Versione testata: PC
Nel mondo videoludico, il primo Deus Ex fu come un fulmine a ciel sereno. Era il 2000 e l'allora Ion Storm confezionò un titolo fantascientifico per PC destinato a fare scuola (e rimanere per molti versi insuperato). Apparentemente era un semplice sparatutto, ma giocandolo ci si accorgeva dell'ampia libertà concessa al giocatore che si traduceva nella possibilità di usare diversi approcci per svolgere le missioni. Il seguito, Deus Ex: Invisible War, venne sviluppato contemporaneamente anche su console e fu un mezzo disastro. Con il senno di poi gli si può riconoscere qualche merito, ma chi lo giocò all'epoca, con in mente il primo capitolo, non può che convenire che lo shock fu tale da farlo odiare un po' da tutti:
livelli lineari e molto piccoli a causa della poca memoria delle console della precedente generazione, scelte ridotte all'osso e una banalizzazione di fondo di tutto l'universo di Deus Ex, ne decretarono l'insuccesso. Dopo soltanto due capitoli, il brand sembrava morto, schiacciato dal mito del capostipite.
Fu quindi con una certa sorpresa che, solo molti anni dopo, Eidos annunciò lo sviluppo di Deus Ex: Human Revolution, titolo dalla lunga gestazione che mira programmaticamente a ridare vita alla serie, ripartendo proprio da quanto di buono e ottimo c'era nel primo capitolo. Sarà vera gloria?
Un mondo in preda al caos
Il gioco inizia con una drammatica sequenza in cui le industrie Sarif vengono attaccate da un gruppo di terroristi modificati, e il protagonista, Adam Jensen, viene quasi ucciso. Il nostro si salverà grazie agli innesti sviluppati dalle industri Sarif, che lo trasformeranno in una specie di cyborg con dei poteri eccezionali. Da qui inizia l'avventura vera e propria, con Adam che deve investigare su più fronti per scoprire la verità sui terroristi, su dei gruppi di luddisti che vogliono fermare lo sviluppo degli innesti, sugli interessi politici dietro alle industri Sarif e sulle industrie Sarif stesse. Insomma, senza raccontare troppi dettagli della trama, non è difficile affermare che gli sviluppatori hanno tentato di riprodurre il feeling della storia del primo Deus Ex, ovvero ben presto ci si trova a varcare dei confini molto labili dietro cui si mescolano il giusto e lo sbagliato.
Niente è come sembra e l'equilibrio iniziale sarà ben presto spazzato via, costringendo il giocatore a fare delle scelte, a volte molto difficili. Scelte che si rifletteranno nei molti dialoghi, dove spesso bisognerà prendere delle decisioni che influenzeranno lo svolgersi degli eventi.
Il sistema che gestisce le conversazioni è simile a quello di Mass Effect 2, con un massimo di quattro risposte selezionabili su un'interfaccia a quattro direzioni. In realtà, se si ha in mente il tipo di personaggio che si vuole sviluppare, non sarà difficile di volta in volta capire la risposta che fa al caso nostro. Un discorso a parte merita l'innesto sociale, che rende alcuni dialoghi un vero e proprio sottogioco, con Adam che interpreta il carattere dell'interlocutore e deve cercare di dare la risposta più consona per ottenere il risultato voluto. Ad esempio, parlando con un poliziotto corrotto e arrogante, è possibile capirne la natura da coniglio e metterlo in riga con una battuta a tono, oppure, in un altro caso, è possibile estorcere un codice di accesso di una cassaforte, che altrimenti andrebbe violata con le abilità da hacker (se si sono sviluppate).
Dimensione avventura
Il caleidoscopio di valori espresso dallo scenario e dai dialoghi viene incorniciato da una struttura di gioco aperta, che consente approcci personali all'azione. Adam gira per le strade di una Detroit del 2027 degradata e in preda alla criminalità, con porte protette da sistemi di sicurezza elettronici, con poliziotti ovunque e con criminali, tossici e prostitute che scorrazzano liberamente per le strade. Le interazioni possibili sono diverse e ci sono molti angoli nascosti, raggiungibili sviluppando poteri specifici, che nascondono dei bonus o, magari, degli oggetti speciali come armi o altro. Solitamente vale la regola che più sono difficili da trovare, più il bottino è ricco.
Parlando degli innesti, ovvero i poteri che Adam può sviluppare assegnando i praxis, la rosa di scelte di Deus Ex: Human Revolution si amplia ulteriormente. Volete creare una macchina da guerra in grado di spazzare via decine di nemici senza batter di ciglio? Basta spendere i praxis con gli innesti fisici. Volete creare un personaggio furtivo in grado di infiltrarsi ovunque? Allora basterà spendere i praxis per attenuare il rumore dei passi o aumentare la portata del radar cibernetico di Adam, tanto per fare due esempi. Le possibilità sono molto e i poteri consentono azioni non disponibili con il personaggio di base: ad esempio cadere da grandi altezze, la già citata possibilità di piegare la volontà di un personaggio dialogando o quella di penetrare in computer con alti livelli di sicurezza. Elencarle tutte richiederebbe una guida ufficiale, ma crediamo che sia chiaro come Deus Ex: Human Revolution sia stato pensato per dare ai giocatori una grande illusione di libertà, decisamente poco comune negli ultimi videogiochi, anche in quelli di ruolo più famosi.
Cervelli fritti
L'intelligenza artificiale merita un discorso a parte, anche perché è il nodo che strozza un po' Human Revolution e che non gli fa raggiungere l'eccellenza auspicata. Il problema di fondo è che, diciamolo, i nemici sono un po' scemi. Troppo. Con un approccio più rude la scarsa intelligenza artificiale si nota di meno: fa un po' ridere vedere gente che si lancia le granate sui piedi o che esce dalle coperture tipo kamikaze, giusto in tempo per farsi crivellare, ma, in fondo, si spara e basta e, nelle situazioni di svantaggio per il giocatore, qualche cosa di buono la si tira anche fuori da queste creature di vettori e texture figlie del CEPU. È giocando in modalità stealth che i geni del male danno prova della loro pochezza. Volete mettere tra voi e un nemico in allerta una barriera invalicabile? Chiudetevi dentro un bagno. Sarete come spariti. In realtà questi poveracci del futuro sembrano avere grosse difficoltà con la gestione delle porte, i loro veri nemici da abbattere. Altro caso limite è quello dell'impilamento dei cadaveri con il fucile con proiettili tranquillanti. Ci sono dieci nemici in una stanza?
Mettetevi dietro una buona copertura, addormentatene uno e vedrete gli altri andare in processione verso il loro compagno caduto. Ovviamente, addormentandone un altro, i rimanenti non si porranno minimamente il problema di cercare una copertura, poiché c'è qualcuno che altrimenti potrebbe mandarli al tappeto, ma andranno dai loro amici stramazzati per ricevere la loro dose di tranquillanti (magari gli piace, chissà). Di esempi di comportamenti assurdi dell'IA se ne potrebbero fare altri, ma dovreste aver compreso che in Deus Ex: Human Revolution vi troverete spesso davanti a situazioni al limite del ridicolo, che un po' rovinano l'immedesimazione. Gli stessi boss sono molto sottotono e non rappresentano una grossa sfida (gli occidentali hanno ancora molto da imparare dai giapponesi per quel che riguarda i combattimenti con i boss), con le loro tattiche monotone e prevedibili. Oltretutto, va notato che sono eliminabili solo sparando, fatto che penalizza parecchio chi ha scelto di sviluppare un personaggio più raffinato e che contrasta con la filosofia generale del gioco.
Tecnologia del 2027
Graficamente Deus Ex: Human Revolution è un titolo con alti e bassi. Se non è possibile muovere appunti alla direzione artistica e alla costruzione dello scenario, rimane qualche sbavatura, in maggior parte per colpa delle sequenze scriptate e delle animazioni facciali. Soprattutto le prime sono piuttosto fastidiose, a causa della loro troppa enfasi. Arrivando alle spalle di un nemico, Adam può atterrarlo in modo silenzioso.
Logica vorrebbe che agisse in modo rapido e silenzioso; invece il nostro eroe si prodiga in azioni clamorosamente tamarre, che di furtivo non hanno nulla. Spettacolari sì, ma decisamente contrarie a qualsiasi principio del genere stealth. Oltretutto non fanno altro che sottolineare la stupidità dei nemici nei dintorni, creature con i timpani bucati che non si accorgono del tonfo di un loro collega atterrato platealmente con un cartone alla Bud Spencer. Per tornare a parlare di grafica, che poi è l'unica cosa che interessa a moltissimi giocatori, alcune volte queste sequenze vanno in corto circuito con lo scenario e non mancano casi in cui si finisce per stendere un nemico con i piedi per metà infossati nel pavimento, oppure con il corpo infilato in un muro (metodo siciliano?). Insomma, per Human Revolution vale la massima che a volte è meglio limitare i botti, se rischi che lo spettacolo ti si possa ritorcere contro.
D'altro canto, le magagne tecniche vengono ben mascherate dallo splendido lavoro compiuto dagli sviluppatori a livello artistico, che ha prodotto una città cyberpunk incredibilmente viva e sporca, con un uso dei colori perfetto e la creazione di alcuni scorci degni dei classici del genere, Blade Runner incluso. Il viraggio verso il giallo è azzeccatissimo e rende alla perfezione il senso di livido decadimento insito in ogni elemento formante la caratterizzazione della città. Insomma, tendenzialmente possiamo considerare le mancanze tecniche come dei peccatucci dovuti alla vastità dei livelli e alla ricchezza dei contenuti, che richiedono un lavoro di sintesi maggiore rispetto a titoli più chiusi e lineari. Ergo, non ci si può lamentare più di tanto.
Conclusioni
Deus Ex: Human Revolution merita il nome che porta: profondo e pieno di sfaccettature, regala una lunga cavalcata in un mondo cyberpunk ben delineato e chiaramente aperto a nuovi innesti videoludici. I poteri diversificati consentono diversi approcci e gli regalano una rigiocabilità inedita di questi tempi, fatti di sparatutto scriptati che si archiviano in cinque ore. Peccato soltanto per l'intelligenza artificiale dei nemici, che spezza l'idillio e riproietta il gioco sulla Terra, facendogli meritare un posto tra i capolavori mancati. Magari con i DLC, invece di aggiungere armi e livelli, Eidos potrebbe provare a dare un po' di cervello a questi poveracci.
PRO
- Scenario tratteggiato in modo splendido
- Strade differenti per risolvere le missioni
- Grande rigiocabilità grazie ai poteri
CONTRO
- Intelligenza artificiale deficitaria
- I boss sono un po' deludenti e rendono l'azione monocorde
- Le microsequenze scriptate possono essere fastidiose
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Processore: Intel Core 2 Quad Q6600
- RAM: 4 GB
- Scheda video: GeForce 250 GTS
- Sistema operativo: Windows Vista
Requisiti minimi
- Sistema operativo: Windows XP / Vista / 7
- Processore: Dual-core processor a 2.0 Ghz
- RAM: 1 GB (Windows XP) / 2 GB (Windows Vista e Windows 7)
- Scheda video: serie NVIDIA GeForce 8000 o serie ATI Radeon HD 2000 o superiore
- Spazio su disco: 8.5 GB
- DirectX: 9.0c
Requisiti consigliati
- Sistema operativo: Windows 7
- Processore: AMD Phenom II X4 o Intel Core 2 Quad o superiore
- RAM: 2 GB
- Scheda video: AMD Radeon HD 5850