Quando non ci si affida alla spettacolarizzazione grafica per creare mondi che siano particolarmente realistici, riuscire a fare paura diventa difficile per un videogioco, ma da queste condizioni nascono anche alcune soluzioni molto interessanti. L'uso della rappresentazione bidimensionale e caricaturale è già stato sperimentato con successo in titoli horror come Home, Lone Survivor o anche 2Dark e Corpse Party, anche se in questi ultimi casi lo stile adottato resta meno inquietante del pixel grezzo, che consente soluzioni distorte e "lo-fi" come in questo Distraint: Deluxe Edition, versione riveduta e corretta del precedente Distraint: Pocket Pixel Horror. È curioso come il gioco riesca a rimanere sospeso tra un'apparente tranquillità venata da una quasi umoristica auto-ironia e momenti di horror puro, con tanto di virate verso il gore estremo. Lo stile cartoonesco scelto per presentare le gesta del giovane e ambizioso Price certamente stempera i toni oscuri di una storia che potrebbe essere altrimenti poco sostenibile per molti giocatori, ma rende ancora più forti e impressionanti i contrasti netti con le scene in cui irrompe l'orrore.
L'equilibrio precario tra la banale malvagità della burocrazia finanziaria e il terrore metafisico che penetra in situazioni fortemente radicate nella realtà, e dunque ulteriormente drammatiche, è quello che determina la continua tensione che si prova giocando a Distraint. È una storia triste e sconsolata in linea di massima, ma che si porta dietro un messaggio sostanzialmente positivo: un avvertimento sui rischi di una vita votata all'affermazione professionale e monetaria e un'esortazione ad andare oltre la superficialità e guardare ai valori più profondi dell'esistenza, tutto nascosto all'interno di un piccolo e semplice adventure in 2D. La storia di Price ha un che di kafkiano, nel suo raccontare i piccoli grandi orrori della burocrazia legale che mette il denaro davanti all'empatia e alla solidarietà, barattando l'umanità con una confortevole poltrona in un consiglio d'amministrazione.
La storia di Price
Distraint è un'avventura grafica che si potrebbe definire punta e clicca come meccanica di base, nonostante non abbia un puntatore. Vi si narrano le gesta di Price, un giovane esattore che cerca di effettuare la sua scalata all'interno della società per cui lavora portando a termine qualche sfratto scomodo per i suoi superiori senza scrupoli. La prospettiva di un bello stipendio è allettante, ma il protagonista si trova sempre più dilaniato dalle sue insicurezze, perché la consapevolezza di stare dalla parte sbagliata si fa sempre più strada nella sua mente e nonostante i tentativi di farsi scorrere addosso i drammi altrui, i dubbi sulla condotta disumana che gli viene richiesta dai superiori diventano un elefante nella stanza sempre più insostenibile. Proprio questa figura metaforica - come si scopre con orrore a un certo punto del gioco - è quantomai minacciosa, diventando una sorta di presenza inquietante e opprimente. Price deve occuparsi di pignoramenti e in particolare portare a termine tre sfratti, in ognuno dei quali ci si trova a dover esplorare vari ambienti e risolvere enigmi che vanno dal banale all'estremamente bizzarro.
Il gioco si svolge su un piano bidimensionale a scorrimento, con le ambientazioni suddivise solitamente in corridoi e stanze, disseminate di personaggi ed enigmi da risolvere. Il puzzle design non è particolarmente ispirato e serve soprattutto a sostenere una narrazione che prende il sopravvento su ogni altro aspetto del gioco, anche se ci sono alcuni momenti piuttosto ingegnosi nel corso della breve avventura (che si conclude mediamente al di sotto delle tre ore). Sicuramente qualcosa di più di un walking simulator sul fronte del gameplay insomma, ma non proprio assimilabile a una vera e propria avventura grafica tradizionale per studio degli enigmi. In alcune fasi l'interfaccia tattile adottata per la versione mobile risulta decisamente scomoda, con la necessità di premere nuovamente i tasti direzionali ad ogni cambio di schermata e in certi casi una scarsa reattività nell'evidenziare gli elementi di scenario con cui interagire. Si segnala, peraltro, un'ottima traduzione in italiano per quanto riguarda i testi a schermo.
Conclusioni
Più che spaventare, Distraint fa riflettere e questa è anche una buona cosa. Nonostante alcune situazioni e atmosfere puntino in effetti sull'horror puro, non è forse questo il campo in cui il gioco rientra in maniera più precisa, configurandosi come una sorta di novella con risvolti morali che non teme l'adozione di mezzi crudi e impressionanti per far passare con forza il proprio messaggio. L'insegnamento che ne deriva è semplice ma profondo e il modo in cui viene messo in scena mantiene alta la tensione e l'attenzione per tutto l'arco della storia, a dire il vero piuttosto breve ma misurato in modo da risultare compatto. È un'esperienza che rimane comunque impressa ed è una cosa non facile per un piccolo gioco mobile, sebbene questo non dipenda quasi per niente dalle sue effettive caratteristiche ludiche.
PRO
- Ottime atmosfere
- Storia interessante e coinvolgente
- Strano e affascinante equilibrio tra humour e horror
CONTRO
- Gli enigmi non sono il massimo
- Interfaccia touch screen un po' scomoda