Ed eccoci qua, all'ennesimo appuntamento con il tormentone di grandi e piccini. Ne è passato di tempo... ah no, in effetti, non è passato molto tempo dall'ultima iterazione della serie "ufficiale", quel Pokémon Platino che, come da tradizione, faceva da appendice alle versioni Diamante e Perla rilasciate precedentemente.
Come se non bastasse il canonico episodio extra per coppia, ultimamente Nintendo ci ha anche preso gusto con i remake, moda cominciata un paio d'anni fa con le versioni Rosso Fuoco e Verde Foglia, che riproponevano ai giocatori di oggi l'avventura iniziata più di dieci anni fa con le versioni Blu, Rosso e Giallo, naturalmente aggiornate alla cosiddetta quarta generazione della serie con le meccaniche già viste in Diamante e Perla. Questo piccolo sentiero dei ricordi ci porta dritti dritti alla nuova proposta del 2010, SoulSilver e HeartGold, remake delle versioni Argento e Oro del 1999. Remake davvero importanti, e il perchè lo scoprirete continuando a leggere.
Ritorno a Johto
Le versioni Argento e Oro di Pokémon sono generalmente considerate dai fan e dalla critica le migliori del franchise. Uno dei motivi è sicuramente il ricordo affezionato di quell'escursione nel mondo dei pokémon, per la prima volta a colori sugli schermi del Game Boy Color, con feature che a quei tempi erano praticamente innovative e che lo rendevano un piccolo kolossal nella variegata ludoteca portatile della fine degli anni '90.
E' naturale quindi che le aspettative nei confronti di questa uscita siano altissime. Vogliamo essere schietti già adesso: HeartGold e SoulSilver sono quasi un punto d'arrivo per il franchise e in un certo senso sarebbe significativo che il cerchio si chiudesse così. Il nuovo binomio partorito da Game Freaks è sostanzialmente una summa delle caratteristiche più convincenti e acclamate della serie, combinate con l'ambientazione e gli elementi chiave dei due storici episodi originali. La storia è sempre la stessa: nei panni di un giovane allenatore di pokémon dovrete intraprendere un viaggio per confrontarvi con i capi palestra della regione di Johto, catturando nuove creature da addestrare. E siccome non può esserci un'avventura degna di questo nome senza un antagonista, in questo caso il giocatore dovrà intralciare i piani di conquista del malvagio Team Rocket, arrivando a scoprire i segreti di alcuni pokémon leggendari e venerati come dei. Come di consueto, la trama è estremamente semplice, un vero e proprio pretesto per immergere il giocatore in un mondo colorato e stravagante, che riesce a dare vera assuefazione: collezionarli tutti sarà presto il vero obbiettivo, l'esplorazione diventa una continua sorpresa e i combattimenti casuali un mezzo necessario a diventare i migliori, quelli che hanno più pokémon, più medaglie, più livelli e anche più pazienza.
SoulSilver e HeartGold offrono dunque i contenuti già sorprendenti nel 1999, arricchiti da quelle meccaniche evolutesi nel corso di dieci anni, di episodio in episodio, fino a diventare praticamente stagnanti. Ma siamo onesti: quello che abbiamo di fronte non è altro che una versione di Argento e Oro rielaborata con il look di Diamante e Perla. Un look godibile ma che senz'altro non lascia a bocca aperta: il mondo dei Pokémon è un mix di sprite bidimensionali e strutture in semplice 3D, coloratissimo e dettagliato ma non certo il top delle capacità del Nintendo DS. Intendiamoci, gli sprite delle creaturine in combattimento continuano a restare praticamente immobili. E gli effetti sonori? I versi dei pokémon sono rimasti quelli a 8 bit della prima generazione, stridii insopportabili e fastidiosi. Ma chi compra Pokémon non lo fa certo per la tecnica. E SoulSilver e HeartGold sono una vera miniera di gameplay.
Di tutto e di più
La struttura resta la solita: catturare pokémon, potenziarli facendoli combattere per poi assemblare una squadra e andare a far nera quella dell'avversario di turno. La progressione di area in area è graduale, i nostri pokémon hanno accesso a delle abilità che ci permettono di valicare alcuni ostacoli ambientali e continuare la nostra esplorazione di Johto, raggiungendo nuove zone e città per combattere ancora. E ancora. Il sistema di combattimento resta lo stesso di sempre, basato sulle regole del forbici-sasso-carta estese alla moltitudine di elementi ai quali appartengono i mostriciattoli: fuoco, acqua, erba, fulmine e così via. I pokémon si evolvono aumentando di livello o in determinate condizioni, nuove abilità si imparano e altre si dimenticano, pian piano il gioco diventa sempre più complesso e serve un'attenta pianificazione per vincere nelle fasi finali. Ma HeartGold e SoulSilver non sono mai frustranti e Game Freaks è riuscita a riproporre lo sviluppo dell'avventura bilanciandola attorno alle features della quarta generazione, come gli scontri a coppia o i pokémon a elemento multiplo. Insomma, già visto e già fatto, che senso ha tornare a Johto? Ha senso perchè HeartGold e SoulSilver sono probabilmente le cartucce più longeve nella lunga storia del franchise.
La quantità di contenuti proposta è, semplicemente, spaventosa. Non solo i due giochi contengono le ambientazioni, i pokémon e la storia delle versioni Oro e Argento: Game Freaks ha buttato nel calderone anche le features dell'edizione Cristallo che fu complementare ai due episodi originali all'inizio del millennio, come per esempio la quest relativa al leggendario Suicune, sapientemente integrata nella nuova avventura. In effetti, limitare HeartGold e SoulSilver alla semplice sconfitta degli otto capi-palestra iniziali sarebbe sbagliato, visto che il giocatore avrà la possibilità di tornare nell'originale regione di Kanto per catturare nuove creature e battere nuovi avversari. Numerosi anche i pokémon segreti da ottenere, presi un po' da tutti gli episodi della serie, da Mewtwo a Rayquaza, che metteranno a dura prova la pazienza dei giocatori più tenaci regalando in cambio enormi soddisfazioni. Tornano anche gli eventi quotidiani basati sul calendario, abbandonati proprio ai tempi di Oro e Argento, e adesso reintegrati per offrire una maggiore varietà situazionale, garantita anche dai numerosi mini-game inseriti per passare il tempo tra una battaglia e l'altra: spicca sopratutto il Pokecathlon, una serie di spassosi minigiochi da affrontare utilizzando la stilo insieme a tre dei nostri pokémon, in palio ricchi premi e cotillons. E' tutto? Neanche per sogno.
Come ti vendo il remake
A questo punto è abbastanza chiaro che HeartGold e SoulSilver offrono tanta di quella roba da fare impazzire letteralmente il fan della serie. Eppure, proprio qui sta il dilemma: non c'è realmente niente di nuovo in HeartGold e SoulSilver da consigliarne l'acquisto a chi ha masticato regolarmente ogni nuova generazione del franchise dal 1999 ad oggi. Chi ha già completato il proprio PokéDex dieci anni fa ma anche chi ha conosciuto la serie dopo Argento e Oro troverà questi remake sicuramente degni di interesse e probabilmente addirittura migliori di Diamante e Perla, ma non c'è niente di veramente nuovo che li renda imprescindibili.
A parte il Pokéwalker, s'intende. Nella confezione del gioco troverete infatti un piccolo accessorio simile a un Tamagotchi: il giocatore può trasferire via infrarossi i dati di un pokémon nella memoria di questa periferica, per poi semplicemente portarsela dietro e lasciare che il pokémon ci "segua" nella nostra vita quotidiana. Un podometro interno conterà i nostri passi, facendo guadagnare esperienza al pokémon di turno, e permettendoci perfino di catturare nuovi pokémon.
Basteranno pochi attimi per trasferire la nostra passeggiata sul Nintendo DS: la meccanica è estremamente basilare, eppure è un piccolo tocco di classe che rende l'esperienza decisamente interattiva e coinvolgente, grazie anche ai "percorsi" scaricabili che ampliano le possibilità di questo semplice accessorio. E' un po' come portarsi dietro un Cyndaquil o un Totodile quando andiamo a fare la spesa o a fare jogging, un po' come quella feature di Pokémon Giallo, ripresa proprio in HeartGold e SoulSilver, che ci permette di visualizzare lo sprite del nostro pokémon preferito del team, fuori dalla sua Pokéball, esattamente come nel cartone animato. E a proposito di interattività, non possiamo che chiudere questa recensione con un cenno alla componente Internet di Pokémon HeartGold e SoulSilver: niente di nuovo sotto il sole, in realtà, visto che esattamente come in Pokémon Diamante, Perla e Platino sarà possibile collegarsi a Internet o in locale per scambiare pokémon e farli combattere con amici e sconosciuti.
Conclusioni
Tante volte ci è capitato di sentire parlare di Pokémon come di un gioco per bambini, un RPG di serie B. Niente di più falso. Chiunque abbia speso almeno dieci ore su una qualsiasi iterazione di Pokémon potrà confermarvi la bontà e la profondità di uno degli RPG più vari e longevi in commercio, il cui pregio, sopratutto, è quello di diventare una vera droga. Il suo difetto? Continuare a riciclarsi. HeartGold e SoulSilver sono una vera e propria contraddizione: rappresentano la migliore edizione della serie ma contemporaneamente non offrono nè ai vecchi fan nè ai novelli giocatori qualcosa di veramente nuovo, a parte una simpatica periferica. Per chi ama i pokémon e non ha mai esplorato la regione di Johto, sono un acquisto davvero obbligato. Per tutti gli altri... beh, dipende. Li volete riacchiappare tutti?
PRO
- Il meglio del meglio di Pokémon
- Pokéwalker: semplice ma geniale
- Incredibilmente longevo
CONTRO
- Festa del riciclaggio
- Effetti sonori 8 bit!? Ancora?!
- Nulla di nuovo sotto il sole (di Johto)