I più attenti ed esperti tra i nostri lettori ricorderanno sicuramente quello che significò Killzone 2 nel lontano 2005, durante quell'E3 che vide protagonista l'incredibile annuncio di PlayStation 3. L'hype generato intorno al famoso target render ebbe serie ripercussioni quando lo shooter in prima persona uscì concretamente sul mercato 4 anni più tardi: il pubblico si spaccò letteralmente in due diviso tra chi amò un feeling di gioco caratteristico ed estremamente personale e chi invece non riuscì a passare sopra a un level design piuttosto piatto e ripetitivo e la mancanza di una trama degna di nota. Pochi però tornarono a discutere sull'eccezionale mossa di marketing di Sony perchè il lavoro tecnico svolto dai ragazzi di Guerrilla Games fu indiscutibilmente eccelso. Killzone 3 arriva sul mercato esattamente a due anni di distanza dal suo predecessore probabimente più in sordina ma non per questo meno atteso da tutti i fan della saga. E quello che possiamo già dire dopo averlo giocato in lungo e in largo è che ci è sicuramente piaciuto ma in misura inferiore rispetto al prequel.
Sei mesi prima, sei mesi dopo
Killzone 3 vive infatti all'interno di un incredibile paradosso per alcune scelte di design seguite dal team di sviluppo: un deciso alleggerimento dei comandi e della fisicità che contraddistinguevano il secondo titolo e una ricerca di un level design estremamente più curato e dettagliato ma allo stesso tempo molto più frammentario, hanno reso Killzone 3 un FPS decisamente più in linea con i canoni odierni. Ed è tutto qui il paradosso: la perdita di quei connotati tipici della serie in favore dell'acquisto di tratti di gameplay resi standard dai vari Call of Duty e Halo (che sono due evidenti fonti di ispirazione in questo sequel), potrebbero far piacere la terza fatica di Guerrilla a tutti quelli che non sono riusciti a digerire il predecessore ma, come scritto poco sopra, è indubbio che i giocatori che lo hanno invece amato per le sue particolarità, si troveranno spiazzati e forse delusi da Killzone 3. Ma adesso scendiamo nei dettagli del gioco invece di dilungarci oltre. Il sequel si svolge in un arco temporale di 6 mesi circa: attraverso il classico sistema dei flashback e dei flashforward giocheremo una sorta di tutorial ambientato avanti nel tempo, per poi tornare indietro a svolgere una manciata di missioni esattamente a partire dall'epilogo del secondo Killzone. Missioni che torneranno poi a collegarsi all'ambientazione vista nell'apertura del gioco e proseguiranno fino a narrare gli assalti finali di Sev, Rico e Narville a quello che rimane del devastato pianeta Helghan. Se i protagonisti buoni rimangono praticamente gli stessi, con minime aggiunte degne di nota, i cattivoni sono invece nuovi di zecca.
Archiviato il mussoliniano imperatore Scolar Visari, a dirigere le malefatte degli Helghast ci sono ora l'ammiraglio Orlock (di chiara ispirazione staliniana, probabilmente per par condicio) e una via di mezzo tra un amministratore delegato e un generale d'armata a capo delle industrie militari della nazione, Jorhan Stahl. I due sono poi circondati da tutta una serie di consiglieri e "macchiette" secondarie. La storia narrata è in ogni caso molto presente e incisiva con cutscene anche piuttosto lunghe che spesso trasbordano all'interno delle missioni per mostrare qualche evento cruciale ed evidenziare un cambio di obiettivo o un ampliamento del fronte. Ciononostante il canovaccio narrativo rimane estremamente superficiale, a tratti addirittura banale, con dialoghi scontati e approssimativi e improvvisi cambi di scenario che tentano di coprire le talvolta estreme scelte di level design. E' infatti spesso evidente come la narrativa si pieghi all'esigenza di giustificare come mai ci si trovi in quello scenario piuttosto che il contrario: è quasi un mero collante per tenere assieme i vari livelli e questo dispiace visto che traspare lo sforzo di Guerrilla per dare più sostanza e corpo a un universo, quello che vede gli ISA darsi battaglia con gli Helghast che, almeno sulla carta, potrebbe risultare estremamente interessante.
Trofei PlayStation 3
Killzone 3 offre 52 trofei di cui 20 segreti legati alla campagna single player e cooperative, al suo progresso e al completamento di alcuni obiettivi interni alle missioni come ad esempio la distruzione di determinati bersagli quando a bordo di veicoli. Parte dei trofei "liberi" sono invece legati all'uccisione di determinati quantitativi di Helghast e all'uso di alcune armi o esplosivi. A completare il tutto ci sono una decina di trofei relativi al multiplayer e in particolare all'uso delle diverse classi. Durante la sessione di recensione comprensiva di single e multiplayer non abbiamo incontrato particolari difficoltà a sbloccare poco meno del 50% dei trofei disponibili.
Avanzando come i gamberi
Killzone 3 può essere giocato con quattro diversi livelli di difficoltà, l'ultimo dei quali si sblocca soltanto dopo averlo completato per la prima volta. Il consiglio di chi scrive, come capita spesso per gli shooter in prima persona, è di giocarlo fin da subito al massimo livello disponibile. A differenza del prequel infatti, non ci sono mai situazioni realmente frustranti (come capitava con l'epico scontro finale nel palazzo di Visari) e l'azione ne guadagna in spessore e intensità. A patto quindi di essere abbastanza esperti nel genere, le nove missioni che compongono la campagna del gioco, possono essere completate in otto ore abbondanti. Non mancano tuttavia momenti più ostici soprattutto a causa dell'intelligenza artificiale piuttosto altalenante. I nemici si esibiscono in azioni di guerriglia particolarmente efficaci e intelligenti con moltissimi lanci di granate per obbligare il giocatore ad uscire allo scoperto e una tendenza realistica a spostarsi dalle coperture e a sporgersi da queste per aiutare eventuali compagni coinvolti in tattiche di accerchiamento. Allo stesso tempo però ci è capitato in più di un'occasione di vedere i nemici imbambolati, soprattutto quando lontani dai ripari o in posizioni sopraelevate. Decisamente più deficitari invece i propri alleati che si possono distinguere in due tronconi: i soldati senza nome che, in stile Call of Duty, si limitano ad andare avanti allo sbaraglio a ondate solo per essere falciati nell'arco di pochi secondi e il compagno di missione, solitamente Rico, che in modo più oculato e realistico tende a sfruttare meglio le coperture. Tuttavia anche lui si esibisce in azioni veramente stupide, soprattutto quando deve indicarci la via da percorrere e raramente può essere considerato un aiuto importante in battaglia. Inoltre rispetto al secondo Killzone, ora anche noi possiamo venire curati se feriti in modo critico, ma sembra che gli sviluppatori abbiano voluto implementare un escamotage per evitare l'abuso di questa possibilità. Ci è capitato infatti di notare che solitamente se si finisce a terra più di un paio di volte nella stessa situazione, Rico o chi per lui vi dirà di essere impossibilitato a raggiungervi, anche se nella visuale di morte lo vedrete camminare tranquillamente a pochi metri da voi. Degna di nota è anche la decisione di Guerrilla di offrire al giocatore la possibilità di portare una terza arma, quella pesante. In questo modo con la croce digitale, oltre a poter selezionare una pistola e un mitragliatore, sarà possibile equipaggiare il lanciarazzi o, più avanti, il cannone ad arco, un lanciamissili particolarmente performante, il WASP e un fucile a dardi esplosivi. Persino le torrette fisse potranno essere sganciate e portate con sè, senza andare ad occupare i preziosi slot delle armi più classiche.
Ripetendo quanto già detto in apertura, il level design vanta una varietà invidiabile perdendo però quella omogeneità che contraddistingueva il secondo Killzone e avvicinandosi pericolosamente ai canoni tipici del genere. Troviamo quindi situazioni di guerriglia urbana, battaglie campali dove a farla da protagonista sono i grandi numeri e scenari dove invece si avanza in piccoli gruppi. Immancabili i livelli a bordo dei veicoli e dei mech (forse il picco qualitativo più basso dell'intera esperienza) e scontata la mappa in stile stealth dove si avanza seguendo le indicazioni del proprio compagno che offre direttive sul tempismo e sul nemico da uccidere. Non vogliamo scendere maggiormente nel dettaglio rovinando magari la sorpresa ma l'ispirazione nei confronti del best seller di Activision e, soprattutto nel finale, di Halo, è talvolta molto evidente. Rimane fondamentalmente inalterata rispetto al predecessore la copertura, ora sicuramente più amalgamata e soprattutto più rapida nella risposta ai comandi ma con due interessanti aggiunte. Innanzitutto la scivolata che può essere attivata semplicemente correndo e premendo il tasto per entrare in copertura; in aggiunta è stata implementata la possibilità di scavalcare il riparo saltandolo letteralmente. Grazie a queste novità il gameplay accelera notevolmente, i colpi melee (particolarmente violenti in questo sequel) ne guadagnano in utilità e le coperture entrano in modo più fluido nei movimenti del giocatore e nella componente tattica delle sparatorie: coprirsi diventa realmente fondamentale perchè anche in Killzone 3, come nel prequel, andare avanti con l'arma spianata e a testa bassa porta soltanto alla morte prematura. Gli Helghast sono duri da buttare giù e con una raffica ben assestata vi ridurranno in poltiglia.
Divertimento di gruppo
Assolutamente incontestabili invece i passi in avanti fatti con questo capitolo in ambito multiplayer con tuttavia un unico grande neo. La campagna di Killzone 3 può infatti essere giocata interamente in cooperative ma, e qui la nota negativa, solo ed esclusivamente in split screen locale, con un amico seduto al vostro fianco. E, come se questo non bastasse, la campagna co-op non tiene conto di quanto fatto in singolo. Questo vuol dire che se pure avete finito il gioco da soli, sarete obbligati a ricominciare dall'inizio nel caso vogliate giocare in cooperative. Solo positive invece le novità per il multiplayer competitivo. Rimane la modalità Zona di Guerra con supporto fino a 24 giocatori e il suo gameplay a missioni già visto in Killzone 2, mentre sono nuove di zecca Guerrilla, un team deathmatch classico con 16 giocatori e Operazioni, vera novità di questo sequel. Si tratta in pratica di un'altra modalità di gioco a missioni dove una squadra di giocatori deve infiltrarsi nella base avversaria attraverso vari step di obiettivi.
La peculiarità del gameplay è rappresentata da delle vere e proprie cutscene che dividono le fasi di gioco e che narrano quanto sta avvenendo dando un attimo di respiro ai giocatori e preparandoli tatticamente a quello che dovranno fare successivamente. Anche in questo caso i giocatori massimi supportati sono 16. Le mappe incluse nel gioco sono invece 8 ma non tutte sono disponibili per tutte le modalità di gioco. E' essenziale segnalare poi una sorta di schermaglia, denominata Zona Bot che rappresenta a tutti gli effetti un multiplayer offline in solitaria. Accedendo infatti a questa opzione sarà possibile giocare alle modalità competitive sostituendo gli avversari in carne e ossa con dei bot controllati dall'intelligenza artificiale. In questo modo sarà possibile impratichirsi con il gameplay e con le mappe e testare le varie classi approfittando del fatto che tutti gli upgrade sono sbloccati di default. E visto che parliamo di classi, un grande lavoro di innovazione per la serie è stato fatto anche nel sistema che gestisce il loro potenziamento. In totale sono cinque (dal medico al geniere, passando per la spia, il cecchino e il tattico) e ognuna possiede due abilità specifiche, un'arma primaria, una secondaria e una pesante. Guadagnando esperienza durante il multiplayer si guadagnano livelli, gradi e punti sblocco che possono essere spesi per potenziare le due abilità o aumentare l'arsenale a disposizione, il tutto in modo però slegato dalla classe utilizzata. In questo modo il giocatore è libero di investire i propri punti e soprattutto sperimentare tutte le classi senza legarsi a doppia mandata a una in particolare. Infine, salendo di grado, si ha accesso ad una piccola selezione di abilità generali (come un'armatura potenziata o caricatori più capienti) e a due tipi diversi di granate.
Move in 3D
Non abbiamo potuto testare il gioco con un televisore 3D in fase di recensione ma per tutti i dettagli su questa modalità vi rimandiamo al dettagliato provato curato da Antonio Fucito in occasione del PlayStation Experience. Per quanto riguarda invece il Move, Killzone 3 offre supporto completo alla periferica di Sony che deve essere accompagnata per ovvi motivi dal navigation controller o da un normale pad. Una volta attivo, sarà possibile configurare la sensibilità sui vari assi e la quantità di automira che viene però disattivata in automatico a partire dal terzo livello di difficoltà e quando si gioca in multiplayer. Il rilevamento è piuttosto preciso e reattivo ma non ci sentiamo di consigliare l'uso del Move per godere appieno di Killzone 3 considerata la grande precisione richiesta nella mira e una certa reattività essenziale per rispondere agli avvenimenti in gioco. Usando la periferica di movimento di Sony si acquisisce infatti una certa lentezza nel far girare il protagonista essendo necessario muovere il mirino al bordo più estremo per far ruotare la visuale e questo può avere ripercussioni soprattutto nelle sezioni a bordo dei veicoli.
Killzone 3: La guida ufficiale
Il prossimo 11 marzo, al costo di 19,90 euro, sarà in' uscita nei negozi la guida strategica ufficiale di Killzone 3, scritta tenendo conto di tutti i livelli di difficoltà, incluso l'Elite. Fra le sue pagine troverete trucchi e consigli per completare con successo la campagna in single player, per essere subito competitivi nelle modalità multiplayer e non lasciare nulla al caso. Ognuna delle mappe presenti nel gioco è stata analizzata in profondità, svelando le migliori postazioni per i cecchini, le strategie ideali per controllare un'area e la via più breve tra un obiettivo, il successivo e molto altro ancora. Acquistando la guida inoltre, avrete diritto a due punti sblocco per iniziare subito alla grande la vostra esperienza con il nuovo titolo Guerrilla.
Che spettacolo!
Anche dal punto di vista tecnico Killzone 3 non può praticamente essere discusso. Il colpo d'occhio offerto da ogni singolo livello del gioco rimane sempre eccezionale complice l'estrema varietà del level design che ci porta ad esplorare scenari molto differenti gli uni dagli altri: dall'ambiente urbano semi-distrutto dai bombardamenti a sezioni all'aperto dove il territorio si estende a vista d'occhio, passando poi per territori innevati, giungle aliene, discariche di rottami e basi Helghast. Il tutto letteralmente senza soluzione di continuità. Diverse mappe offrono anche un interessante grado di esplorazione per consentire al giocatore un minimo di libertà di scelta sui percorsi da intraprendere per affrontare il nemico o magari fiancheggiarlo sfruttando la copertura di fuoco dei compagni.
A far muovere questi scenari con viste spesso mozzafiato troviamo poi un engine in grado di stupire per qualità dei particellari: dalle esplosioni al fumo oppure ai detriti che invadono l'aria circostante, ogni singolo elemento di contorno si mescola alla fisica per restituire grande credibilità alla zona di guerra dove ci ritroviamo a compiere le nostre azioni. Ma non mancano anche in questo caso delle pecche che sembrano evidenziare una mancanza di pulizia e rifinitura che aleggia intorno alla creatura di Guerrilla. Se infatti le luci ambientali sono stupefacenti con cambi di colore e intensità a seconda del punto di osservazione, quelle generate dalle armi da fuoco, specie quelle più avanzate ad arco, sono stranamente piatte e poco credibili. Allo stesso tempo ci stupisce che ancora oggi uno shooter in prima persona di questo spessore non riesca ad offrire una vegetazione realistica e ricca di poligoni. Buona invece la modellazione dei personaggi con un apprezzabile sforzo nella recitazione facciale; peccato invece per la qualità delle animazioni che in alcuni frangenti, il saliscendi delle scale o l'interazione con le coperture su tutti, si dimostrano piuttosto legnose e approssimative, come se mancassero di punti chiave nei movimenti. Ottimo il frame rate che risulta particolarmente stabile fatta eccezione per i minimi rallentamenti causati dal caricamento in streaming del livello sempre adeguatamente mascherato dalle varie cutscene (vi ricordiamo infatti che Killzone 3 non necessita di alcuna installazione). Due note finali per quello che riguarda il comparto audio del gioco: assolutamente eccezionale negli effetti audio e piacevole nell'accompagnamento musicale. Quest'ultimo in particolare è purtroppo poco incisivo e ciò dispiace perchè le poche tracce ascoltabili nel corso del gioco, in particolare il tema principale, sono ben orchestrate e molto orecchiabili. Soltanto sufficiente, come di consueto, il doppiaggio in italiano con una recitazione a tratti scadente, un labiale spesso fuori sincrono e non privo di sporadici problemi con i volumi.
Conclusioni
Killzone 3 si scrolla di dosso tutte quelle caratteristiche che avevano reso il suo prequel uno shooter dai connotati ben precisi: un certo tipo di fisicità, di pesantezza realistica nella risposta ai comandi, un level design omogeneo anche se piatto in cui il senso di progressione era molto forte. Ma così facendo il terzo capitolo della saga di Guerrilla si perde per strada anche la sua personalità, quei tratti che lo rendevano, a suo modo, originale e forse addirittura innovativo. Tutto questo in favore di un miglioramento generale che coinvolge ogni singolo comparto del gioco e che lo avvicina ai canoni standard degli FPS odierni: una grande varietà di ambientazioni, comandi rapidi e precisi, una storia molto presente e ben narrata anche se piuttosto banalotta. Killzone 3 è quindi uno shooter ottimo e dal gameplay immediato che paradossalmente potrebbe piacere di più a chi non ha digerito il secondo capitolo rispetto a quei giocatori che lo hanno invece adorato proprio per i suoi tratti distintivi.
PRO
- Tecnicamente eccellente
- Grande varietà di ambientazioni
- Ottime le innovazioni nel multiplayer
- Molto più incisiva e presente la storia...
CONTRO
- ...che rimane tuttavia superficiale e banale
- Gli scenari sono frammentari e disconnessi tra loro
- Dov'è finita l'originalità del secondo Killzone?