Fra i titoli meno appariscenti ma non per questo meno validi del lancio di PlayStation Vita ce n'è uno che giorno dopo giorno sta riscuotendo l'interesse da parte di un pubblico sempre più vasto. Stiamo parlando di Tales from Space: Mutant Blobs Attack, sequel evoluto di quel Tales from Space: About a Blob realizzato lo scorso anno sempre in questo periodo, ma per PlayStation 3, da Drinkbox Studios. Il gioco è un platform con elementi puzzle a scorrimento prevalentemente orizzontale e con grafica bidimensionale che ricorda molto da vicino titoli analoghi molto in voga ai tempi delle console a 16bit.
Lo schema di ognuno dei livelli che compongono l'avventura principale, che poi è anche l'unica vera modalità disponibile (dal menu principale si può solo accedere alle cutscenes, alle opzioni e alle classifiche online, oltre che allo story mode), è semplicissimo nel concept: si deve andare da un punto A ad un punto B. Per farlo non c'è un modo pre-definito o un tempo limite, nel senso che si può agire come meglio si crede per arrivare a concluderlo, e anzi si viene quasi invitati a esplorare ogni anfratto dello scenario e a sperimentare varie soluzioni e percorsi grazie alla presenza di oggetti da raccogliere, oltre che di numerosi e generosi checkpoint sparsi per l'ambiente e in punti chiave, che fanno in modo di non dover costringere il videogiocatore a tornare indietro se incontra una fine prematura. Prima di addentrarci comunque meglio nei discorsi legati al gameplay del prodotto diamo un rapido sguardo alla trama alquanto divertente, che come consuetudine vuole per i giochi del genere è solo un pretesto per dare il via all'avventura. Una strana creatura gelatinosa con un occhio solo, di colore verde e dalla forma sferica, si ritrova in giro sulla terra e inizia a devastare e mangiare ogni cosa, difendendosi nel contempo dagli umani che reagiscono militarmente a quella che per loro è un'invasione.
Muovi, premi e sfiora
Il giocatore deve quindi guidare la creatura gelatinosa attraverso delle aree a tema (college,città, base militare, etc) suddivise a loro volta in una serie di livelli irti di puzzle a difficoltà crescente, ostacoli e nemici, combinando i controlli classici quali lo stick analogico sinistro per muovere il personaggio, i pulsanti frontali per fargli compiere in particolare salti o accelerazioni, e i grilletti per mantenerlo in equilibrio magnetico sugli oggetti metallici o per fargli eseguire dei rapidi "mini voli", con quelli touch di PlayStation Vita utili invece per interagire con alcuni elementi dello scenario.
Per sfruttare proprio talune delle caratteristiche degli oggetti presenti in un ambiente, per spostarsi magari di piano o per superare un particolare pericolo, con le dita si procede a usare o smuovere delle pedane, delle piattaforme e via discorrendo, che sono generalmente evidenziati da una aurea verdastra. Giusto per rendere ancora meglio l'idea forse è opportuno fare un paio di esempi. In un livello del gioco c'è una sorta di base incandescente sul terreno toccando la quale si va incontro a morte certa, e la creatura si trova proprio fra due spuntoni di roccia sicuri posizionati proprio ai lati della massa bollente. Bene, per superarla e arrivare incolumi alla parte opposta si preme col polpastrello su un martellone e lo si trascina in modo da disegnare una traiettoria ideale che attiri verso il personaggio l'oggetto che colpendolo lo scaglierà verso la salvezza. Altra situazione, altro obiettivo: recuperare degli oggetti posizionati in un punto irraggiungibile per nutrirsene. Sempre utilizzando il touchscreen di Vita si devono manovrare un ascensore e un paio di braccia meccaniche rotanti per far si che il "cibo" di cui sopra venga movimentato per farlo arrivare verso il basso fra le amorevoli fauci del simpatico blob. Quest'ultimo quando serve comunque si attacca dappertutto, dai tetti ai tubi fino alle pareti, infilandosi grazie alla sua composizione molliccia negli anfratti più stretti, compresi degli enormi ingranaggi o degli spazi angusti che si aprono in alcune pareti. E nel fare quanto appena descritto divora e ingloba qualsiasi cosa, perfino gli esseri umani, ottenendo in cambio man mano che lo fa una certa crescita in termini di dimensioni, abilità (magnetismo, capacità di volare, etc) e resistenza, e acquisendo dei punti utili a determinare alla fine di ogni stage un certo risultato.
Fantascienza dagli anni ‘50
Quest'ultimo tiene conto anche di altri fattori quali per esempio il ritrovamento di quelli che vengono definiti come degli "amici" del mostro (ce ne sono due nascosti in ogni livello), e il miglior punteggio ottenuto può essere condiviso via internet con tanto di classificazione. Ogni sessione può comunque essere rigiocata tutte le volte che si vuole, così da permettere all'utente di riprovare a battere il suo precedente record o quello degli "avversari" sparsi per il mondo. Non mancano poi dei livelli extra chiamati Tilt-a-blob, dove vengono esaltati ulteriormente i comandi di Vita, grazie anche alla particolare conformità degli scenari in cui sono ambientati e dei mini giochi in essi contenuti.
In particolare essi sfruttano il supporto al Sixaxis, con il blob che sovente diventa per l'occasione una sorta di palla da far muovere e rotolare lungo percorsi costruiti ad hoc dagli sviluppatori. Anche in questi casi l'obiettivo di ogni area è principalmente quello di arrivare alla fine mangiando gli oggetti che si possono incrociare lungo la propria strada (divertente in tal senso il livello ambientato fra le strade di una città futuristica) e di evitare di fare una brutta fine, mentre c'è meno spazio per la ricerca di strade alternative o altro. Chiudiamo questa recensione parlando come sempre di grafica e audio. Per quanto concerne la prima c'è da dire che il look di Tales from Space: Mutant Blobs Attack ricorda anch'esso moltissimo i giochi a piattaforma bidimensionale degli anni '90, quelli per SEGA Megadrive o Super Nintendo per intenderci, con una palette di colori che esalta la brillantezza dello schermo della console, mentre lo stile adottato per rappresentare scenette, ambienti, mostri e personaggi vari riporta alla mente quei vecchi fumetti americani della serie Tales From Space e quei vecchi film anni '40-'50 di fantascienza. Per questi ultimi come non citare fra le fonti di ispirazione degli sviluppatori il mitico The Blob del 1958 interpretato dal grande Steve McQueen, o A trenta milioni di chilometri dalla Terra? Parlando invece di audio, abbiamo una colonna sonora piuttosto interessante, anche se in alcuni scenari sembra fuori contesto in quanto seriosa, mentre nulla di particolare da segnalare sul resto, specie sugli effetti, semplici ma efficaci come si conviene a un titolo del genere.
Conclusioni
Nonostante PlayStation Vita offra una serie di titoli sicuramente più all'avanguardia in termini di qualità tecnica, nella sua lineup c'è spazio anche per giochi concettualmente più "semplici" ma lo stesso appezzabili. Col suo stile mutuato dai vecchi platform puzzle anni '90, caratterizzato da una grafica bidimensionale colorata e da un gameplay immediato ma nel contempo ben strutturato, Tales from Space: Mutant Blobs Attack si rivela essere a conti fatti un titolo assolutamente valido, divertente e in grado di offrire una manciata d'ore di allegria e di sfida agli utenti, soprattutto se questi ultimi decideranno di impegnarsi a raccogliere tutti gli oggetti presenti in ogni area e lotteranno per ottenere il miglior punteggio possibile. In rapporto alla qualità del prodotto e al suo costo, circa € 7,00 in digital download, probabilmente non c'è di che lamentarsi.
PRO
- Divertente e immediato
- Controlli reattivi
- Buono il design dei puzzle e dei livelli
- Graficamente ben realizzato
CONTRO
- Longevità limitata a poche ore di gioco
- Alcuni schemi tendono a ripetersi in più livelli
- Nessuna modalità extra oltre a quella principale