusivamente attraverso l'uso dei poteri mentali del protagonista. In particolare ci ritroviamo a fare uso della sua abilità di chiaroveggenza, che gli permette di vedere il mondo attraverso gli occhi di un altro personaggio, a patto che questo sia dotato del requisito minimo rappresentato da un cervello. Partendo dalla mente di Raz si può dunque entrare nella testa dei nemici presenti nell'ambiente circostante, oltre a quella di altri animali come pesci, meduse e altri che non vogliamo svelare per non rovinare qualche piccola sorpresa. Le dinamiche platform del vecchio Psychonauts lasciano completamente spazio ad altre completamente legate al genere delle avventure grafiche, permettendo così a chi ha PlayStation VR in testa di non dover affrontare movimenti rapidi. Troviamo dunque una serie di enigmi ambientali, risolvibili facendo ping-pong tra le varie menti controllabili e usando i poteri psichici in possesso di Raz.
Partendo con poche possibilità, man mano che si liberano gli altri membri della truppa si ottiene accesso al set completo di abilità, tra le quali oltre alla già citata chiaroveggenza troviamo telecinesi, pirocinesi, una specie di "poke" e uno psi blast che permette di colpire cose e personaggi presenti nelle vicinanze. Come avrete intuito, l'idea di mettere a sedere Raz in modo forzato strizza particolarmente l'occhio al gioco in realtà virtuale, visto che con un'assenza di movimento totale la possibilità di soffrire di motion sickness è praticamente ridotta a zero. In termini visivi, come abbiamo accennato Double Fine ha fatto senza dubbio un ottimo lavoro, presentando una serie di scenari tutti da ammirare, studiati per essere goduti con un PlayStation VR in testa. Per quanto riguarda l'audio, in molti saranno lieti di apprendere che l'intero vecchio cast di doppiatori di Psychonauts è tornato anche per Psychonauts in the Rhombus of Ruin. Segnaliamo la totale assenza della lingua italiana, anche per quanto riguarda i sottotitoli.
Conclusioni
Psychonauts in the Rhombus of Ruin ha il merito di offrire un'esperienza in realtà virtuale più che buona, ma come altri titoli arrivati su PlayStation VR si presenta con un prezzo un po' troppo alto, in grado di fare da barriera per un eventuale acquisto. Per quanto riguarda il gioco, se dal punto di vista narrativo non ci sono particolari lampi in termini di qualità generale Psychonauts in the Rhombus of Ruin si presenta come un titolo interessante, particolarmente appetibile soprattutto per i fan sfegatati del primo capitolo. Anche se siete alla ricerca di qualcosa con cui divertirvi mentre indossate il vostro caschetto potreste essere interessati. Se invece doveste decidere di non comprarlo, non temete particolari contraccolpi sulla possibilità di godere di Psychonauts 2 quando questo uscirà.
PRO
- Si torna finalmente in Psychonauts!
- Molto bello da guardare
- Buona esperienza in realtà virtuale
CONTRO
- Decisamente troppo corto
- Rigiocabilità prossima allo zero
- Si potevano approfondire un po' di aspetti