Versione testata: PlayStation 3
Dopo aver abbondantemente sviscerato la versione PC di Battlefield 3 nella lunga recensione che trovate a questo indirizzo, abbiamo ulteriormente provato il titolo DICE nella sua incarnazione su console, in questo caso PlayStation 3, con risultati altrettanto lusinghieri, anche se sono palesi i limiti delle versioni "next gen" che hanno portato gli sviluppatori svedesi a scendere a compromessi sotto numerosi aspetti.
È chiaro a tutti che DICE ha realizzato il suo titolo più ambizioso avendo come base l'architettura di un PC di fascia alta, mettendo in scena battaglie su grandissima scala, graziando il tutto con un Frostbyte 2 che mostra i muscoli in ogni singolo frame mandate a schermo, e proprio la scalabilità, tanto visiva quanto di gameplay, è il settore che ha visto i maggiori cambiamenti. L'offerta di gioco di Battlefield 3 è composta dalla campagna single player, vera novità per il franchise, sei missioni cooperative e ovviamente il multiplayer, vero cuore del prodotto. Senza troppi giri di parole è possibile affermare da subito che campagna e co-op non sono all'altezza della parte competitiva del gioco, ma rappresentano la parte più debole del pacchetto e che, contrariamente alla controparte PC, perdono in parte la spinta di una cosmesi strepititosa che copre le magagne narrative e di gameplay vero e proprio.
Pulizia e realismo
La breve campagna, circa 5 ore a livello normale, è pura fantapolitica sullo sfondo della (probabile) terza guerra mondiale e narra, imperniata su un gioco di incastri e flashback, le vicende del marine Blackburn, che da semplice soldato si ritroverà a fare i conti con decisioni che decideranno il destino di milioni di persone. DICE invece di scegliere un'impostazione "lineare" nel mettere in scena il campo di battaglia, ha deciso di mischiare le carte in tavola, partendo dagli ultimi istanti del gioco e tornando in dietro raccontando l'azione attraverso molteplici punti di vista, che spesso convergono quasi come abbiamo già visto nel Medal of Honor di Danger Close. Come scritto nella recensione PC, la campagna ha solo pochi momenti di grande esaltazione, e naviga stancamente fino alla fine senza realmente emozionare il giocatore. Non ci sono stati insomma grandi passi avanti rispetto a quanto giocato in Bad Company 2: linearità e scripting sono la cifra stilistica del gioco. Il ritmo è blando insomma, realismo e spettacolarità non sembrano aver trovato un buon punto di incontro. A questo poi ci sono da aggiungere sezioni su veicoli decisamente sottotono, con il vertice negativo delle missioni di bombardamento in cui non si fa altro che tenere puntati dei bersagli a terra o in aria, senza nemmeno aver pilotato l'aereo visto che si è nei panni dell'armiere di un F-18. Buona invece la seconda parte della missione su carro armato, in cui DICE ci fa vivere l'entrata a Teheran rimettendo in scena la cattura americana di Baghdad del 2003, tra imboscate dai cavalcavia e autobombe "da disinnescare". Impossibile non menzionare poi le magagne dell'intelligenza artificiale spesso guidata da direttive invisibili che portano i nemici a non scorgerci nemmeno se gli si passa accanto, a non tentare di evitare una granata oppure a passare sempre dallo stesso punto. Per fortuna in alcuni frangenti il fuoco incrociato del nemico può essere davvero letale, ma sono troppo pochi i momenti costruiti con cura e troppi quelli che mettono a nudo i difetti delle routine comportamentali che svelano scripting sin troppo palesi.
Una cosa ci preme sottolineare. Nella recensione PC avevamo sottolineato come l'altissimo livello grafico supplisse (in parte) alle mancanze strutturali di campagna e coop. In questo caso la spinta della grafica è decisamente meno forte, benché comunque la cosmesi sia senza dubbio impattante, anche se gioco forza meno appariscente. Il frame rate è sì fisso sui 30 FPS, ma la definizione delle texture è piuttosto altalenante con tanti elementi, non solo sullo sfondo, che appaiono meno rifiniti e puliti rispetto ad altri. Si può tranquillamente dire che a livello di pulizia generale Battlefield 3 per console non sia un titolo senza macchia, con anche numerosi e frequenti problemi di pop in e pop up a funestare gli elementi più lontani. Intendiamoci, il titolo è molto bello da vedere e se la gioca ad armi pari con i tripla A coevi, ma la potenza del motore grafico è semplicemente troppa per le vetuste console casalinghe. In quest'ottica, il vero protagonista del gioco, ovvero il sistema di illuminazione, ne esce ridimensionato, ma comunque piuttosto presente in ogni situazione. Il nostro consiglio per avere tutte le informazioni sulla campagna è quello di leggere la recensione PC, dove l'abbiamo sviscerata in ogni sua singola caratteristica. DICE ha anche inserito una modalità cooperativa, sei missioni assimilabili alle Spec Ops di Modern Warfare, per un massimo di due giocatori solo online. Nè split screen, nè bot insomma. La nostra prova ci ha lasciato sensazioni positive: apprezzabile è la varietà delle missioni, per certi versi "superiore" a quella della campagna e più assimilabile al multiplayer. Un buon extra ma non certamente il piatto forte del menù proposto da DICE. In definitiva nulla per cui strapparsi le vesti (con gli stessi problemi di intelligenza artificiale della campagna), ma nemmeno una modalità di gioco inserita in fretta e furia come extra pensato in funzione della concorrenza.
Trofei PlayStation 3
Battlefield 3 offre al giocatore 39 trofei, di cui 28 di bronzo, 6 d'argento, 4 d'oro e il classico platino. La maggior parte dei trofei si guadagnano con la semplice progressione nella campagna, anche se non mancano alcuni che si ottengono facendo particolari azioni come quello chiamato "La pratica rende perfetti". Diversi trofei si portano a casa anche con la cooperativa, portando a termine le missioni entro certi parametri, non solo temporali, mentre i trofei dorati ci impegnano a finire campagna e coop al massimo livello di difficoltà, a sbloccare tutti i nastri e raggiungere il level cap nel multiplayer.
Arriva la cavalleria
In ottica online, vero cuore del progetto DICE, le novità sono molte e non si limitano solamente all'inclusione degli aerei, presenti sì in Battlefield 2, ma non inclusi in Bad Company 2, paragone più diretto almeno in ottica strettamente temporale. Il primo cambiamento sono le classi, diverse, o meglio ripensate rispetto a quelle di Bad Company. Basta dire che l'assaltatore avrà compiti da medico, rilasciando medikit o rianimando i compagni a terra, nessuna classe ad hoc insomma. Chi cura la propria squadra si troverà sempre nel cuore dell'azione. Molto interessante anche il treppiedi del mitragliere, utile per fare fuoco di soppressione sui nemici, o il cecchino con i suoi gadget altamente tecnologici per segnalare l'avanzare o la posizione dei nemici sulla mappa. Novità queste che sono state inserite nel titolo all'insegna del bilanciamento maniacale e che esaltano il gioco di squadra e la cooperazione ragionata per arrivare alla vittoria finale. In quest'ottica il deathmatch perde definitivamente importanza rispetto alle modalità di gioco Corsa e Conquista, rimanendo soltanto un dippiù utile come allenamento per il cuore del gioco. Parlando dei mezzi, quelli messi a disposizione da DICE sono davvero tanti e tutti da "sviluppare", come se fossero semplici armi da fuoco, aerei inclusi, vera e propria punta di diamante del gioco. Accanto a elicotteri da attacco e da trasporto, possiamo sederci nello stretto cockpit dell'F-18 e in quello dell'A-10 e ovviamente nelle loro controparti russe, ovvero il Flanker e il Frogfoot, per cercare la supremazia aerea con il primo e lanciare temibili CAS, anche detti attacchi al suolo, con il secondo. Il primo impatto con i jet è spiazzante, tanto sono ostici da pilotare essendo molto sensibili, ma basta fare (molta) esperienza per diventare protagonisti sulla scena, cambiando il corso di un attacco o di una difesa.
E, cosa ancora più importante, nelle mappe in cui non sono previsti si fa quasi fatica a non guardare ossessivamente il cielo, in cerca di aiuto o timorosi di ascoltare il rombo sordo del cannone di bordo. Va ricordato anche il vasto numero di oggetti e upgrade sbloccabili, dalle ottiche a nuove armi, passando per specializzazioni e gadget avanzati. Battlefield 3 infatti ci permette realmente di costruire su misura il nostro stile di gioco, bilanciando alla perfezione ogni singolo cambiamento all'equipaggiamento del nostro alter ego. Ma quali sono stati i cambiamenti apportati da DICE nel momento del passaggio dall'impalcatura online PC a quella console? Il primo, quello più immediatamente constatabile è la riduzione del numero massimo di giocatori, passato da 64 a 24, cosa questa che pesa molto nell'affollamento dei giocatori nelle mappe più grandi come Caspian Border o Operation Firestorm, che di fatto risultano, se non giocate con il teamplay in testa fin troppo dispersive. Ad ovviare a questo problema gli sviluppatori hanno fatto in modo di avvicinare i punti di respawn più vicini all'azione, "compattando" in questa'ottica le mappe e riducendo i punti di conquista da cinque a tre. Modifiche queste che non pesano troppo sullo sviluppo del gioco, ma che sono sintomatiche dei limiti raggiunti dalle console casalinghe. Per la descrizione esaustiva delle mappe, una ad una, vi invitiamo a tornare a leggere il lungo paragrafo in merito scritto in occasione della recensione PC.
Conclusioni
Battlefield 3 è senza dubbio il gioco che tutti fan stavano aspettando, spreme a dovere le console, evidenziando però tutti i limiti tecnici di una generazione che sta arrivando al tramonto. Il multiplayer è superbo e finemente cesellato, esaltando un bilanciamento generale pressoché perfetto, ma risente nelle mappe più grandi del numero più basso di giocatori rispetto alla versione PC. Anche in questo caso pollice verso per la campagna, breve e poco coinvolgente e con un comparto tecnico che nonostante sia di altissimo livello è afflitto da vistosi problemi di pulizia.
PRO
- L'ottimo multiplayer DICE
- Bilanciamento, level design e personalizzazione ai massimi livelli
- Tecnicamente di grande impatto...
CONTRO
- ...ma con evidenti problemi di pulizia, ottimizzazione e definizione
- Campagna mediocre
- Nonostante gli accorgimenti adottati, 24 giocatori sono pochi per le mappe più grandi