A due anni dal nostro provato di Tokyo Xanadu, ci siamo trovati a riflettere sul fatto che c'è un motivo preciso per cui gli anime giapponesi hanno un ritmo generalmente lento: i costi produttivi. Bisogna però riconoscere come gli autori abbiano imparato negli anni a fare di necessità virtù, costruendo un vero e proprio stile attorno a questa limitazione di carattere pratico, che si traduce in dieci puntate per rappresentare eventi che magari nel manga da cui il cartone animato è tratto si concludono nel giro di poche pagine. Dicevamo, hanno fatto di necessità virtù e capito come gestire questi ritmi, riempiendo i dialoghi di lunghe pause, frasi a metà e primissimi piani che servono per far sì che determinati concetti sedimentino, al fine di costruire pian piano (è proprio il caso di dirlo) la caratterizzazione dei vari personaggi.
Un approccio adottato anche dagli RPG giapponesi, che giustamente condividono con gli anime le stesse ispirazioni e lo stesso target; ed è per questo che tutta la parte narrativa di Tokyo Xanadu, il nuovo titolo di Nihon Falcom per PlayStation Vita, risulta inutilmente verbosa, pesante ma soprattutto stereotipata all'estremo. Il che, in verità, non è necessariamente un difetto: ci si sente "a casa" in compagnia del taciturno protagonista dell'avventura, Kou Tokisaka, della seriosa Asuka Hiragi, della dolce ma forte Sora Ikushima, del "bullo dal cuore d'oro" Shio Takahata, dell'hacker Yuki Shinomiya o della ricca ereditiera Mitsuki Hokuto, che interagiscono con un cast di personaggi particolarmente ampio dividendosi fra scuola, attività collaterali e lavoretti part-time.
La famosa squadra G
Lo scenario è ovviamente quello di Tokyo, nello specifico l'area fittizia di Moriyama, dieci anni dopo un tremendo terremoto che ha sconvolto la città e che sembra sia stato causato da una forza sovrannaturale. In giro per le strade spuntano infatti dei portali che, innescati da sentimenti di odio, rabbia o gelosia, trascinano le persone all'interno di labirinti popolati da mostri e aberrazioni. Kou sperimenta questo fenomeno e viene risucchiato in un portale quando una sera cerca di aiutare Asuka, importunata da due teppisti; ma è invece la ragazza a rivelare la propria scaltrezza e a salvare la situazione: dopo aver attivato il suo Soul Device, una potente arma spirituale che solo in pochi possiedono, si lancia contro i nemici presenti nella dimensione alternativa e li elimina. Tuttavia anche Kou scopre di avere capacità del genere, e così dopo qualche tempo e alcuni casi risolti insieme viene formata una vera e propria squadra di "agenti sovrannaturali" che hanno il compito di individuare i portali in giro per Tokyo e chiuderli dopo aver sconfitto tutte le creature che si annidano al loro interno. Studenti-combattenti in pieno stile Persona, insomma, che dividono il proprio tempo fra attività sociali atte a migliorare le loro abilità, nonché i loro legami con gli altri, e quest principali che prevedono sempre e comunque il ricorso alle meccaniche action RPG su cui Tokyo Xanadu si basa.
Combatti!
Il sistema di combattimento del gioco, come detto, è in tempo reale e risulta sorprendentemente bene implementato. Dopo aver personalizzato i controlli perché corrispondano agli standard occidentali (X per saltare, Quadrato per attaccare, Triangolo per cambiare personaggio e Cerchio per usare il colpo speciale), ci si rende subito conto che la sfida non è gravosa ma neppure banale come ci si aspetterebbe, specie nei dungeon più avanzati, e che dunque l'uso di oggetti come pozioni, perk e corazzature di vario livello risulta indispensabile per sopravvivere alle ondate sempre più consistenti e pericolose di mostri.
Ogni creatura ha un elemento di riferimento e c'è un ordine di "vantaggio" che bisogna consultare per godere di uno spunto tattico, impiegando ad esempio determinati personaggi contro determinati avversari. Non mancano i boss, che fanno sfoggio di un buon design e pattern d'attacco discretamente vari, che richiedono un minimo di strategia per essere contrastati. Certo, le manovre evasive, l'abbondanza di special (eseguibili una volta caricato il relativo indicatore) e la possibilità di comporre una formazione di personaggi (benché se ne usi solo uno alla volta) rendono abbastanza difficile incappare nel game over, se non altro perché in caso di energia vitale limitata si può sempre passare la palla a un compagno. Abbiamo però apprezzato la possibilità di salvare la partita in due diverse fasi all'interno dei dungeon (al di fuori è possibile farlo in qualsiasi momento), rispettivamente all'inizio e prima dello scontro finale, così da evitare di ripetere tutta la sequenza da capo nel caso in cui le cose dovessero andar male.
Trofei PSVita
Per ottenere i cinquantadue Trofei di Tokyo Xanadu bisogna dedicare davvero molto tempo al gioco e alle sue attività collaterali, approfondire al massimo il rapporto con gli altri personaggi, sconfiggere un alto numero di mostri e completare tutte le quest disponibili.
Il contorno
La campagna di Tokyo Xanadu, pur con tutti i suoi artifici narrativi (e la mancanza di una localizzazione dei testi in italiano, cosa che rende inevitabilmente più pesante la lettura alla lunga), arriva a durare anche quaranta ore, nell'ambito di otto capitoli che vengono proposti come episodi di una serie televisiva, con tanto di "sigla" iniziale. Il grosso della durata risiede comunque nelle attività collaterali, con cui è possibile cimentarsi, come detto, nel tempo che ci separa dalla parte action dell'esperienza. Parliamo di alcuni minigame, ma soprattutto di esplorazione, dialoghi e semplici quest secondarie in cui magari bisogna aiutare qualcuno a trovare un oggetto smarrito.
L'interfaccia consente di spostarsi in modo rapido da una zona all'altra e sulla mappa vengono indicati con un punto esclamativo i luoghi da raggiungere, ma non di meno saremo liberi di girare per i quartieri della città e di apprezzare il buon lavoro di design messo in campo dagli sviluppatori di Nihon Falcom, che hanno sì riutilizzato molti asset provenienti dalle loro precedenti produzioni, ma sono stati comunque in grado di sfruttare bene le capacità di PlayStation Vita, garantendo in quasi tutti i casi un frame rate solido e scenari urbani consistenti e ben progettati, non dunque desolati o afflitti da texture a bassa risoluzione. Diciamo che il limite tecnico più rilevante di Tokyo Xanadu sta nelle animazioni, piuttosto legnose e generalmente lacunose, ma per il resto è stato fatto il possibile per ovviare alle mancanze tecniche dell'handheld Sony. Peccato per la colonna sonora poco ispirata (cosa che vi porterà inevitabilmente ad azzerarne il volume per evitare che certi temi, ripetuti all'estremo, vi si piantino in testa), mentre i dialoghi in giapponese risultano come al solito ben interpretati.
Conclusioni
Tokyo Xanadu è un titolo molto tradizionale sul piano narrativo, con un set di personaggi e situazioni stereotipati che sembrano gridare a gran voce come Nihon Falcom abbia voluto rischiare il minimo possibile su tale fronte, affidandosi a un canovaccio ultra collaudato. Le fasi action del gioco risultano però ben implementate e discretamente impegnative man mano che si procede, spronandoci a curare l'equipaggiamento e quindi a dedicare un po' di tempo alle attività collaterali da portare avanti nel tempo libero. Purtroppo queste ultime sono molto lente, ripetitive e noiosette, appesantite dalla presenza di dialoghi tradotti unicamente in inglese, specchio di una struttura certamente corposa ma allo stesso tempo priva di mordente. Un'esperienza discreta, in definitiva, che gli appassionati di RPG giapponesi potrebbero senz'altro apprezzare.
PRO
- Sistema di combattimento ben implementato
- Campagna piuttosto lunga
- Graficamente ben fatto
CONTRO
- Spesso lento e ripetitivo
- Attività collaterali noiosette
- Davvero poco originale