Age of Empires 3: Definitive Edition è il titolo che conclude l'opera di restauro della serie di Ensemble Studios, avviata anni fa da Microsoft, in attesa di lanciare Age of Empires IV. Come vedremo nel corso della recensione, è anche l'episodio più debole del gruppo, nonostante la grossa mole di contenuti offerti e malgrado la rimasterizzazione grafica sia più incisiva, anche se meno netta, di quella degli altri due episodi.
Age of Empires: Definitive Edition e Age of Empires II: Definitive Edition avevano però dalla loro una grandiosità concettuale che manca completamente al terzo capitolo, più votato ad ampliare il suo pubblico apportando alcune semplificazioni alla formula originale e virando il gameplay verso quello degli strategici in tempo reale più famosi della sua epoca. Da questo punto di vista ci troviamo di fronte a una situazione paradossale: Age of Empires III: Definitive Edition è sicuramente l'esponente più moderno della trilogia, ma nell'accezione peggiore del termine, tanto che rigiocare i primi due episodi, in particolare il secondo, è stato una gioia, mentre il terzo ci ha fatto faticare un po' di più.
Grafica
Come accennato, la rimasterizzazione grafica di Age of Empires III: Definitive Edition è stata più incisiva di quella dei capitoli precedenti, nonostante il lavoro svolto sia complessivamente ridotto. Il motivo è semplice: il motore è completamente 3D e ha permesso di apportare miglioramenti in modo più rapido, senza influire più di tanto sul gameplay originale.
Ad esempio abbiamo texture in alta risoluzione, modelli 3D più definiti, supporto per le risoluzioni più elevate, nonché moltissimi effetti abbelliti rispetto all'originale, come quelli delle esplosioni o della distruzione degli edifici, resi oltretutto più realistici grazie all'uso di un motore fisico più moderno. Anche il lato narrativo ha subito una revisione completa, con l'aggiunta di sequenze filmate di buona fattura, realizzate usando il motore di gioco.
Quindi, dal punto di vista meramente cosmetico, il lavoro svolto da Tantalus Media e Forgotten Empires è davvero notevole, tanto che Age of Empires III: Definitive Edition non sfigura di fronte alla maggior parte degli strategici in tempo reale usciti negli ultimi anni, lì dove i predecessori invece risultavano deboli proprio da questo punto di vista (sono stati comunque abbelliti, ma non li si è potuti portare oltre una certa soglia, invalicabile a causa della loro impostazione originale). Notevole il lavoro anche sull'interfaccia, che è stata rivista completamente e resa personalizzabile, cosa che non fa mai male in titoli simili.
Gameplay
Il gameplay non ha purtroppo ricevuto lo stesso trattamento e risulta essere quello originale senza alcuna variazione significativa. Naturale che sia così, visto che parliamo di una rimasterizzazione e non di un remake, come è altresì naturale che le critiche che lo investirono allora riguardino anche questa nuova versione.
I problemi di Age of Empires 3: Definitive Edition emergono in particolare facendo un confronto diretto con i predecessori. Il processo di semplificazione, cui abbiamo già accennato, riguarda soprattutto le meccaniche di microgestione, che vanno a incidere enormemente sul tempo di gioco e sulla profondità dell'azione stessa. In particolare le risorse sono state ridotte da cinque a tre (cibo, pietre e legname), tanto da privare il map design di un bel po' di possibilità. Ad esempio negli altri AoE alcune mappe erano disegnate intorno alla scarsità di una certa risorsa, creando delle situazioni interessanti tra esplorazione rapida e battaglie precoci, cosa che nel terzo capitolo semplicemente non è stata possibile fare. Anche la difesa del territorio risulta più superficiale, semplicemente perché c'è meno da proteggere ed è più facile organizzarsi. Se a questo aggiungiamo la maggiore velocità nella generazione delle truppe, il taglio dei punti raccolta, che riduce all'osso lo spostamento dei coloni, e la maggiore velocità nell'evoluzione della nostra civiltà, capirete che il tutto è stato pensato per partite più veloci, ossia per favorire il lato multiplayer e i giocatori meno scaltri, togliendo però diversi strati di complessità e finendo per far somigliare la formula di gioco a quella di tutti gli altri RTS sul mercato, perdendo cioè per strada le peculiarità dei primi due capitoli.
Le aggiunte non hanno purtroppo bilanciato i problemi. Ad esempio la Città Madre, sostanzialmente la capitale della nostra civiltà da cui riceviamo dei bonus in partita che incrementano di quantità e qualità via via che progrediamo nel gioco, è sì interessante, ma disincentiva la sperimentazione delle altre civiltà, qui molto più caratterizzate che negli AoE precedenti, e crea dei grossi squilibri in multiplayer, dove le risorse extra richiamabili sono spesso determinanti per la vittoria (o la sconfitta), con somma frustrazione di chi ne ha a disposizione di meno. Anche alcune missioni delle campagne single player ne risultano alterate. Ad esempio alcune sono costruite intorno alla scarsità di certe truppe, quindi poterne magari richiamare alcune dalla Città Madre risulta in un vero e proprio controsenso.
Contenuti
Con questo non vogliamo dire che Age of Empires III: Definitive Edition sia un brutto gioco. In particolare vogliamo chiarire che le meccaniche sono peggiorate soprattutto se consideriamo i predecessori, mentre non sfigurano di fronte a quelle di alcuni RTS moderni. Inoltre tra campagne single player, fazioni (sedici in totale) modalità schermaglia, sfide e modalità online c'è da giocare per mesi, il che non è poco visto il prezzo cui viene venduto.
Ci sono inoltre due nuove fazioni rispetto all'originale: inca (forse troppo aggressivi e potenti, ma è da verificare a gioco lanciato, ossia quando ci potranno giocare in molti) e svedesi (i catenacciari, se ci passate il termine calcistico), sono state create delle nuove mappe multiplayer, c'è stato un rinnovamento generale delle funzionalità, tra matchmaking più performante, la possibilità di giocare in cross-play tra le versioni per i vari negozi in cui il gioco è in vendita e altre piccole chicche che non possono mancare in un titolo del 2020. Certo, ci sono meno contenuti rispetto ad AoE 2 Definitive Edition, ma c'è da dire che stiamo parlando di un gioco andato ben oltre i livelli di guardia, quindi difficile da raggiungere.
Ottimo anche il lavoro fatto sull'intelligenza artificiale, che rende i livelli di difficoltà più elevati una sfida notevole anche per chi conosce a menadito tutte le mappe e le missioni. Insomma, Age of Empires III: Definitive Edition le sue buone qualità ce l'ha, ma anche la sfortuna di avere dei predecessori prestigiosi e amati, oltre a quella di non essere particolarmente apprezzato dai puristi. Volendo lo potremmo definire il titolo perfetto per entrare nel genere e nella serie, viste le minori complicazioni per i neofiti, ma niente da rimpiangere più di tanto, nel caso lo si salti a piè pari.
Conclusioni
Age of Empires 3: Definitive Edition non raggiunge il livello di Age of Empires: Definitive Edition e Age of Empires II: Definitive Edition (ma quanti strategici in tempo reale sono al livello di Age of Empires II?), ma si difende come può. È sicuramente un titolo più semplice e più squilibrato degli altri, bacato quindi alla fonte, ma è anche quello che un neofita potrebbe digerire più facilmente, sia per via del gameplay più diretto, sia per l'aspetto grafico più moderno. Non ci troviamo di fronte a un titolo indimenticabile o a un classico senza tempo, ma a un prodotto solido pur con qualche difetto di troppo, oscurato da degli antenati fin troppo grandiosi per potercisi confrontare a cuor leggero.
PRO
- Molti contenuti per molte ore di gioco
- La rimasterizzazione grafica è ottima
CONTRO
- Meccaniche di gioco troppo semplificate rispetto ai predecessori
- Qualche squilibrio di troppo