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Power Rangers Samurai, recensione

Arrivata alla diciannovesima stagione, la serie dei Power Rangers festeggia con un tie-in per Wii: vediamo se è il caso di essere allegri o meno...

RECENSIONE di Fabio Palmisano   —   06/12/2011
Power Rangers Samurai
Power Rangers Samurai
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Nata nel 1993, la serie televisiva per ragazzi Power Rangers divenne ben presto un fenomeno di costume a livello mondiale, calamitando l'attenzione della stragrande maggioranza degli adolescenti dell'epoca: come accade ciclicamente nel mondo dell'intrattenimento per ragazzi però, il fascino esercitato dal telefilm ha indubbiamente perso vigore nel corso degli anni, soppiantato da altre tendenze più nuove. Ecco dunque che questo Power Rangers Samurai, ispirato alla diciannovesima stagione che nel nostro paese viene trasmessa dal canale digitale Boing e da Italia 1, non arriva propriamente trainato da un nome capace di portare orde di teenager nei negozi. E forse è meglio così, vista la qualità del prodotto...

Chi ben comincia...

Che Power Rangers Samurai sia un titolo realizzato con un budget ridotto lo si capisce subito dal menu principale, contraddistinto da un look che sarebbe apparso datato 15 anni fa e da una evidente povertà di contenuti: ci si può soltanto cimentare nell'avventura principale, affrontare un inutile minigioco oppure andare nella schermata delle opzioni. Selezionando la prima voce, le cose non cambiano per il meglio, anzi è proprio da qui che il declino del prodotto Namco Bandai si fa inesorabile: è possibile impersonare uno a scelta fra i cinque supereroi in calzamaglia, peccato che il Ranger Rosso possieda delle caratteristiche talmente superiori agli altri da rendere obbligata la scelta in suo favore. Per fortuna -o purtroppo- il gioco sembra infischiarsi delle statistiche di forza e velocità dei vari personaggi, visto che ognuno di essi si comporta nella stessa identica maniera. Superato il disappunto per queste evidenti ingenuità di sviluppo, ci si ritrova per le mani un picchiaduro a scorrimento vecchia scuola, nell'accezione meno felice del termine: Power Rangers Samurai sembra in tutto e per tutto un titolo per la prima PlayStation, con grafica e gameplay ampiamente superati che riescono nell'impresa di non sfruttare un briciolo delle peculiarità del Wii. Si gioca necessariamente con la combinazione fra Remote e Nunchuck, con i tasti principali deputati all'attacco, al salto ed all'esecuzione di un colpo speciale che consuma una parte di un apposito indicatore ad ogni utilizzo.

Power Rangers Samurai, recensione

Una scarsità di input che lascerebbe presagire una eguale piattezza ludica, ed infatti è proprio così: Power Rangers Samurai è un action game davvero noioso e ripetitivo, dotato di un livello di sfida pari a zero e di una totale assenza di gusto in termini di design. In sostanza non si fa altro che proseguire all'interno degli scenari ammazzando nemici inoffensivi che si lasciano sopraffare da due colpi di numero, giungendo in maniera estremamente lineare allo scontro con un boss di fine livello che puntualmente si può mettere al tappeto ripetendo ad oltranza l'attacco speciale del proprio Ranger. Come nel telefilm, poi, ogni cattivone si trasforma in un essere gigante che i nostri devono affrontare unendo le loro forze e richiamando il proprio colossale robot Megazord: peccato che il gioco liquidi questi scontri fra titani con una sottospecie di rhythm game nel quale bisogna soltanto muovere Remote e Nunchuck al momento indicato per attaccare o difendersi, riducendo ulteriormente un fattore divertimento già ridotto a causa degli evidenti difetti del prodotto.

Meglio guardare la TV

Vedendo con quale superficialità sono stati realizzati gli aspetti fondamentali della struttura di gioco di Power Rangers Samurai, non stupisce notare come lo stesso trattamento sia stato destinato agli elementi di contorno. Il design dei livelli è spartano e si ripete con una fastidiosa ciclicità, i nemici sono poco vari sia nell'aspetto sia nel comportamento e danno sfoggio di un'intelligenza artificiale che lascia molto a desiderare, mentre il multiplayer è limitato ad un'azione per due giocatori che non fa altro che raddoppiare l'effetto noia. Ancora, in determinati momenti viene richiesto all'utente di eseguire degli ideogrammi muovendo il Remote nelle direzioni indicate, un'attività completamente fine a sé stessa che ha il solo scopo di allungare il brodo di un titolo che si trascina stancamente già dalle primissime battute, e che non per nulla dura appena un paio d'ore. Non c'è consolazione nemmeno per i fan dei Power Rangers che potrebbero voler acquistare il prodotto nella speranza di vivere una nuova avventura dei propri beniamini: la storia in pratica è inesistente, e viene narrata -malissimo- alternando brevi spezzoni tratti dal telefilm ad immagini statiche con caselle testuali che sono tutto tranne che appassionanti o belle da vedere.

Power Rangers Samurai, recensione

La situazione addirittura precipita se si parla di grafica e sonoro, capaci di rientrare sicuramente fra le cose peggiori mai viste su Wii, nonostante la console Nintendo non sia certo famosa per le sue doti tecnologiche. Sotto il profilo visivo ci troviamo di fronte ad uno spettacolo a dir poco modesto, fatto di modelli poligonali spigolosi ed animati con sufficienza che si muovono all'interno di scenari estremamente poco curati, il tutto svilito ulteriormente da colori smorti e texture slavate. Sul fronte sonoro si registrano pochi effetti che si ripetono in continuazione, accompagnati da musiche rock di infima lega e da un doppiaggio in inglese di serie Z. Insomma, non si riesce a salvare davvero nulla di questo Power Rangers Samurai, un prodotto talmente sotto la media che siamo sicuri riuscirebbe a deludere anche il più giovane e sfegatato fan della serie televisiva.

Commento

Alcuni spezzoni tratti dal telefilm Grafica e sonoro troppo datati Noioso, ripetitivo e povero di contenuti Design che lascia molto a desiderare