Rotolando verso su - La recensione di Amazing Katamari Damacy

Nonostante i numerosi tentativi effettuati nel corso degli anni su diverse piattaforme, la serie di Katamari Damacy non è mai riuscita a bissare il successo del capostipite per PlayStation 2, ancora oggi un capolavoro assoluto di follia e demenzialità: ciò è vero anche e soprattutto in ambito mobile, dove il franchise ha sempre fatto un po' di fatica pur potendo contare su un gameplay che teoricamente ben si sposa con le modalità di fruizione e il sistema di controllo dei moderni smartphone. Alla Namco Bandai non si sono dati però per vinti, e dopo gli imperfetti I Love Katamari e Katamari Amore e il discutibile Tap My Katamari, ecco tornare alla ribalta il principe del cosmo con Amazing Katamari Damacy, che prova a unire le classiche meccaniche di "arrotolamento" della serie con una formula vicina a quella degli endless runner.

Il re del cosmo pasticcione

Amazing Katamari Damacy parte col piede giusto, offrendo un pretesto narrativo semplice e assurdo come da miglior tradizione: mentre è impegnato a dipingere arcobaleni nel cielo, il re del cosmo finisce per rovesciare un secchio pieno di materia oscura, generando una serie di buchi neri che ben presto risucchiano l'intero universo.

Sarà dunque nuovamente compito del principe far rotolare la sua sfera katamari per accumulare il maggior numero possibile di oggetti e ricostruire così i vari corpi celesti. Per chiunque abbia giocato i primissimi capitoli della serie, tutto questo avrà un sapore piacevolmente nostalgico, sensazione che il comparto tecnico del titolo non fa che aumentare: dal punto di vista grafico, infatti, Amazing Katamari Damacy ripropone fedelmente lo stile minimalista e naif degli episodi principali, mentre l'accompagnamento musicale poggia interamente sull'indimenticabile title track dell'originale PlayStation 2. Le cose cambiano invece sotto il profilo del gameplay, perché se è vero che il focus è sempre quello di raccogliere tutto ciò che capita a tiro (a patto che abbia dimensioni inferiori a quelle della sfera), è radicalmente diverso il contesto in cui questa attività viene svolta: scordatevi dunque le ambientazioni aperte e gli obiettivi di grandezza da raggiungere entro un tempo limite che caratterizzavano i livelli nei principali capitoli della serie, e date il benvenuto a un'impostazione endless runner basata su un percorso lineare da seguire il più a lungo possibile. Inquadrato da dietro le spalle, il principe si muove in avanti in automatico, mentre è compito del giocatore spostarlo di lato e farlo saltare, il tutto mentre si cerca di aumentare il diametro del katamari inglobando gli oggetti che si incontrano lungo il cammino e si evitano gli ostacoli: di questi, solo i buchi neri provocano l'immediato game over, mentre scontrarsi con elementi di dimensioni superiori a quelle della sfera porta il re del cosmo a spazientirsi, rendendo più difficoltoso il proseguimento della corsa.

Va detto che il sistema di controllo non fa del suo meglio per agevolare il giocatore, rivelandosi sensibilmente meno reattivo e preciso di quanto sarebbe necessario. Ciò nonostante, Amazing Katamari Damacy funziona anche piuttosto bene, risultando piacevole pur in maniera del tutto diversa rispetto al gameplay originale: si sente indubbiamente la mancanza degli scenari aperti che garantivano una maggiore varietà e profondità all'azione di gioco, ma come passatempo mobile si comporta in maniera assolutamente dignitosa. Difficile tuttavia chiedere al prodotto Namco Bandai di essere qualcosa di più, dato che finisce per mostrare il fianco a tutte le limitazioni tipiche del genere adottato. La ripetitività di fondo e la sostanziale mancanza di un senso di progressione che non sia rappresentato dalla ricerca del punteggio migliore sono i due aspetti più critici, ma non mancano altri angoli un po' ruvidi che potrebbero far storcere il naso ad alcuni utenti: ci riferiamo in particolare alla massiccia presenza di annunci pubblicitari, ma anche a degli acquisti in-app che - pur non essendo troppo invasivi - condizionano la piacevolezza dell'esperienza e sono peraltro contraddistinti da prezzi davvero salati rispetto alla media.