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Assassin’s Creed Shadows, la recensione del capitolo che decreterà il futuro della serie e di Ubisoft

Con Shadows, Ubisoft si gioca il tutto per tutto: un capitolo di Assassin's Creed gigantesco, con due protagonisti ben distinti e un'ambientazione a lungo richiesta. Basterà?

RECENSIONE di Pierpaolo Greco   —   18/03/2025
Yasuke è uno dei protagonisti di Assassin's Creed Shadows
Assassin's Creed Shadows
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Assassin's Creed Shadows è stato un gioco complesso da recensire, non solo per le sue enormi dimensioni, ma anche e soprattutto per quello che rappresenta per il futuro della serie e per il suo posizionamento nevralgico all'interno della line-up di Ubisoft. Lo abbiamo detto tante volte nei mesi passati e qui vogliamo ribadirlo: dopo i fallimenti di vendita di Star Wars Outlaws e Avatar: Frontiers of Pandora, la chiusura di XDefiant e la picchiata in borsa con il costante chiacchiericcio in merito all'avvicendamento della famiglia Guillemot e di Tencent, questo nuovo capitolo del franchise più noto e redditizio del publisher francese è, a tutti gli effetti, il momento della verità. Quel "o la va o la spacca" su cui Ubisoft si gioca probabilmente buona parte del suo futuro.

Come trascurare poi i due generosi slittamenti a cui il titolo è stato soggetto con l'obiettivo di portare sul mercato un prodotto pulito e in forma smagliante? E come ignorare quel lungo dibattito che ha riguardato l'introduzione di un personaggio di colore all'interno di un mondo, quello del Giappone feudale, i cui canoni storici sembrano impedire l'esistenza di una figura di questo tipo? Una figura che rischia continuamente di essere bollata come pura scelta di marketing all'insegna di quella narrazione woke che sembra essere l'unica ragione di vita per molti analisti. Tra l'altro, a dirla tutta, quel personaggio ha anche un fondamento storico ben preciso, per quanto romanzato.

Assassin's Creed è anche una serie che ha dei paletti ben precisi e delle regole che vanno rispettate. Il suo pubblico di appassionati si aspetta con Shadows un capitolo che rappresenti l'erede spirituale della trilogia action RPG (quella che ha portato a nuovo splendore il franchise con Origins, Odyssey e Valhalla), e che si dimentichi della piccola parentesi che è stata Mirage. Perché Shadows è tantissime cose insieme, ma è prima di tutto un gigantesco episodio tradizionale open world di Assassin's Creed. E questo probabilmente lo renderà amato a dismisura da molti e odiato a morte da altri. Ma andiamo con ordine e cominciamo ad entrare nel vivo di questa recensione.

Il Giappone, circa 1579

Per quanto concerne la storia di Assassin's Creed Shadows cercheremo di essere parchi di informazioni così da non rischiare alcun tipo di spoiler.
Come ormai è ampiamente noto, questo capitolo è ambientato nel Giappone feudale, quel Giappone a lungo richiesto dai fan, praticamente fin dal titolo di esordio, e finalmente oggi raggiunto dalle peripezie di assassini e templari. Il periodo storico è quello dell'epoca Sengoku nel 1579, nel momento in cui la nazione è attraversata da miriadi di guerre civili e militari nel sanguinoso tentativo da parte del daimyo Oda Nobunaga di unificare i territori sotto un unico vessillo e creare così quel Giappone moderno per lungo tempo immaginato.

Naoe e Yasuke sono i protagonisti di Assassin's Creed Shadows
Naoe e Yasuke sono i protagonisti di Assassin's Creed Shadows

Il pugno di ferro di Nobunaga, però, porta ad un continuo rimescolamento delle forze in campo, con alleanze provvisorie che si creano per tentare di contrastare il suo esercito e che coinvolgono spesso anche le prime spedizioni dall'occidente che stanno timidamente iniziando ad entrare in questo territorio con la promessa di scambi commerciali e con la conseguenza nefasta di un arricchimento relativo alla tratta degli schiavi. Su questo sfondo sanguinoso e colmo di contrasti, si dipana la lunghissima trama del gioco, che vede l'avvio di tutto il racconto in seguito all'invasione brutale della provincia di Iga da parte di Nobunaga e con delle conseguenze tragiche che toccheranno Naoe, una dei due protagonisti di Shadows.

Controllando lei, un'aspirante shinobi nonché assassina alle prime armi, prenderemo confidenza con le meccaniche di questo capitolo, con la sua storia e con il mondo che ospita la sua narrazione. Solo successivamente, dopo un generoso numero di ore che solitamente bastano a giustificare un intero doppia o tripla A, potremo mettere le mani anche su Yasuke, un ex schiavo africano, portato sulla terra giapponese dai portoghesi e diventato ben presto un samurai leggendario, grazie alla sua stazza e al suo rispetto per le tradizioni orientali.

L'ambientazione è quella del Giappone nel 1579 sul finire dell'epoca Sengoku
L'ambientazione è quella del Giappone nel 1579 sul finire dell'epoca Sengoku

A quel punto Shadows prende la deriva che si può facilmente immaginare, specie se si è giocato uno dei capitoli più recenti: un enorme arco narrativo generale focalizzato su un certo gruppo di samurai che dovremo intercettare e spedire a migliore vita accompagnato da tutta una serie di sottotrame nel più classico dello stile "theme park". La mappa del gioco è suddivisa in nove regioni, ognuna delle quali caratterizzata non solo da un punto di vista estetico, ma anche per le vicende che si svolgono al suo interno e chiaramente starà a noi valutare quando infilarci in queste divagazioni sul tema per dedicarci al più sano dei riempitivi, aumentando esponenzialmente la longevità del tutto.

Di mezzo si potrebbe aprire anche una disquisizione sulla componente "moderna" della storia di questo Shadows, ma non possiamo e non vogliamo scendere nei dettagli per evitare qualsivoglia forma di spoiler. Quello che ci sentiamo di dire è che se ancora una volta speravate di vedere una trama "odierna" ricca, giocabile e visionaria, in ricordo dei bei vecchi tempi andati, sarete ancora una volta abbondantemente delusi.

La shinobi Naoe sarà a lungo l'unica protagonista del gioco
La shinobi Naoe sarà a lungo l'unica protagonista del gioco

Comunque, giusto per darvi un'idea di massima, nel nostro viaggio abbiamo impiegato circa 52 ore per arrivare all'epilogo, lasciandoci per strada un numero enorme di vicende anche rilevanti narrativamente. Non facciamo assolutamente fatica a immaginare che per vedere tutto quello che Assassin's Creed Shadows può offrire, si possano facilmente superare le 100 ore di gameplay. Decisamente non male se è questa l'esperienza che si sta cercando. Ma chiaramente qui si annida il primo interrogativo cardine: quantità e qualità vanno a braccetto?

Non chiamatele missioni secondarie

Ovviamente quantità e qualità non possono andare a braccetto specie quando le dimensioni e i numeri sono così enormi. È incredibilmente evidente come Shadows sia un esponente (l'ultimo?) di un modo di fare open world che davvero non può più essere sostenibile semplicemente perché portare su schermo così tanti contenuti narrati per tentare di riempire un mondo gigantesco, è un'esperienza quasi insormontabile.

Naoe personifica l'anima stealth e assassina di Shadows
Naoe personifica l'anima stealth e assassina di Shadows

Considerate che anche soltanto per "sbloccare" il gioco nella sua interezza ed avere accesso a Yasuke, dovrete giocare per almeno una decina di ore. E non si tratta di un tutorial guidato, ma proprio uno spezzone di open world che, concettualmente, potreste far durare veramente molto a lungo se decideste di mettere in secondo piano la campagna principale. E non appena vi lascerete andare al mondo aperto dovrete fare i conti con l'esplosione di quel mare magnum di attività secondarie a cui la serie ci ha da sempre abituato e di cui non sembra volersi liberare in alcun modo. Rimanendo così invischiata in quel dualismo irrisolvibile tra vecchio e nuovo, tra volontà di innovare e incapacità di liberarsi delle vecchie meccaniche.

Eventi dinamici in cui imbattersi non appena si lascia un sentiero, decine di costruzioni da scalare per "sincronizzare" la vista, collezionabili a non finire e dei tipi più disparati, persino per portare avanti una sorta di battle pass integrato nel nuovo Animus (se volete saperne di più su questo aspetto del gioco, vi invitiamo a dare un'occhiata allo speciale di approfondimento su questa componente trasversale di Assassin's Creed), minigiochi essenziali per la progressione delle abilità dei protagonisti, crafting, l'immancabile rifugio da costruire, arredare, popolare e su cui riversare il proprio estro estetico, castelli da conquistare e, ultimo ma ovviamente non per importanza, vagonate di bottino da raccogliere e gestire.

Prima di ogni missione è sempre meglio fare un'indagine per scoprire dove si nasconde l'obiettivo
Prima di ogni missione è sempre meglio fare un'indagine per scoprire dove si nasconde l'obiettivo

È chiaro dopo pochissime ore di gioco come questo Shadows soffra di gigantismo: deve strafare in tutto e puntare all'idea di un titolo virtualmente infinito o quasi. È questo un male? Non necessariamente se teniamo in considerazione la qualità media dei contenuti offerti, ma è chiaro che bisogna arrivare preparati e, inevitabilmente, tutto si appiattisce troppo presto in un ciclo di gameplay pericolosamente ripetitivo.

Shadows è infatti un videogioco costantemente in bilico tra la volontà di svecchiare gli elementi tipici e caratteristici della serie e la necessità di non allontanarsi mai eccessivamente dal solco ben tracciato e battuto di quegli elementi del gameplay che gli hanno permesso di avere il suo successo. E questo complesso dualismo è, ad esempio, ben evidenziato dal nuovo sistema di gestione delle missioni e degli obiettivi che non prevede più il classico mission log con il mega elenco di quest da portare a compimento, ma la naturale prosecuzione della campagna e delle sue sottomissioni è ben riassunta in un'unica schermata grafica dove man mano che scopriremo personaggi e trame, si arricchirà di obiettivi da assassinare e di compiti da portare a termine. Per ognuno avremo però soltanto una serie di indizi su cui indagare per andare a fondo nel completamento della quest invece del solito spiegone con l'indicatore classico da mettere in evidenza sulla mappa.

Yasuke è il personaggio perfetto per chi vuole menare le mani e non pensare troppo agli assembramenti di nemici
Yasuke è il personaggio perfetto per chi vuole menare le mani e non pensare troppo agli assembramenti di nemici

Per portare a termine questa vastità di obiettivi dovremo infatti raggiungere l'area designata dalla missione per esplorarla alla ricerca del personaggio o dell'indizio che ci consentirà di portare concretamente avanti la narrativa.. Una volta individuato il bersaglio, il nostro compito sarà immediatamente più chiaro e potremo quindi scegliere come proseguire per portare a termine l'incarico. Questa fase investigativa prevede l'uso di una visuale avanzata che si abilita tenendo premuto il grilletto sinistro e che permette di mettere in evidenza sullo schermo tesori e punti di interazione, nonché i famosi obiettivi di cui sopra e che è completamente distinta dal classico occhio dell'aquila, che qui ritorna nel suo stile più classico e che permette di evidenziare invece i nemici per contrassegnarli.

In alternativa Shadows ci offrirà la possibilità di reclutare e utilizzare delle vedette che potremo "lanciare" direttamente dalla mappa per scoprire un'area e, se siamo stati bravi a seguire gli indizi, individuare al volo l'obiettivo senza doverci recare concretamente sul posto, così da andare in un secondo momento a colpo sicuro nel luogo.

La furtività di Naoe sarà molto utile anche nelle fasi avanzate
La furtività di Naoe sarà molto utile anche nelle fasi avanzate

Il problema è che questo metodo di svelamento, per quanto interessante e inedito, si ripeta per ogni singola missione con pochissime e trascurabili varianti e soprattutto con, quasi sempre, il medesimo esito: ovvero un assassinio. Raccogliere la missione, raggiungere il posto dove investigare, scovare l'obiettivo, quindi ingegnarsi su come farlo fuori. Questo è, in concreto, ciò che dovremo fare per buona parte delle decine e decine di ore di Assassin's Creed Shadows. Il resto sono le famigerate attività secondarie tradizionali di cui vi parlavamo sopra e che qui diventano delle pure divagazioni sul tema.

Naoe e Yasuke: nemici amici

Dove Shadows funziona davvero molto bene è nella gestione dei due protagonisti su cui, dobbiamo ammetterlo, nutrivamo qualche dubbio in principio. Naoe e Yasuke hanno due approcci completamente differenti all'azione e questo permette di mitigare sensibilmente quel discorso ripetitività di cui sopra. La shinobi ben rappresenta l'anima tipica della serie: può utilizzare l'occhio dell'aquila, è velocissima nei movimenti, si sposta verticalmente con le sue doti di parkour ed è naturalmente predisposta per gli assassinii nell'ombra sfruttando anche i gadget che sbloccheremo durante la prosecuzione dell'avventura.

Assassin's Creed Shadows è il più violento e cruento tra i capitoli della saga
Assassin's Creed Shadows è il più violento e cruento tra i capitoli della saga

Yasuke è completamente sull'altro lato dello spettro dell'azione: è lento e impacciato nei movimenti, potrà scalare pochissimi ostacoli e nascondersi non è chiaramente il suo talento primario. Al contrario è a tutti gli effetti un carro armato con cui combattere imbracciando armi pesanti, oppure sfruttando archi e archibugi per cercare di falciare qualche nemico prima dello scontro diretto. Dobbiamo dire che c'è un gran gusto a ripulire interi castelli nei suoi panni, preoccupandosi pochissimo di allarmi e ondate crescenti di nemici che, anzi, ben presto tenderanno a non essere più un problema per via delle sue abilità.

Le armi e gli equipaggiamenti utilizzabili sono ben distinti tra i due personaggi e ognuno ha i suoi rami di talenti sbloccabili e che scandiscono per bene la progressione delle loro abilità. La cosa interessante è che il livello di esperienza è unico, così come la raccolta del bottino è condivisa: in questo modo nessuno dei due sarà mai lasciato indietro in termini di attrezzatura e abilità, anche se magari sceglieremo di proseguire per gran parte di Shadows utilizzando sempre lo stesso protagonista. Tra l'altro i due possono essere scambiati al volo quando saremo nell'open world e, se si escludono alcune fasi delle missioni in cui dovremo fare una scelta obbligata, potremo fare lo stesso anche nel corso delle missioni.

Per chi ama lo stealth, Shadows sa offrire numerose sfide e risultare particolarmente appagante
Per chi ama lo stealth, Shadows sa offrire numerose sfide e risultare particolarmente appagante

C'è poi un tema di difficoltà da dover affrontare: Shadows è un gioco relativamente facile se non si decide di agire da subito sulle ricche opzioni che gestiscono il grado di sfida e che permettono, ad esempio, di impostare gradi diversi di difficoltà per ciò che concerne lo stealth e i combattimenti. Di fondo, però, il bilanciamento fa sì che non si rischi mai davvero di trovarsi davanti a situazione troppo complesse, specie se si segue la naturale prosecuzione della storia che ci porterà ad esplorare le varie regioni solo nel momento in cui saremo pronti alle loro missioni. C'è infatti un doppio sistema di scaling della difficoltà: le aree in cui è suddivisa la mappa hanno un loro livello di riferimento minimo, ma questo tenderà poi a salire per pareggiare il nostro, man mano che diventeremo più abili e possenti. In questo modo i nemici comuni e speciali saranno sempre al nostro livello e non ci saranno mai aree in cui ci sentiremo delle divinità.

Allo stesso tempo però è chiaro che con Yasuke la vita combattiva è sicuramente più alla portata del giocatore che non vuole preoccuparsi troppo di studiare lo scenario per agire nell'ombra, mentre Naoe è quella che permette di lavorare di fino e togliersi magari qualche soddisfazione quando si comincia ad entrare nell'ottica dello stealth e di come piegarlo in base alle proprie necessità, con tattiche mordi e fuggi che consentono molto spesso di completare intere missioni senza mai farsi beccare per concludere con un coreografico assassinio dall'alto. D'altra parte lo stealth è una brutta bestia negli Assassin's Creed e, per non essere eccessivamente frustrante, gli sviluppatori sono stati obbligati anche stavolta a rendere i nemici estremamente tolleranti nei confronti della nostra presenza. Anche in questo caso quindi, non alzando a dismisura la difficoltà, sarà davvero molto semplice sfruttare distrazioni di ogni tipo per far fuori indisturbati numerosi nemici.

Yasuke è un carro armato
Yasuke è un carro armato

Se quindi è vero che Yasuke permette di preoccuparsi molto poco dei danni e di ciò che ci circonda, non è assolutamente detto che lui diventi la scelta obbligata per il gameplay più avanzato: pur avendo affrontato buona parte della fase centrale del gameplay impersonando il samurai, siamo spesso ritornati sui nostri passi con Naoe perché più veloce e più stimolante, specie in presenza di roccaforti ben difese: il mix di occhio dell'aquila e parkour dà chiaramente una marcia in più alla shinobi se si vuole essere molto rapidi nello svolgimento di una missione.

Enorme, anche dal punto di vista tecnico

Lo diciamo da subito: ciò che colpisce di Assassin's Creed Shadows è indubbiamente la qualità della messa in scena, sopratutto per ciò che concerne il colpo d'occhio e la vastità dei suoi scenari. La vegetazione, le vaste risaie, il saliscendi di alcuni panorami, la ricca varietà naturalistica, sono tutti elementi che rendono il gioco spesso davvero molto bello da vedere. Chiaramente parliamo per ciò che concerne il PC, che è stata la piattaforma su cui abbiamo giocato, forti di una configurazione di fascia molto alta (AMD Ryzen 9 7900X3D e NVIDIA GeForce RTX 5080) che ci ha permesso di godere del 4K con DLAA, con tutte le impostazioni al massimo, compreso il ray tracing, senza alcun tipo di rallentamento o limitazione. Da questo punto di vista ci sentiamo di fare un plauso a Ubisoft per aver portato sul mercato un titolo davvero molto pulito e ottimizzato, cosa non semplice considerate le dimensioni e la vastità dell'opera.

Gli scenari e gli ambienti naturali sono indubbiamente gli elementi più riusciti da un punto di vista tecnico
Gli scenari e gli ambienti naturali sono indubbiamente gli elementi più riusciti da un punto di vista tecnico

È un peccato quindi che a risultare meno affascinanti siano gli agglomerati urbani che risultano purtroppo poco vari e spesso anche poco caratterizzati contribuendo ad una sensazione generale di un mondo scarne e a tratti un po' vuoto. Ma questo è chiaramente un problema relativo all'epoca e alla necessità di mantenere la coerenza storica: il che vuol dire che recarsi a Osaka o Kyoto, se si escludono gli elementi architettonici dei templi e dei palazzi imperiali, ci pone davanti a composizioni urbane estremamente simili con distese di piccole case in legno e vie sterrate intersecate perpendicolarmente. E solo in parte questo appiattimento è mitigato dal passare delle stagioni che, di fatto, rappresentano una bella variante sul tema per offrire scenari che si modificano esteticamente nel tempo e contemporaneamente aprono la strada ad alcune meccaniche aggiuntive.

Il ciclo stagionale è infatti utilizzato per resettare le vedette di cui vi parlavamo sopra, ma anche per tornare a popolare avamposti e roccaforti nemiche o resettare eventuali allarmi. Ci sono anche piccole conseguenze nell'esplorazione visto che, ad esempio, la neve permetterà di muoversi più silenziosamente ma anche più lentamente e dovremo stare attenti a non far cadere le stalattiti dai tetti per evitare di mettere in allarme le guardie, mentre la stagione delle piogge ridurrà di molto il campo visivo nostro e degli avversari.

Assassin's Creed Shadows è un atto d'amore nei confronti dell'iconografia giapponese
Assassin's Creed Shadows è un atto d'amore nei confronti dell'iconografia giapponese

Ciò che invece non ci ha proprio convinto è la volontà di Ubisoft di proseguire con una gestione dei controlli che è davvero poco convincente, soprattutto per ciò che concerne il parkour e gli spostamenti tout court. I comandi prevedono sempre l'utilizzo dei due pulsanti frontali per salire o scendere in combinazione con il grilletto destro adibito alla corsa: in concreto però la fluidità dei movimenti non è mai elevata e troppo spesso ci si ritrova a non sentirsi mai davvero padroni dei controlli. E la cosa è particolarmente evidente con Naoe: salire su un cornicione, sporgersi da un'altura, affacciarsi da un angolo sono attività che spesso risultano sporche o non perfettamente sincronizzate con i pulsanti che premiamo. Troppo spesso capiterà di fare un salto eccessivo oppure di appendersi ad un tetto perché magari abbiamo premuto B quando per il gioco avremmo dovuto premere A e viceversa, con risultati che spesso sfiorano la frustrazione. Una generale pesantezza dei personaggi e delle loro animazioni contribuiscono al tutto.

E un discorso molto similare possiamo farlo per il cavallo, nostro fedele compagno di viaggio che tenderà a incastrarsi in ogni maledetta canna di bambù e in prossimità di ogni più piccolo masso che delimita i sentieri di montagna più stretti. Capiamo la volontà di realismo e credibilità, ma forse per questo tipo di esperienze avrebbe più senso rendere il destriero "trasparente" rispetto alle asperità dello scenario quando ci si lancia in lunghe galoppate. Passando al sonoro, ci sentiamo di premiare a pieni voti l'ottimo doppiaggio in italiano, ricco di numerosi interpreti e di un eccellente missaggio del sonoro. Tra le opzioni aggiuntive è interessante segnalare la possibilità di attivare il voiceover in lingua originale, giapponese e portoghese, per offrire un ulteriore grado di coerenza alla messa in scena.
Molto buono anche l'accompagnamento sonoro con tracce ben amalgamate con lo scenario e l'immaginario giapponese e con un paio di pezzi cantati e più spinti che ci hanno sorpreso positivamente. Davvero un gran lavoro su un elemento spesso trascurato degli open world.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Multiplayer.it
8.0
Lettori (84)
7.7
Il tuo voto

Assassin's Creed Shadows è un open world gigantesco e sontuoso, straboccante di attività, missioni, collezionabili, eventi capaci di intrattenere il giocatore per decine e decine di ore di gioco. Il Giappone feudale è, tra l'altro, messo in scena con dovizia di particolari e con un'accuratezza storica che trasuda una dedizione straordinaria e un amore sconfinato nei confronti di quell'immaginario. E a tutto questo si aggiungono i due protagonisti che riescono pure ad essere ben caratterizzati sul fronte del gameplay. Ma quando si mette così tanta roba sul piatto è facile esagerare rischiando di far straripare la portata e questo è ciò che succede in termini di ripetitività e di bilanciamento della difficoltà e della progressione. Con in più l'aggravante di dinamiche e meccaniche rimaste troppo ancorate al passato.
Shadows è insomma il perfetto rappresentante della saga di Assassin's Creed che i fan vogliono giocare. E questo è contemporaneamente il suo maggiore aspetto positivo e la sua più grande maledizione.

PRO

  • Tecnicamente è eccellente soprattutto nel ricreare gli scenari
  • La cura nella ricostruzione storica è encomiabile
  • I due personaggi offrono davvero due stili di gioco molto distinti
  • È esattamente quello che ti aspetti da un AC

CONTRO

  • Il loop di gameplay relativo agli assassinii è molto ripetitivo
  • Talvolta sa essere molto frustrante nei controlli
  • I combattimenti non sono mai davvero sfidanti
  • È esattamente quello che ti aspetti da un AC