I primi anni '80 hanno senz'altro posto le basi per la nascita dei videogame moderni. Sword of Fargoal, nella fattispecie, era un affascinante mix tra azione, avventura e RPG. Sviluppato nel 1982 da Jeff McCord, il gioco uscì prima per VIC-20 e poi per Commodore 64, guadagnando un'enorme popolarità fra gli hardcore gamer per via del livello di difficoltà tutt'altro che amichevole, specie negli stage più avanzati.
Il guerriero protagonista doveva aggirarsi all'interno di una serie di dungeon sempre più profondi, alla ricerca della mitica Spada di Argoal, e affrontare tutte le insidie del caso. Le location erano inizialmente buie, coperte da una foschia che si diradava solo al passaggio del personaggio, e la nebbia poteva nascondere tanto forzieri e monete d'oro quanto trappole e nemici da combattere. La grossa novità del gioco era costituita dal level-up del guerriero, che man mano che procedeva nell'avventura e superava indenne gli scontri diventava più forte e scaltro. I combattimenti erano regolati da un sistema molto semplice e quasi automatico, ma risultavano arricchiti dalla presenza di incantesimi che potevano essere utilizzati per sottrarsi da una situazione potenzialmente mortale (teletrasporto) o per avvantaggiarsi in vari modi (aumentando l'area visibile durante gli spostamenti, creando barriere, rendendo il personaggio invisibile, ecc.).
Trent'anni e non sentirli
Sword of Fargoal, nella sua versione per iPhone e iPod Touch, nasce da un progetto che vede coinvolto lo stesso Jeff McCord e alcuni suoi collaboratori. Si tratta senza dubbio di un omaggio al videogame originale, realizzato con rispetto e passione, che però fin dalle prime battute si pone come il classico prodotto per soli nostalgici. Il perché è semplice: gli sviluppatori hanno riproposto il gameplay e la struttura di gioco originali, senza modificarli in alcun modo e offrendo dunque agli utenti un'esperienza che sa tanto di retrogaming e ben poco ha a che fare con i più recenti videogame disponibili sull'App Store.
Il nostro guerriero (maschio o femmina) esplora i dungeon, raccoglie tesori, affronta nemici ed evita trappole proprio come quasi trent'anni fa su Commodore 64. E benché sia stata introdotta la possibilità di salvare la partita fra una spedizione e l'altra, allo stesso modo bisogna ricominciare gli stage da zero non appena si incorre nel game over. Esplorare lo scenario, insomma, è una pratica che richiede accortezza e strategia, perché ci sono trappole che possono ucciderci all'istante e alcuni avversari ostici che sarebbe il caso di non affrontare da subito... meglio prima fare un po' di "livellaggio". La lista degli incantesimi disponibili è rimasta la stessa: drift (per superare indenni una trappola), light (aumenta il "campo visivo" del personaggio), invisibility (ci rende invisibili ai nemici), regeneration (ci fa recuperare energia vitale), teleport (il teletrasporto di cui sopra) e shield (uno scudo che, nella versione per iPhone, rimane attivo finché non viene distrutto). Stessi anche i nemici, sempre molto vari tra arcieri, mercenari, troll, ranger, assassini, ecc. Il sistema di controllo non utilizza il classico d-pad virtuale, bensì ci vede "indicare" al nostro personaggio la direzione verso cui vogliamo si muova: come soluzione non è molto immediata né precisa, purtroppo. Un doppio tap sul touch screen si traduce in uno zoom della mappa. Tecnicamente è stato operato un completo restyling, ma grafica e sonoro appaiono in ogni caso molto datati: gli sprite sono praticamente privi di animazioni e si spostano sullo scenario come pedine di una scacchiera, gli effetti ricordano da vicino quelli della versione originale.
La versione testata è la 1.0
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Conclusioni
Come pura e semplice "operazione nostalgia", Sword of Fargoal risulta essere un remake ben fatto, che riprende gameplay e struttura dell'originale videogame dei primi anni '80 e li trasporta su iPhone quasi inalterati. Senza preoccuparsi del fatto che negli ultimi trent'anni le cose sono cambiate un bel po', e che anche i classici vengono riproposti secondo determinati criteri, atti a smussarne gli angoli e a renderli più attuali. Ci troviamo di fronte a un prodotto controverso, insomma: imperdibile per i nostalgici, ampiamente evitabile per tutti gli altri. La sua modesta realizzazione tecnica, in ogni caso, mal si sposa con un prezzo al pubblico piuttosto elevato (3,99 euro), decisamente fuori mercato rispetto alla quantità e alla qualità delle alternative disponibili.
PRO
- Imperdibile per i nostalgici
- Gameplay d'altri tempi...
CONTRO
- ...nel bene e nel male
- Tecnicamente appena passabile
- Costo spropositato