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Questione di cervello

L'ottimo puzzle game Statik segna un altro centro per PlayStation VR: scopriamolo insieme

RECENSIONE di Rosario Salatiello   —   19/05/2017
Statik
Statik
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Il momento che aspettavano i possessori di PlayStation VR è finalmente arrivato. Dopo mesi di vero e proprio nulla, il parco giochi del visore di realtà virtuale per PlayStation 4 si è infatti arricchito nelle ultime settimane di diversi titoli interessanti, più pubblicizzati come il fresco di uscita Farpoint o un po' più lontani dai riflettori, ma comunque meritevoli di attenzione. Tra questi ultimi compare Statik, gioco sviluppato dal team Tarsier Studios fattosi apprezzare di recente anche per il buonissimo Little Nightmares. Dopo l'avventura multipiattaforma della piccola Six, lo studio con base a Malmö ci propone il frutto della sua sperimentazione con PlayStation VR, abbastanza simile nell'impostazione a GNOG, altro gioco di cui ci siamo occupati di recente. Ma non indugiamo oltre, e andiamo a scoprire insieme perché riteniamo che Statik sia particolarmente degno di considerazione da parte di chi possiede il visore.

I puzzle di Statik terranno impegnato il vostro cervello in un'ottima esperienza di realtà virtuale

Mani ferme e mente aperta

Se appunto avete già giocato a GNOG, più o meno sapete già cosa aspettarvi da Statik. Così come il titolo targato KO_OP, quello di Tarsier Studios ci mette infatti davanti a una serie di enigmi da risolvere, divisi tra i vari livelli proposti dal gioco.

Questione di cervello
Questione di cervello

A cambiare radicalmente è l'ambientazione, che passa dai coloratissimi mostri di GNOG all'ambiente asettico di Statik, all'interno del quale la sensazione è quella di essere delle cavie da laboratorio. Ci ritroviamo così mezzi addormentati sopra una sedia, davanti a un tale Dott. Ingen che osserva i nostri movimenti e prende nota su un taccuino. La cosa più importante, però, è che il modello del nostro corpo ci viene mostrato nel visore con le mani bloccate all'interno di una scatola piena di strani marchingegni, legata come avrete intuito ai puzzle da risolvere. Se per GNOG la soluzione degli enigmi seguiva un flusso di sperimentazione sugli oggetti presenti sulla scena, fare lo stesso all'interno di Statik è praticamente impossibile: Tarsier Studios chiede infatti al giocatore di usare tutti i sensi coinvolti dal visore, fermandosi a riflettere per elaborare i passi attraverso i quali andare avanti. Occhi ben aperti dunque, per accorgersi di eventuali indizi presenti nell'ambiente, ma anche orecchie attente per scovare le indicazioni che ci vengono fornite dal nostro strano esaminatore. In termini di controllo, Statik sfrutta tutti quanti i pulsanti del DualShock 4 che abbiamo in mano, associando ognuno di essi a un'azione sulla scatola in cui il nostro alter ego virtuale ha le mani infilate. Ci si ritrova così a dover interagire con leve, circuiti e rotelle, a volte singolarmente e a volte con più elementi coinvolti; a volte senza limiti al tempo a nostra disposizione e a volte con un vincolo che ci spinge ad agire in fretta. Il senso di coinvolgimento all'interno di questo strano esperimento è forte, anche perché l'interazione non si ferma ai soli bottoni: il controller stesso diventa infatti la scatola che abbiamo in mano, grazie al tracciamento di tutti i movimenti che vengono fatti dalle nostre mani. Oltre all'aspetto psicologico che comporta il fatto di vedersi con le mani infilate nell'aggeggio, la sensazione di averlo realmente nelle nostre mani è dunque accentuata dalla possibilità di girarlo e ruotarlo a nostro piacimento.

Trofei PlayStation 4

Statik conta un totale di sedici Trofei, tutti di tipo Bronzo a eccezione di un singolo di tipo Oro. Il loro ottenimento è legato in modo prevalente al completamento dei vari livelli proposti dal gioco, ma coloro intenzionati a completare al cento per cento la collezione dovranno anche scovare qualche segreto sparso qua e là.

La soluzione è dentro di noi

Senza rovinare a nessuno il piacere di risolvere gli enigmi di Statik, ci limitiamo a dire che la sfida proposta dalla fatica di Tarsier Studios sa essere impegnativa al punto giusto, riuscendo a ricompensare a suo modo il giocatore per lo sforzo mentale profuso nella soluzione. Considerando il genere a cui appartiene Statik, c'è comunque da tenere in calendario la possibilità di rimanere bloccati davanti a un determinato puzzle, situazione spesso determinata da un calo di concentrazione da parte del giocatore.

Questione di cervello

L'atmosfera surreale e claustrofobica che si respira all'interno del laboratorio gioca volontariamente a nostro sfavore, a partire dall'esaminatore che ci viene mostrato con una specie di effetto blur facciale che ne sfoca i tratti somatici. Rispetto a GNOG, nel gioco del team svedese viene un po' a mancare la vena artistica dei livelli, ma per forza di cose visto che stiamo passando da dei buffi mostri colorati a un serioso ambiente di laboratorio. Qualcuno potrebbe trovare quest'ultimo un po' troppo monotono, visto che ci si ritrova a stare sempre seduti allo stesso posto, mentre sono poche le cose che cambiano intorno a noi. In termini di durata non c'è da aspettarsi di andare particolarmente oltre le tre ore, anche se il conto finale dipende ovviamente dalla velocità del singolo nel trovare le soluzioni. Volendosi distrarre un po' dalla sequenza di puzzle presente in Statik il giocatore può anche assistere allo svolgimento di una piccola trama, che per quanto ci riguarda però è immediatamente passata in secondo piano rispetto alle dinamiche principali del gioco. In quest'ottica, vale la pena segnalare che i dialoghi sono interamente in lingua inglese, così come i sottotitoli. Conviene comunque attivare questi ultimi in quanto come già detto alcune indicazioni sugli enigmi arrivano anche dal Dott. Ingen.

Conclusioni

Digital Delivery PlayStation Store
Prezzo 19,99 €
Multiplayer.it
8.5
Lettori (4)
8.5
Il tuo voto

Statik è un'ottima esperienza di realtà virtuale, che ci sentiamo di promuovere a pieni voti. Una serie di piacevoli enigmi tiene in funzione il cervello di chi ha in testa PlayStation VR, senza mai esagerare in complessità grazie a una difficoltà ben bilanciata sul piano globale. Trattandosi di un puzzle game bisogna comunque avere una certa propensione per questo genere, soprattutto nel non lasciarsi scoraggiare dal primo enigma un po' più complicato. Se c'è bisogno di tracciare una via per i giochi in realtà virtuale, quella proposta da Tarsier Studios merita senza dubbio di essere seguita.

PRO

  • Enigmi impegnativi ma onesti
  • Una delle migliori esperienze per PlayStation VR
  • È presente anche una trama...

CONTRO

  • ...ma non è proprio memorabile
  • Un po' monotono nel contorno