Incredibile a dirsi, sono passati ben venticinque anni da quando Super Mario Bros. definì il genere dei platform così come lo conosciamo oggi, scuotendo nel profondo l'industria dei videogame e vendendo più di quaranta milioni di copie in tutto il mondo (record superato solo in tempi recenti da Wii Sports). Nei giorni del Tokyo Game Show, abbiamo visto spesso in metropolitana lo spot realizzato da Nintendo per l'occasione, che richiama appunto le atmosfere degli anni '80 con un ragazzino che inserisce la cartuccia di Super Mario Bros. nel suo Famicom, accende una TV rigorosamente a tubo catodico e col telecomando sintonizza il canale video su cui l'output della console si inserisce.
Era dunque solo una questione di tempo, nella fattispecie di pochi mesi, perché anche qui da noi arrivasse Super Mario All-Stars, una raccolta fondamentalmente identica a quella uscita per Super Nintendo quasi vent'anni fa, e che dunque contiene Super Mario Bros., Super Mario Bros. 2, Super Mario Bros. 3 e Super Mario Bros.: The Lost Levels, tutti con una grafica ridisegnata per incontrare gli standard delle console a 16 bit. In questa riedizione per Wii, i giochi sono accompagnati da un interessante booklet e da un cd audio di cui illustreremo a breve le caratteristiche. Vogliamo infatti partire proprio dai giochi, perché mai come in questo caso ci troviamo di fronte a un prodotto che poco ha a che vedere con le logiche di mercato, e che si rivolge esclusivamente a due tipologie di utenti: in primo luogo i "fanboy" Nintendo, quelli che per nulla al mondo perderebbero l'occasione di festeggiare il compleanno di Super Mario Bros. nel modo più consono, ovvero impugnando il Wii-mote in orizzontale e preparandosi a rivivere quelle emozioni che per tanti di loro hanno caratterizzato il primo contatto con il mondo dei videogame; in secondo luogo i videogiocatori della "vecchia guardia", che non necessariamente stravedono per la "grande N" e che, per un motivo o per l'altro, non hanno potuto godere appieno di quella che è una serie di titoli straordinari, ancora in grado di coinvolgere e divertire grazie a un gameplay la cui solidità non è stata scalfita dal tempo. Allo stesso modo, è chiaro che chi già possiede le quattro avventure di Mario (peraltro presenti sulla piattaforma Virtual Console, e a prezzi più contenuti) troverà pochi motivi validi per acquistarle ancora una volta. Ma andiamo con ordine...
Super Mario Bros. e The Lost Levels
Super Mario Bros., pubblicato per la prima volta in Giappone nel 1985 e arrivato in Europa due anni dopo, ha rappresentato per decenni un chiaro esempio di cosa siano in grado di fare degli sviluppatori talentuosi (in questo caso Shigeru Miyamoto e Takashi Tezuka) pur disponendo di mezzi tecnici molto limitati. Lo sprite di Mario, nella sua incarnazione originale, non era che un pugno di pixel di tre colori diversi, dotato di un naso prominente e di grossi baffi per motivi più che altro pratici, ovvero l'impossibilità di donargli delle espressioni facciali a causa delle sue ridotte dimensioni e della bassa risoluzione.
Il restyling operato da Nintendo per l'uscita su SNES di Super Mario All-Stars vede il design del personaggio arricchirsi di dettagli, specie nella sua versione "cresciuta", iniziando ad assumere quel look "paffuto" e "tondeggiante" che ben conosciamo e che, nelle intenzioni della casa di Kyoto, prende le distanze dallo stile di disegno giapponese per avvicinarsi alle opere di Walt Disney. Nella sua struttura il gioco non è cambiato di una virgola, e ci propone i soliti otto mondi, divisi ognuno in quattro stage, che vedono Mario impegnato nel salvataggio della Principessa Peach dalle grinfie del terribile Bowser. Rispetto alla versione originale, è stato aggiunto un importante sistema di salvataggio che ci consente di riprendere la partita dall'ultimo mondo anziché cominciare daccapo, mentre per il resto il gameplay appare invariato e conserva persino i suoi vecchi spigoli, come ad esempio la generale inaffidabilità del salto se eseguito all'estremità di una piattaforma. Le similitudini con Super Mario Bros.: The Lost Levels sono numerose, e infatti magari non tutti sanno che si tratta del "vero" sequel di Super Mario Bros., pubblicato in Giappone nel 1986 appunto con il titolo di "Super Mario Bros. 2" ma ritenuto da Nintendo troppo difficile e frustrante per i gusti del pubblico americano ed europeo. The Lost Levels non contiene una modalità multiplayer a turni ma ci consente, all'inizio della partita, di scegliere il nostro personaggio fra Mario e Luigi. Una scelta che non è fine a sé stessa, in quanto i due fratelli, in questo secondo episodio, risultano dotati di caratteristiche differenti: Mario è lo stesso di sempre, mentre Luigi risulta meno rapido ma in grado di effettuare salti più potenti. La grafica risulta praticamente invariata rispetto a Super Mario Bros. e mentre il grado di difficoltà appare realmente più alto e può creare dei grattacapi anche ai giocatori più smaliziati. È forse per questo motivo che il sistema di salvataggio, in questo caso specifico, consente di riprendere la partita dall'ultimo stage raggiunto e non dall'ultimo mondo.
Super Mario Bros. 2 e Super Mario Bros. 3
La domanda sorge spontanea: se Super Mario Bros.: The Lost Levels era in realtà il sequel di Super Mario Bros., da dove salta fuori quello che da sempre conosciamo come Super Mario Bros. 2? Prodotto anch'esso da Miyamoto, il gioco è un esempio di "editing" tipico dell'epoca, in quanto si intitolava originariamente "Doki Doki Panic" e ci vedeva controllare una famiglia di personaggi legati in qualche modo al network giapponese Fuji Television.
Tale famiglia è stata sostituita nella versione occidentale del prodotto dai vari Mario, Luigi, Toad e Peach, lasciando intatti gli scenari e una struttura di gioco che non si faticava a percepire come profondamente diversa da quello che è il gameplay classico di Super Mario Bros. Alla continua ricerca di chiavi per accedere alle varie sezioni, i nostri eroi dovevano infatti abbattere i propri nemici estraendo piante dal terreno e lanciandogliele contro. Saltare in testa agli avversari non sortiva alcun effetto, seppure gli stessi fossero a loro volta "sollevabili" e utilizzabili come armi. Durante il processo di adattamento, gli sviluppatori hanno dotato i quattro personaggi di abilità molto differenti e inserito elementi in grado di richiamare l'iconografia classica di Mario (vedi il blocco "Pow" tratto da Mario Bros.); accorgimenti, che insieme a un accompagnamento musicale indimenticabile, rendono questo episodio "atipico" della serie davvero gustoso e particolare. Il dinamico duo Miyamoto / Tezuka torna a dire la sua con Super Mario Bros. 3, uscito qui da noi nel 1991. Le differenze in termini di gameplay appaiono nette rispetto a Super Mario Bros. e a The Lost Levels: pur non rinunciando a determinati concetti di base, il terzo capitolo della serie introduce elementi importantissimi che saranno ripresi in seguito e che ancora oggi costituiscono uno dei marchi di fabbrica del franchise, come i potenziamenti ispirati al mondo degli animali, la connotazione tutt'altro che statica degli stage e infine la classica mappa che ci permette di selezionare il livello a cui vogliamo accedere (un'idea riproposta ancora oggi con Super Mario Galaxy 2).
Piatto ricco?
Sulla qualità dei titoli, nessuno ha intenzione di discutere. Si tratta di capolavori che hanno definito non solo un genere, ma l'intero mondo dei videogiochi, avvicinando milioni di persone a questo tipo di intrattenimento e ispirando generazioni di game designer.
Quello che invece lascia un po' l'amaro in bocca, e che determina la valutazione complessiva di questa produzione per Wii, è il contorno e come questo è stato confezionato per l'occasione. Partendo dal presupposto che tutti i giochi contenuti, pur nelle loro versioni originali per NES e non aggiornati per SNES, sono a disposizione per una manciata di euro sulla Virtual Console, è evidente come l'elemento scatenante all'eventuale acquisto vada ricercato di conseguenza proprio in quello che questa edizione per il venticinquesimo compleanno porta con sé. Purtroppo da questo punto di vista si sarebbe potuto fare sicuramente di più, e a parte un packaging cartonato generoso e sufficientemente "stiloso", ciò che si aggiunge oltre al disco contenente i giochi è semplicemente un cd audio da 25 minuti e un libretto illustrato sulla storia dell'idraulico. Tutto qua. Entrambi risultano lacunosi e incompleti, e quindi deludenti per qualsiasi fan di vecchia data di Mario; il cd porta con sé alcuni degli effetti sonori e dei brani più famosi ma ne dimentica altri, con buona pace di chi sperava di trovare in esso un compendio musicale della carriera dell'eroe Nintendo. Il libretto è scarno e davvero troppo sintetico, con qualche curiosità piacevole ma niente di più; una lettura da una manciata di minuti insomma, e stop. Gadget davvero troppo risicati per chi fa del feticismo videoludico un dogma di vita, e che rendono quindi in ultima analisi insoddisfacente questo pacchetto celebrativo. Da segnalare infine che la versione di Super Mario All-Stars scelta è quella "secca", senza il Super Mario World incluso invece nella edizione più ricca. Mario si meritava sicuramente qualcosa di più.
Conclusioni
Sarebbe stato bello trovare in questo Super Mario All-Stars un reale riassunto dei 25 anni dell'idraulico più famoso al mondo, così da festeggiare l'importante traguardo nella maniera migliore. Al contrario, il pacchetto offerto da Nintendo rappresenta davvero una deludente e trascurabile raccolta di 4 giochi storici contornati da extra poveri e lacunosi, destinati più ad irritare che a farsi apprezzare dai fan. Altrimenti non si potrebbero definire infatti un cd audio da 25 minuti e un libretto che copre a malapena una frazione della storia dell'eroe baffuto creato da Miyamoto, alla faccia di anni passati a salvare principesse e saltare di guscio in guscio. Un'occasione sprecata quindi, senza mezze misure.
PRO
- 4 capolavori in un solo disco
- Prezzo abbastanza corretto
CONTRO
- Extra assolutamente deludenti
- Manca Super Mario World
- Un anniversario del genere si poteva festeggiare molto meglio