Siete amanti dei piedi, degli affari loschi e della vita notturna? Allora abbiamo ciò che fa al caso vostro! Seguiteci e vi mostreremo un mondo che vi lascerà estasiati.
Ma che avete capito? Stiamo parlando di Anger Foot, videogioco sviluppato da Free Lives, menti eclettiche dietro successi, fenomeni virali e piccole perle già di culto tra cui Broforce, Genital Jousting e Terra Nil.
Quindi, seguiteci in questa recensione (e non in luoghi poco raccomandabili) alla scoperta dell'ultima fatica di questo team di sviluppo tutto matto.
Shit City, un posto da chiamare “casa”
Ambientato nell'iperbolica Shit City, una metropoli dove ogni singola persona fa parte di una delle quattro gang che controllano le sue strade, il gioco ci mette nei panni (anzi, nelle sneakers) di Anger Foot, uno dei pochi cittadini a vivere seguendo le proprie regole, senza avere alcun legame con le bande criminali, perché tutti sanno che è meglio non farlo arrabbiare.
Nonostante ciò, però, una notte, i membri delle gang di strada rubano la sua amatissima collezione di sneakers, che custodisce come delle reliquie. La soluzione, in un mondo come questo, è ovviamente una sola: prendere a calci ogni singolo criminale finché non avrà riottenuto ciò che gli appartiene.
Una questione di piedi
Anger Foot è un videogioco che gli stessi sviluppatori definiscono un "first-person booter", che potremmo tradurre in un calciatutto in prima persona. L'obiettivo, infatti, è quello di farsi largo lungo i 61 livelli presenti a suon di calci (e armi da fuoco, all'occorrenza), il tutto accompagnato da quell'incessante cronometro in alto a sinistra che segna il nostro tempo (e ci mette fretta, anche se non ci sono vere e proprie conseguenze se si completa lo scenario in 30 secondi o 10 minuti).
Il gameplay, adrenalinico e caotico, richiama quello dei classici sparatutto in prima persona, con un pizzico di frenesia alla Hotline Miami. Proprio a quest'ultimo la mente torna quando ci si ritrova a percorrere i corridoi di abitazioni urbane gremite di scagnozzi armati fino ai denti pronti a farci le penne, molto spesso in un sol colpo.
E noi rispondiamo con i piedi, buttando giù porte o prendendo a calci la feccia criminale, per poi raccogliere le loro armi e utilizzarle contro di loro.
Quando la reattività è tutto
Essendo un gioco molto frenetico, una delle cose che Anger Foot doveva fare meglio, prima della storia, dello stile o delle meccaniche di base, era la risposta ai comandi. Un titolo del genere non si può permettere un sistema di mira e movimento fallati, in nessun aspetto, o l'intera esperienza risulterà frustrante.
Fortunatamente, il sistema di controllo di Anger Foot si presenta solido e soddisfacente (pur rimanendo estremamente fedele alla sua anima da arcade "caciarone", premiando la caoticità e l'approssimazione), il che vi farà godere ogni singolo calcio lanciato contro una porta o un nemico.
Ora, vorremmo non fare i Silente di turno, ma qui ci va un bel "tuttavia". Infatti, sono presenti alcune criticità, come il non proprio chiaro feedback dei colpi sparati con armi automatiche e il tremendo sistema di guida di un canotto che appare solo una volta, durante un combattimento con uno dei boss criminali, ma la cui natura incontrollabile ci ha fatto tirare più di un calcio per aria e più di un santo per terra.
Pioggia di sneakers
Anger Foot è uno di quei giochi di per sé brevi, ma che puntano tutto sulla rigiocabilità e la corsa al record. I 61 livelli, che seguono un percorso attraverso le quattro (anche se, in realtà, sono cinque) zone criminali della città, scivolano come il burro, se si procede dritti come fusi verso l'uscita, ai ritmi incessanti di una speedrun. Ma la vera sfida proposta è quella di completarli portando a termine i tre obiettivi secondari che caratterizzano ogni quadro.
Si va dal semplice (e sempre presente) "completa il livello", al farlo entro un certo limite di tempo o indossando un particolare paio di scarpe, o, ancora, uccidendo un determinato numero di nemici in un altrettanto determinato modo.
Ogni obiettivo portato a termine conferisce una stella con le quali sbloccare, appunto, le sneakers, che, una volta indossate, danno accesso a poteri in grado di cambiare drasticamente il corso della partita, dalla vita extra, alle scivolate, al controllo delle mosche, all'assenza di gravità.
Scegliere una particolare scarpa piuttosto che un'altra può effettivamente cambiare l'approccio al livello, sbloccando scorciatoie o rendendolo più facile (o più difficile). Qui è tutto in mano al singolo giocatore e a quanto è disposto a sperimentare e tornare a esplorare nuovamente i livelli in cerca di segreti divertenti lasciati dagli sviluppatori o vie nascoste che prima risultavano inaccessibili.
Quando lo stile ripaga
Visivamente Anger Foot è un piccolo gioiello di stile. In un amalgama che unisce street art, fumetti, illustrazione da manifesto di festival musicali indipendenti e animazione che richiama le plastiche e geometriche forme della Ardman Animations e le folli e irriverenti visioni aliene di Justin Roiland (mente dietro Rick and Morty, ma anche videogiochi come Trover Saves The Universe e l'affine High on Life), Anger Foot riesce a trovare una sua armonia, in perfetta sintonia con la sua poetica poco poetica.
La concettualizzazione e realizzazione dei nemici è ispirata, stravagante, inaspettata, come anche gli ambienti criminali in cui ci si muove, che rispecchiano le singole, stereotipate gang: i malfamati appartamenti della Violence Gang, le fetide fogne verde acido della Pollution Gang, gli uffici corporativi della Business Gang e gli antri infernali e lussuriosi della Debauchery Gang. Ultima nota di merito va al video animato che introduce al gioco, una vera chicca per i fanatici di questo stile contaminato.
Quando la tecnica non ripaga
Se il gioco si presenta visivamente accattivante, con un gameplay che soddisfa e spinge a dare il meglio di sé anche senza una classifica globale da dover scalare per provare al mondo che siamo meglio di Axel2008 o di xFallenAngelx, non possiamo dire lo stesso del suo comparto tecnico.
Recensire questo titolo è stato un po' una disavventura a causa di problemi tecnici di diversa natura, ma ci pare giusto focalizzarci sulla versione più recente fornitaci, che, con tutta probabilità, è anche quella che proverete voi.
Pur avendo riscontrato meno problemi tecnici e presentandosi come un gioco decisamente più pulito e rifinito, sono presenti ancora diverse brutture, che spaziano da innocenti (e spesso divertenti) glitch grafici a decisamente più fastidiosi eventi di compenetrazione con gli oggetti circostanti o bug sonori, i quali costringono a ricominciare la partita o addirittura a uscire dal livello per liberarsene.
Altra incertezza è il commento musicale, caratterizzato da poche tracce di un'elettronica martellante che, per carità, durante la prima ora danno la giusta carica e immergono nell'atmosfera in modo egregio, ma che, arrivati al quarto mondo, iniziano a venire un po' a noia per la poca varietà che propongono (ideali per una speedrun, ma non per un percorso da completista).
Dei boss fatti coi piedi
Oltre a questi difetti di natura tecnica, il gioco non si è neanche liberato delle criticità che già avevamo riscontrato quando lo avevamo provato, decisamente più difficili da sistemare perché strutturali.
L'intelligenza artificiale dei nemici lascia ancora a desiderare (ma, in fondo, è anche la loro stupidità a rendere il gioco più divertente, cosa che hanno intuito anche gli sviluppatori, proponendo come obiettivi secondari situazioni che sfruttino la loro poca scaltrezza, come condurli sui binari e farli investire dai treni di passaggio) e le battaglie coi boss, ognuna suddivisa in tre fasi, si confermano poco entusiasmanti e prive di qualsivoglia sfida.
Basta veramente poco per comprendere e prevedere i movimenti e gli attacchi di questi avversari, il che porta a una meccanicità degli scontri in completa disarmonia con il ritmo incalzante degli altri livelli che hanno preceduto queste battaglie tutt'altro che memorabili.
L'unico momento in cui si presenta una sorta di sfida lo si ha durante la già citata sequenza del canotto, ma non per una particolare qualità della nuova e inaspettata meccanica di gioco lanciata al giocatore praticamente alla fine dell'avventura, quanto per la sua oscena manovrabilità, che porta per forza di cose a dover ricominciare il livello più di una volta, dovendo subire ancora e ancora ognuna delle lente e tediose fasi che la precedono.
Conclusioni
Nonostante i problemi tecnici, nonostante le criticità che portano più di una volta il sangue ai livelli di ebollizione, Anger Foot è un titolo estremamente divertente da giocare. La sua natura sopra le righe, irriverente e caotica, fa spesso passare i suoi difetti in secondo piano. Perché vedere una porta finire in faccia a un grosso coccodrillo antropomorfo è un'esperienza stranamente soddisfacente, come fare di una fila di nemici, apparentemente senza peso e dalle proprietà che ricordano quelle della gomma, uno spiedino con un paletto di legno sparato da una balestra. Tuttavia, non possiamo chiudere tutti e due gli occhi, tapparci le orecchie e procedere come se nulla fosse. A volte, l'ignoranza non basta per salvarsi la pelle, anche se è in grado di indorare la pillola.
PRO
- Gameplay ignorante e gustoso
- Stile da vendere
- Altamente rigiocabile
CONTRO
- Serve molta pulizia a livello tecnico
- Boss fight completamente fuori luogo
- Intelligenza artificiale poco brillante