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Alien la Clonazione

RECENSIONE di La Redazione   —   04/03/2001
Alien la Clonazione
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Alien la Clonazione
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La trama!

Terminata questa breve introduzione, passo a presentarvi uno dei giochi più d’atmosfera mai usciti su Playstation, gioco che pur non impaurendovi con zombie e sadici bambini armati di coltello alla Silent Hill vi mette davanti uno dei più famosi mostri della celluloide: il famelico alieno alto due metri, armato di artigli, doppi denti e sangue acido possiede un carisma grandissimo e sarà il vero punto di forza del gioco, diviso in diverse ambientazioni prese direttamente dalla pellicola, tra cui il refettorio e le zone allagate della nave con dei micidiali alieni in grado di nuotare, oltre alla storica protagonista della saga Ellen Ripley, in questo episodio clonata dai militari dopo essere morta in Alien3, potrete controllare tutti gli altri protagonisti del film ed è curioso vedere che ognuno inizia la propria missione con delle armi specifiche: il mercenario Christie ha al contrario degli altri la possibilità di usare due pistole contemporaneamente mentre il marine DiStephano possiede da subito un pulse rifle, la varietà di armi presenti è comunque vasta, si va dalla canonica pistoletta fino ad un fucile a pompa di notevole potenza ed alle armi esplosive come i lanciarazzi o le granate, il lanciafiamme merita invece una menzione a parte e posso giurare che qualsiasi appassionato della saga desidererebbe prendere a fiammate gli alieni, ma ricordatevi che non moriranno se non li tenete sotto il fuoco per un po’! Giusto citando l’effetto fiamme si può dire che già da solo questo mette in luce la qualità grafica di un titolo che ha dalla propria dei curatissimi effetti di luce e degli sprite nemici che, sebbene non siano dettagliatissimi da vicino, sono animati perfettamente. Il gioco tra i tanti pregi possiede forse un unico grande difetto: il sistema di controllo renderà piuttosto ardue e frustranti le vostre prime partite, a causa delle diverse difficoltà che vi causeranno sia il controllo digitale, con diverse combinazioni di tasti per alcune funzioni, sia quello analogico, che a volte rende impreciso lo spostarsi; la miglior combinazione è data però dall’utilizzo di un mouse, in grado di rendere il sistema di controllo più preciso e accurato praticamente quanto gli sparatutto su PC, il sonoro invece, prima di passare alla longevità, si difende bene nella media e comunque l’importante è stare sempre attenti a sentire i movimenti e i sibili degli alieni, sempre in agguato al buio sui soffitti.

Alien la Clonazione
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In conclusione..

Se da un lato l’apprendere nel migliore dei modi tutte i comandi del vostro personaggio vi farà divertire non poco da un altro punto di vista questo gioco richiede molta pratica e sinceramente non è consigliato a chi non vuole passare tempo a cercare di sbrogliare diverse situazioni difficili, rese a volte davvero troppo ostiche da un nemico che vi darà la caccia perennemente e che potrebbe attaccarvi senza nessun avvertimento da un momento all’altro, essendo inoltre dannatamente difficile da colpire. Questo Alien Resurrection (qui da noi localizzato in italiano e con il titolo di Alien la Clonazione) è consigliato a tutti quelli che cercano un’alternativa ai vari Fifa e Tekken e in questa era di terrore dominata solo dai Resident Evil era ora che qualche altra tipologia di gioco ci facesse saltare sulla sedia, e ricordate: è consigliato l’utilizzo del gioco al buio.

    pro:
  • ottima licenza
  • adrenalina allo stato puro
    contro:
  • si poteva fare di più...
Alien la Clonazione
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Alien! La saga continua...

L’ultimo tentativo di portare la mitica saga di Alien su console, escludendo il bellissimo e angosciante Alien VS Predator per PC, ci è stato dato dal discreto Alien Trilogy, shoot’em up in soggettiva che comprendeva elementi presi da tutti e tre i film della serie usciti fino ad allora. Dopo l’uscita del quarto capitolo della serie, nel 1997, il team di sviluppo della Argonaut decise di produrre un tie-in della pellicola con visuale in terza persona ed elementi di action/adventure ispirati anche a Tomb Raider ma, parecchi mesi più tardi, fece una scelta simile a quella della Capcom con Resident Evil 2; ritenendo che il gioco sviluppato fino a quel momento non fosse soddisfacente i programmatori della Argonaut decisero di apportare una scelta radicale, cambiando la visuale dalla terza alla prima persona, trasformando il tutto in uno sparatutto in soggettiva come il suo successore sopracitato Alien Trilogy: i motivi sono molteplici ma la loro scelta non è da biasimare visto che forse, solo con una visuale in soggettiva si poteva creare il terrore che loro volevano, e ci sono sinceramente riusciti…Immaginatevi di vagare per una enorme nave militare, con l’ausilio di una piccola torcia elettrica con batterie, fortunatamente ricaricabili a tempo, di breve durata, l’ambiente intorno a voi è nel buio più completo e la vostra unica arma è un fucile ad impulsi automatico trovato accanto ad uno dei numerosi cadaveri con lo stomaco aperto dei vostri compagni marines, state per aprire una porta a pressione quando un alieno scende dal soffitto presentandovisi davanti e, scaricandogli contro il vostro unico e solo caricatore riuscite a fermarlo facendogli sprizzare il suo sangue acido dappertutto, avvicinandovi di nuovo alla porta un messaggio vi avverte che questa non verrà aperta a causa di una presenza non umana rilevata e, a quel punto un face hugger vi è già saltato in faccia senza preavviso.