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The Town of Light: Il buio dentro

Il viaggio nell'Inferno del manicomio di Volterra arriva finalmente su console: sarà terrificante come su computer?

RECENSIONE di Massimo Reina   —   06/06/2017
The Town of Light
The Town of Light
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Di The Town of Light, opera prima in ambito videoludico dello studio LKA.it, ne abbiamo abbondantemente parlato nel corso della recensione per PC. Quella che a conti fatti si è rivelata un'esperienza introspettiva capace di far riflettere ma anche di lasciare l'amaro in bocca, arriva finalmente su console e noi che abbiamo avuto modo di giocarci su PlayStation 4 siamo pronti a dirvi la nostra su questa edizione. La storia del gioco è ambientata nell'ex ospedale psichiatrico di Volterra nel 2012, un luogo realmente esistito, fondato nel 1887 e rimasto attivo fino all'entrata in vigore della legge n. 180 nel 1978, la cosiddetta Legge Basaglia che portò alla chiusura dei manicomi e a una nuova regolamentazione del trattamento sanitario obbligatorio.

Trofei PlayStation 4

The Town of Light offre 21 Trofei suddivisi in 1 di bronzo, 12 d'argento, 7 d'oro e 1 di platino. Per ottenerli basta progredire nell'avventura, sbloccando i singoli capitoli o raccogliendo tutti gli indizi riguardanti Renée.

Memorie perdute

L'ospedale negli anni era talmente "cresciuto" da diventare la "casa" di oltre di oltre cinquemila internati, trattati come in un regime carcerario dove gli infermieri venivano chiamati "guardie" e avevano il ruolo di custodia e di sorveglianza, anche violenta stando a molte testimonianze di ex pazienti e membri del personale. Di certo la storia ci ha raccontato che i manicomi erano nella stragrande maggioranza dei casi luoghi di sofferenza e degrado, dove spesso si otteneva l'annientamento della persona anziché la sua cura. E al cui interno veniva letteralmente "seppellito" anche chi magari matto non era, ma era considerato sgradito per motivi politici o per una particolare condotta sociale. E lì, lasciato sparire, nel silenzio, dimenticato da tutti, a un certo punto anche da se stesso, dal proprio Io, sepolto dalla solitudine, dalle botte, dall'annullamento della personalità, dai sedativi, dagli elettroshock: un orrore vero, terrificante, che mette davvero i brividi, forse non subito, a primo impatto, ma dopo qualche attimo di riflessione. The Town of Light non è a conti fatti un horror e non vuole esserlo, e nemmeno un'avventura nel senso più ampio del termine, quanto piuttosto un viaggio dentro i ricordi, che diventa metafora di un intero sistema. Non a caso il fulcro del gioco resta la "semplice" esplorazione condita da qualche puzzle. Il titolo non vuole"spaventare" il videogiocatore con creature deformi nate da qualche esperimento genetico andato a male o con esseri sovrannaturali. Anzi, a dirla tutta per certi versi non vuole nemmeno terrorizzare, almeno nell'accezione più comune del termine, quanto piuttosto creare in lui un certo disagio e farlo riflettere su tematiche e situazioni "pesanti". Anche perché di mostri ben peggiori dei fantastici zombi o mutanti ne è pieno il mondo, e sono reali come quella parte di medici e infermieri che, come accennato prima, anziché lenire le sofferenze dei malati, finivano per acuirle con trattamenti disumani, terapie più simili a torture e atti violenti.

Luce e oscurità

Una serie di esperienze che l'utente rivive con un buon grado di immersione, visto anche la mancanza di un'interfaccia di gioco, attraverso gli occhi della protagonista, Renèe, che a sua volta "vede" situazioni accadute in passato, alcune delle quali decisamente disturbanti, quando il padiglione del manicomio dentro al quale è ambientata l'avventura, era un formicaio di persone. Quelle mura, oggi così silenziose, sembrano aver conservato l'eco della sofferenza che hanno ospitato. Basta infatti saper cercare tra la spazzatura, i letti arrugginiti, gli scaffali, per trovare documenti originali compilati quando l'ex ospedale psichiatrico era ancora attivo. Ci sono inoltre strumentazioni mediche, radiografie appese a una parete e sinistre tavole anatomiche. Cosa succedeva in questi luoghi, quali orrori hanno vissuto gli sfortunati internati e cosa c'entra il nostro personaggio in queste vicende? Per saperlo occorre calarsi nel mondo contorto di The Town of Light e lasciarsi avvolgere dalle sue atmosfere. L'ambientazione è in tal senso azzeccatissima e già da sola in grado di creare disagio ai giocatori (e a volte pure di farli incavolare assistendo a certe scene!): pare di stare a Silent Hill, coi muri screpolati, le pareti semi distrutte in diversi punti, parti di tetto crollati, ruggine e sporcizia ovunque e scenari che talvolta si deformano sotto agli occhi di chi li osserva. Una sedia a rotelle in un angolo, reti di letti abbandonati e accatastati come scheletri di ferro e uno squallore diffuso che non testimonia solo l'opera distruttiva del tempo, ma è anche l'espressione di un'umanità imputridita che ha vissuto in quelle sale.

The Town of Light: Il buio dentro

Limbo interiore

Sembra, insomma, di trovarsi in una sorta di terrificante, credibile limbo dove espiare o venire a capo di qualcosa. E questo nonostante la grafica non sia un granché. Da questo punto di vista The Town of Light su PlayStation 4 sembra un gioco della passata generazione di console (e in certi casi anche di quella precedente!), seppur con un miglior sistema di illuminazione. Le texture vanno dal discreto al piatto, e non manca qualche difetto tecnico, specie negli esterni, come l'apparizione improvvisa di qualche frammento di cespuglio o pianta, e così via. Belle invece le sequenze non interattive fatte a disegni che servono a raccontare alcune situazioni. Ad ogni modo, a fronte di qualche lacuna tecnica e di un comparto grafico non eccelso, il gioco riesce comunque a restituire una visione globale buona, complice come scritto sopra un'ambientazione azzeccata, e il sapiente uso di luci, ombre e oggetti, con i corridoi scuri e i vetri delle finestre rotti, da cui la luce del giorno morente filtra attraverso le inferriate. Molto meglio la componente audio, con un ottimo doppiaggio in italiano e una buona recitazione generale della voce narrante, una colonna sonora che fa bene il proprio dovere sottolineando i momenti clou dell'avventura, senza però risultare mai invasiva o fuori contesto, e gli effetti sonori, la cui funzione risulta determinante per rendere più credibile l'avventura e dunque più coinvolgente il viaggio del videogiocatore in questo mondo disturbato e disturbante.

The Town of Light: Il buio dentro

Conclusioni

Versione testata PlayStation 4
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store
Prezzo 19,99 €
Multiplayer.it
8.0
Lettori (16)
7.8
Il tuo voto

The Town of Light è un videogioco di quelli che fanno venire la pelle d'oca senza bisogno di puntare sui classici jumpscare o solo su atmosfere thriller. Quello dello studio LKA.it è infatti un titolo adulto che mira a smuovere la coscienza del giocatore e a fargli conoscere una realtà drammatica che forse ignorava, "spaventandolo" proprio con situazioni reali, a volte crudeli, e momenti angoscianti. Un titolo "particolare", insomma, forse non per tutti, ma che nonostante la grafica non eccelsa e la poca longevità, che di fronte alla potenza narrativa della storia qui per una volta mettiamo un po' in secondo piano per il voto finale, merita assolutamente di essere giocato almeno una volta.

PRO

  • Ambientazione autentica e disturbante
  • Un racconto che pone l'accento su vicende sociali molto dolorose
  • Buona atmosfera

CONTRO

  • Graficamente da rivedere
  • Poco longevo