Switch sta vendendo bene, anzi, benissimo se si considera l'effettivo numero di giochi a disposizione della "consolina" ibrida Nintendo al lancio. Tolto Zelda, ad arricchire la sua libreria ci pensano principalmente titoli minori e prodotti indipendenti che la casa nipponica sta tenendo in grande considerazione (e pubblicizzando degnamente tramite i canali ufficiali), per via del loro ruolo strategico fondamentale nelle pause che separano un gioco tripla A dal successivo. Questo certo non significa che al momento non ci sia roba da giocare di alta qualità - tra gli indie disponibili sono parecchi i titoli che hanno saputo distinguersi dalla massa, e molti altri ne arriveranno nei prossimi mesi - però alcuni di questi lavori rischiano di venir ignorati in mezzo ai tanti video di presentazione, e infatti un trailer in particolare ha lasciato indifferenti gran parte dei giocatori per via del suo look minimalista e della formula all'apparenza poco moderna. Parliamo di Graceful Explosion Machine, uno sparatutto a scorrimento vecchio stile che ha accompagnato con grazia molte delle nostre notti insonni, e che merita sicuramente molta più considerazione da parte dei possessori di Nintendo Switch. I motivi? Parecchi, specialmente se bazzicate nei videogiochi da molto tempo e amate le vere sfide.
Graceful Explosion Machine lo conoscono in pochi: peccato, perché è una vera sorpresa!
Graceful or dead
A una prima occhiata è facile capire perché il titolo di Vertex Pop sia passato sotto i radar di molti utenti Switch: graficamente è di una semplicità impressionante e, nonostante i colori, non balza all'occhio né per originalità, né per stile. Questa particolare scelta è però voluta e direttamente collegata al gameplay: Graceful Explosion Machine infatti doveva obbligatoriamente essere il più visivamente chiaro possibile, o sarebbe stato ingestibile per la stragrande maggioranza dei videogiocatori.
Ci spieghiamo meglio: alla base questo gioco è uno shooter a scorrimento, nel quale interpretate il pilota di una piccola navicella arancione all'inseguimento di pericolosi alieni che hanno distrutto il vostro pianeta per appropriarsi di preziose risorse naturali. La campagna, dunque, si svolge su vari pianeti sotto assalto da parte di una misteriosa razza aliena; pianeti che dovrete salvare distruggendo ogni nemico che vi capita a tiro. Fin qui tutto nella norma, ma passati i livelli tutorial iniziali appaiono le prime peculiarità: innanzitutto il gioco ha pochi proiettili a schermo, ma un numero tale di nemici da essere comunque equiparabile a un Bullet Hell nipponico (sparatutto dove normalmente lo schermo è zeppo di proiettili da evitare con precisione assoluta alle alte difficoltà); inoltre la vostra navicella ruota sul piano bidimensionale grazie a un tasto - sparando quindi in una sola direzione finché non viene spostata manualmente - e per sopravvivere deve per forza sfruttare tutte le armi a sua disposizione, poiché l'efficace sparo di base si surriscalda dopo pochi secondi lasciandovi scoperti. Potrebbe sembrare banale, ma vi assicuriamo che non lo è affatto, perché le "mosse" sono in totale quattro - schivata, missili a ricerca, spada rotante e laser cecchino - e utilizzarne una qualsiasi eccetto la schivata porta al consumo di una barra di energia che si riempie solo in parte col passare del tempo, e completamente quando si raccolgono preziose gemmine rilasciate dai nemici al momento della morte.
Equazione perfetta
Siete riusciti a mettere insieme i pezzi del puzzle? Bene, perché questo sparatutto vive del perfetto equilibrio delle sue meccaniche e della varietà dei nemici. In pratica di livello in livello ci si ritrova ad aver a che fare con alieni sempre più numerosi e differenziati, e alcuni di loro sono pensati appositamente per un certo tipo di arma; tale situazione costringe a sfruttare al meglio ogni strumento per sopravvivere, laddove si è sempre obbligati a stare nel bel mezzo della mischia per recuperare l'energia sopracitata.
Le cose, poi, fanno un ulteriore balzo di qualità quando si desidera ottenere un punteggio il più alto possibile, perché le meccaniche sono costruite anche attorno al particolare sistema di moltiplicatori del gioco: se non ammazzate nemici abbastanza rapidamente il vostro moltiplicatore tornerà a zero, impedendovi di ottenere un punteggio passabile sulle classifiche globali (sono divise per ogni quadro di ogni pianeta) e anche perdere uno dei tre punti vita a disposizione della navicella lo azzera, costringendo ad essere perfetti a livelli quasi maniacali per abusare al massimo del numero di nemici. Ben presto diventa una sorta di droga, che spinge a ripetere di continuo i livelli - sempre divisi in tre fasi di difficoltà crescente - e porta a imprecazioni irripetibili nei difficilissimi pianeti avanzati. Si tratta in parole povere di uno shooter incredibilmente rifinito e competente, perfetto per chiunque ami un gameplay capace di premiare le capacità di un giocatore e di mettere alla prova precisione e riflessi come solo certi titoli nipponici sanno fare, piagato solo in parte da un paio di difetti - che derivano proprio dalla sua natura unica. Il primo è la mancanza di contenuti: il gioco ha solo quattro pianeti divisi in più missioni, ed è quindi piuttosto breve se non ci si fa catturare dalla sua natura perfezionista e competitiva. Inoltre l'unica variante alle missioni base sono delle "sfide" che permettono di giocare in serie tutti i livelli di uno specifico pianeta, e arrivano a livelli di difficoltà che rasentano la follia pura. È insomma un titolo elitario, pensato per giocatori che godevano bruciando monetine sul cabinato di Gradius per fare una partita perfetta, e con poco da offrire a tutti gli altri. Come passatempo da portarsi in giro su Switch, però, ha davvero del potenziale, e comprensibilmente sulla console Nintendo gira che è una meraviglia, senza sbalzo alcuno.
Conclusioni
Graceful Explosion Machine non è un gioco per tutti. In verità, è un gioco per pochissimi, quei pochissimi che sui cabinati si spezzavano le manine per fare punteggi allucinanti negli shooter a scorrimento, o che oggi apprezzano più di ogni altra cosa gameplay con meccaniche rodate che si sposano alla perfezione. Non è il gioco più bello in circolazione, né il più completo, ma se si parla di equilibrio e gestione della difficoltà ce ne sono davvero pochi così ben congegnati. Se fate parte del gruppetto di cui abbiamo appena parlato, prendetelo, il vostro Switch vi sarà grato (sempre che non rompiate i Joy-Con per l'arrabbiatura).
PRO
- Gameplay rifinito e impegnativo, che spinge a perfezionarsi di continuo
- Longevità potenzialmente infinita per perfezionisti e amanti delle classifiche
CONTRO
- Non ha molto da offrire a chi non ama la sua formula orientata verso classifiche e punteggi
- Graficamente davvero scarno, per quanto chiarissimo e colorato