Tomb Raider è una delle serie più amate dagli appassionati di videogiochi. Anzi, a dirla tutta, molti degli utenti più giovani devono probabilmente la loro passione per l'intrattenimento elettronico proprio a essa e alla figura della sua protagonista, Lara Croft. La bella e pettoruta archeologa la cui immagine è stata palesemente concepita nel design dagli sviluppatori Core Design (fu Toby Gard a disegnarla) principalmente per un pubblico maschile, salvo poi fare breccia pure in quello femminile, riuscì fin dalla sua prima apparizione nel lontano 1996 su PC, PlayStation e Sega Saturn, a catalizzare su di sé l'attenzione dei giocatori e dei media.
Sempre a Lara, infatti, si deve in buona parte lo sdoganamento della figura del videogioco come elemento di nicchia, poi divenuto fenomeno di massa, e del videogiocatore, troppo spesso in passato visto dall'esterno quasi come un alieno. La Croft è talmente considerata una icona del settore che negli anni si è guadagnata le copertine di diverse riviste fashion e di moda, e perfino l'ingresso in pompa magna nel "Guinness World Record" come "L'eroina dei videogame più famosa al mondo".
Oltre che dei film a lei dedicati. Inevitabile, quindi, che questo brand continuasse a "vivere" nel corso degli anni in diversi progetti e venisse sfruttato per quella che appare essere più che mai al giorno d'oggi la nuova frontiera delle produzioni videoludiche a basso costo: le versioni di grandi classici dei videogiochi rimasterizzati in alta definizione. Così, a poche settimane dal lancio della collection di Prince of Persia, ecco arrivare nei negozi Tomb Raider Trilogy. Che, diciamolo subito, rispetto alla raccolta del Principe appare un prodotto decisamente migliore. All'interno del Blu-Ray sono stati inseriti Tomb Raider: Legend, Tomb Raider: Anniversary e Tomb Raider: Underworld.
Essendo degli adattamenti, i giochi si portano appresso pregi e difetti delle versioni originali, e in generale, la giocabilità è sempre la stessa: a parte qualche mossa nuova eseguibile da Lara fra un capitolo e l'altro, un maggiore o minore dettaglio visivo, o una struttura di fondo leggermente diversa, a conti fatti il sistema di controllo dei tre titoli è quello classico e gli amanti della saga non faticheranno a ritrovare il feeling coi comandi sin dalle prime sequenze. Come tradizione vuole, la nostra eroina preferita può saltare, aggrapparsi alle sporgenze, arrampicarsi, appendersi ai pali, lanciare il rampino per agganciarsi a dei punti specifici, sparare e così via. Tuttavia proprio per evidenziare le differenzazioni fra un titolo e l'altro, vediamo di analizzarli ora uno per uno.
Trofei PlayStation 3
Sono ben centosedici i Trofei presenti nel Blu-Ray di Tomb Raider Trilogy. Per l'esattezza ne abbiamo 42 per Legend (8 nascosti), 41 per Anniversary e 33 per Underworld. Per sbloccarli generalmente occorrerà portare a termine determinati eventi o completare delle specifiche azioni. Per esempio in Tomb Raider Legend si potranno ottenere premi facendo saltare in aria i nemici con l'ausilio di due taniche di benzina o calciando un pallone contro la porta di una chiesa in Perù. In Anniversary, invece, si potranno racimolare fra gli altri completando gli appositi scenari come Perù o Egitto, compiendo determinate uccisioni o ancora sconfiggendo i Boss e completando il gioco a livello Hard. Infine in Underworld ce ne saranno di particolari, come quelli sbloccabili eliminando cinque nemici investendoli con la moto, recuperando delle reliquie e superando le tre le sfide Demone della velocità.
Tomb Raider: Legend
Cominciamo con Tomb Raider: Legend, quello che doveva essere a suo tempo il titolo che avrebbe rilanciato la serie dopo il lento declino iniziato con Tomb Raider 3 e culminato con Angel of Darkness. E così fu. Eidos decise nel 2006 di dare una sterzata decisa alla saga, togliendo il franchise dalle mani degli sviluppatori originari della Core Design e affidando la realizzazione del nuovo gioco a un nuovo team, quello di Crystal Dynamics, lo stesso di Legacy of Kain (all'interno dell'avventura è possibile sbloccare un'arma speciale chiamata Mietitrice d'Anime, in inglese "Soul Reaver". Un omaggio a sé stessi e al gioco che li ha resi famosi - Ndr).
Proprio partendo da alcune meccaniche mutuate da quest'altra interessante serie avventurosa, perfettamente poi integrate con quelle tipicamente delle serie di Lara, gli sviluppatori riuscirono nell'impresa di rinverdire e rinfrescare una giocabilità stantìa, e di rimettere in carreggiata la bella Croft. Eliminate le griglie invisibili o il sistema dei salti da calibrare al millimetro, spesso ponendosi addirittura coi talloni in bilico su qualche malferma pedana, integrati nuovi movimenti resi fluidi e naturali da svariate nuove animazioni e da un sistema di controllo del personaggio più immediato che mai, il titolo si conferma ancora oggi a distanza di anni estremamente divertente da giocare. Anche durante le fasi di combattimento: qui la bella archeologa può fare sfoggio di una grande abilità nella lotta corpo a corpo, con tanto di calci e colpi in slow-motion, e parecchie inedite armi da fuoco, rispetto alla serie, da utilizzare contro i malcapitati di turno. Una gradevole aggiunta sta poi nella presenza di una moto da guidare e di alcuni elementi interattivi dello scenario, come casse esplosive o serbatoi pieni di benzina, segnalati dalla presenza di una icona, da sfruttare durante gli scontri. Idem le granate e gli immancabili quick time events. Peccato che questa edizione di Legend si porti appresso pure qualche difetto dall'originale, come per esempio una telecamera ballerina non sempre posizionata ad hoc.
Tomb Raider: Anniversary
Dei giochi contenuti nella raccolta Tomb Raider Trilogy, Tomb Raider: Anniversary è da considerare a tutti gli effetti il titolo celebrativo della serie. Esso è un rifacimento del primo Tomb Raider del 1996 per PlayStation, concepito e adattato per PlayStation 2 (e ora per PlayStation 3), sfruttando le meccaniche, l'engine grafico e le nuove movenze di Lara di Legend.
In questo gioco sono presenti gli intricati livelli che tanti giocatori avevano amato nell'originale, riveduti e corretti per il nuovo motore grafico e rimodellati intorno alle nuove mosse della pettoruta eroina. Per il resto, invece, il gioco è praticamente identico al capostipite della serie. La trama, con la Croft a caccia dello Scion, artefatto diviso in tre parti che ossessionava prima suo padre e ora ossessiona lei, i livelli e parecchie delle azioni da compiere, tutto riporta alla mente l'originale. Ovviamente effettuare un restyling di un prodotto già di per sé restaurato in origine deve essere stata quasi una passeggiata per Crystal Dynamics. Difatti, nel nostro caso, a parte l'adattamento della grafica agli standard delle televisioni HD per quanto riguarda le texture che rivestono gli scenari e i personaggi, non c'è assolutamente nulla di diverso del remake visto su PlayStation 2. Aspettatevi quindi di rivivere morti premature a causa di sessioni particolarmente difficili da superare, piattaforme da raggiungere con balzi e acrobazie degne di un acrobata da circo e in generale livelli lungo i quali non basterà solo premere il pulsante giusto al momento giusto per andare avanti, ma usare anche il cervello e un pizzico di strategia per venire a capo di qualche puzzle o situazione apparentemente insormontabile. Eppure proprio questa difficoltà intrinseca del prodotto, questo suo essere a tratti complicato, nonostante le nuove capacità di Lara, come detto, riprese da Legend e quindi più utili per affrontare gli scenari irti di insidie, sembra spingere il videogiocatore non occasionale e in generale il fan della saga a goderselo fino in fondo. E a riassaporare quasi quei momenti vissuti oltre 15 anni fa.
Tomb Raider: Underworld
L'ultimo gioco contenuto nella raccolta Tomb Raider Trilogy è Tomb Raider: Underworld, che poi è stato anche il più facile da integrare nella raccolta per gli sviluppatori, visto che esso è stato rilasciato tra gli altri per PlayStation 3 e Xbox 360 un paio di anni fa. Anche per questa ragione è certamente il più bello a vedersi, come dimostra la foto qui a fianco.
A livello di trama il titolo riparte subito dopo la fine di Legend con Lara alla ricerca di un modo per raggiungere sua madre. Se in generale in questo episodio non si riscontrano novità di rilievo per quanto riguarda le azioni eseguibili dalla protagonista, a parte l'inedita possibilità di sfruttare le sporgenze delle pareti per arrampicarsi e spostarsi, a livello di giocabilità esso si distacca per l'elevata difficoltà dagli altri due prodotti. In generale i livelli in cui agire sono molto grandi e costruiti in maniera piuttosto logica, con certi elementi dello scenario che a una attenta analisi si rivelano davvero ingegnosi nel loro design, riallacciandosi in questo senso ai primi episodi della saga per il modo in cui dovranno essere sfruttati per venire a capo di alcuni passaggi o enigmi a essi correlati. L'approccio generale con in quale affrontare ogni area, infatti, è quello ragionato, indagatore. Prima di lanciarsi a capofitto da spuntone a spuntone, per esempio, bisogna guardarsi intorno, esplorare, fare se necessario dei tentativi a vuoto per osservarne gli effetti e dunque arrivare alla risoluzione dell'enigma di turno. A essere stato parecchio sacrificato rispetto per esempio a Legend è il sistema di combattimento che qui risulta piuttosto anonimo a causa di una scarsa IA dei nemici e del puntamento automatico delle armi, che consente facilmente di liberarsi degli avversari. Incredibile poi a dirsi, ma proprio Underworld che è il più nuovo è anche quello con più difetti. Oltre a una cattiva gestione della telecamera che affligge praticamente tutto il gioco, con l'inquadratura che troppo spesso si focalizza stretta su Lara piuttosto che sull'ambiente circostante, limitando di fatto la visuale e nascondendo appigli o piattaforme importanti, altro difetto di non poco conto è la tendenza della stessa archeologa a incastrarsi con porzioni di scenario, in una compenetrazione di poligoni come non si vedeva dai tempi di PlayStation 1.
La nuova grafica e i nuovi contenuti
Dal punto di vista grafico, è evidente che i tre titoli contenuti in Tomb Raider Trilogy siano visivamente, come accennato nei precedenti paragrafi, nati su console completamente differenti fra loro a livello di potenziale, dalle vecchie PlayStation 2 e Xbox alle recenti e migliori Xbox 360 e PlayStation 3. Underworld alla fine è sempre lo stesso da questo punto di vista, e dunque ottimo.
Legend era già stato riadattato molto bene su Xbox 360 nella primavera del 2006 e dunque vantava già di base texture ed effetti perfetti per l'alta definizione (questa versione Sony del gioco è la stessa della console Microsoft). Il lavoro maggiore Crystal Dynamics l'ha evidentemente compiuto su Anniversary, che pur con tutte le limitazioni del caso è stato quasi rimesso a nuovo. Di fatto ha effettuato un ottimo lavoro di impreziosimento del dettaglio, se ci si passa il termine, migliorando i fondali, le architetture, la ricchezza di particolari generale e i pettorali della nostra bella archeologa, in modo da regalarci un impatto visivo decisamente efficace, sicuramente migliore di quanto visto per esempio nell'edizione rimasterizzata dei tre Prince of Persia. Anche le animazioni della protagonista sono state riviste. Almeno questa è stata la nostra sensazione. A parte il maggior numero di frame che certo agevolano e rendono fluidi certi movimenti, ci è sembrato, a memoria, che Lara agisse in maniera ancora più naturale in certi frangenti, come se Crystal Dynamics avesse implementato qualche movimento in più. Non mancano certo i difetti sempre parlando di estetica, e proprio in Anniversary alcuni vengono evidenziati per via dell'HD. Ma nulla di particolarmente fastidioso tenendo sempre in mente l'età del prodotto. Buono anche il sonoro, con un discreto doppiaggio in italiano ed effetti audio e ambientali in linea, qualitativamente, con altri prodotti del genere e rimasterizzazione completa della colonna sonora e degli elementi di fondo. Inseriti gli immancabili Trofei, per un totale di centosedici suddivisi nei tre giochi (42 per Legend, 41 per Anniversary e 33 per Underworld), come potete leggere nell'aposito box in questa pagina. Poi, ancora, parecchio materiale bonus fra i quali spiccano un tema per la Cross Media Bar PlayStation 3, alcuni filmati del dietro le quinte delle tre produzioni e un nuovo avatar di Lara Croft.
Conclusioni
Tomb Raider Trilogy è un'ottima compilation che permette agli utenti di godersi tre dei migliori giochi della saga con protagonista Lara Croft. Da quello che ha rivitalizzato la serie, cioè Legend, al quasi reverenziale Anniversary, fino all'ambizioso Underworld, i titoli presenti nel Blu-Ray, nonostante i difetti risaputi, restano tutt'oggi fra i migliori esponenti del genere, col loro interessante gameplay fatto di esplorazione, risoluzione di enigmi, situazioni platform e combattimenti. A questo punto immaginiamo la domanda che tutti voi vi starete facendo: vale la pena acquistarla? La risposta, banale, è doppia: si, se siete amanti della serie e volete rivivere certe emozioni, o se non avete mai giocato ai titoli proposti nella compilation. No, se invece non avete molti soldi da spendere e giustamente preferite investire i vostri risparmi su qualcosa di nuovo oppure semplicemente se non siete tipi da rigiocare qualcosa che avete già finito, anche se riproposto in una veste rinnovata sotto alcuni aspetti.
PRO
- Buon adattamento grafico all'alta definizione
- Divertenti da giocare a dispetto degli anni
CONTRO
- Qualche problema con la telecamera in un paio di giochi
- Adattamento visivo a parte, uguali agli originali (compresi i bug)