Let the Spirits guide you
La nostra storia inizia 300 anni dopo il Cataclisma, la Grande Catastrofe che ha sconvolto il mondo, sommergendo la maggior parte delle terre civilizzate, cambiando per sempre la geologia del pianeta. Dopo lo sconforto iniziale di quei giorni funesti il mondo ha intrapreso la via della speranza, ricostruendosi lentamente sulle proprie macerie. Di generazione in generazione viene tramandata la storia dei Sette Eroi che, guidati dal leggendario Arc e con l'aiuto degli Spiriti, sconfissero l'Oscuro Signore, riportando la pace sulla terra e fermando il Cataclisma prima che potesse spazzare via ogni essere vivente. In realtà, pochi sanno che proprio Arc e i Sette Eroi, aiutati da un gruppo di giovani avventurieri, furono gli artefici della Grande Catastrofe... Da allora si persero le tracce dei Sette Spiriti, entità protettrici degli Elementi Creatori e degli esseri viventi, e la testimonianza della loro esistenza è resa solo dall'energia elementale ancora impressa su particolari minerali, le Spirit Stone, che tutt'ora fungono da risorsa energetica per i popoli civilizzati. Ma in questi secoli, gli Umani hanno visto sorgere una nuova specie dominante dalle misteriose origini, la razza dei Deimos, esseri umanoidi dalle fattezze mostruose. Le due razze hanno subito cominciato una lunga guerra, condotta dall'odio e dal disprezzo del diverso, ma sopratutto dall'ambizione e dall'arroganza. In questo scenario cupo e desolato, in un mondo post-olocausto, vivono i nostri due protagonisti. Il primo è Kharg, un Umano, principe di una piccola regione rurale, coraggioso e testardo; il secondo è Darc, un Deimos, uno schiavo, emarginato dai suoi stessi simili per l'aspetto e il carattere fin troppo umani. Gli Spiriti appariranno di nuovo per affidare loro una pericolosa missione: recuperare le potentissime Great Spirit Stone, prima che cadano nelle grinfie del malefico impero di Dilzweld, per salvare la propria razza e il mondo. Per fini differenti, motivi opposti e con metodi diversi i due intraprenderanno un viaggio che li porterà a confrontarsi più volte, fino a intuire il legame che li unisce, a noi fin troppo chiaro già dalle prime battute: Kharg e Darc, così diversi nel carattere, nella razza di appartenenza e negli obiettivi... sono proprio fratelli.
Tactical Action
La saga di Arc the Lad è sempre stata contraddistinta da una strutturazione ludica particolare, che unisce il classico Role Playing Game di tipo nipponico al genere strategico. In sostanza, all'interno di qualsiasi ambientazione, il giocatore si comporta come se stesse giocando un JRPG qualsiasi, controllando il modello poligonale del protagonista e interagendo con oggetti o altri personaggi. Il discorso cambia radicalmente fin dalla mappa della regione nella quale ci stiamo muovendo, suddivisa in varie locazioni fisse, collegate tra loro da tragitti predeterminati. Talvolta può capitare che, spostandosi da una location a un'altra tramite una terza centrale, il party venga attaccato da un gruppo di nemici, costretto quindi in una random battle dalla quale può fuggire tranquillamente, a meno che non si tratti di uno scontro imposto dal main plot. A quel punto, Arc the Lad: ITdS si rivela nella sua essenza di strategy game: le battaglie, infatti, avvengono a turni, in un ordine definito dalla velocità delle singole unità. Quando il giocatore ha la possibilità di controllare uno dei propri combattenti, può spostarlo in real time, muovendolo a piacimento all'interno della sua area di azione. Ancora più facile è attaccare un'unità avversaria, allorchè è necessaria la sola pressione di un tasto per colpire il nemico: a questo proposito, è interessante il sistema di targeting orchestrato da Cattle Call, che si produce in una sorta di cerchio che circonda il personaggio in questione, dimostrando l'effettiva gittata dei suoi colpi, all'interno del quale è possibile muovere un'arco che rappresenta la direzione verso la quale sarà diretto l'attacco. I combattimenti, comunque, non sono limitati alla mera pressione di un tasto di attacco, visto che è possibile disporre anche di due tipologie di colpi speciali: le Tech Skill e le Magie. Le prime possono essere utilizzate solo dagli Umani mentre le seconde sono a disposizione unicamente dei Deimos (Kharg e Darc rappresentano l'eccezione che conferma la regola, in quanto sono in grado di padroneggiare sia le Tecniche che le Magie), ma in entrambi i casi il loro utilizzo consumerà una certa quantità di Spirit Stone, praticamente il corrispondente dei tradizionali Punti Magia visti e rivisti in decine di RPG: la differenza fra questi ultimi e Arc the Lad: ITdS è, però, che in questo caso gli Spirit Point non possono essere ricaricati tramite l'utilizzo di item rigeneranti o sane dormite, ma devono essere comprati di volta in volta, individualmente per ogni personaggio o per l'intero party, così da distribuirli al momento opportuno ai membri che ne hanno più bisogno. Un'altra aggiunta al battle system di Arc the Lad: ITdS, che fin qui ripropone abbastanza fedelmente ma in chiave moderna quello dei suoi prequel, è invece la Barra di Tensione: si tratta di un indicatore che aumenterà man mano che ogni personaggio riceve danni; una volta raggiunto il massimo, il combattente sarà avvolto da un'aura luminosa che ne aumenterà spropositatamente le abilità belliche e che consentirà di effettuare micidiali attacchi combinati con un'unità limitrofa. La varietà del sistema di combattimento, per nulla complesso, rende ogni scontro piacevole da gestire e per nulla frustrante, anche se alla lunga le battaglie casuali possono rivelarsi piuttosto monotone.
Spirits are shinin' at the dusk
Dal punto di vista tecnico Arc the Lad ITdS è un titolo un po' contraddittorio, in quanto presenta una gran quantità di pregi interlacciati ad alcuni difetti minori che ne minano in parte la qualità. Ad esempio, graficamente il lavoro svolto dai Cattle Call sugli ambienti è decisamente eccezionale: ogni location è realizzata con una quantità smodata di poligoni e l'attenzione al dettaglio si spreca. Le pale dei mulini che ruotano, l'erba e le fronde degli alberi che ondeggiano al vento, il tramonto che proietta giochi di luce carnevaleschi sul pavimento attraverso una vetrata a mosaico... Sono tocchi di classe come questi che mostrano la cura e l'attenzione riposta dalla misconosciuta sviluppatrice nella realizzazione di questo gioco. Le superfici liquide, in particolare, lasciano piacevolmente stupiti: a cominciare dal fiumiciattolo nel paese di Kharg, per continuare con le pozzanghere o i fiumi che attraversano le foreste, per arrivare allo splendido lago che fa da sfondo al primo incontro tra Darc e Lilia, un panorama che lascia davvero a bocca aperta con i suoi riflessi multipli di montagne e nuvole in movimento. Se dal punto di vista delle ambientazioni si potrebbe gridare al miracolo, d'altra parte lo stesso non si può dire della modellazione dei personaggi stessi, che lascia piuttosto interdetti. Benchè costruiti con una gran quantità di poligoni, sopratutto nel caso dei volti, che rivaleggiano in dettaglio e espressività quelli di Tidus e la sua cricca nel blasonato Final Fantasy X, i corpi appaiono talvolta abbastanza spigolosi, sopratutto nel caso dei personaggi secondari. Il problema si ripresenta con le texture, curatissime nel caso di Darc, Kharg e altri personaggi principali (Camellia in particolare), ma decisamente più blande per quanto riguarda protagonisti minori come Delma, Maru o Paulette. E lo stesso problema si ripropone ancora nell'ambito delle animazioni: in combattimento è possibile ammirare delle sequenze d'azione spettacolari, coadiuvate dall'ottima animazione della stragrande maggioranza di nemici e personaggi, ma talvolta capita di osservare azioni piuttosto legnose e innaturali, che stonano in un insieme più che positivo. Aldilà di questi difetti, che peccano alquanto di pignoleria, va' detto, ci si ritrova con un quadro grafico complessivo decisamente più che buono e con un character design interessante, originale e curato. Sul versante sonoro c'è poco da dire: le sporadiche cutscene dialogate e la quantità impressionante di parlato digitalizzato udibile in combattimento rivelano un doppiaggio senz'altro sopra la media, con pochissimi picchi bassi; ma d'altro canto nel DVD di Arc the Lad: ITdS è compressa una delle migliori colonne sonore mai realizzate, un concentrato di temi epici, adeguati ad ogni situazione in cui è possibile udirli e sempre incalzanti e mai banali, a cominciare dalla versione remixata della tradizionale fanfara introduttiva, un vero capolavoro. Insomma, tecnicamente la situazione non è completamente positiva, ma senz'altro propende molto di più verso questo versante.
Commento
Arc the Lad: Il Tramonto degli spiriti è un JRPG ottimamente realizzato, degno erede della trilogia che ne ha gettato le basi, ed è anche una ventata d'aria fresca nella ludoteca di PlayStation 2. Il punto di forza di questo nuovo episodio della saga di Arc e soci è senz'altro una trama ricca di colpi di scena e invenzioni narrative tutt'altro che banali, imperniata su temi attuali e per niente "virtuali" come il razzismo, la violenza e la guerra, caratterizzata dalla presenza di personaggi unici e carismatici (in particolare Camellia e Darc), decisamente non stereotipati nella loro psicologia e nel loro modus operandi. La progressione nella storyline è associata a un sistema di combattimento intuitivo e user-friendly, che ne è croce e delizia: è impossibile non ammettere l'estrema linearità che contraddistingue lo svolgimento dell'avventura, laddove l'intera ossatura della storia è caratterizzata da una serie di combattimenti intervallati da breve sequenze esplorative. Del resto, comunque, Arc the Lad: ITdS non è esattamente un JRPG classico, e in questo frangente la componente strategica ha la meglio sulla complessità strutturale del gioco. Insomma, la saga di Arc the Lad (ri)comincia su PlayStation2 in pompa magna, grazie anche a una realizzazione audio-visiva d'eccezione, benchè minata da difetti tutto sommato tutt'altro che di grave entità: da questo punto di vista, Il Tramonto degli Spiriti è un acquisto consigliatissimo a tutti gli appassionati del genere ma anche a coloro che, stufi di combattimenti casuali e peregrinazioni estenuanti, cercano un JRPG semplice da completare e non troppo lungo ma di altissimo livello.
Note conclusive vanno all'adattamento pal del gioco, che seppur privo dei 60hz relega le famose bande nere a due piccole strisce orizzontali che non danno assolutamente fastidio, e alla traduzione, completamente in Italiano sia per quanto riguarda i sottotitoli che il doppiaggio.
- Pro
- Storyline eccellente, originale e complessa
- Sistema di combattimento semplice e intrigante
- Una delle migliori colonne sonore mai realizzate
- Contro
- Modellazione poligonale talvolta altalenante
- Lineare e non troppo lungo
Da sei anni a tre mesi. Non c'è male. Ovviamente ci riferiamo alla traduzione di questo nuovo episodio della saga di Arc the Lad, iniziata su PSOne in Giappone nel 1996, proseguita per tre capitoli e giunta in Occidente solo nel 2001, dopo un travagliato adattamento di ben sei anni, appunto, a opera della Working Designs, che confezionò, per l'occasione, uno dei migliori cofanetti di lusso mai prodotti per il mercato videoludico (ma d'altronde WD aveva già lavorato sugli splendidi Lunar Silver Star Story Complete e Lunar 2 Eternal Blue Complete, dimostrando la sua grande professionalità) uscito purtroppo solo per il mercato Americano. Insomma, questa volta, per il primo episodio della serie ad approdare su PS2, Sony ha deciso di velocizzare decisamente i tempi di adattamento. I motivi di questa scelta sono principalmente due: innanzitutto, Arc the Lad: Il Tramonto degli Spiriti (che per comodità chiameremo in sede di recensione Arc the Lad: ITdS) condivide con i suoi tre prequel solo pochi dettagli di non troppa importanza ai fini narrativi; poi, e sopratutto, Arc the Lad: ITdS è il primo capitolo della serie a sfruttare una realizzazione grafica interamente tridimensionale, accostandosi così alle produzioni simili già uscite sulle console di nuova generazione, come gli osannati Final Fantasy X e Suikoden III. Insomma, una vera rivoluzione per una saga poco conosciuta ma di grande qualità, che ha saputo accattivarsi migliaia di appassionati, sopratutto in madrepatria, con le sue trame semplici ma coinvolgenti e i suoi incredibili personaggi. Ma l'enfasi riposta su una programmazione new-generation avrà intaccato l'ottimo sistema di gioco alla base della trilogia classica, espressosi alla sua massima potenza nell'intramontabile Arc the Lad II? La risposta è no, e vi spiegheremo perchè.