Cinque anni or sono l'originale Malicious ha proposto su PlayStation 3 una frenetica struttura boss rush e un "lore" artisticamente ispiratissimo, in cui ci mettevamo al comando di un Ricettacolo Spirituale, una sorta di marionetta costituita da pura energia, per affrontare una sequenza di sei potenti boss circondati da miriadi di minion al loro servizio.
L'ordine con cui si potevano selezionare i livelli era libero, e a ogni vittoria si guadagnava un nuovo potere per l'avatar, le cui capacità offensive dipendevano dal Manto di Braci, un mantello nero che cambiava forma a seconda dell'arma selezionata, diventando all'occorrenza anche uno scudo o un paio d'ali. Tanti gli elementi di pregio di quella produzione, che nonostante un comparto narrativo appena accennato (da approfondire attraverso la lettura di semplici schermate testuali) riusciva ad affascinare oltremodo per via della terminologia utilizzata, dell'atmosfera e della spettacolarità delle battaglie. Il Ricettacolo Spirituale riposava ad esempio su di una poltrona (o una sedia, nel caso della versione femminile del personaggio) costituita proprio dal Manto di Braci, che si disfaceva non appena agivamo sui controlli per muovere il guerriero e selezionare lo stage desiderato. Disponibile da alcuni giorni su PlayStation Store, al prezzo non propriamente popolare di 29,99 euro, Malicious Fallen offre non solo una remaster di quel capitolo, ma anche del sequel uscito su PlayStation Vita nel 2013, Malicious Rebirth, aggiungendo al pacchetto un'ulteriore sequenza di boss e una modalità extra realizzati appositamente per l'approdo su PlayStation 4.
Malicious Fallen è un boss rush impegnativo e con un "lore" ispiratissimo, ma ha qualche problema
Cose dell'altro mondo
Se avete già avuto modo di provare l'esperienza di Malicious, saprete esattamente cosa vi attende: un action game furioso e frenetico, spesso caotico, caratterizzato da un approccio hardcore che si evidenzia in particolare al livello di sfida normale, laddove invece affrontare i boss optando per il livello facile banalizza oltremodo le battaglie.
Potremo tuttavia selezionare anche il numero di "continua" disponibili, raggiungendo così un compromesso fra la durezza di determinate situazioni e la possibilità, pur con qualche sforzo significativo, di superarle con successo. Il limite principale del gioco, che purtroppo non è stato risolto neppure in questa nuova edizione, sta nella gestione della visuale, che in alcuni frangenti risulta davvero problematica. Premendo due volte il dorsale R1 è infatti possibile agganciare il boss di turno, ma la telecamera ne seguirà i movimenti anche quando sono improvvisi e proiettati verso l'alto, impedendoci di guardare intorno e difenderci dal costante attacco dei tantissimi minion presenti all'interno di ogni mappa. Per ovviare al problema bisogna prontamente "sganciarsi" premendo R1 una sola volta, operazione importante anche e soprattutto per far strage dei nemici normali e guadagnare così l'aura necessaria per potenziare il Ricettacolo Spirituale e consentirgli di portare attacchi di gran lunga più efficaci di quelli normali. La possibilità di scegliere liberamente l'ordine dei boss ha un grande valore strategico, specie durante la prima delle tre campagne disponibili: gli attacchi di cui il Manto di Braci è capace sono inizialmente pochi (una pioggia di proiettili di cenere, purtroppo davvero poco significativa, e i "pugni", due grosse mani di cui il mantello assume la forma, che consentono di colpire in modo poderoso gli avversari), ma ogni boss sconfitto ci regala una nuova arma, nella fattispecie la spada, la lancia, lo scudo e le ali, nonché un potenziamento dei pugni che consente di sferrare raffiche di colpi premendo continuamente il pulsante Quadrato. Decidere quando e come acquisire determinati poteri influisce dunque sul prosieguo della campagna, fornendoci sostanziali vantaggi sulla base dello stile e dell'equipaggiamento che preferiamo. Peccato solo che alcuni strumenti e mosse si rivelino grossomodo inutili, alla prova dei fatti: la spada è devastante ma troppo lenta, i proiettili fanno il solletico ai boss e solo di rado si riesce a piazzare una delle tante combo che si sbloccano procedendo nella storia.
Intenzioni malevole
Il set di manovre che il protagonista di Malicious Fallen può eseguire dopo la prima campagna è piuttosto completo e gli fornisce un ampio margine di manovra contro gli avversari che compongono la seconda sequenza, "Rinascita", mutuata dall'episodio per PlayStation Vita, e la terza, "Disfatta", che come detto è stata realizzata appositamente per la versione PlayStation 4.
Parliamo dunque di capacità extra che si innestano sugli strumenti già a nostra disposizione, ma che in alcuni casi si rivelano davvero utili; vedi ad esempio la frusta, un'abilità secondaria della lancia, che consente non solo di incatenare insieme vari minion ed eliminarli (peraltro emettendo scariche che danneggiano anche gli eventuali boss nelle vicinanze), ma anche di agganciare un avversario e raggiungerlo rapidissimamente: una mossa fondamentale quando i nemici tendono ad allontanarsi e diventa complicato raggiungerli per poter mettere a segno qualche colpo. È stata naturalmente mantenuta l'originale soluzione dell'interfaccia che non indica la nostra energia vitale se non nell'aspetto stesso dell'avatar: le sue braccia e le sue gambe tendono a disintegrarsi quando subisce troppi danni, e a quel punto è necessario utilizzare parte dell'aura racimolata per fermarsi un attimo e curargli le ferite, sempre che le tantissime minacce attorno a noi ce lo consentano. Questo fattore in particolare, ovverosia la presenza di infiniti minion che attaccano e interrompono le nostre eventuali combo, in alcuni casi dà davvero sui nervi ma fa parte della formula messa a punto dagli sviluppatori: quando le cose funzionano l'azione risulta frenetica e spettacolare, ma quando ci si trova "incastrati" in una baraonda di corpi e proiettili il sorriso tende a scomparire per lasciar spazio alla frustrazione.
Trofei PlayStation 4
I tredici Trofei di Malicious Fallen possono essere ottenuti completando le tre campagne del gioco e la modalità Inseguimento, sconfiggendo il primo boss, cambiando abito al proprio avatar, superando il proprio punteggio nella leaderboard online o effettuando un primo contrattacco con successo.
Tutta una questione di boss
Com'era facile prevedere, la parte dell'esperienza mutuata da Malicious e Malicios Rebirth paga dazio dal punto di vista della complessità poligonale e dell'effettistica, pur potendo contare su di un'opera di rimasterizzazione valida, che ha portato la grafica a 1080p e 60 frame al secondo (sebbene con qualche calo durante le fasi più concitate); ridisegnando le texture talvolta con qualche trucchetto, vedi quelle della versione PlayStation Vita, alle cui superfici è stato semplicemente applicato un filtro ad alta risoluzione anziché una nuova trama.
Rimane certamente l'alto valore artistico dei nemici, che alternano figure enormi e minacciose ad altre piccole ma solitamente più combattive, in quanto capaci di sottrarsi con maggiore facilità ai nostri colpi. I boss finali delle prime due campagne sono letteralmente enormi e, come da tradizione, richiedono la distruzione di determinati oggetti prima che si possa arrecargli un danno sostanziale.
La trafila è la solita: bisogna imparare bene tutti i pattern d'attacco del nemico, studiare le contromisure più appropriate per evitare di rimanere pericolosamente imbambolati (anche quella un'eventualità abbastanza fastidiosa) e quindi approfittare dell'aura raccolta e degli istanti di relativa quiete per caricare l'energia e prodursi in sequenze d'attacco enfatizzate dalla potenza spirituale. Una sfida non da poco, in particolare quando si arriva al boss finale della seconda campagna, davvero difficile da abbattere: come se non bastassero le sue spade volanti e tutte le mosse che ne derivano, a un certo punto si circonda di un gruppo di avatar che non danno tregua e rendono oltremodo complicato preservare la salute necessaria per sopravvivere, figuriamoci riuscire a mettere a segno qualche colpo. Naturalmente nutrivamo grosse aspettative nei confronti della terza campagna, quella realizzata appositamente per questa edizione, e non siamo rimasti delusi: gli asset vantano una grande qualità, il design di alcuni boss è davvero splendido (in più di un frangente si nota la vicinanza con i mostri di Bayonetta) e non manca qualche amara sorpresa dal punto di vista narrativo. La modalità extra Inseguimento, infine, arricchisce ulteriormente l'offerta proponendoci la battaglia definitiva, a cui prendono parte tutti i boss del gioco, pensata solo ed esclusivamente per i giocatori più abili e determinati.
Conclusioni
Era importante preservare l'ispiratissimo "lore" di Malicious e portarlo su PlayStation 4, dunque la soluzione della doppia remaster con una nuova serie di boss ci trova concordi, anche perché moltissimi utenti probabilmente non hanno mai avuto modo di provare il titolo targato Alvion. Naturalmente si nota la semplicità delle geometrie relative all'episodio originale per PlayStation 3 e al sequel per PlayStation Vita, ma rimangono intatti l'eccellente design dei nemici e dei personaggi, nonché l'incredibile atmosfera dell'ambientazione. Purtroppo permangono anche i difetti che affliggevano il gioco all'esordio, nella fattispecie una gestione della visuale a dir poco problematica, che aggiunge ulteriore difficoltà a un'esperienza già di per sé piuttosto complessa, creando inevitabilmente episodi di grande frustrazione. Se non vi spaventa il prezzo, sinceramente un po' troppo alto in relazione ai contenuti inediti e alla natura indie di questa produzione, dategli un'occhiata.
PRO
- "Lore" affascinante e ispiratissimo
- Ottimo design per personaggi e boss
- Tre campagne e un alto grado di sfida
CONTRO
- Visuale a dir poco problematica
- Qualche incertezza nel bilanciamento
- Prezzo troppo alto