Versione testata: PC
Cosa sareste disposti ad accettare per avere uno sparatutto in prima persona vecchia scuola, uno di quelli che nel bene o nel male si impegnano fino alla fine ad aggiungere nuove meccaniche e spunti piuttosto che introdurre, nei primi dieci minuti, le più o meno geniali intuizioni che caratterizzeranno tutte le - poche - ore di gioco? Se la risposta comprende la reiterazione pedissequa di idee già viste e un livello di pulizia non propriamente stratosferico, allora Singularity potrebbe fare per voi. L'ultimo arrivato di Raven Software era pronto mesi or sono ed è stato rimandato per non finire schiacciato tra le più blasonate uscite dello scorso inverno, venendo infine lanciato nella mischia da una Activision che probabilmente poco ci ha creduto e poco ci crederà fino in fondo; un peccato, considerando quanto quest'opera imperfetta si presti ad essere goduta da una certa fetta d'utenza.
Le circa nove ore necessarie a completare l'avventura partono da una premessa che coinvolge la buona, vecchia Madre Russia: un gruppo di soldati delle forze speciali americane, tra cui l'alter ego dell'utente, viene spedito su Katorga 12, isoletta al largo dell'ex Unione Sovietica orientale dove nel secondo dopoguerra sono stati condotti degli esperimenti riguardanti l'elemento E99, un'aggiunta alla tavola periodica reperibile solo nel sottosuolo di quel punto sperduto in mezzo al mare, una fonte d'energia dal potenziale enorme che presto, però, si è scoperta essere utile nell'applicazione delle più bizzarre teorie quantistiche su spazio e tempo. Dopo un atterraggio decisamente poco ortodosso, quello che inizialmente sembrerà un luogo abbandonato avrà modo di dimostrarsi qualcosa di molto, molto più spaventoso.
L'arte di arrangiarsi
Come detto, Singularity è un continuo rifarsi ad altre opere. Dal punto di vista narrativo le prime ore ricordano non poco Bioshock: Katorga 12, come Rapture, rappresenta un piccolo ecosistema costruito a supporto di un preciso obiettivo - ora l'utilizzo di una nuova risorsa per rendere invincibile la Russia, ora l'elaborazione di una società migliore di quella costruita dagli uomini in superficie - che viene illustrato al giocatore attraverso una serie di escamotage, come le oramai classiche registrazioni audio disseminate per i livelli o dei filmati realizzati per introdurre i nuovi arrivati alla vita sull'isola, cercando così di rendere più immersivo e credibile l'ambiente di gioco. Le similitudini si fermano comunque qui, lasciando spazio a una progressione estremamente lineare che ci porterà a modificare il susseguirsi degli eventi saltando indietro nel tempo, incontrando vecchi fisici desiderosi di cambiare la storia e anche un'organizzazione segreta la cui effettiva utilità ai fini della storia resta in potenza, un po' sprecata.
Si prende a piene mani, quindi, dai vari Cryostasis e Half-Life 2, citandoli in una trama che si tiene in piedi, anche grazie a una riuscita atmosfera, quando nel corso del suo svolgimento, ma presenta diversi punti poco assennati quando ai titoli di coda si sovrappongono le riflessioni su quanto successo. Similmente, il gameplay non inventa nulla, preferendo aggiungere pezzo dopo pezzo elementi liberamente tratti da altre opere. In un level design fatto di corridoi e piccole aree più aperte, generalmente di buona fattura per quanto ultra guidato, si alterna quindi l'uso delle normali armi da fuoco al Congegno di Manipolazione Temporale - o CMT - ovvero la massima espressione dell'ingegneria post E99. Un dispositivo che un po' come visto in Timeshift permette di alterare il normale flusso del tempo, invecchiando o ringiovanendo oggetti e nemici, creando delle bolle che rallentano fino all'immobilità quanto vi si trova all'interno e fungendo infine da simil gravity gun, tanto per non farsi mancare un'altra citazione al capolavoro Valve.
Tanti elementi che uniti ad altri, come il poco utile sistema di crescita delle armi e quello, molto meglio implementato, del CMT, vengono ben sfruttati in una quantità di scenari differenti: le sparatorie si susseguono con sempre qualche nuovo gadget o potere da sperimentare e gli ambienti, teatro anche di alcuni puzzle di onesta realizzazione per quanto forse sul finale un po' troppo uguali a sè stessi, offrono una buona varietà di situazioni, influendo anche sulla giocabilità come nel caso di una lunga sessione con il volto coperto dalla maschera anti gas, tenuti in vita dalle bombole di ossigeno sparse per le stanze di una vecchia struttura militare. Insomma Raven Software prende ispirazione, copia addirittura, ma riesce a divertire per tutta la più che discreta durata dell'avventura, andando ad aggiungere sempre nuovi elementi piuttosto che rifinendoli all'inverosimile. Singularity coinvolge senza particolari pretese o guizzi di genialità e in tal senso il paradigma dell'intera esperienza è il fucile da cecchino, dotato - unico nell'interno gioco - di una sorta di slow motion, un'abilità che manca di una giustificazione coerente, probabilmente aggiunta a posteriori per non rendere inutile l'arma nei troppo frenetici e spesso ravvicinati scontri, ma che in parecchie occasioni si finisce per usare con soddisfazione.
Cambi di marcia
Le righe precedenti sono servite ad affermare l'inusuale, varia ma poco originale composizione che a un certo punto si è venuta a trovare nei documenti di design della software house. Il passo successivo, ovvero il modo in cui questi tasselli sono stati disposti, è forse l'elemento che può risultare più controverso e soggetto al giudizio personale.
Singularity parte lentissimo, molto concentrato sulla trama e sull'illustrazione della stessa, con pochi proiettili a disposizione così da aumentare la sensazione di pericolo all'interno di ambienti creati più per spaventare che per uccidere, per poi alternare a singhiozzi momenti diversi, con sparatorie furiose che molto ricordano quelle dei titoli id Software - Raven ha lavorato sia sul marchio Quake che su Wolfenstein - e sessioni al limite dello stealth, condendo il tutto con un'ottima varietà di differenti nemici, umani ma non solo, dotati di normali armi da fuoco o di poteri psichici e fisici fuori dal comune. La mancanza di coerenza non aiuta da un certo punto di vista la credibilità degli eventi, favorendo in compenso l'aspetto più strettamente ludico, ovvero quanto di più riuscito potrete tirar fuori dal DVD inserito nella confezione. Aspetti poco curati, come un'intelligenza artificiale che dà il meglio di sé quando legata a qualche pattern specifico, come nel caso di alcuni boss, o è limitata all'aggro del giocatore, vengono così messi in secondo piano a favore ora della frenesia dell'azione, ora della varietà della stessa.
A fare da contorno, ci sarebbe anche un'offerta per il multiplayer competitivo. Poca roba vista la presenza del classico deathmatch e di una modalità "umani vs mutanti" che probabilmente poco avrà da dire e ancora meno verrà giocata dopo i primissimi giorni dall'uscita.
Armi per tutti i gusti
Come detto, Singularity non si risparmia quando si tratta di mettere sul piatto un arsenale di tutto rispetto. Sono presenti le comuni armi da fuoco come pistole, mitra e fucili, a pompa o da cecchino, mentre pezzi più esotici sono rappresentati da spara dardi esplosivi, gatling, un fucile con colpi comandabili a distanza - identico a quello del tenente Abigail Black di Clive Baker's Jericho - e un lancia granate con doppia modalità di fuoco, normale o con una bomba che può essere mossa a piacimento una volta raggiunto il terreno. Il potenziale espressivo del giocatore, poi, viene ulteriormente stimolato dai poteri del CMT che tra onde d'urto, raggi per invecchiare i nemici fino a ucciderli o renderli dei mostri che possano rivoltarsi contro i loro stessi compagni, creando il caos, si dimostra un gingillo di tutto rispetto.
Il motore per tutte le stagioni
Visivamente il gioco è passabile, nulla più. L'isola di Katorga è riprodotta in modo credibile e, specialmente quando si è lontani dagli asettici laboratori, si possono notare diversi livelli che riproducono gli ambienti, dotati di un certo fascino, un tempo occupati dalle famiglie che abitavano l'isola. Allo stesso modo quando il gioco permette di alternare la vista di determinati luoghi in entrambe le epoche, il presente da cui proviene il soldato alter ego del giocatore e il 1955, anno della fine degli esperimenti, non mancano elementi positivi.
D'altra parte l'uso del motore sviluppato da Epic, nonostante gli sforzi, restituisce una certa sensazione di plasticosità che spesso si viene a creare quando non finisce nelle mani più sapienti, evidenziando anche diversi problemi nella gestione delle texture, in più occasioni povere di dettagli o caricate in ritardo. Gli effetti alternano dei buoni particellari ad altri aspetti meno positivi, mentre i modelli sono discreti, con un picco verso il basso relativo ai normali soldati avversari, davvero poveri di dettagli. Alti e bassi che comunque non inficiano le prestazioni dell'Unreal Engine 3, particolarmente leggero in questa versione con una media superiore ai 90 frame al secondo sulla configurazione di prova. La colonna sonora, così come gli effetti, sono nella norma mentre è discreto il doppiaggio in italiano, che però perde l'uso del tipico - stereotipato? - accento dei personaggi russi, invece presente nella versione inglese. I controlli sono quelli standard, con tutti i tasti utili alla selezione disposti sulla tastiera e l'attivazione delle armi così come dei poteri deputati al mouse.
Conclusioni
Poco originale e non dotato delle rifiniture tipiche dei prodotti più blasonati, Singularity riesce comunque a unire moltissimi elementi diversi che, seppur non sempre amalgamati alla perfezione o ugualmente bilanciati, riescono a creare uno degli sparatutto in prima persona più vari e divertenti, in single player, degli ultimi tempi. L'acquisto è fortemente legato all'accettazione della mancanza di qualsivoglia innovazione ma in cambio restituisce tonnellate di armi e bersagli su cui utilizzarle, un pizzico di gusto retrò e una trama un po' pretestuosa, inconcludente ma non priva di fascino. In definitiva potrebbe rivelarsi uno dei migliori acquisti dell'anno dallo scaffale dei giochi in offerta.
PRO
- Tante idee - di altri - e situazioni diverse
- Divertente dall'inizio alla fine
- Uno sparatutto che dura nove ore non è da buttare oggi come oggi
- Le premesse narrative e l'isola di Katorga 12 non mancano di fascino...
CONTRO
- ...per quanto poi si perdano nel continuo dell'avventura e nella realizzazione tecnica altalenante
- Di originale non c'è quasi nulla
- Il tempo speso per il multiplayer poteva essere investito sull'avventura
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Processore AMD Phenom II X3 720@3.5GHz
- 4 GB di Ram
- Scheda video Radeon HD 4890
Requisiti minimi
- Processore Intel Pentium D (dual core) 2.8GHz o AMD Athlon X2 4800+
- 1 GB di RAM
- Scheda video 3D con 256 MB di Ram, compatibile con le DirectX 9.0
- 8 GB di spazio libero sul disco fisso
Requisiti consigliati
- Processore Intel Core2 Duo E8400 o AMD Athlon 64 X2 6000+
- 2 GB di RAM
- Scheda video NVIDIA GeForce 8800 GT o ATI Radeon HD 3850