Versione testata: Xbox 360
Gennaio di quest'anno sarà sicuramente ricordato come uno dei più adrenalinici degli ultimi tempi, visto il proliferare di titoli action, sparatutto, hack'n slash. Tra questi si inserisce molto bene il seguito di quel Army of Two che a suo tempo fece vedere buone cose, lanciando l'idea dell'avventura spalla a spalla con un compagno ed il suo cameratismo pungente, anche se con qualche difetto che ne tarpava le ali. Gli esperti sviluppatori di EA Montreal hanno fatto tesoro delle critiche mosse alla loro prima creatura e sono tornati in pista con il secondo capitolo, chiamato "The 40th Day", riveduto, corretto ed estremamente potenziato in tutti gli aspetti principali riguardo a gameplay, co-op, multiplayer e grafica.
Tempi e spazialità cambiano radicalmente: laddove l'originale si dipanava attraverso anni lungo numerose location sparse qua e là nel mondo, Army of Two: The 40th Day è ambientato unicamente a Shangai in un arco di tempo che abbraccia una manciata di giorni. I protagonisti Salem e Rios sono tornati per svolgere una nuova missione, sono mercenari appartenenti ad una società privata, ma le cose iniziano decisamente ad andare storte quando si accorgono che la città sta iniziando a sprofondare nel caos. Attacchi terroristici, aerei dirottati, grattacieli che crollano uno dopo l'altro e lo scenario post apocalittico è servito. Ora la missione è sopravvivere, cercando nel frattempo di capire chi sono i responsabili di tale caos e decimando i terroristi che si parano sulla propria strada.
Le novità
Il gameplay di base è rimasto inalterato dal primo capitolo, tuttavia sono state apportate molte modifiche e migliorie a tutto quel "contorno" che sminuiva alcune parti di Army of Two. The 40th Day è un gioco decisamente più solido, completo e rifinito sotto tutti i punti di vista, netto segno che le critiche mosse sono arrivate al destinatario con successo. Il sistema di movimento, il puntamento e l'inquadratura sono rimaste le stesse che hanno reso famosi giochi come Gears of War e Resident Evil 4, con telecamera appena dietro le spalle pronta a zoomare e lasciare il campo visivo libero in caso di puntamento dell'arma. La possibilità di modificare le armi è stata enormemente aumentata, dando adesso libero sfogo alle fantasie di tutti gli amanti dell'artiglieria con decine e decine di potenziamenti, armi secondarie, gadget e opzioni legate alla balistica di ogni fucile, mitragliatore o pistola. Durante l'avventura si guadagnano soldi (trovati o rubati ai nemici) che si possono utilizzare per fare acquisti in ogni momento di pausa, tra una guerriglia e l'altra, sbloccando così le nuove armi e tutte le meraviglie tecnologiche indispensabili a soldati moderni come quelli di Army of Two. Ovviamente, come anche il titolo suggerisce, la cooperazione è rimasta il pilastro fondamentale sul quale poggia tutto il gameplay. Il nostro compagno (reale o virtuale) può essere un amico al nostro fianco, un bot della CPU, oppure una qualsiasi persone collegata ad Xbox Live o PSN. Le opzioni dedicate all'azione simultanea sono state anch'esse ampliate e rese più incisive e profonde sulla giocabilità. In qualsiasi momento si può ordinare al compagno di farci da copertura, di avanzare, di attenderci in un derterminato punto, oppure possiamo seguirlo dietro uno scudo corazzato. Ritorna, infatti, il sistema di aggro che registra il grado di attenzione dei nemici nei confronti dei due compagni, a seconda di quanto apertamente abbiano fatto fuoco o di quanto silenziosi siano stati nel muoversi, in un balletto virtuale in cui costruire strategicamente il ruolo che di volta in volta si vuole ricoprire in battaglia. In più, però, tramite la pressione del tasto select, viene attivato un visore speciale che consente di inquadrare i nemici e poterli tenere sempre bene in vista tramite delle marcature, in modo da poter impartire ordini precisi e diretti al nostro compagno anche quando si gioca in solitaria. Spesso, ad esempio, siamo chiamati a dover salvare degli ostaggi in mano ai terroristi. Dopo aver segnalato la posizione dei nemici con il marcatore, il nostro alter-ego potrà così far fuoco all'unisono insieme a noi in modo da eliminarli contemporaneamente o prendersi tutta l'aggro per lasciarci agire indisturbati, in maniera molto più precisa di quanto non accadesse nel prequel. Il problema è che la CPU in questo rapporto a due ricopre a volte un ruolo un po' troppo passivo, lasciandoci il compito di taggare quasi sempre i nemici riducendo la varietà delle soluzioni tattiche adottabili.
Obiettivi Xbox 360
Come ogni gioco per Xbox360, anche Army of Two: The 40th Day mette a disposizione del giocatore i canonici 1000 punti da sbloccare, attraverso 50 obiettivi composti da 16 segreti e 34 visibili. Questi ultimi sono composti esclusivamente da obiettivi "progressivi" che si ottengono avanzando nei vari livelli, completando il gioco o facendo un certo numero di uccisioni con particolari armi. Quelli segreti, invece, sono legati alle modalità multiplayer e richiederanno uno sforzo notevolmente maggiore per poter essere ottenuti. I più impegnativi sono sicuramente quelli che esigono il salvataggio di tutti gli ostaggi e l'uccisione di un nemico con tutte le armi disponibili nel gioco, anche quelle speciali e segrete.
Doppia potenza di fuoco
I due mercenari sono sì spregiudicati e all'occorrenza eroici, ma non sempre compiono scelte moralmente impeccabili. In alcuni casi il gioco mette alla prova le nostre azioni e ci giudica, assegnando dei punteggi da "buono" o "cattivo" soldato. Uccidere un alleato per aumentare il proprio stipendio, oppure lasciarlo in vita rinunciando ai dollari? E' solo uno dei dubbi davanti al quale Army of Two:The 40th Day mette in crisi la nostra moralità. Questo metro di giudizio ha l'unica grossa pecca di venire resettato all'inizio di ogni livello, rendendo di fatto vano il tentativo di darci un allineamento permanente che influisca ad esempio sull'andamento del gioco o sul comportamento ed il rapporto che ha il nostro compagno verso di noi, limitandosi le scelte a variazioni che esauriscono sul momento la loro efficacia. Parlando invece delle "scelte" messe in campo dalla CPU, è doveroso parlare di un'intelligenza artificiale tosta e ben congeniata, anche se altalenante. Nella maggior parte dei frangenti i nemici si dimostrano molto ostili e decisamente furbi, nascondendosi ovunque, trascinandosi dietro i ripari se vengono colpiti, aiutando compagni in difficoltà, rianimandoli, accerchiandoci da ogni lato. Sporadicamente, però, notiamo che quando si presentano su schermo una quantità molto alta di terroristi, alcuni di essi pare siano meno "furbi" degli altri, iniziando a camminare imperterriti e noncuranti nella nostra direzione. A volte, se presi alla sprovvista, reagiscono con troppa lentezza, mentre altre ancora sono fin troppo precisi e letali, segno di una Intelligenza Artificiale un po' troppo altalenante.
Distruzione a Shangai
La IA del nostro compagno, giocando in singolo, è comunque molto realistica ed umana, sicuramente molto migliorata dal primo, acerbo capitolo. In alcuni livelli dove il nostro amico ci deve difendere egli fa diligentemente il suo lavoro, senza facilitarci troppo il compito ma comunque facendosi vedere attivo ed all'opera. Il bilanciamento, in questo senso, è ottimo. Non è sicuramente facile far lavorare la CPU in modo da aiutarci, senza dare l'impressione di fare essa stessa tutto il lavoro. La situazione è comunque sempre nelle nostre mani, a prescindere dal compagno (a meno che non si giochi a fianco di un amico vero). Un altro netto miglioramento, rispetto al precedente capitolo di Army of Two, è l'implementazione di un multiplayer profondo e perfettamente bilanciato che allunga la vita del gioco una volta terminata l'avventura principale.
Ci sono tre modalità di cui sicuramente la più divertente è il Deathmach Co-Op, nel quale combattiamo a fianco del nostro compagno contro un massimo di otto team da due persone l'uno. Anche in questo caso tutte le opzioni studiate per funzionare in due risultano ampiamente sfruttate ai fini del gameplay: difendere con uno scudo mentre l'altro spara, coprire il nostro amico cecchinando da lontano, effettuare dei diversivi, attaccare spalla a spalla. Le altre modalità sono la classica "cattura la bandiera" ed un "warzone" nel quale dobbiamo completare obiettivi in modo sequenziale all'interno di mappe appositamente studiate. Il comparto multiplayer serve a dare ancora più sostanza e corposità ad un gioco già di per sè completo ed ormai maturo.
Stiamo calmi!
E' il peggior zoo di sempre! Con questa battuta il protagonista di Army of Two: The 40th Day saluta la fine di uno dei livelli più riusciti del gioco, il giardino zoologico. L'intero gioco è ambientato totalmente nella città di Shangai, partendo da un palazzo in fiamme fino ai suoi bassifondi. Ogni livello è veramente ben strutturato e congeniato in modo diverso, espandendosi in orizzontale, verticale, lungo e stretto, largo e circolare. Pur con un level design ottimo il fatto di trovarci perennemente a Shangai potrebbe a molti far tornare la voglia di girare il mondo come nel primo capitolo di Army of Two. La cura riposta nei dettagli è disarmante. I viottoli della città cinese pullulano di persone, gatti, cani, carta straccia che vola via, panni tesi dalle finestre che ondulano con il vento, negozi e case ricche di dettagli, ed una miriade di oggetti sparsi ovunque che rendono l'ambientazione particolareggiata e realistica come non mai.
Il motore grafico gestisce in totale libertà e senza affanno la mole poligonale impressionante che tutti i palazzi, grattacieli e case impongono alla CPU. Qualche pop-up sporadico è il minimo che ci si potesse aspettare, visto che il gioco non soffre anche nelle situazioni più intricate. Lo svolgersi degli eventi esalta le catastrofi che accadono mentre proseguiamo nei livelli, dentro i quali, in modo scriptato e per questo molto coinvolgente, si abbattono aerei di linea, esplodono palazzi, crollano grattacieli. Il comparto sonoro viaggia di pari passo a quello visivo, con una colonna sonora incalzante e coinvolgente che sottolinea i momenti più drammatici ed emotivi. Le voci, tutte ben recitate, cambiano intonazione se provenienti da ambienti esterni o interni. Gli effetti delle armi sono tutti differenti e "suonano" in modo decisamente diverso se all'arma vengono applicati dei potenziamenti; la sensazione è quella di trovarci in una vera e propria zona di guerra, con proiettili provenienti da ogni angolo, voci, urla disperate, il nostro compagno che ci dice cosa fare o chiede aiuto. L'aspetto ironico dei dialoghi (enormemente ridimensionati rispetto al primo Army of Two, dove i due eroi esageravano forse un po' in loquacità) spesso mette il sorriso sulla bocca, pur in quel caos infernale che appare su schermo.
Conclusioni
Army of Two:The 40th Day è finalmente un videogioco completo e ben congeniato sotto tutti i punti di vista. Al comparto grafico molto migliorato si affianca un gameplay collaudato e funzionante al quale sono state aggiunte molte possibilità. Peccato per le nostre scelte morali che potevano essere sfruttate meglio e qualche svarione della CPU che in alcuni casi passa facilmente da un estremo all'altro. Un titolo assolutamente da avere per tutti gli amanti degli sparatutto e per chi si vuole godere un'avventura sempre a fianco di un amico, visto che in due ci si diverte davvero tanto.
PRO
- Più cooperazione e multiplayer
- Customizzazione delle armi
- Realizzazione tecnica
CONTRO
- Shangai è bellissima ma può stancare
- La moralità poteva essere sfruttata meglio
- La CPU a volte fa brutti scherzi