Poco più di un anno fa avete incontrato per la prima volta Reisalin "Ryza" Stout e ve ne siete innamorati; ora potrete tornare a vivere le sue avventure, la recensione di Atelier Ryza 2: Lost Legends & the Secret Fairy è qui per ricordarvelo. Gli sviluppatori di Gust Studio hanno approfittato del periodo di tempo a loro disposizione (quindi dal settembre - ottobre 2019, quando arrivò in Occidente il primo Atelier Ryza) per sviluppare un vero e proprio sequel del franchise, che normalmente non ha mai riproposto la stessa protagonista per due episodi di seguito. Ma c'è sempre una prima volta, e in questa l'amore da parte dei fan non ha chiesto, bensì direttamente preteso, il ritorno di Ryza. Cerchiamo di capire perché, ma soprattutto svisceriamo per bene questo sequel, tentando di analizzare con dovizia di particolare le varie novità all'interno di un contesto che già ad una prima occhiata appare molto, molto conservativo. E che nonostante tutto - bilanciando pro e contro - porta anche la serie su nuovi livelli.
La trama: dov’eravamo rimasti?
Sono trascorsi ormai tre anni dalle avventure di Ryza, Tao, Lent e compagnia su Kurken Island: tre anni apparentemente (e quantitativamente) possono sembrare pochi, brevissimi; eppure possono anche cambiare tutto. E così il giocatore alle prese con la trama di Atelier Ryza 2: Lost Legends & the Secret Fairy deve venire a patti con alcune verità: Ryza è rimasta più o meno la stessa di sempre, con la sua spontaneità e ingenuità, ma anche tanta voglia di rimboccarsi le maniche e di partire all'avventura. Gli altri no.
La narrazione prende piede con l'arrivo della protagonista nei pressi della capitale del regno, Ashra-am Baird; come avremo modo di vedere più avanti, se qualcosa esiste e vi occorre, è qui che la troverete. Due motivi spingono Ryza al viaggio: una lettera da parte di Tao (ora prestigioso accademico, che ha bisogno di parlarle) e un misterioso oggetto affidatole in custodia dal padre di Bos. Si rivelerà, in realtà, nientemeno che un uovo (tutto ciò era palese già ad una prima occhiata), dal quale nascerà Fi, in un certo senso la "secret fairy" del titolo, nonché creaturina presente in tutte le locandine ad oggi disponibili. Come avrete capito, aver giocato all'episodio precedente è sicuramente un buon prerequisito, ma non di quelli fondamentali; comunque eccovi la recensione di Atelier Ryza Ever Darkness E The Secret Hideout.
Dalla capitale in poi, le avventure di Ryza, Tao e tutti gli altri (personaggi vecchi e nuovi, graditi ritorni e inattese sorprese) saranno scandite da un'alternanza (non sempre efficacissima) tra l'esplorazione dei dungeon, che si collocano attorno alla città, e le mansioni legate alla vita cittadina. Guts Studio ha comunque cercato di raccontare una storia più profonda, più vicina alla psicologia della protagonista e alle sue relazioni sociali con tutti gli altri personaggi, comprimari e secondari: questa è una delle principali novità del sequel. Ma cosa c'entrano, in tutto questo, le "leggende perdute"?
La progressione
Dobbiamo cercare di rendere l'idea della nuova progressione proposta da Atelier Ryza 2: Lost Legends & the Secret Fairy. Vi ritroverete ancora una volta alle prese con un mondo di gioco molto vasto (ma non open world: tornano le aree collegate tra loro da sentieri invisibili), tutto liberamente esplorabile, anche sfruttando meccaniche inedite legate al gameplay. Ma al tempo stesso andrà tenuta d'occhio la vita di Ryza all'interno della capitale, e le sue vicende con tutti i personaggi presenti: dunque non vi alternerete semplicemente fra i dungeon per proseguire nella trama.
Tra un dungeon e l'altro, ma anche all'interno della progressione dello stesso dungeon, Ryza dovrà tornare continuamente al suo atelier di Ashra-am Baird. Solo qui (vero e proprio hub principale) potrà infatti modificare gli oggetti equipaggiati dai personaggi, mandare in missione il Puni, l'animaletto domestico, arredare casa ma sopra ogni altra cosa dedicarsi all'alchimia tramite il pentolone gentilmente concesso dal buon vecchio Tao.
Via via Ryza sbloccherà nuove aree disseminate attorno alla capitale, le Rovine del mondo antico: la progressione all'interno di queste zone sarà comunque legata a dei ritorni nella città, anche soltanto per parlare con altri personaggi che potrebbero fornire informazioni utili. Per fortuna tutto questo è diventato velocissimo: bastano poche azioni nel menù della mappa di gioco, ripulito e migliorato, per accedere direttamente a singole aree cittadine, o tornare ad un preciso livello di un altrettanto specifico dungeon.
Al di là della trama principale, poi, Atelier Ryza 2: Lost Legends & the Secret Fairy offre una miriade di missioni secondarie ultra rapide, da accettare tramite la bacheca nel Cafè, oppure di vere e proprie quest "serie", da sbloccare parlando con gli NPC disseminati in città. Ciò arricchisce il contesto della produzione, già di per sé ricco di stimoli; comunque almeno contenutisticamente ci si trova ad altri livelli rispetto al primo Atelier Ryza.
Il gameplay
Dal momento in cui Tao svela a Ryza l'esistenza di antiche leggende, con annesse rovine da esplorare, la vita dei protagonisti non sarà più la stessa. Ad ogni nuova area la ragazza scoprirà infatti l'esistenza di congegni più o meno sofisticati, che introducono novità significative a livello di gameplay, ma neppure eccezionali come ci saremmo aspettati. Prendiamo ad esempio il "legaccio magico", una specie di liana energetica che permette di oltrepassare gli strapiombi: è un oggetto situazionale. Non potrete usarlo sempre, ma solo in presenza di determinate piattaforme; una meccanica "vecchia" quanto i Lum Viola di Rayman.
Discorso simile e in parte diverso vale per gli altri strumenti, al di là degli oggetti con cui ottenere risorse per il crafting (pale, zappe, accette, e via dicendo): esistono ad esempio delle caramelle per farvi respirare sott'acqua, che si riveleranno imprescindibili per procedere verso un altro dungeon sommerso. Molto spesso il gioco non è particolarmente generoso di informazioni, dovrete capire da voi cosa serve in un determinato momento; la lingua inglese, unica presente, non aiuterà ogni tipo di giocatore, benché il suo livello di difficoltà non sia di certo quello universitario. Parliamo però di un titolo che fa dei testi il suo asse portante.
Ancora per quanto riguarda il gameplay, Guts Studio aveva parlato di ambienti sviluppati in verticale, con tanto di possibilità da parte della protagonista di arrampicarsi. In parte è anche vero, basta trovare quella sorta di edera / rampicante che da che mondo è mondo contrassegna le zone in cui è possibile salire aggrappandosi alle superfici. Ma anche qui il tutto è molto situazionale; come è situazionale il "camminare lateralmente" lungo alcune aree dei dungeon, "fingendo" che si stia rischiando di cadere di sotto. Tutto ciò modifica soltanto in parte la fruizione degli ambienti a livello di level design, rendendola un po' più dinamica. Un po'.
Alchimia e scontri migliorati
Innegabile, però, quanto Atelier Ryza 2: Lost Legends & the Secret Fairy abbia migliorato o reso comunque più accessibile la fruizione di interi aspetti del gameplay. L'alchimia, ad esempio, resta ancora una macchinosa attività da professionisti: eppure non mancano guide, suggerimenti, o persino bottoni per l'autofabbricazione. E se proprio non riuscite a trovare quel ciocco di legno che vi occorre per un'accetta, c'è il mercato rionale fuori casa: tirate fuori quelle monete accumulate con le missioni secondarie.
Va da sé che l'alchimia ora permette di creare molti più oggetti e strumenti, il che rientra nell'approfondimento generale della meccanica di cui si diceva. Sono stati rivisti anche gli scontri contro i mostri, nei dungeon e non, anche cambiando un po' i nomi di quelle che ora sono la Support Mode e l'Aggresive Mode (in quest'ultima i vari membri del party potranno usare anche gli strumenti offensivi, perché chi picchia per primo picchia due volte).
Anche da questo punto di vista si è cercato di migliorare il dinamismo degli incontri: il giocatore può passare rapidamente dal controllo di un personaggio a quello di qualsiasi altro, strutturare per bene le proprie strategie, combinare tra di loro gli attacchi base e quelli speciali, ovviamente tenendo conto dei "punti" che è possibile spendere sia per le abilità che per l'uso di oggetti secondari (i "core items"). Tutto ha un costo in Atelier Ryza 2: Lost Legends & the Secret Fairy: bisogna fare bene i conti per vincere gli scontri, non basta possedere l'arma dalle statistiche migliori.
Trofei PlayStation 4
Atelier Ryza 2: Lost Legends & the Secret Fairy, al pari del suo predecessore, permette ai giocatori di sbloccare l'ambito Trofeo di Platino; peraltro pare che non si tratti di nulla di troppo complesso, dato che sembrano essere assenti trofei mancabili. La difficoltà, poi, non è nulla di davvero insormontabile: armatevi di pazienza e dedicatevi all'alchimia, il resto verrà da sé.
Comparto tecnico
Abbiamo avuto modo di testare la versione PlayStation 4 di Atelier Ryza 2: Lost Legends & the Secret Fairy, ma facendola girare su PlayStation 5: tuttavia la versione vera e propria ottimizzata per la nuova console Sony sarà disponibile solo a scadenza dell'embargo, quindi eventualmente vi torneremo in un secondo momento. Fondamentalmente ci siamo dovuti "accontentare" di una modalità in compatibilità, peraltro davvero notevole. Già così, infatti, i caricamenti di gioco (necessari nel passaggio da qualsiasi area ad un'altra) sono praticamente inesistenti (2-3 secondi cronometrati).
Il colpo d'occhio generale è più che soddisfacente, anche se il comparto tecnico avrebbe necessitato di qualche rifinitura in più in determinati elementi di gioco: le scale cittadine, ad esempio mostrano sempre una strana patina bianca, viste da lontano. Ma in verità qui il discorso è un altro: e cioè che produzioni di questo tipo avrebbero bisogno di un motore di gioco nuovo, di vedere i propri singoli oggetti riprogettati da capo invece di riutilizzare ad oltranza gli asset precedenti. Il frame rate non ha mostrato un attimo di incertezza, ma non siamo sicuri che sia ancorato ai 60 fps.
Conclusioni
Atelier Ryza 2: Lost Legends & the Secret Fairy va pensato innanzitutto come il sequel di un titolo che di per sé funzionava già più che bene. Gli sviluppatori hanno accolto i feedback della community, limato alcuni aspetti della produzione, ma tutto sommato in appena un anno e poco più era assurdo aspettarsi di meglio. Ed è così che le novità del gameplay si risolvono, tutto sommato, in una serie di "azioni" che rendono più piacevole l'esplorazione, ma nulla di davvero fondamentale; molto più sensati, allora, i cambiamenti che hanno cercato di rendere più intuitiva la fruizione dell'alchimia (che resta comunque il vero scoglio di tutti i neofiti). Per il resto, l'avventura di Ryza e dei suoi amici (vecchi e nuovi) è piacevolissima, e ci sono tutte le basi per assistere all'arrivo di Ryza 3, nei prossimi anni. Tuttavia qui sarà lecito pretendere una vera innovazione, anche dal punto di vista tecnico.
PRO
- Trama longeva e piacevole
- Sistema di crafting / alchimia rivisto (e migliorato)
- Nuove possibilità legate al gameplay
CONTRO
- Le innovazioni restano tutto sommato marginali
- In alcuni momenti davvero troppo diluito e lento
- Tecnicamente identico al predecessore (anche nei difetti)