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Xenoblade Chronicles, recensione

Dopo mille peripezie, arriva anche in Italia il capolavoro di Monolith Soft: chi ha detto che il genere jRPG è morto?

RECENSIONE di Christian Colli   —   09/09/2011
Xenoblade Chronicles
Xenoblade Chronicles
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Qualche settimana fa vi abbiamo proposto una disamina sulla situazione attuale di uno dei generi più amati del panorama videoludico. Alcune software house hanno cercato di sfruttare le nuove console per proporre qualcosa di inedito, allontanandosi eccessivamente dal sentiero tracciato per oltre ventanni fino a snaturarlo; altre hanno scelto un approccio più tradizionale, cristallizzando il genere al punto da non suscitare più, nei giocatori, sensazioni genuine di sorpresa o interesse. Il comune denominatore di questi approcci è sempre stata una particolare attenzione per l'aspetto tecnico, al punto da dimenticare o sottovalutare la narrazione o, ancora peggio, il gameplay.

La spada Monado
La spada Monado

Tetsuya Takahashi ha scelto una via di mezzo. Il suo nome è famoso per aver firmato alcuni titoli, come Xenogears o la trilogia di XenoSaga, che hanno apportato decise innovazioni al genere senza, però, riuscire mai a riflettere interamente la visione dell'autore. Questa volta, invece, il talentuoso direttore si è trovato a lavorare con una console oggettivamente impossibilitata a competere sul lato tecnico con macchine più potenti e questo limite è probabilmente ciò che, ironicamente, ha reso Xenoblade Chronicles l'RPG più completo e appagante degli ultimi anni.

Il destino non è scritto

A scanso di equivoci, Xenoblade Chronicles non ha nulla a che fare con i precedenti franchise sviluppati da Monolith Soft: il titolo originale è infatti Monado, che poi è il nome di una spada attorno alla quale ruota tutta la storia. L'incipit è veramente inedito: due divinità si sono date battaglia per eoni fino a uccidersi a vicenda, diventando immense statue nell'oceano. Millenni dopo, su ciascuna di queste enormi creature si è sviluppata una diversa civiltà: una biologica e l'altra tecnologica.

Gli oggetti cambiano la grafica dei personaggi
Gli oggetti cambiano la grafica dei personaggi

La guerra tra le due razze sembra raggiungere un punto fermo proprio grazie alla spada Monado, un artefatto in grado di ferire gli altrimenti invulnerabili Mechon ma anche di indebolire progressivamente colui che la brandisce. Il protagonista della storia è Shulk, un giovane ingegnere della Colonia 9 il cui principale interesse è proprio studiare la Monado e capirne il funzionamento: un improvviso e inaspettato assedio dei Mechon costringe il ragazzo a impugnare la spada, acquisendone l'ambiguo potere di preveggenza. Shulk scoprirà suo malgrado che non basta soltanto conoscere il futuro per cambiarlo: in cerca di vendetta, Shulk e il suo amico Reyn inizieranno un viaggio che, come da copione, diventerà ben presto qualcosa di molto più epico e importante. Come nel caso delle precedenti sceneggiature di Takahashi, anche Xenoblade Chronicles propone una storia estremamente matura e complessa, ricca di sottintesi e significati, in cui si mescolano sapientemente fantasy, fantascienza e spiritualità.

I personaggi interagiscono e comunicano spesso tra loro
I personaggi interagiscono e comunicano spesso tra loro

Dal punto di vista narrativo, la nuova opera di Monolith Soft è senza dubbio anche la più completa: in oltre cinquanta ore di narrazione non si avvertono mai incompletezze o incongruenze e il ritmo della vicenda, raccontata principalmente tramite cutscene dialogate, è omogeneo e sempre più incalzante. I personaggi che accompagneranno Shulk nel suo viaggio sono tratteggiati magnificamente e interagiscono tra loro in modo opportuno e convincente, costituendo un cast coeso e variegato. Contribuisce a personalizzare protagonisti e nemici un doppiaggio un po' atipico, smaccatamente anglosassone, dovuto probabilmente alla localizzazione completamente europea (il gioco, ricordiamo, non è stato rilasciato in America). Se è vero che alcune voci possono apparire un po' sottotono, i puristi potranno risolvere facilmente il problema attivando il doppiaggio originale giapponese dal menù delle opzioni, il primo di una lunga serie di tocchi di classe che caratterizza l'esperienza. Per chi invece mastica meno l'inglese, Xenoblade Chronicles propone un curatissimo adattamento italiano nei testi scritti.

Shulk e Reyn giungono alle Pianure di Gaur, il 'ginocchio' del Bionis
Shulk e Reyn giungono alle Pianure di Gaur, il "ginocchio" del Bionis

I viaggi di Shulk

La cura riposta dal team di Takahashi nella creazione dell'universo di Xenoblade Chronicles si avverte letteralmente a ogni passo, poiché è a piedi che dovremo percorrere le vastissime regioni che compongono i corpi delle divinità dormienti. È una sensazione di maestosa libertà: ogni area è davvero immensa e geograficamente ricca e complessa, punteggiata da ruscelli, laghi, cascate, montagne, grotte e colonie. La varietà e la vastità lasciano senza fiato ma non è qualcosa che può impensierire i giocatori meno avvezzi all'esplorazione, poiché perdersi in Xenoblade Chronicles è praticamente impossibile: un indicatore mostra sempre la direzione da prendere per progredire nella storia e si possono sfruttare alcuni speciali punti di interesse per "teletrasportarsi" istantaneamente da un luogo all'altro, riducendo al minimo le distanze da percorrere. Gli avventurieri, d'altro canto, avranno pane per i loro denti perché ogni area propone angoli e anfratti da scoprire e c'è sempre una ricompensa, un nuovo nemico da affrontare, una quest da completare, un oggetto da raccogliere. Niente è lasciato al caso.

Molti panorami sono davvero mozzafiato
Molti panorami sono davvero mozzafiato

I piccoli oggetti luminescenti sparsi per la mappa possono essere archiviati in un'enciclopedia in cambio di oggetti o venduti o regalati ai propri compagni per aumentare l'affinità del gruppo e la quantità e varietà di creature sparse per la mappa, facilmente evitabili se non si desidera combattere, contribuisce ad aumentare la sensazione di trovarsi in un mondo vivo e complesso, grazie anche alle casuali variazioni atmosferiche e a un particolareggiato ciclo giorno/pomeriggio/sera/notte che modifica intorno a noi l'illuminazione ma anche la fauna e la presenza degli NPC. Perfino la musica è situazionale e la colonna sonora composta dalla collaborazione di Yasunori Mitsuda, Yoko Shimomura e Manami Kiyota è una delle migliori che abbiamo potuto ascoltare negli ultimi anni: epica, maestosa, emozionante e sempre azzeccata, dall'evocativa traccia musicale del menù alla splendida canzone che accompagna i titoli di coda. Quello di Xenoblade Chronicles è un universo vivo e cangiante e il team di Monolith Soft ha spremuto le capacità tecniche di Nintendo Wii a un livello mai visto prima: le ambientazioni sono ricchissime di dettagli e particolari, con uno sconfinato orizzonte visivo che amplia ulteriormente la vastità dell'ambiente e un gioco di cromatismi e illuminazioni che compensa la qualità altalenante delle texture e il discreto polygon count di mostri e personaggi. La direzione artistica è pregevole, basti pensare che perfino l'equipaggiamento modifica l'aspetto dei personaggi e lo stesso oggetto assume forma diversa a seconda del personaggio che lo indossa. Realisticamente, la magnificenza complessiva raggiunta da Xenoblade Chronicles rende ininfluenti i limiti tecnici di Nintendo Wii, sopratutto quando si resta coinvolti nelle complesse meccaniche di gioco.

Potere alla varietà

Inutile dire che durante l'avventura dovremo affrontare tonnellate di nemici, non solo i Mechon che minacciano la gente di Bionis ma anche mostri e animali di ogni genere. Molti di essi si limiteranno a pascolare senza curarsi di noi, altri invece potrebbero aggredirci: che siate voi o il nemico ad ingaggiare battaglia, non vi aspetta nessun caricamento o transizione. Lo scontro avviene in tempo reale e coinvolge fino a tre membri del party, ma il giocatore potrà controllarne direttamente soltanto uno. Durante la battaglia ogni personaggio userà ripetutamente un attacco automatico di base e disporrà di una serie di abilità, chiamate Artes, dagli effetti sia offensivi che difensivi. Gli scontri sono dinamici e molte Artes richiedono uno specifico posizionamento per avere la massima efficacia, è necessaria quindi una certa pianificazione che coinvolge alcuni parametri presi in prestito da altri genere videoludici, come l'aggro che determina il personaggio verso il quale sarà rivolto il nemico. Ogni personaggio presenta tre "specializzazioni" che sostanzialmente contraddistinguono il suo ruolo in battaglia in base alle abilità passive acquisite: queste specializzazioni possono essere cambiate a piacimento, lo stesso personaggio può quindi concentrarsi all'occorrenza sulla guarigione dei compagni o sui danni inflitti al nemico.

Il sistema di combattimento dinamico richiede pianificazione e tempismo
Il sistema di combattimento dinamico richiede pianificazione e tempismo

Combinando le specializzazioni dei personaggi, che peraltro possono essere mischiate in base alla loro affinità reciproca, e il potenziamento delle Artes a disposizione, è chiaro che Xenoblade Chronicles presenta un livello di personalizzazione altissimo, ulteriormente approfondito dalla possibilità di creare o trovare gemme da incastonare nell'equipaggiamento, conferendo bonus aggiuntivi. Durante i combattimenti l'affinità tra i personaggi gioca un ruolo non indifferente poiché i nostri eroi si esorteranno a vicenda, potenziandosi e aiutandosi all'occorrenza: i combattimenti dunque diventano una pirotenica esibizione di strategia e attacchi speciali che richiede qualche ora per essere completamente assimilata, per poi regalare enormi soddisfazioni. In tutto questo ambaradan si incastra attivamente anche il ruolo della Monado, le cui visioni profetiche sono tradotte in gameplay tramite una originalissima feature che ci mostra improvvisamente il "futuro" e un attacco con cui il nemico starebbe per colpire i giocatori. Nell'arco di una manciata di secondi il giocatore può usare le abilità legate alla Monado per contrastare l'attacco, per esempio producendo una protezione mistica che lo renda inefficace, cambiando effettivamente il futuro mostrato dall'arma. Un tocco di classe che rende gli scontri con i boss ancora più avvincenti.

Una ragione per combattere

Xenoblade Chronicles ha un enorme pregio, in generale, e cioè di essere un jRPG che strizza l'occhio anche a chi non ama particolarmente il genere, proponendo un mix di innovazioni e miglioramenti che lo rendono, sopratutto, divertente e adatto a ogni tipo di utenza. Chi vuole scoprire subito come si evolverà la storia potrà seguire le chiare indicazioni sulla mappa per sbloccare una nuova zona o un nuovo evento, chi ama invece tergiversare o potenziare i personaggi potrà dilettarsi a risolvere le dozzine di quest proposte in ogni area da NPC che appaiono in momenti diversi della giornata.

L'inquietante Metal Face sarà il motivo che spingerà Shulk a lasciare la Colonia 9
L'inquietante Metal Face sarà il motivo che spingerà Shulk a lasciare la Colonia 9

Le sidequest sono completamente opzionali e non sono del tutto dissimili dalle fetch quest tipiche del genere MMORPG: uccidi questi nemici, raccogli quegli oggetti, trova questo materiale e via discorrendo. Sono missioni secondarie semplici e veloci, forse non spiegate in modo particolarmente approfondito nel menù apposito, ma che possono essere risolte in qualsiasi momento per guadagnare denaro, oggetti e punti esperienza. Risolvendo le quest aumenteremo anche la nostra affinità con gli abitanti dei vari agglomerati, guadagnando ulteriori bonus. Tra ricostruire le colonie, trovare i mostri rari e unici, completare l'enciclopedia, sbloccare i vari Achievement pensati appositamente per il gioco e migliorare i personaggi e la loro affinità, c'è veramente tantissimo da fare e la varietà non manca di certo. Xenoblade Chronicles non è neanche un gioco difficile, o meglio, non è un gioco che punisce il giocatore per i suoi errori: le battaglie possono diventare piuttosto complesse, eppure non si rischiano antipatici Game Over e perdite di progressi, perché dopo una sconfitta ci si ritroverà comodamente all'inizio dell'area o al landmark più vicino. E nel caso abbiate un contrattempo nel bel mezzo di un dungeon? Non c'è problema, potete salvare quando volete e in qualunque momento. Takahashi è il suo team sono stati molto attenti a ciò che viene ormai considerato obsoleto nella struttura del genere, migliorandolo senza snaturarlo, compiendo una vera e propria evoluzione senza mettere da parte la consueta cura per lo storytelling che da sempre li contraddistingue.

Conclusioni

Multiplayer.it
9.6
Lettori (449)
9.4
Il tuo voto

Xenoblade Chronicles è il jRPG della generazione. E' anche il gioco che più spinge Nintendo Wii al limite delle sue possibilità tecniche, al punto che a tratti si percepisce lo sforzo della console e degli sviluppatori, e ci si chiede se forse non sarebbe stato ancora più bello su un'altra console. Ma poi, magari, si sarebbe sacrificato il gameplay a favore della grafica, come accaduto in passato. Gli appassionati del genere in possesso della console Nintendo commetterebbero un delitto a non accaparrarsi una copia del capolavoro Monolith Soft. E vogliamo esagerare: se non possedete ancora Nintendo Wii, questo è un ottimo motivo per acquistarlo. Ebbene sì, tale è il valore di Xenoblade Chronicles: probabilmente tra dieci anni ne parleremo ancora come un punto di svolta in un mercato che ha bisogno di idee e progetti di questa portata.

PRO

  • Tecnicamente maestoso: Nintendo Wii spinto ai suoi limiti
  • Trama, colonna sonora e art direction straordinarie
  • Sistema di combattimento e personalizzazione divertenti e appaganti
  • Longevo, vario, ricchissimo di contenuti

CONTRO

  • Obiettivi delle sidequest non sempre chiarissimi
  • Qualche doppiatore un po' sottotono