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Tutti quanti voglion fare il jazz

EggBall e Bulkypix hanno pubblicato su iPhone e iPad un colorato platform che omaggia il genere jazz in maniera assai stilosa

RECENSIONE di Vincenzo Lettera   —   06/02/2012
JAZZ: Trump's Journey
JAZZ: Trump's Journey
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Versione testata: iPad

Trump è un po' il Jack Blues del jazz nero anni '20. Come John Belushi in Blues Brothers, il suo scopo è quello di riunire i membri di una banda di talentuosi musicisti, attraversando un intero Paese con la polizia perennemente alle calcagna.

Tutti quanti voglion fare il jazz

Forse per una fortuita coincidenza, tra l'atro, Jazz: Trump's Journey riprende da Blues Brothers per Amiga tutta una serie di elementi: entrambi sono platform 2D in cui saltare da una scala all'altra, raccogliere oggetti collezionabili sparpagliati per il livello ed evitare di essere beccati dagli sbirri, ma il gioco di EggBall si presenta come un chiaro omaggio agli amanti di Louis Armstrong e della New Orleans, un trionfo visivo e sonoro dei primi anni del jazz.

Ho visto la luce!

A differenza di quanto un ingannevole trailer possa far pensare, la trama di Jazz: Trump's Journey viene raccontata in maniera assai banale, e la stessa atmosfera non riesce a tenere il passo di uno stile audiovisivo sopra le righe. Eppure la prima sfida del giocatore sarà proprio quella di riuscire a interpretare i dialoghi tra i vari personaggi, poiché il lavoro fatto in fase di localizzazione è a dir poco imbarazzante, sia che decidiate di giocare in inglese che in italiano. Non parliamo di errori di battitura, ma di frasi sgrammaticate, spesso a dir poco incomprensibili e talvolta addirittura lasciate in francese, un lavoro che è stato presumibilmente delegato a un traduttore automatico di serie B o a chi nel team ha pescato la cannuccia più corta. Una volta messa l'anima in pace e saltati tutti i dialoghi, il giocatore si trova davanti a un platform non privo di difetti ma sotto sotto abbastanza godibile, grazie soprattutto a una meccanica da tempo sdoganata ma che dà al gioco un gradito spessore. In qualsiasi momento è infatti possibile fermare il tempo semplicemente suonando la tromba, abilità che, com'è facile intuire, si rivela l'unico grimaldello utile a superare intricati puzzle e particolari sessioni platform: si può così bloccare un poliziotto mentre si trova su un interruttore, fermare una piattaforma per poterci saltare sopra o addirittura bloccare delle casse mentre sono a mezz'aria. Il tutto è reso più complicato dal fatto che diversi oggetti saranno immuni al potere della tromba, e ben presto alcuni sbirri cominceranno a indossare dei tappi per le orecchie. Peccato per un infelice bilanciamento della difficoltà di gioco, la quale resta su livelli parecchio bassi per la maggior parte dell'avventura, offrendo una sfida notevole, e in alcuni momenti anche frustrante, soltanto nelle battute finali. Il reiterato combattimento con un cocciuto boss aiuta a spezzare di tanto in tanto l'azione, ma pattern banali, prevedibili e sempre uguali non fanno altro che rendere questi sporadici momenti tra i peggio riusciti del prodotto.

Tutti quanti voglion fare il jazz

Eppure si va avanti con piacere, se non altro per continuare ad ascoltare i gradevolissimi brani jazz che accompagnano ogni livello, laddove i grafici di EggBall meriterebbero una stretta di mano per l'azzeccatissimo stile di disegno cartoon, una sorta di versione a colori di Steamboat Willie e di altre produzioni animate degli anni '20. Sfortunatamente, oltre all'imperdonabile localizzazione, a rovinare quello che altrimenti potrebbe essere un platform sopra la media ci pensa un sistema di controlli concepito male e realizzato peggio. Anziché ricorrere al D-pad o a uno stick virtuale, gli sviluppatori hanno optato per una soluzione a due tasti direzionali (destra e sinistra), scelta apparentemente azzeccata quando ci si sposta sul piano orizzontale, ma che scopre tutti i suoi problemi nel momento in cui bisogna salire o scendere le numerose scale che costellano tutti gli scenari; in questo caso appaiono due ulteriori tasti al lato dello schermo, richiedendo al giocatore uno spostamento del pollice che si rivela scomodo soprattutto sull'ampio schermo di iPad. Nonostante un'ottima risposta nei walljump, a questo si aggiunge un feeling nei movimenti e nei salti ben lontano dalla perfezione, il che si traduce fin troppo spesso in errori involontari e morti accidentali. Almeno il gioco è parecchio generoso in termini di checkpoint, distribuendoli abbondantemente prima e dopo i momenti più intricati, mentre il respawn istantaneo ad ogni morte evita ulteriori attimi di frustrante attesa.

La versione testata è la 1.2
Prezzo: 2,39€
Link App Store

Conclusioni

Multiplayer.it
7.0
Lettori (1)
1.0
Il tuo voto

Ci sono pochi dubbi sul fatto che Jazz: Trump's Journey sia tra i platform più eleganti e stilisticamente gradevoli tra quelli finora pubblicati su App Store, ma è un vero peccato che le sue finezze si limitino alla componente visiva e sonora. Un sistema di controlli con diversi problemi, un pessimo bilanciamento della difficoltà e un lavoro di localizzazione ingiustificabile ne compromettono pesantemente la valutazione complessiva, nonostante aggiornamenti più o meno drastici potrebbero in futuro ovviare ad alcuni dei problemi più evidenti.

PRO

  • Stilisticamente magnifico
  • Alcuni piacevoli enigmi
  • Ottime musiche jazz

CONTRO

  • Localizzazione italiana pessima
  • Controlli migliorabili
  • Curva di difficoltà bilanciata molto male