È passato un bel po' di tempo dal lancio dell'originale Q.U.B.E., ma possiamo dire che i ragazzi dello studio inglese Toxic Games hanno impiegato questi anni in maniera fruttuosa, portando il gioco su altre piattaforme e dedicandosi poi alla realizzazione di un sequel assolutamente all'altezza delle aspettative. Per chi non conoscesse la serie, si tratta di un'avventura a base puzzle in prima persona in cui vestiamo i panni di un personaggio equipaggiato con una speciale tuta che gli consente di interagire con determinati dispositivi per creare cubi di colore e funzionalità differenti; il tutto all'interno di una location "asettica", misteriosa e labirintica.
I motivi per cui il protagonista del primo episodio si trovasse lì vengono a galla sul finale, e in Q.U.B.E. 2 la storia viene ulteriormente arricchita, andando doverosamente a enfatizzare il comparto narrativo e a creare un'atmosfera davvero affascinante. In questo caso controlliamo l'archeologa Amelia "Milly" Cross, che si risveglia con indosso la stessa tuta di cui abbiamo parlato poc'anzi, senza però sapere come sia finita nell'enorme struttura che fa da scenario al nuovo capitolo. Viene contattata via radio dal comandante Emma Sutcliffe, che le spiega per sommi capi la situazione e quello che dovrà essere il suo ruolo: scoprire di più sulla misteriosa torre che si erge sulla superficie del pianeta inospitale su cui si trova. Le sorprese, però, non mancheranno.
Con la sola imposizione delle mani
Q.U.B.E. 2 riprende la formula del primo episodio, introducendo però nuove feature e, come detto, una storia molto più coinvolgente e significativa, dotata di due differenti finali e recitata in modo convincente dalle interpreti che hanno prestato la propria voce ai personaggi (audio e sottotitoli sono in inglese, per la cronaca). Utilizzando un controller è possibile saltare premendo A / X, eliminare un cubo con X / Quadrato e agire sui tasti dorsali e sui trigger per cambiare l'abilità equipaggiata, interagire con i dispositivi e far sì che producano superfici "rimbalzanti" di colore blu elettrico, parallelepipedi quadrangolari rossi o cubi verdi.
Ognuno di questi oggetti possiede una specifica funzione, e il gioco riesce a introdurle molto bene, in modo graduale, alzando pian piano il livello di sfida e la complessità degli enigmi che ci troveremo a dover risolvere per arrivare alla conclusione dell'avventura. Se bisogna raggiungere una piattaforma rialzata, attivare una superficie riflettente può farci "rimbalzare" dove desideriamo, magari su di un parallelepipedo creato in precedenza, dove abbiamo fatto cadere un cubo per creare una sorta di scala su cui salire. Queste sono però solo le funzioni di base: andando avanti nella campagna incontreremo meccanismi di vario genere che andranno a intrecciare le proprie caratteristiche con le meccaniche legate alla creazione dei cubi: piattaforme mobili, interruttori, magneti, pompe da cui fuoriesce dell'olio e fiamme per farlo bruciare, creando alla bisogna dei "proiettili infuocati" da far entrare in contatto con porte che si aprono solo in presenza del calore.
Sempre più complesso
Se il primo episodio di Q.U.B.E. aveva per certi versi un problema con il bilanciamento della difficoltà, che aumentava in modo un po' troppo marcato durante alcune fasi, in Q.U.B.E. 2 la progressione della sfida è stata gestita in modo pressoché perfetto. Abbiamo completato la storia in poco più di sei ore, procedendo in maniera fluida e senza incontrare mai degli ostacoli insormontabili, il che significa che gli sviluppatori hanno evitato di mettere sul tavolo soluzioni oscure e difficilmente interpretabili. Certo, è anche possibile che l'esperienza con il primo capitolo ci abbia fornito delle basi solide da cui partire per risolvere gli enigmi di questa nuova avventura, che in effetti nella parte conclusiva tira fuori puzzle davvero intricati, composti da varie sequenze che si intrecciano.
Talvolta è necessario essere davvero precisi e reattivi, ma in generale la risoluzione degli enigmi è una questione di logica, di ragionamento: attivate gli interruttori per vedere cosa fanno, osservate la posizione dei pannelli con cui potete interagire, metteteci un pizzico di ingegno e non peccate mai di fantasia: ci sono momenti in cui gli stessi cubi si trasformeranno in veri e propri mezzi di trasporto, da proiettare utilizzando superfici rimbalzanti e/o magneti invertiti mentre ci troviamo sopra di essi. La formula funziona decisamente bene, facendo tesoro dell'esperienza maturata con il primo episodio per mischiare un po' le carte, evitando di riproporre le medesime situazioni e anzi riuscendo a innovare in modo intelligente il gameplay attraverso l'inserimento di tanti nuovi dispositivi. Ne è la prova anche la presenza, da un certo punto in poi, di zone con al centro una grossa unità elettronica da riattivare seguendo i crossi cavi "spenti", che ci conducono ad altrettanti interruttori raggiungibili, naturalmente, solo dopo aver risolto un puzzle.
Atmosfera al cubo
Nell'originale Q.U.B.E. la storia sembrava svolgere una funzione secondaria rispetto all'azione, rivelando qualche dettaglio sul misterioso scenario solo verso la fine, quando le pareti prima asettiche e perfettamente intatte della struttura lasciavano il posto a zone devastate non si sa in seguito a quali eventi. In questo sequel, però, la situazione è molto diversa e il peso della trama si fa sentire fin dalle prime battute, coinvolgendoci nel viaggio che la protagonista decide di fare all'interno della torre "senziente" che fa da sfondo all'avventura.
Innescato questo meccanismo, tutti gli aspetti del gioco cominciano a concorrere per creare un certo tipo di atmosfera, a tratti inquietante ma sempre coinvolgente, capace di tenere incollati allo schermo (non è un caso se abbiamo completato il gioco in sole due lunghe sessioni) e di spingere verso il puzzle successivo, armandosi di pazienza e di ingegno per comprendere rapidamente cosa bisogna fare per andare avanti. Ci si muove, in questa strana struttura, senza intoppi: le piccole scalinate vengono percorse in automatico, mentre sui blocchi più grandi bisogna saltare, ma in tutti i casi la navigazione è fluida e generalmente non capita di perdersi, anche perché è sempre la luce a guidarci.
Capita così che a metà della campagna lo scenario cambi completamente, diventando più "rustico" di quanto non fosse possibile immaginare, viste le premesse, e adottando tonalità di colore del tutto differenti, più calde e vivaci. Una piccola rivoluzione stilistica che conferisce anche in questo caso un grande fascino all'esperienza, valorizzando il suo essere un sequel, con una crescita che avviene anche sul piano artistico e tecnico. Le splendide musiche sottolineano in modo efficace i momenti più emozionanti, mentre sul fronte grafico il lavoro svolto da Toxic Games ci è sembrato inappuntabile, con l'unica eccezione di una resa dell'acqua decisamente old-gen, sebbene presente in un'unica occasione. Per il resto, l'Unreal Engine è stato sfruttato bene e sulla configurazione di prova ha garantito i sessanta frame al secondo stabili a 1440p con tutti gli effetti al massimo, laddove invece per giocare a 2160p bisogna limare qualcosa o accontentarsi di quaranta fotogrammi: una scelta che non suggeriamo di fare, vista l'importanza della fluidità in alcuni momenti.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Processore: Intel Core i5 6600K
- Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 1070 Jetstream
- Memoria: 16 GB di RAM
- Sistema operativo: Windows 10
Requisiti minimi
- Processore: quad core Intel o AMD da 2,5 GHz
- Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 470, AMD Radeon 6870 HD
- Memoria: 4 GB di RAM
- Hard disk: 4 GB di spazio richiesto
- Sistema operativo: Windows 7 a 64 bit
Requisiti consigliati
- Processore: quad core Intel o AMD da 2,5 GHz
- Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 780, AMD R9 290X
- Memoria: 8 GB di RAM
- Hard disk: 4 GB di spazio richiesto
- Sistema operativo: Windows 7 a 64 bit
Conclusioni
Q.U.B.E. 2 è il sequel perfetto di un titolo che sei anni fa ci aveva colpiti per lo stile visivo ispirato a Portal, ma anche e soprattutto per un gameplay davvero solido, basato su puzzle ingegnosi e stuzzicanti in cui la creazione di diverse forme "cubiche" era funzionale al raggiungimento di zone inaccessibili o all'attivazione di dispositivi. Pur restando fedele alla formula originale, il nuovo episodio mischia le carte sul fronte degli enigmi, introducendo tante situazioni inedite e rendendosi protagonista di un'evoluzione sostanziale anche sotto il profilo della narrazione e del comparto visivo, cambiando a un certo punto l'approccio agli scenari per aprirsi a luoghi molto più caldi e colorati di quanto fosse lecito aspettarsi.
PRO
- Gameplay rifinito, sfaccettato, stuzzicante
- Grande atmosfera, narrazione efficace
- Migliorato sotto il profilo tecnico e artistico
CONTRO
- Complice il coinvolgimento, si completa in fretta
- Tutto in inglese