La serie di Danganrompa ha avuto capitoli eccellenti e Danganrompa 2: Goodbye Despair ne è probabilmente l'esponente migliore. La grande forza dei giochi targati Spike Chunsoft è sempre stata quella di saper mantenere un minimo comune denominatore e proporre alla propria fan base esperienze ben diversificate, divertenti e con situazioni fuori di testa. Danganronpa Another Episode: Ultra Despair Girls, oltre ad avere un titolo particolarmente lungo, è anche uno degli episodi meno conosciuti perché uscito solo sulla portatile di casa Sony ed è uno spin-off della saga principale. A poco più di due anni dal lancio, Ultra Despair Girls prova a rifarsi vivo su PlayStation 4 con un porting che abbiamo provato per voi proprio in questi giorni. Le conversioni da PlayStation Vita a PlayStation 4 non sono mai affare semplice, soprattutto quando si tratta di adattare il gioco a un sistema di controlli privo di qualsivoglia touch screen, quindi eravamo curiosi di scoprire come si sarebbe comportata la produzione in questo caso. Andiamo a scoprirlo insieme.
Bentornati cari Monokuma
Non vogliamo entrare troppo nei dettagli della trama per cercare di evitare qualsiavoglia spoiler ma il fatto che questo Danganrompa si piazzi proprio tra Trigger Happy Havoc e Goodbye Despair rende il compito particolarmente arduo. Sappiate solo che il titolo è farcito di citazioni e riferimenti e per godervelo al massimo sarebbe meglio aver giocato i due capitoli appena citati. Tuttavia, nel caso in cui la serie non sia esattamente tra le vostre corde, Ultra Despair Girl potrebbe divertirvi lo stesso proprio a causa della sua trama slegata dalla serie principale e ad un gameplay a conti fatti completamente nuovo. Ci troveremo così a vestire i panni della giovane Komaru Naegi (si, è la sorella di Makoto), un'adolescente costretta a vivere in una stanza senza vie d'uscita, rapita da non si sa chi. La lenta monotonia dei giorni viene improvvisamente rotta quando dalla porta blindata entra un violento Monokuma pronto a farla a pezzi, un evento che dà il via a una storia sopra le righe. La nostra innocente protagonista si troverà a dover scappare da un sadico gioco violento ideato da una banda di ragazzini, che ha gettato nel panico l'intera città con lo scopo di eliminare ogni singolo adulto ancora in vita. Ad aiutarci in questa impresa interverrà anche la folle Toko Fukawa, con la quale tenteremo la fuga dalla città. Per avere il quadro generale di ciò che vi attende a questo incipit dovrete aggiungere le classiche situazioni e personaggi fuori di testa della serie, elementi che si miscelano intelligentemente a una narrazione brillante, probabilmente il punto più alto dell'intera produzione.
Trofei PlayStation 3
Per poter platinare Danganronpa Another Episode: Ultra Despair Girls dovrete portare a termine la storia principale, sbloccando così la maggior parte dei trofei nascosti, ma dovrete anche esaminare ogni singolo palmo della città alla ricerca dei più disparati collezionabili, senza i quali l'ambito trofeo rimarrà solo un miraggio lontano.
Balla orsetto, balla!
È quando si tratta di entrare nel vivo del gioco, infatti, che iniziano a uscire le prime magagne e alcuni degli elementi tutto sommato giustificabili su PlayStation Vita, su PlayStation 4 diventano intollerabili a causa di un lavoro di porting realizzato davvero con il minimo sforzo. Danganronpa Another Episode: Ultra Despair Girls è uno shooter in terza persona dallo stampo piuttosto classico e dai ritmi estremamente lenti. I movimenti delle due protagoniste sono legnosi e pure il sistema di mira non nasconde alcuna qualità importante. È tutto molto classico, con la necessità di eliminare orde di Monokuma impazziti mentre si esplora ogni angolo della città, cercando collezionabili e indizi che approfondiscono trama e personaggi. Ai movimenti compassati della protagonista fa eco un ritmo di gioco che non diventa mai esasperante, lasciando al giocatore tutto il tempo del mondo di mirare ai punti deboli dei Monokuma, più specificatamente nell'occhio sinistro, cosa che permette di ucciderli sul colpo e caricare un colpo speciale per lo sparo successivo. Nelle situazioni più complesse, è possibile richiamare in soccorso Toko che con le sue forbici inizierà a picchiare i nemici in corpo a corpo tramite un sistema beat em up estremamente semplificato, dove combo e super la fanno da padrone. Si alternano così le due protagoniste attraverso cinque capitoli non troppo impegnativi, per una durata complessiva di una ventina d'ore, ma dalla scarsa rigiocabilità nonostante la presenza della modalità new game plus scevra di qualsivoglia aggiunta specifica. Nel tentativo di donare un po' di varietà al tutto ci penseranno poi le arcade machine, sezioni di gioco dove si dovrà trovare il metodo migliore per superare velocemente aree infestate da Monokuma sfruttando le diverse abilità della nostra arma. In dotazione a Komaru non c'è infatti la classica pistola ma un potente megafono dotato di ben otto tipi di proiettili. Alcuni causano danno diretto, altri vi permettono di far ballare il bersaglio immobilizzandolo mentre altri ancora hanno la funzione di far muovere alcuni elementi specifici dello scenario, così da dar maggior profondità all'esplorazione. Quello che ne esce è un prodotto tutto sommato piacevole da giocare ma comunque piuttosto arretrato.
Quando ti mancano i Panda
I Truth Bullet, così sono chiamati i diversi tipi di proiettile, possono essere poi potenziati insieme alle abilità corpo a corpo di Toko, ed è possibile acquistare da alcune bancarelle status da applicare ai colpi, mescolabili tra loro liberamente per ottenere effetti speciali aggiuntivi. Un sistema che premia la sperimentazione e dona ulteriore varietà al sistema di gioco. È persino presente un sistema di crescita del personaggio piuttosto basilare, legato a libri collezionabili sparsi nei meandri delle mappe, niente che faccia gridare al miracolo per originalità. Analizzando tutto ciò che accompagna il sistema di gioco si può osservare una costruzione dei livelli poco ispirata e piuttosto lineare, con tantissime fasi di backtracking. Il problema più grosso in questo caso sono i pesanti e frequenti caricamenti che il titolo si porta dietro da PlayStation Vita e che in questa edizione casalinga rompono eccessivamente il ritmo di gioco. Da questo punto di vista insomma si poteva fare molto di più e anche la gestione delle scene di intermezzo non ci è andata già del tutto. Danganronpa Another Episode: Ultra Despair Girls utilizza alcuni artwork bidimensionali animati per raccontare la trama e a volte, durante le sessioni in game, inframezza l'azione con scene prerenderizzate sfruttando il motore di gioco, mentre altre ancora utilizza corti animati. Scelte che confondono e mostrano una discontinuità che non abbiamo proprio apprezzato.
Conclusioni
Ci troviamo per le mani un porting di quelli semplici fatto senza troppa cura o voglia di migliorarsi. Danganronpa Another Episode: Ultra Despair Girls è consigliato solo a chi ama la serie e si è perso questo capitolo su Playstation Vita, mentre per tutti gli altri è un gioco da recuperare solo attraverso i saldi. La narrativa resta uno dei suoi punti di forza mentre le meccaniche di gameplay risultano eccessivamente semplicistiche, per uno sparatutto dallo stampo antiquato. Qualche contenuto extra non avrebbe sicuramente fatto male alla produzione.
PRO
- I Truth Bullet sono una bella trovata
- Storia interessante
- Ora tutta la serie è anche su PlayStation 4
CONTRO
- Tecnicamente molto arretrato
- Tanto backtracking
- Curva di difficoltà estremamente bassa