Dopo essere nato come mod di Unreal Tournament 2004 nel lontano 2005, il primissimo Killing Floor ottenne un livello di successo che forse non si aspettavano nemmeno i suoi creatori. I ragazzi di Tripwire Interactive furono così spinti a sviluppare una versione a sé stante, arrivata nel 2009. Per il secondo capitolo della serie i fan degli Zed (modo in cui vengono chiamati i simil-zombie di Killing Floor) hanno dovuto aspettare qualche annetto, per vederlo arrivare nel 2016 non solo su PC, ma anche su PlayStation 4 e Xbox One. Dopo aver sconfinato nell'universo console, per il team georgiano è ora il momento di provare a entrare in un altro mondo: quello della realtà virtuale. È così giunto sul mercato Killing Floor: Incursion, titolo dedicato alla sola tecnologia VR in realtà già disponibile per PC da fine 2017, ma solo di recente messo a disposizione della fetta più abbondante di mercato grazie a PlayStation VR. Con caschetto in testa e coppia di PlayStation Move nelle mani, abbiamo quindi visto che cosa ci ha riservato stavolta Tripwire Interactive.
Sogno o son desto?
Killing Floor: Incursion ci mette nei panni di un membro della Horzine Security Force, che si occupa di affrontare gli Zed nel mondo reale. Ferito gravemente proprio durante uno scontro con alcune creature, il nostro protagonista si trova fermo ai box per ricevere le cure necessarie, ma per non fargli perdere l'allenamento i suoi datori di lavoro decidono di calarlo all'interno di una simulazione. In quest'ultima, ovviamente, lo scopo è quello di continuare a uccidere Zed, per tentare di scoprire che cosa si nasconde dietro l'esistenza di questi terribili mostri. Se non avete giocato i due capitoli precedenti non preoccupatevi più di tanto, perché la trama è solo un pretesto per prendere a ceffoni gli zombie che si parano davanti, attraversando la manciata di livelli (per più o meno altrettante ore di gioco) che compone la modalità campagna di Killing Floor: Incursion. Abbracciando la filosofia di chi prende la realtà virtuale a piccole dosi, i suddetti livelli possono essere giocati (e rigiocati) separatamente, proponendo delle dinamiche di gioco abbastanza simili senza però sfociare mai nella ripetitività e nella noia.
Pur non essendo proprio uno sparatutto su binari, Killing Floor: Incursion è abbastanza lineare, come del resto altri titoli simili destinati alla realtà virtuale: il primo confronto che ci è venuto in mente è quello con Arizona Sunshine, rispetto al quale la fatica di Tripwire Interactive si pone in maniera un po' più cupa, conservando al suo interno un livello di humor che non tocca le vette di quelle del gioco targato Vertigo Games. Non aspettatevi quindi la tensione di Resident Evil 7, anche se avere un visore in testa contribuisce a entrare nella parte sentendosi in pericolo in prima persona, dimenticandosi della simulazione in cui è invece il protagonista. Ci si ritrova così ad affrontare orde di zombie, alternando queste fasi principali con altre che richiedono di soffermarsi a esplorare l'ambiente circostante per andare avanti, facendo uso della torcia che si ha in dotazione. Non mancano gli scontri con creature boss. Killing Floor: Incursion propone inoltre una seconda modalità, denominata Holdout, all'interno della quale fronteggiare potenzialmente all'infinito orde di Zed dalla difficoltà crescente, per vedere fino a che punto si è capaci di arrivare. Entrambe le modalità possono essere giocate insieme a un amico, grazie al supporto alla co-op online integrato da Tripwire Interactive.
Trofei PlayStation 4
Killing Floor: Incursion è accompagnato da trenta Trofei. Insieme al solito Platino, ottenibile dopo aver sbloccato tutti gli altri, ne troviamo tre di tipo Oro, sette Argento e diciannove Bronzo. Per ottenerli tutti è necessario destreggiarsi tra le due modalità del gioco, ottenendo fino a diecimila punti in Holdout e completando la campagna a livello difficile. È poi necessario portare a termine quest'ultima sia da soli che in co-op, oltre a compiere alcune azioni particolari come uccidere uno zombie colpendolo alla testa con un coltello lanciato dalla distanza.
Volano teste
Nonostante sia uno sparatutto, Killing Floor: Incursion è giocabile solo attraverso la coppia di PlayStation Move, senza quindi supporto all'Aim Controller. Una scelta legata senza dubbio alle dinamiche di questo titolo, orientate verso la possibilità di mantenere le armi con una sola mano (salvo alcune eccezioni) ma soprattutto verso il combattimento ravvicinato. Il giocatore può infatti usare qualsiasi cosa Killing Floor: Incursion gli permetta di prendere in mano per suonarle agli Zed di santa ragione, comprese parti dei loro corpi staccate a colpi di ascia. Quando tutto sembra andare storto, un braccio di Zed può rivelarsi un'arma terribile contro le creature, con le quali il confronto corpo a corpo è molto frequente. Per il resto troviamo una buona varietà di armi di ogni tipo, da coltelli che possono essere anche lanciati alla già citata ascia, fino ad arrivare a pistole e fucili (compreso quello di precisione, a cui è dedicata una piccola parte della campagna). Le varie armi sono collocate ai nostri fianchi o dietro le spalle, a seconda della loro tipologia: per estrarle occorre mimare il movimento coi due PlayStation Move, ripetendo la stessa cosa anche per riporle al loro posto.
Non è un sistema di controllo facile, quello di Killing Floor: Incursion, e richiede infatti di passare attraverso un lungo tutorial oltre a un po' di pratica aggiuntiva prima di essere addomesticato a dovere. Fortunatamente, gli sviluppatori hanno pensato di rimaterializzare gli oggetti addosso al giocatore, qualora egli dovesse malauguratamente lasciar cadere un'arma nel tentativo di metterla a posto. La modalità di movimento prescelta da Tripwire Interactive è il teletrasporto, dotato di una limitazione: per evitare che il giocatore scappi in continuazione dagli Zed è stato introdotto una specie di tempo di ricarica, che impedisce al giocatore di posizionarsi troppo lontano dalla posizione corrente dopo aver già compiuto un movimento. Più si va in giro quindi, meno ci si può muovere nell'immediato. Come ormai da standard dei giochi in realtà virtuale, il movimento avviene a scatti con la pressione dei tasti croce e cerchio del controller. Volendo si può comunque sostituire il tutto con il movimento fluido, facendo i conti con la propria eventuale predisposizione al malessere da movimento. A livello grafico Killing Floor: Incursion si presenta abbastanza bene, dando ormai per scontate tutte le considerazioni su ciò che questo può significare in ambito della realtà virtuale: gli ambienti cupi giocano senza dubbio a favore di Tripwire Interactive, a cui va comunque il merito di aver caratterizzato abbastanza bene le sue creature in modo che provochino in noi il giusto ribrezzo quando ce le troviamo a un palmo dal nostro naso.
Conclusioni
Killing Floor: Incursion prende gli elementi migliori visti negli altri esponenti del suo genere (ormai molto ben popolato, quantomeno in termini di quantità) e li mette insieme in un prodotto di buona qualità. Pur senza aggiungere nulla di particolare, il lavoro di Tripwire Interactive rappresenta dunque un'alternativa appetibile su PlayStation VR, soprattutto se amate il genere "horror". I limiti di Killing Floor: Incursion sono all'incirca gli stessi degli altri giochi del suo genere visti per la realtà virtuale, ma in questo caso il divertimento di certo non manca.
PRO
- Fasi di gioco ben alternate
- Ambientazione non ripetitiva
- Smembrare zombie è sempre divertente
CONTRO
- Sistema di controllo un po' ostico
- Trama marginale