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Che campioni Mark e Axel

Dopo tre anni è finalmente arrivato anche in Europa il primo capitolo di Inazuma Eleven, la fortunata serie di Level-5 che mescola le meccaniche di un RPG col dinamismo di una partita di calcio

RECENSIONE di Vincenzo Lettera   —   11/02/2011
Inazuma Eleven
Inazuma Eleven
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Tre anni per un franchise nipponico sono un'eternità, sufficienti a vedere la nascita di sequel, lungometraggi, serie animate, manga e un'infinità di merchandise.

Che campioni Mark e Axel

E' quello che è successo a Inazuma Eleven, fortunato RPG calcistico arrivato soltanto adesso nel mercato europeo, ma uscito nel 2008 in Giappone e diventato all'istante un vero e proprio fenomeno. Strizzando chiaramente l'occhio alla storica serie Captain Tsubasa (Holly e Benji), Level-5 ha dato vita a un corposo e interessante gioco che unisce il meglio del genere ruolistico all'atmosfera competitiva che solo uno sport come il calcio sa trasmettere, facendo leva su personaggi caratterizzati e carismatici per appassionare il giocatore. E, considerando i risultati ottenuti nella Terra del Sol Levante, sembrerebbe che gli autori di Professor Layton abbiano fatto nuovamente centro.

Palla al centro!

Chi ha già seguito gli episodi della serie animata ha sicuramente già un'idea del target a cui il gioco è indirizzato, i personaggi protagonisti dell'avventura e, soprattutto, dei toni esagerati che assumono le varie partite. Protagonista del gioco è Mark Evans, giovane portiere della scarsissima squadra scolastica Raimon Jr. High che, stanco di prendere 20 gol a ogni partita, decide di rimboccarsi le maniche per portare lui e i suoi compagni al successo. Ovviamente a suon di salti acrobatici e pallonate al plasma su campi da gioco sterminati.

Che campioni Mark e Axel

Tuttavia, nonostante le premesse, il gioco è totalmente diverso da qualsiasi tentativo di portare Holly e Benji dietro a un gamepad. Fin dai primi minuti il giocatore si trova infatti davanti a un RPG in piena regola, laddove le partite vere e proprie assumono tinte inaspettatamente strategiche. Il gameplay di Inazuma Eleven si divide fondamentalmente in due parti: la prima, esplorativa, permette di girovagare in città e nei vari edifici, chiacchierando con altri personaggi più o meno importanti per ottenere informazioni o portare a termine determinati obiettivi. Da questo punto di vista l'esperienza è assai lineare, mentre la libertà del giocatore è piuttosto limitata; tutti gli oggetti o i personaggi con cui è possibile interagire sono caratterizzati da un balloon specifico, mentre nello schermo superiore sono sempre indicate la direzione dove andare e la missione in corso. I personaggi si spostano comodamente utilizzando indicando la direzione sul touchscreen, sebbene spesso il giocatore sia bloccato da lunghissimi e purtroppo futili dialoghi. L'azione viene talvolta interrotta da scene d'intermezzo animate, le quali sono rese ancora più piacevoli dall'ottimo doppiaggio italiano ereditato direttamente dalla serie animata. Peccato solo che questi sporadici filmati, per quanto siano integrati bene nell'azione, contribuiscano a evidenziare la grafica piuttosto scialba e obsoleta del gioco vero e proprio. Al di fuori dei campi da gioco, Inazuma Eleven è un RPG in tutto e per tutto, dando la possibilità di potenziare i propri giocatori, apprendere nuove tecniche o assegnare degli oggetti in grado di migliorarne i parametri. Addirittura è possibile ingaggiare oltre 1000 personaggi diversi, ognuno con un design e delle caratteristiche diverse, riportando alla mente le ore passate a caccia di Pokémon. A questo proposito sono molto interessanti i due sistemi con cui si ottengono nuovi atleti nel proprio team: se si soddisfano alcuni requisiti e si dispone di abbastanza Punti Carisma, si possono ingaggiare altri giocatori presenti nella propria lista dei contatti, laddove volendo è possibile 'soffiare' i campioni alle squadre sconfitte. Fin qui sembra tutto normale, ma è soltanto una volta scesi in campo che ci si rende conto di quanto quello di Level-5 sia un RPG decisamente atipico. Le partite contro altre squadre sostituiscono in tutto e per tutto le classiche battaglie, divenendo infatti il mezzo principale per ottenere punti esperienza e oggetti.

Che campioni Mark e Axel

Tracciando alcune linee con lo stilo è possibile scegliere la direzione in cui i giocatori devono spostarsi, scattare e calciare, mentre il gioco entra in pausa ad ogni scontro diretto con un avversario: sia in difesa che in attacco, in questa fase tattica bisogna decidere tra un'azione più sicura e una più rischiosa ma altrettanto efficace, e l'esito della contesa dipende soprattutto dalle caratteristiche dei due giocatori e da un sistema di morra cinese basato sull'allineamento elementale. Ogni personaggio può essere di tipo vento, albero, fuoco o montagna, ottenendo dei benefici o degli handicap a seconda della situazione. Ad esempio, una tecnica di tipo fuoco è più efficace se il giocatore che la utilizza è dell'elemento corrispondente, laddove in uno scontro diretto è più facile avere la meglio se il proprio elemento batte quello dell'atleta avversario. Questo interessante espediente aggiunge un'enorme dose di strategia al gioco soprattutto in fase di preparazione, rendendo necessario bilanciare la squadra e decidere quali giocatori far scendere in campo. Premendo L e R si entra inoltre nella cosiddetta modalità Furore, utilizzabile un'unica volta in tutta la partita e che aumenta temporaneamente le abilità dei propri giocatori, permettendo un minor consumo di Punti Tecnica quando si eseguono attacchi speciali. Una volta attivati, questi ultimi danno inizio a una breve sequenza in 3D, in cui tra fiamme, luci, tuoni ed effetti speciali si lancia una devastante e spesso imparabile cannonata in porta. Ogni partita è divertente da giocare e piacevolmente strategica, capace di trasmettere una pesante dose di euforia e soddisfazione a ogni gol. Più discutibile è invece la scelta di inserire sfide casuali durante la fase esplorativa, nonostante gli sviluppatori abbiano cercato di non farle pesare troppo, rendendole poco frequenti e inserendo in ognuna un risultato specifico da portare a termine.

Conclusioni

Multiplayer.it
7.8
Lettori (82)
8.6
Il tuo voto

Ce n'è voluto di tempo, ma finalmente anche i giocatori italiani possono mettere le mani su quello che è sicuramente uno dei più atipici e bizzarri RPG presenti su Nintendo DS. Il contesto calcistico è in grado di divertire anche chi non è un patito dello sport (o, in maniera inversa, dei JRPG), mentre le particolari meccaniche alla base di ciascuna partita offrono un giusto equilibrio tra dinamismo e strategia, nonostante il gioco sia chiaramente indirizzato a un pubblico di giovanissimi. Fantastica è inoltre la possibilità di collezionare oltre 1000 personaggi diversi, per poi allenarli e personalizzarli con oggetti o nuove tecniche speciali. Oggi, più di tre anni fa, Inazuma Eleven è però condizionato da alcuni piccoli difetti che lo rendono un titolo ancora immaturo, rovinato in parte da una grafica povera e una quantità eccessiva di dialoghi tra i personaggi, mentre le sfide casuali si dimostrano alla lunga ripetitive e intrusive. Si tratta di magagne che non influenzano troppo l'esperienza di gioco, ma che tarpano le ali a quello che sarebbe potuto tranquillamente essere un RPG completo e perfetto da ogni punto di vista.

PRO

  • Un RPG decisamente fuori dal comune
  • Buona dose di strategia e dinamismo
  • Tanti personaggi da collezionare
  • Buon doppiaggio italiano

CONTRO

  • Graficamente povero
  • Le sfide casuali fanno molto anni '90
  • I dialoghi sono troppo spesso lunghi e inutili