Non si può dire che Ubisoft non abbia saputo valorizzare il brand di Prince of Persia dal punto di vista commerciale: non solo è diventato - quasi - un appuntamento annuale, ma si è diffuso su qualsiasi piattaforma possibile, portatile o casalinga, e adesso si è pure tramutato in un film di successo.
Questa enorme proliferazione di giochi dedicati al principe ha forzatamente comportato un abbassamento della qualità media dei singoli prodotti, tanto che si possono ben identificare progetti principali, subordinati e addirittura, recentemente, subordinati di secondo grado: questo episodio per DS, come investimento, rientra senz'ombra di dubbio nell'ultima categoria. Che si tratti di un lavoro a basso budget lo si capisce già dalla presentazione, abbastanza rudimentale nelle animazioni, e la sensazione va fortificandosi col passare del tempo: insomma, già prima di assaggiare l'essenza del gioco si nota la mancanza delle rifiniture - grafiche, sonore, ritmiche - che contraddistinguono gli episodi più importanti della serie.
New Prince of Persia DS
Nonostante sia la console più venduta del pianeta, Ubisoft ha deciso di omaggiare il DS con, al massimo, un Conte di Persia (che sì, sta pure sotto al Marchese): quali che siano i meriti o le colpe della suddivisione indiana - che ha sviluppato la versione DS di Forgotten Sands - va chiarito come la multinazionale "francese" avesse già destinato in partenza un finanziamento molto, molto più basso a questa edizione rispetto alle altre (PSP compresa). E questo è un peccato, perché l'idea alla base del gioco è tutt'altro che sciocca: sostanzialmente si tratta di un ritorno alle origini, dove per origini intendiamo Prince of Persia, classe 1989, ampiamente ancorato alle due dimensioni. L'intero sistema di controllo, alla stregua di Zelda o Kirby: Canvas Curse, come, in pratica, nei più coraggiosi giochi per DS, è affidato al Touch Screen.
Il problema principale, che analizzeremo più dettagliatamente da qui in avanti, è che il gioco rappresenta più un punto di collisione tra queste due anime che un'ideale unione tra le due. Forgotten Sands non è esattamente strutturato come l'originale Prince of Persia: oltre all'assenza del timer, a separare i singoli stage c'è una spartana mappa in stile New Super Mario Bros, e tra un livello e l'altro si può pure visitare un negozietto per comprare degli upgrade (armi, vestiti e amenità simili), a dire il vero piuttosto superflui (l'aumento delle statistiche influisce poco nell'interazione coi nemici). Non solo, oltre alla mappa è stata inserita una scansione in mondi tipicamente Mariesca. Non che si passi dal cielo al deserto alla neve, ma c'è la classica progressione di 6-7 livelli prima del "boss finale"; le affinità non finiscono qui, visto che per ogni stage ci sono alcuni scrigni nascosti, il cui ritrovamento non è necessario a superare gli stage (un po' come le tre monete segrete del gioco Nintendo). Anche in questo ambito però sembra che gli sviluppatori abbiano riflettuto poco su queste caratteristiche, che paiono inserite più per conformismo che per un'effettiva coerenza con le dinamiche di gioco. Se si fossero limitati a rinverdire in chiave poligonale, alla Klonoa per capirci, la cifra stilistica del primo Prince of Persia, senza mappe, negozi o oggetti nascosti, probabilmente il pubblico non ne avrebbe notato l'assenza, e loro avrebbero avuto più tempo per modellare la materia prima.
Tocco maldestro
Il design degli stage non è scadente, o meglio, non è scadente in assoluto: semplicemente tutto il lavoro viene vanificato dal sistema di controllo. Esaminati autonomamente i comandi appaiono ben oleati: come Link in Spirit Tracks il principe segue fedelmente i movimenti del cursore, da destra a sinistra, dall'alto il basso, tira un fendente con la sciabola quando si traccia una linea, addirittura, come il vento in Lostwinds, si può trasportare della sabbia qua e là per lo schermo trascinandola col pennino.
Esattamente come Link, inoltre, il principe salta automaticamente da una piattaforma all'altra: a differenza di Zelda però Forgotten Sands non è un action-rpg, ma un platform con elementi action, e il fatto che in un platform 2d ci sia la certezza assoluta di riuscire a effettuare un salto, indipendentemente dalla velocità e dalle tempistiche, mortifica completamente la sfida e azzera la tensione. Ci sono momenti in cui non ci si può buttare a capofitto verso la piattaforma successiva, ma l'ostacolo non è rappresentato dal vuoto in sé, bensì dagli oggetti/lame che spesso deambulano tra un ripiano e l'altro. Per complicare la vita al giocatore gli sviluppatori hanno inserito dei semplici enigmi qua e là per gli stage - anche questi abbastanza Zeldiani, come il classico spingi la pietra/tira la pietra - che però sono poco incisivi e spezzano troppo il ritmo dell'azione, oltre a essere, come molti altri elementi, fuori contesto. Sebbene la qualità dei giochi sia piuttosto altalenante, la serie di Prince of Persia si è sempre distinta per uno stile visivo raffinato, a partire dall'eccellente capostipite per arrivare al recente episodio in cel-shading: anche in questo campo ci sono stati dei cali, ma anche le flessioni non sono mai scese sotto il livello della decenza, e Forgotten Sands per DS non fa eccezione. Sicuramente lo stile super-deformed è poco rappresentativo della saga nel suo complesso, ma è adatto a questo episodio, e la realizzazione tecnica è abbastanza buona: per rimanere coerenti all'incoerenza del progetto gli sviluppatori hanno inserito delle illustrazioni e delle cut-scene molto, molto più realistiche del canone stilistico usato nelle fasi di gioco, e questo contrasto è probabilmente l'aspetto più fastidioso della grafica, che nel suo complesso comunque, come detto prima, non sfigura affatto.
Conclusioni
Il concept di Forgotten Sands è interessante (tenta di unire le classiche meccaniche 2d al controllo via touch screen), e preso singolarmente ogni ingrediente del progetto è positivo, eppure Ubisoft, piuttosto che amalgamare gli elementi, si è limitata a inserirli nello stesso contenitore, e così finiscono per indebolirsi vicendevolmente per tutta la durata del gioco. Un sacco di materiale sprecato insomma, ma prima di incolpare gli sviluppatori bisogna tenere conto che questa versione per DS è stata realizzata con un budget molto, molto, molto più basso di quelle per PS3 o per Wii. Evidentemente essere il portatile più venduto del mondo non è abbastanza per avere un Prince of Persia di primo piano.
PRO
- Buon concept
- Grafica ben fatta
- Controlli intuitivi...
CONTRO
- ... ma non adatti al genere
- Gioco poco coeso
- Scarsa sfida