Tra i tanti adattamenti in stile gacha di serie storiche in ambito JRPG non poteva mancare Atelier, e infatti Koei Tecmo è presto corsa ai ripari per ripianare questa inammissibile lacuna. Procediamo dunque con la recensione di Atelier Resleriana: Forgotten Alchemy and the Polar Night Liberator, peraltro uno dei nomi più lunghi e strani visti in questa serie, che pure ne ha avuti di alquanto bizzarri in passato. Il primo impatto è notevole e si nota la grande cura riposta dall'editore nel confezionare questo titolo, che risulta ovviamente un'operazione spiccatamente commerciale ma fatta con un certo criterio, dimostrando l'importanza del franchise anche in questa propaggine più distante dalla collocazione standard della serie.
Ordunque, la storia appare classicissima, quello che ci vuole per dare il via a un gioco che si svilupperà poi attraverso la classica suddivisione in eventi, banner, e cose del genere: siamo nel magico mondo di Lantana, un tempo in equilibrio e dominato dall'alchimia sorretta dall'enorme quantità di Mana presente, che però si è drasticamente ridotta in seguito a un potenziale cataclisma sventato dai "nove miracoli", eroi leggendari che hanno salvato il mondo, lasciandolo però in un equilibrio precario.
In un modo o nell'altro, il destino di Lantana si ritrova nelle mani di Resna, una piccola e povera alchimista alle prime armi, che con l'amica Izana parte per un avventuroso viaggio alla ricerca di "World End", ovvero quella che dovrebbe essere un'inesauribile fonte di Mana per riportare il mondo all'antico splendore. Si tratta di una premessa generale, perché Atelier Resleriana si sviluppa poi soprattutto in vari rivoli di quest e dungeon che si affiancano alla storia principale, con i "banner" a rappresentare le esperienze di maggior rilievo sul fronte delle ricompense, purtroppo quasi sempre a pagamento.
Un gacha ideale, fin troppo
Il canovaccio è tipico e la serie ha i giusti presupposti per un gacha: considerando i numerosi capitoli usciti e i tanti personaggi collegati, con varie protagoniste diverse che si sono avvicendate nel corso degli anni, si crea un ottimo pretesto per lanciarsi alla raccolta di quanti più combattenti possibile, come accade solitamente con questi giochi. Protagoniste da capitoli passati come Ryza, Rorona, Marlone, Shallistera e tante altre potranno essere conquistate lungo la via attraverso il classico meccanismo delle evocazioni con vari livelli di rarità, e considerando che si tratta nella maggior parte di ragazze carine e carismatiche ("waifu" ideali, insomma), rientrano perfettamente nei crismi classici di questo tipo di giochi.
È tutto fin troppo standard: come spesso accade, anche Atelier Resleriana si limita a proporre le meccaniche viste e riviste con variazioni minime, puntando principalmente sul fan service e una cura notevole nell'estetica. La grafica, per dirla con semplicità, è davvero piacevole e ci fa immergere pienamente in un mondo che si presenta al livello di quelli visti nei capitoli più recenti su console. Anche i dialoghi interamente parlati e animati dimostrano valori produttivi di alto livello per un gioco di questo tipo. Per gli appassionati della serie o del genere può essere più che sufficiente, ma gli altri faticheranno a trovare elementi di attrattiva per più di qualche minuto, sebbene i sistemi di gioco legati all'uso dell'alchimia rappresentino qualcosa di effettivamente diverso dal solito.
Gameplay: tra combattimenti e alchimia
Come spesso accade con questo tipo di titoli, i contenuti sono spezzettati all'interno di varie sezioni di gioco: la storia principale è dove risiede la maggior parte della narrazione, con lunghe scene d'intermezzo e dialoghi costruiti con il motore 3D dei giochi principali, piuttosto piacevoli da vedere e seguire, nel caso si abbia una propensione verso le atmosfere, i personaggi e le tematiche di Atelier. Queste fasi sono inframmezzate dall'azione vera e propria, a sua volta distinta in due parti: l'"esplorazione", che è praticamente un percorso preimpostato nel quale ci limitiamo ad avanzare con la protagonista e toccare alcune parti dello schermo per raccogliere risorse ed elementi utili alle trasformazioni alchemiche, e i combattimenti, che si svolgono su una struttura a turni con barra di avanzamento, riprendendo un po' lo stile classico della serie.
Il sistema di combattimento è piacevole sulle prime e piuttosto spettacolare, incentrato sull'alternanza dei turni che derivano dalle scelte sulle abilità più o meno potenti selezionate.
C'è una certa strategia nel meccanismo dello scontro, ma come al solito questa passa in secondo piano quando si inizia con il grinding estremo e si passa all'automatizzazione totale, dunque certe finezze possono diventare semplicemente superflue. La gestione dei personaggi è l'altro aspetto fondamentale in questi RPG e anche qui la profondità è garantita da evocazioni, ruoli diversi, evoluzioni, incrementi di statistiche e applicazione di "memorie" (carte speciali che modificano le caratteristiche dei combattenti), ma tutto costruito in maniera sempre piuttosto farraginosa.
Piuttosto interessante, se non altro perché rappresenta forse l'unico elemento distintivo di un gacha RPG altrimenti super canonico, è il sistema legato all'alchimia, che si presenta come una sorta di riduzione di quello presente nei capitoli principali. Si tratta di creare oggetti, equipaggiamenti e potenziamenti a partire da delle ricette, utilizzando materiali e raccolti nelle quest e sfruttando le capacità dei personaggi, per cui ci troviamo a dover effettuare varie combinazioni tra questi elementi a base di diverse colorazioni, per ottenere risultati più o meno potenti e rari. Il sistema è abbastanza complesso e intrigante, ma buona parte del risultato è comunque aleatorio, dipendendo da dei "tiri di dado" impliciti, dunque il tutto rientra facilmente nel meccanismo spilla-soldi e risorse per ottenere risultati migliori.
Conclusioni
Atelier Resleriana: Forgotten Alchemy and the Polar Night Liberator è precisamente quello che ci si può aspettare dalla trasformazione della serie Gust in un gacha RPG di stampo mobile. La sua prevedibilità ha la funzione di accogliere facilmente tutti coloro che conoscono già il sistema in questione, ma non vorremmo smettere di sperare nella possibile introduzione di qualcosa di nuovo. Si distingue per una cura davvero notevole nella grafica e nella rappresentazione del mondo di Atelier, mentre sul fronte del gameplay tenta di proporre qualcosa di peculiare con il suo sistema alchemico, ma il tutto si risolve nel solito meccanismo di gioco farraginoso e - purtroppo qui forse più che altrove - decisamente impostato sulle microtransazioni.
PRO
- L'atmosfera di Atelier rimane intatta
- Presentazione notevole grazie all'ottima grafica
- Il sistema alchemico è interessante sulle prime
CONTRO
- In gran parte corrispondente esattamente a qualsiasi altro gacha mobile sul mercato
- Tutto fin troppo dipendente da sistemi RNG (caso e basse percentuali di riuscita)
- L'automazione elimina ben presto l'attrattiva del gameplay