Dopo una lunghissima attesa il secondo capitolo della saga di Layton è sbarcato in Italia. L'anno scorso il primo episodio è partito piano in tutta Europa per poi decollare grazie, oltre che alla innegabile qualità intrinseca del prodotto, all'ottima campagna marketing e i vari bundle, un successo probabilmente non del tutto atteso che ha dilatato l'arrivo di quella che in Giappone è una serie prossima al quarto capitolo, con qualche variante sul tema e un cartone animato in lavorazione. Ad ogni modo eccoci a Il Vaso di Pandora, titolo assolutamente godibile e dai tanti pregi che dovrà in qualche modo confrontarsi con il suo predecessore, facendo la serie praticamente genere a sé, e nel contempo con la premessa di cui sopra.
Layton number 2
A voler eccedere nella sintesi, si tratta di un esempio quasi accademico di "more of the same", nel senso che la struttura è la copia carbone del precedente e si dimostra fin da subito per quello che è, ovvero qualcosa di pensato per una serializzazione molto più rapida, da fruire uno via l'altro o quasi, non con l'attesa, le anteprime, le informazioni, l'hype. Con questo non si vuol dire che Layton atto secondo sia un titolo niente meno che godibilissimo o consigliabile, solo che rappresentando un'articolata versione narrata della settimana enigmistica è legato a dei binari piuttosto stretti, con il ritorno dell'interfaccia del primo, dei dialoghi, dei movimenti limitati allo spostamento da un ambiente all'altro e nessuna interazione se non la ricerca degli hotspot, utili a raccogliere le monete per gli aiuti e gli enigmi non distribuiti lungo lo svolgersi della trama. Nonostante si perda lievemente il senso di novità riguardo l'atmosfera e la storia tardi un po' a decollare, la narrazione ricopre ancora una volta un ruolo di primissimo piano con Layton e il piccolo Luke impegnati alla ricerca di un misterioso vaso, in qualche modo legato alle ricerche e alla morte del mentore del nostro detective galantuomo; superato qualche momento di bassa iniziale, si può dire che la storia superi
quella del primo. I filmati sono stupendi, anche loro meglio che in Il Villaggio dei misteri, così come lo è la varietà degli ambienti visto che anziché una singola grossa coordinata geografica si è scelto di passare in rassegna più luoghi diversi: Londra, treni e curiosi villaggi - ancora - compresi, con un set di personaggi che prevedibilmente annovera vecchie glorie e tante introduzioni, strizzando più di una volta l'occhio a tutti coloro avessero provato il precedente. Come in passato non mancano gli elementi di contorno: macchine fotografiche da raccogliere e soprattutto il difficile compito di far dimagrire un criceto, elementi secondari accessibili attraverso lo stesso menù di sempre ma utili a distrarre l'attenzione dai binari principali, aprendo anche in parte le porte alla solita gustosa selezione di enigmi aggiuntivi.
Luke, questo mi riporta alla mente...
Per ovvi motivi è inutile mettersi ad almanaccare su ogni singolo enigma: tutti i 150 puzzle proposti da Il Professor Layton e il Vaso di Pandora sono godibili e intelligenti, con alcune tipologie che si ripetono e la costante alternanza di quesiti strettamente legati alla trama, tematici, e altri decisamente più estemporanei anche se presentati in modo talmente pretestuoso da diventare simpatici. Insomma si passa dai numeri alla teoria dei dilemmi, da piccole esecuzioni grafiche fino a casi particolari di giochi celebri, sempre e comunque senza richiedere enormi calcoli e spiegando in modo magistrale cosa si chiede di compiere e perché.
Il nuovo pannello per segnarsi delle note mentre si svolge un enigma è una piccola e gradita soluzione che permette quando c'è da disegnare di avere una brutta e negli altri casi di prendere appunti. Torna, ovviamente, il sistema dei Picarati e quello degli aiuti, rimasti sostanzialmente immutati rispetto al precedente incontro ed eventualmente frutto di competizione con le altre persone con cui si condivide la cartuccia. Nella sua uguaglianza con il passato, quindi, Layton offre un'esperienza di alto livello, godibile dall'inizio alla fine, con una longevità leggermente superiore al passato e una cura per il particolare notevole che si trasmette dalla perfetta gestione del pennino e della sua interazione con i fondali fino ad arrivare allo studio dei menù, che nei puzzle danno il meglio presentandosi in una molteplicità di forme diverse, sempre o quasi all'altezza della situazione e a prova di fraintendimento. Dei filmati e della loro bellezza si è già detto, tutto il resto della grafica è un'alternanza di fondali fissi via via sovrapposti in base alle necessità e con il testo a schermo sempre ben posizionato. Una tirata d'orecchie per la colonna sonora, che in sé e per sé è bellissima, come i suoni, solo che anche questa volta si ripete all'infinito con davvero poca varietà, un peccato visto che Level 5 sembra avere perfettamente in mente come selezionare i suoi compositori.
Conclusioni
L'idea, ottima ancora dopo un anno, e gli enigmi particolarmente avvincenti fanno de Il Professor Layton e il Vaso di Pandora un gioco non nuovo ma ugualmente raccomandabile a tutti, ottimo nel mescolare il senso di sfida alla narrazione, senza mai perdere una personalità pressoché unica. L'acquisto è quindi più che consigliato, praticamente un obbligo per un atteso, ottimo more of the same fatto come si deve e si dovrebbe.
PRO
- Storia, atmosfera e personaggi di primissimo livello
- I puzzle sono belli e impegnativi senza richiedere enormi preconoscenze
- Poche modifiche mirate a ottimizzare l'esperienza
- Longevo
CONTRO
- A qualcuno potrebbe dare fastidio l'assenza totale di cambiamenti nella struttura. Forse
- Musiche ripetitive