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La recensione del remake di Secret of Mana

Uno dei titoli più amati degli anni '90 assume un nuovo aspetto... con risultati discutibili

RECENSIONE di Christian Colli   —   20/02/2018
Secret of Mana
Secret of Mana
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Sviluppare un remake è una vera impresa perché, prima di ogni altra cosa, è necessario aver compreso l'originale. Non basta copiare pedissequamente ogni dettaglio per soddisfare una presunta idea di nostalgia, ma bisogna capire anche dove è necessario mettere le mani perché anche i grandi capolavori del passato, svecchiati delle loro inadeguatezze, possono ancora dirci qualcosa che inizialmente ci era sfuggito. È stato il caso di Wonder Boy: The Dragon's Trap, qualche tempo fa, ma non è certo quello di Secret of Mana, un remake per PC, PlayStation Vita e PlayStation 4 che sbaglia, be', praticamente su ogni fronte. Lo abbiamo giocato col cuore in mano, ricordando tutto l'affetto che proviamo per una serie che sta lentamente uscendo di scena: e mentre i giapponesi si godono la conversione dei primi tre, indimenticabili capitoli su Switch, a noi tocca un freddo remake.

La spada nella roccia

Intendiamoci, Secret of Mana all'epoca era un titolo semplicemente straordinario, ma chi lo ha giocato su Super Nintendo, tanti anni fa, lo ricorda con ancor più affetto proprio perché riesce a inquadrarlo in un contesto molto più ampio. Secret of Mana era la risposta Square a Nintendo e a The Legend of Zelda e la serie, cominciata un paio di anni prima su Game Boy, rappresentava il primo tentativo di spin-off per lo sviluppatore nipponico di Final Fantasy. La grafica bitmap allo stato dell'arte e le bellissime musiche di Hiroki Kikuta riuscivano a coinvolgere il videogiocatore, trasportandolo in un mondo fantasy coloratissimo, pieno di strani nemici, animali antropomorfi e poteri magici. Il remake sviluppato da Square Enix tenta di riprodurre, senza riuscirci pienamente, quell'atmosfera bizzarra, impiegando un riarrangiamento più moderno della colonna sonora - che può piacere o non piacere - e un motore grafico poligonale che fa sembrare il gioco una produzione per sistemi mobile.

La recensione del remake di Secret of Mana

È evidente che Secret of Mana è un titolo a basso budget, sviluppato principalmente per PlayStation Vita e poi convertito per la sorella maggiore e per PC: il colpo d'occhio iniziale è notevole - il gioco è coloratissimo, dettagliato e vivace - ma emergono ben presto parecchie magagne che, per assurdo, lo fanno sembrare più antiquato del predecessore, se rapportato agli standard del 2017. I modelli poligonali sono graziosi e fedeli allo stile di Hiro Isono, ma appena si muovono ci si rende conto della povertà di animazioni che contraddistingue soprattutto i nemici e i comprimari, ma anche le cinematiche inedite che dovrebbero raccontare la storia con maggiore enfasi, e ci riescono finché non parte la traccia audio del doppiaggio (in lingua inglese o giapponese) e i personaggi parlano senza muovere le labbra. L'assenza di espressività, alla fine, banalizza i momenti più importanti dell'avventura. La premessa, per esempio, si risolve in pochi e poveri dialoghi quando Randi, il nostro protagonista, estrae incautamente la Spada del Mana da una roccia, facendosi esiliare dal proprio villaggio poiché accusato di aver attirato le ire dei mostri su di esso. Insieme a una combattiva biondina di nome Prim e a un folletto chiamato Popoi, Randi dovrà rigenerare i poteri della spada e impedire all'Impero di mettere le mani sulla micidiale Fortezza del Mana.

La recensione del remake di Secret of Mana

Trofei PlayStation 4

I trentotto trofei di Secret of Mana (1 di platino, 4 d'oro, 7 d'argento e 26 di bronzo) chiedono di sconfiggere tutti i boss, potenziare tutte le armi e le magie, trovare ogni oggetto e naturalmente finire il gioco. Tutto sommato, non è difficile sbloccarli, dato che basta seguire la storia senza trascurare alcun combattimento o percorso secondario.

Ma se funzionava...

Il giocatore comanda direttamente uno dei tre protagonisti, affidando gli altri a una mediocre intelligenza artificiale oppure a due giocatori umani che possono prenderne il controllo in qualunque momento, sperando che siano più accorti della CPU. Quando si gioca da soli, infatti, i nostri compagni di gruppo tendono a incassare ogni singolo colpo senza impegnarsi a schivare, costringendoci spesso ad acquistare ogni minimo accessorio difensivo per tenerci sempre al passo coi nemici che impestano ogni mappa. Questo significa ritrovarsi spesso al verde e imparare a microgestire gli acquisti di equipaggiamenti e consumabili con un minimo di parsimonia. Sul fronte delle armi, fortunatamente, basta utilizzare quelle che si sbloccano proseguendo nel gioco per aumentare la competenza dei personaggi che le impugnano e che impareranno così nuovi attacchi speciali o incantesimi nel caso delle magie elementali. Il sistema di combattimento action in tempo reale si basa principalmente sui colpi che possiamo sferrare premendo un semplice tasto, scaricando un indicatore che si rigenera nel giro di pochi secondi e che decreta l'efficacia del prossimo attacco.

La recensione del remake di Secret of Mana

In pratica, il giocatore deve muoversi e attaccare col giusto tempismo al fine di prevenire le azioni dei nemici. In questo remake, tuttavia, la povertà delle animazioni già sottolineata e l'inedita possibilità di attaccare in qualunque direzione, e non soltanto in quelle cardinali, in certi momenti contribuiscono ad aumentare esponenzialmente il livello di difficoltà e non perché il gioco è effettivamente più complesso, ma perché è più difficile valutare le reazioni dei nemici o proteggere i nostri compagni, presi di mira da ogni angolazione. Negli spazi più angusti si finisce col fare un'enorme confusione, alla quale contribuisce la gestione dell'inventario e dei menù secondari che consentono, per esempio, di scegliere che armi o magie utilizzare durante il combattimento. Premendo un tasto si mette il gioco in pausa e appare un anello al centro dello schermo con le varie opzioni del caso. Questo stratagemma, all'epoca innovativo, diventa goffo e ingombrante nel remake che gestisce maldestramente sia la posizione del menù nello schermo, sia la memorizzazione delle opzioni selezionate, resettandole ogni volta e rendendo l'accesso all'interfaccia molto più scomodo.

La recensione del remake di Secret of Mana

Secret of Mana prosegue così per la ventina di ore necessarie a completarlo, anche meno se si conosce la complessa mappa del mondo e si sa dove andare, senza rischiare di perdersi a causa delle sparute indicazioni offerte dai comprimari: sembra quasi che Square Enix abbia fatto due passi indietro per ogni passo avanti e persino la novità più interessante del pacchetto, rappresentata dai dialoghi che approfondiscono i personaggi ogni volta che si sosta in una locanda, perde rapidamente tutto il suo fascino, soprattutto perché finiscono con l'incentrarsi spesso sulle idiosincrasie dei personaggi, ripetendo le stesse gag allo sfinimento. È in questi momenti che si rimpiange l'originale e i suoi scivoloni, figli di un altro tempo e, proprio per questo, molto più facili da perdonare.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 4
Digital Delivery Steam, PlayStation Store
Prezzo 39,99 €
Multiplayer.it
5.5
Lettori (11)
7.6
Il tuo voto

La cosa che fa più arrabbiare di Secret of Mana è la filosofia secondo la quale Square Enix vorrebbe sondare l'interesse del pubblico occidentale nei confronti della serie con prodotti low budget, realizzati frettolosamente e con superficialità, che mortificano i titoli originali. Questo remake purtroppo fallisce nel rappresentare l'importanza del vero Secret of Mana, facilmente reperibile grazie alla compilation inclusa nel Super Nintendo Classic Mini: la nostra speranza è che Square Enix si dia una sonora svegliata, localizzi la Seiken Densetsu Collection per Switch e consegni quei gioiellini anche ai videogiocatori di oggi. Insomma, questa Secret of Mana è solo una discreta alternativa a un'esperienza che, a nostro avviso, tutti i poligoni del mondo faticheranno sempre a eguagliare.

PRO

  • Graficamente è pulito e colorato
  • Ricalca fedelmente la struttura originale
  • I dialoghi nelle locande arricchiscono la storia

CONTRO

  • La povertà delle animazioni incide negativamente anche sui combattimenti
  • Interfaccia goffa e intelligenza artificiale mediocre
  • Frequenti picchi nella difficoltà causati da problemi tutti nuovi