Parasite Eve è stata una delle serie più apprezzate dal pubblico ai tempi di PlayStation 1. In particolar modo il primo episodio, basato sull'interessante romanzo Parasite Eve di Hideaki Sena, che si rivelò a conti fatti un riuscito mix di generi fra l'orrore action di Resident Evil, grande successo dell'epoca, e altri più prettamente GDR. La storia era incentrata sulla figura di uno scienziato che distrutto dalla scomparsa prematura della moglie, cercava di sfruttare le sue ricerche sui mitocondri per farla rivivere.
I mitocondri sono presenti a centinaia nelle cellule animali e vegetali, e sono a grandi linee considerate come la centrale energetica delle cellule. Lo scienziato era convinto del fatto che ricaricando tale energia e sfruttandone il suo effetto avrebbe potuto riportare "indietro" la consorte. Ma le conseguenze furono altre e ben più disastrose. A distanza di parecchi anni, dopo innumerevoli voci di corridoio, rinvii e ritardi, attese e speranze da parte dei fan, nonché un fallito prima di nascere tentativo di portare la saga su cellulari, Parasite Eve ritorna finalmente in scena con un terzo capitolo, questa volta su PlayStation Portable. The 3rd Birthday, questo il titolo, è da considerare in realtà più uno spin-off o un nuovo inizio per la serie che un sequel. Esso inoltre è differente rispetto ai predecessori visto che concentra il proprio gameplay principalmente sull'azione nuda e cruda (ma non mancano, come vedremo, strategia ed elementi GDR), ambientando la storia in una New York distratta dall'atmosfera Natalizia che viene attaccata da forme di vita ignote chiamate Twisted. Queste creature in grado di erodere lo spazio e il tempo sono scaturite da una enorme entità chiamata Babel. Chi o cosa sono? Da dove provengono?
Aya Brea, ormai un membro speciale della CTI (Counter Twisted Investigation), un reparto speciale creato appositamente dal governo statunitense per affrontare e eliminare questi mostri, vive isolata nel quartier generale della squadra di cui fa parte.
Ha perso la memoria, compresi i ricordi delle sue battaglie passate, ed è emotivamente più debole di come la ricordavamo, tormentata da un incubo ricorrente legato forse alla scomparsa misteriosa del suo amato Kyle Madigan e della sorella adottiva/clone Eve Brea.
E' lei l'unica candidata compatibile con il sistema chiamato Overdrive, una tecnologia esclusiva che consente agli agenti CTI di modificare il passato per ottenerne poi effetti positivi nel presente.
A spasso nel tempo
Proprio gli spostamenti temporali della poliziotta direttamente dal quartier generale del CTI sono il fulcro attorno al quale ruota l'intera avventura nonché il gameplay del prodotto. Vediamo come. Il gioco è suddiviso in atti a loro volta distinti in capitoli e all'inizio di ogni missione Aya viene spedita indietro nel tempo attraverso la tecnologia descritta all'inizio, l'Overdive, che poi è pure il nome dell'abilità che le consente di impadronirsi del corpo di qualsiasi alleato, umano e non, nel corso degli scontri. E non solo quelli: anche gli elicotteri o i mezzi blindati possono essere manipolati.
Inutile aggiungere come questo aspetto aggiunge una forte componente strategica agli scontri, che di fatto diventano tutt'altro che meri spara e avanza, ma qualcosa di più complesso, almeno nelle fasi più avanzate della storia. Se infatti inizialmente il gioco può sembrare il classico sparatutto in terza persona di stampo giapponese, a una attenta e più profonda analisi si scopre che esso tale non è, e anzi racchiude in sé qualcosa di molto più profondo in termini di gameplay rispetto ad altri prodotti di genere. Mentre si affrontano le creature che hanno invaso la Grande Mela, infatti, il videogiocatore può switchare su un altro personaggio che assumerà le sembianze della bella protagonista e attaccare quindi da altra posizione. Per esempio supponiamo che un primo "involucro" che ospita l'agente Brea stia combattendo faccia a faccia, in un vicolo, con un gruppo di mostri mentre un altro poliziotto lo copre sparando da un tetto. Con l'Overdrive System l'utente può come detto poco sopra "passare" a controllare il corpo di quest'ultimo e trovarsi quindi in una nuova posizione sopraelevata. O ancora assumere il controllo dell'elicottero che sta sorvolando la zona e da esso lanciare contro i nemici decine di missili. In questi frangenti oltre al proprio equipaggiamento, Aya può disporre liberamente delle armi e delle munizioni dell'individuo "posseduto". Le caratteristiche di quest'ultimo sono cruciali per l'esito della missione, in quanto la nostra eroina, di base, può equipaggiare quattro armi, di cui tre personali assegnabili prima di ogni atto, e la quarta determinata invece dal corpo che controlla. Ergo se la ragazza si impossessa di un cecchino avrà un fucile stile Barrett M-82 e relativi vantaggi, se lo fa di un semplice cittadino magari a malapena potrà usare una piccola pistola da difesa. Senza dimenticare il fatto che le stesse munizioni solitamente sparse all'interno dello scenario, sono decisamente limitate durante l'avventura, e dunque bisogna "recuperarle" anche tramite il controllo degli alleati meglio equipaggiati.
Strategia e azione
In taluni casi Aya può saltuariamente, e solo quando questi saranno in condizioni di vita pressoché nulle, impossessarsi degli organismi dei Twisted finendoli definitivamente tramite una specie di finisher che li fa esplodere dall'interno. Comunque sia, più la nostra eroina usa determinate armi, più impara a padroneggiarle e a sfruttarle al meglio. Inoltre in questo modo può avere col tempo accesso a tutta una serie di controlli su di esse, come la possibilità di modificarle e potenziarle singolarmente in rapporto alla propria categoria (fucile mitra, lanciagranate, etc) utilizzando degli appositi punti (BP) ottenibili sconfiggendo i nemici.
Sempre dall'eliminazione dei mostri il personaggio acquisisce inoltre l'esperienza utile per salire di livello e incrementare quindi la sua barra vitale, sbloccare gadget più potenti e nuove combinazioni possibili per il DNA. Ma di quest'ultimo argomento, nel dettaglio, ne riparliamo nel prossimo paragrafo. In questo, rimanendo nell'ambito delle sparatorie, aggiungiamo che gli alleati sovente presenti nell'area possono ulteriormente essere sfruttati per azioni offensive combinate. Tramite la pressione di un tasto, infatti, si può attivare il Crossfire e far concentrare il fuoco amico verso uno specifico bersaglio per abbatterlo, ottenendo magari punti bonus in caso di riuscita. Tutto questo ha però un costo in termini di rischio: prima di essere eseguita, questa azione richiede il riempimento di un'apposita barra e nel contempo nessuno sparo, pur mirando il nemico da colpire. Il che può rendere l'agente vulnerabile agli attacchi della potenziale vittima o dei suoi "amici". Per evitare sorprese il personaggio gestito dall'utente può trovare riparo dietro ai vari elementi sparsi per il livello, sfruttando tali coperture come in Gears of War per scansare i colpi dei nemici o ricaricare la propria energia vitale. Queste barricate improvvisate non sono tuttavia indistruttibili e sovente dopo essere state colpite dagli avversari si sgretolano o esplodono.
Sferografia da DNA
The 3rd Birthday è un gioco particolarmente ostico, e questo a prescindere dal tipo di livello di difficoltà selezionato per la campagna. Per cui, strategia e Overdrive a parte, diventa fondamentale saper sfruttare pure le doti sovrumane di Aya Brea per sopravvivere e progredire nell'avventura. La giovane donna, non dimentichiamolo, ha sempre un DNA "particolare" e dei poteri alquanto insoliti: questi, nello specifico, sono legati qui a una funzione primaria chiamata Liberation. Caricando una apposita barra posta visivamente sotto a quella vitale, la protagonista è in grado di scatenare una sorta di energia aurica che la rende devastante e veloce come non mai per un certo lasso di tempo.
Un altro aspetto interessante del gioco risiede poi nella possibilità di personalizzare a piacimento le caratteristiche del personaggio principale. Un po' come accade nei giochi di ruolo con magie e mosse speciali, anche in questo The 3rd Birthday, grazie all'Over Energy system, tramite dei particolari elementi da impiantare nel DNA di Aya se ne possono migliorare le capacità, facendole apprendere pure nuove skill. Quando si abbatte un Twisted in particolari situazioni essi rilasciano delle sfere colorate. Queste ultime sono dei globi che variano per caratteristiche in base al mostro sconfitto: ci sono "palle" di tipo normale, uniche o rare. Ogni sfera di DNA è distinta da una cromatura diversa in relazione al tipo di influenza che essa può avere una volta equipaggiata, e non sempre il loro apporto è positivo. Per esempio alcune possono incrementare la potenza di attacco o quella di recupero energetico, altre la forza dei colpi critici o di ricarica. Queste sfere possono salire di livello e rafforzare il potere della skill o abilità relativa come per le magie dei GDR fantasy, e combinate fra loro ottenendo risultati inediti. Dipende da come esse vengono affiancate o sovrapposte, fino a un massimo di nove, nell'apposito board-menù che ricorda vagamente quella della sferografia di Final Fantasy X.
Grafica e audio
Per il resto, e in particolar modo per le fasi esplorative il prodotto è praticamente identico ai suoi predecessori o a ogni titolo del genere a cui appartiene: la poliziotta può essere mossa liberamente con le leve analogiche mentre la telecamera può essere fatta ruotare e fatta posizionare a piacimento con la croce direzionale. L'interazione con l'ambiente circostante avviene attraverso i tasti frontali superiori adibiti all'Overdrive, alle granate, alle azioni, etc, con i pulsanti dorsali adibiti all'aggancio dei nemici e al cambio dell'arma rapido.
Nota conclusiva sul comparto grafico e su quello audio. Per il primo basta una sola parola per descrivere e sintetizzare il tutto: spettacolare. I filmati in CGI sono quelli tradizionalmente splendidi a cui Square Enix ci ha abituati negli anni, specie sulle console casalinghe, con la sua solita regia quasi impeccabile e hollywoodiana. I personaggi, specie i principali, appaiono ben caratterizzati. Aya, ovviamente, in particolare. Con una cura dei particolari davvero notevole considerando l'hardware sul quale il gioco gira. Per esempio quando l'agente viene colpita ed ha poca energia, sovente capita di vedere i suoi abiti strapparsi in certi punti e mostrare sotto, senza esagerazioni o volgarità, sia chiaro, le proprie grazie. Tra l'altro la nostra eroina può contare su una serie di abiti davvero niente male, alcuni dei quali particolarmente insoliti come il vestito da cameriera sexy francese.
Per indossarli basta recarsi nella sezione Briefing Room dal menù principale, e oltre a equipaggiare nuovi armamenti, selezionare le missioni (pure quelle già finite), si potranno provare gli abiti. Solo gli scenari, o almeno alcuni di essi, a volte sono un po' spogli o poco rifiniti.
Per quanto concerne il sonoro, The 3rd Birthday conta su una colonna sonora di grande impatto. Ogni brano riesce a caratterizzare e sottolineare bene l'area in cui ci si trova o il momento dell'azione che sta avvenendo in quell'istante, immergendo di fatto il videogiocatore nel contesto narrativo raccontato dal gioco.
Conclusioni
Diciamocela tutta, il nostro approccio iniziale con The 3rd Birthday non è stato dei più felici: viste le premesse abbiamo iniziato a giocarlo con un atteggiamento un tantino scettico e timoroso, preoccupati dall'idea di rimanere delusi da un titolo che aspettavamo da tanto, troppo tempo. E non è che le prime battute di gioco fossero servite a rinfrancarci in questo senso, ma anzi, sembravano dare credito alle nostre preoccupazioni. Sembrava di trovarsi dinanzi al classico e poco riuscito sparatutto in terza persona giapponese che tentava di imitare successi occidentali come Gears of War. Fortunatamente però, dopo un paio di ore di gioco e la presa di confidenza coi comandi, le paure sono svanite come d'incanto, e il "sole" della speranza è tornato a splendere nei nostri animi: contrariamente a quanto ci si aspettava, e per fortuna aggiungiamo noi, The Third Birthday non è un semplice sparatutto. Ma qualcosa di più. Grazie a un gameplay più profondo, all'interessante sistema dell'Overdrive, alla possibilità di personalizzare per certi versi armi e abilità della protagonista, il gioco si rivela come uno un validissimo sparatutto tattico con elementi GDR. Di quelli che certamente fa la gioia di tutti coloro che lo approcceranno con la mente sgombra da pregiudizi e consapevoli che esso non è forse il Parasite Eve che stilisticamente ci aspettavamo, ma certo resta un buon gioco sotto ogni punto di vista.
PRO
- Gameplay ben strutturato
- Elementi action e GDR integrati positivamente
- Sbloccare armi, costumi e trofei garantisce un'ottima rigiocabilità
CONTRO
- Avventura principale po' corta
- Mancata localizzazione in italiano
- L'originale aveva altro spessore...