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La recensione di Gravel

A metà tra arcade e simulazione, l'ultimo racing game Milestone cerca un complesso equilibrio

RECENSIONE di Simone Pettine   —   27/02/2018
Gravel
Gravel
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Pare che in questi giorni Milestone voglia i riflettori puntati su di sé. Qualche giorno fa vi abbiamo proposto la recensione di Monster Energy Supercross, ed è già ora di passare al prossimo titolo della software house: Gravel. Da un lato acrobazie su due ruote, dall'altro corse spettacolari a bordo di automobili, ma i punti in comune sono davvero tanti. In primo luogo la voglia di avvicinarsi a tutti i costi ad un tipo di spettacolo più americano che europeo: lo show è il vero protagonista del titolo, ancora prima degli automobilisti. E poi la presenza del nuovo motore grafico, che ha già dato le giuste soddisfazioni con Monster Energy Supercross, e che permette anche a Gravel di avvicinarsi agli altri esponenti del genere senza essere discriminato più del dovuto a causa del comparto tecnico datato. Il risultato è discreto, per un titolo che convince, anche se adatto a tutti ma pensato per pochi.

L’arte del fuori strada

È chiaro sin da subito che Gravel punta a qualcosa di molto diverso da quanto visto in MotoGp e Ride. I protagonisti sono dei fuoristrada 4x4 grandi, grossi e pesanti. I tracciati si lasciano alle spalle le serie e professionali piste note a livello mondiale, presenti persino in Monster Energy Supercross, per puntare invece all'invasione della natura selvaggia. I veri professionisti non si fanno certo spaventare da sabbia, fango o tratti rocciosi, né da cascate e grotte sotterranee. In questo modo, Gravel viene presentato con una certa dose di esibizionismo, di ricerca dell'eccesso, mitigati poi dalla giusta dose di contenuti più formali. Gran parte del suo carisma risiede proprio in questo equilibrio, tra i presentatori del Gravel Channel che documentano in modo serio e rigoroso la gara in corso, e i giusti tocchi di tamarraggine nella verniciatura delle vetture, dalle sfide ufficiali con veri professionisti del settore come Sean Walker alle derapate in riva al mare o sulle montagne.

La recensione di Gravel

A tenere unite tutte le offerte della produzione ci pensa, come al solito, la Modalità Carriera. Dopo un brusco tutorial che ci butta su strada, avvisandoci dell'esistenza di giusto due comandi e lasciandoci intuire tutto il resto, a poco a poco Gravel scopre le sue carte, con una sorta di studiato compiacimento. E in effetti non è che Milestone abbia lesinato sulle modalità da proporre, raggruppate sotto un totale di quattro etichette principali: Stadium Circuit, Wild Rush, Speed Cross e Cross Country. Anche i nomi in realtà hanno una funzione più scenografica che pratica. A conti fatti le varie sfide su strada seguono una classificazione molto più canonica: c'è la gara in cui bisogna posizionarsi tra i primi tre su un totale di giri variabile, quella in cui sfrecciare a tutta velocità passando attraverso i checkpoint, le prove a tempo, il tutto condito con un contatore del punteggio permanente. Quest'ultimo ci avvisa di come stanno andando le nostre prestazioni: ogni derapata permette di accumulare un certo numero di punti, così come i salti, gli scontri con gli altri concorrenti, la tenuta su strada in condizioni atmosferiche difficili, e via dicendo.

La recensione di Gravel

La Modalità Carriera non è altro che un susseguirsi di gare su gare che ci portano a visitare i quattro angoli del mondo, ognuno scelto dagli sviluppatori per il suo ambiente particolare (deserti, montagne, spiagge dell'Oceano Pacifico). L'obiettivo della carriera è completare i singoli episodi che la compongono, ognuno articolato in un certo numero di gare. Ciascuna di esse permette di accumulare delle stelle: ad esempio, arrivando tra i primi tre classificati su un tracciato otterremo tre stelle su tre, posizionandoci ultimi solo una. Con un preciso numero di stelle sempre crescente si sblocca l'episodio successivo, fino ad arrivare a sfidare il "boss" di turno, che è un professionista dei fuori strada. Tra i presenti figurano Scott Parker, Ryan Carter, Justin Evans, ma ovviamente il nostro obiettivo è essere i migliori in assoluto e quindi battere Sean Walker, l'off-road master della Final League. Ma per farlo dovremo prima vincere tutte le gare e portarci a casa tutte le stelle di tutte le competizioni, un compito in realtà non troppo semplice. La buona notizia è che anche arrivando ultimi Gravel ci dona un certo numero di punti esperienza, gli Show Points, che permettono di salire di livello e sbloccare nuove piste, accessori e verniciature. Un'altra buona notizia è che le varie competizioni possono essere personalizzate prima di avviare la gara, comprese le previsioni atmosferiche per la giornata.

Trofei PlayStation 4

Portare a casa il Platino di Gravel non dovrebbe rivelarsi un'impresa troppo ardua, neanche per chi non padroneggia i giochi di corse. Sembra infatti che i trofei possano essere sbloccati anche completando il titolo a "modalità facile". Tra i requisiti, dovremo completare l'intera Modalità Carriera ottenendo il massimo punteggio in ogni sfida, e dedicarci anche alle prove a tempo e al comparto online. Il resto verrà da sè.

Tra l’arcade e la simulazione

La natura di Gravel è piuttosto incerta, e forse proprio questa gli ha impedito di ambire a voti più alti. Abbiamo detto in apertura che è un titolo per tutti, ma pensato per pochi. Alcuni tratti sono decisamente arcade: stiamo pensato agli scontri tra le vetture, alla velocità di fondo che domina il senso generale di ogni sfida, alla personalizzazione aggressiva dei mezzi, ai salti acrobatici, agli scontri all'ordine del giorno soprattutto nei circuiti dalle dimensioni ristrette. Non siamo ai livelli di un qualsiasi Motorstorm, sia chiaro, ma se ne sente l'eco. D'altro canto è anche vero che Gravel non è un titolo semplice da padroneggiare per i non addetti ai lavori. Il sistema di guida non sarà ai livelli dei più alti esponenti del genere, ma è troppo tecnico per un arcade. Eseguire correttamente una derapata o un salto, evitare le collisioni con gli elementi ambientali, è un compito che richiede estrema attenzione. Tutto questo parlando del livello di difficoltà "medio", perché portandolo a "difficile" arrivare al primo posto è una vera impresa. La simulazione vera e propria subentra poi al momento delle sfide con i big del settore, dove Milestone ha puntato direttamente al fotorealismo. Qui si entra nel contesto e nelle atmosfere dei professionisti, in situazioni molto diverse dagli scontri sulle montagne dell'Alaska contro sconosciuti a bordo di fuoristrada. Ma forse Gravel cerca semplicemente di rendere l'ambiguità che permea un po' tutto lo sport americano, sicuramente più esibizionistico dei modelli cui siamo abituati in Europa.

La recensione di Gravel

Molto buono l'impatto visivo del titolo: abbiamo avuto modo di destreggiarci con la modalità per PlayStation 4 (modello standard) e il passaggio all'Unreal Engine ha fatto sicuramente bene alle nuove produzioni Milestone. Abbandonare il vecchio motore grafico proprietario è stata quasi una necessità per riuscire a mantenere uno standard al passo con i tempi, in un settore dove soprattutto nei titoli di simulazione si fa sempre più attenzione alla resa grafica e tecnica. In quest'ultima, tuttavia, Gravel scopre un po' il fianco: sarà che sono i primi titoli a sfruttare l'Unreal Engine, ma abbiamo riscontrato qualche spiacevole calo di frame rate nelle situazioni più concitate, e qualche caricamento un po' troppo lungo tra un menu di gioco e l'altro. Niente di grave, sia chiaro, ma dato che il titolo era stato rimandato la scorsa estate appunto per necessità di ottimizzazione, speravamo in qualcosa di più. Siamo anche sicuri che graficamente si possa fare di meglio, e che già il prossimo prodotto lo dimostrerà.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 4
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store
Prezzo 69,99 €
Multiplayer.it
7.5
Lettori (22)
7.0
Il tuo voto

A metà tra il racing game arcade e il simulatore vero e proprio, Gravel ci porta ad esplorare i luoghi più improbabili del nostro pianeta a bordo di aggressivi fuoristrada. Sia che stiate cercando un titolo con cui fare baldoria in compagnia degli amici (anche online), sia che vi attiri il tecnicismo della guida estrema, Milestone non vi deluderà neanche questa volta. Permane qualche piccolo problema tecnico, e la modalità carriera poteva essere approfondita un po' di più invece di proporre sfide a oltranza (per quanto variate) prima degli scontri contro i boss. Ad ogni modo, tutte le carte sono in regola per attirare l'amante dei racing game, soprattutto chi guarda scettico quelli che si prendono troppo sul serio.

PRO

  • Circuiti e ambienti molto variegati
  • Buona dose di modalità
  • Controlli più complessi di quanto sembri

CONTRO

  • Qualche problemino tecnico
  • L'Unreal Engine va ancora padroneggiato a dovere
  • Una vera modalità arcade sarebbe stata gradita