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Un gioco dal basso Valour

Dopo 18 anni torna in Europa uno dei beat'em up orientali più famosi: Knights of Valour

RECENSIONE di Tommaso Valentini   —   15/05/2017
Knights of Valour
Knights of Valour
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Il mercato free to play su console non è particolarmente ricco, o almeno non quanto quello su PC, e i pochi giochi presenti faticano a raggiungere alti standard qualitativi. Knights of Valour, senza girarci troppo intorno, cerca di infrangere questa regola sfruttando a suo modo un genere lasciato riposare fin troppo a lungo, fallendo però nelle sue meccaniche più essenziali. I beat'em up a scorrimento hanno avuto un periodo d'oro negli anni '90 tra arcade e sale giochi e poi si sono andati via via a diradarsi con il passare del tempo. Qualcuno, ogni tanto, cerca comunque di ricordare alle nuove generazioni che anche con comandi semplici e intuitivi è possibile ancora divertirsi e i maggiori esponenti del genere hanno fatto vedere cose meravigliose. Pensiamo a Castle Crashers, ad esempio, o anche a Dragon's Crown, due opere artisticamente ineccepibili e dalle qualità eccezionali. Quando abbiamo sentito parlare per la prima volta di Knights of Valour abbiamo quindi drizzato le orecchie visto che il titolo originale, vecchio di almeno diciotto anni, ebbe un discreto successo in Oriente, tanto da spingere International Games System a farne addirittura una serie.

Un gioco a prezzo pieno mascherato da free to play: impossibile non spendere per goderselo appieno

Musou 2D

L'ambientazione è quella dei Tre Regni, che molti di voi conosceranno a causa (o per merito) dei tantissimi musou usciti negli ultimi anni. Personaggi, nemici e racconti traggono quindi ispirazione dagli scontri accaduti in Cina tra le dinastie Wei, Wu e Jin, aggiungendo alla solita formula stregoni, samurai e questa volta anche demoni di varia natura, non tutti particolarmente originali ma quantomeno dal design accattivante. Dalla nostra avremo ovviamente un manipolo di eroi dai volti noti ma solo due saranno utilizzabili inizialmente: il gigantesco Guan Yu, bestione dotato di alabarda, e l'agile Diao Chan dotata di doppio pugnale.

Un gioco dal basso Valour

Il problema principale, e che sostanzialmente rivela sin da subito il pesante sistema da free to play insito nel titolo, è che per ottenere i restanti personaggi vi troverete costretti ad aprire il portafogli, arrivando a sborsare quasi venti euro per un singolo eroe aggiuntivo. Certo, potreste pure risparmiare qualcosa affidandovi al bundle inclusivo di tutti gli eroi per oltre sessanta euro, ma ci sembrano francamente cifre folli per un prodotto la cui qualità, come vedremo, è decisamente altalenante. I mille tutorial iniziali, confusionari e finanche fastidiosi, ci riempiono di informazioni sulle valute disponibili, sulle semplici meccaniche di gioco, sulle missioni giornaliere e ci dicono anche che, completando i vari achievement, sarà possibile sbloccare eroi e costumi con il tempo. Questo è parzialmente vero ma dopo aver passato su Knights of Valour almeno una decina di ore di gioco ci si accorge che per avere la speranza di ottenere anche solo uno degli eroi extra bisognerà gettare sul titolo una quantità di tempo almeno venti volte superiore, un compromesso che non può soddisfare chi non vuole spendere e non si trova a proprio agio con i combattenti iniziali. Ci si trova così incastrati in un picchiaduro a scorrimento dotato sostanzialmente solo di due personaggi, situazione che rende monotone le sessioni multiplayer, spesso ridotte a scontri con quattro personaggi identici contro l'esercito dei turbanti gialli, per una confusione a schermo totale e una leggibilità dell'azione insufficiente.

Sul filo del rasoio

Superato lo shock iniziale ci si accorge che, in fin dei conti, le meccaniche non sono poi nemmeno troppo male, se si tiene in considerazione per l'appunto che questo è un remake/omaggio a un gioco uscito nel 1999. Ci troveremo a dover combattere contro ondate continue di nemici cercando di avanzare per il livello fino a raggiungere il boss finale, scegliendo saltuariamente quale via percorrere. Si possono trovare armi, armature e strumenti curativi, indispensabili per proseguire nell'avventura e tentare la sorte con le difficoltà più alte, in un ciclo continuo già visto in mille altre occasioni.

Un gioco dal basso Valour
Un gioco dal basso Valour

C'è pure un semplicistico sistema di crafting e un accenno di personalizzazione del combattente tramite tre rami dei talenti, ma i punti spesi modificano veramente di pochissimo lo stile di combattimento del vostro personaggio e le combo in dotazione. Knights of Valour fallisce proprio dove avrebbe dovuto dare di più, proponendo un sistema di combattimento basato su colpi direzionali impreciso e in fin dei conti estremamente ripetitivo, inadatto ai ritmi accelerati del mercato moderno. A poco servono i colpi caricati e le mosse speciali da lanciare svuotando la barra della stamina, la ripetitività degli schemi di gioco è davvero troppo accentuata e l'intelligenza artificiale è quella inebetita propria del genere, con pattern di attacco ripetitivi e prevedibili. Un tuffo nel passato che ci saremmo volentieri evitati. Uccidere nemici, come dicevamo, vi fornisce denaro ed esperienza, complicando le cose una volta raggiunto l'undicesimo livello. Superato questo "soft cap", il gioco diventa più punitivo, togliendo la possibilità di continuare all'infinito in caso di morte e obbligando il giocatore a consumare una delle tre vite a sua disposizione per proseguire. Le vite sono condivise tra tutti i personaggi e per ricaricarle esistono solo due modi: comprarle con denaro reale o attendere 30 minuti. Capite bene che finché le cose si presentano facili e permissive questa struttura non è particolarmente tediosa ma alle difficoltà più alte, con i nemici che vi uccidono con pochissimi colpi diventa persino frustrante morire. Fortunatamente tra le meccaniche di combattimento esistono schivate e parate, che potrebbero semplificarvi la vita, ma prima di arrivare ad una condizione per cui vi sarà possibile giocare in maniera continuativa e spensierata dovrete sudare le proverbiali sette camicie. Anche la rigenerazione della vita, totalmente assente, si fa sentire mano a mano che si progredisce nell'avventura ed è forse la prima volta che in un picchiaduro di questo genere non viene ripristinata la salute al termine di un livello, una punizione voluta e cercata solo per alzare l'asticella di difficoltà.

Conclusioni

Digital Delivery PlayStation Store
Multiplayer.it
6.0
Lettori (3)
4.8
Il tuo voto

Purtroppo Knights of Valour arriva in Europa troppo tardi, quasi tre anni dopo la sua uscita in Oriente e si trascina dietro un invecchiamento tecnologico gratuito di almeno tre anni, presentando animazioni poco fluide e modelli poligonali scarni. Persino texture ed effetti non brillano, lasciando un colpo d'occhio per nulla soddisfacente. Eppure, nonostante tutte queste magagne, il titolo riesce a divertire in gruppo con amici, magari sfruttando proprio la possibilità di ritrovarsi online in quattro, unico sprazzo di luce in una produzione che difficilmente riuscirà a trovare il suo spazio in occidente.

PRO

  • Gratuito
  • Personaggi conosciuti
  • I nostalgici potrebbero apprezzare

CONTRO

  • Microtransazioni pesanti
  • Tecnicamente molto arretrato
  • Roster scarno