Bravely Default II aveva un compito difficile: bissare il successo del suo predecessore, proiettando la serie prodotta da Tomoya Asano nella generazione di Nintendo Switch. Il primo Bravely Default, tuttavia, usciva in un periodo particolarmente congeniale e sulla console più azzeccata, quando c'era fame di JRPG vecchia scuola e il fascino della nostalgia, che oggi sembra anche troppo, era invece un approccio coraggioso e sperimentale. Lo sviluppatore Claytechworks si è quindi ritrovato con una patata bollente tra le mani e quello che, a occhio e croce, appare come un budget ridotto rispetto al passato. Il biglietto da visita non era dei più promettenti e le prime ore di gioco ci avevano lasciati freddini, ma siamo lieti di anticiparvi che, come vi racconteremo nella recensione di Bravely Default 2 è riuscito a superare con successo il nostro test: non è il JRPG brillante che avremmo voluto, ma è una piccola perla che i fan dovrebbero prendere sicuramente in considerazione.
Storia di quattro eroi
Abbiamo completato Bravely Default II in circa 50 ore, affrontando i primi due capitoli del gioco a difficoltà Normale e i restanti a difficoltà Facile. Abbiamo portato a termine quasi tutte le missioni secondarie che abbiamo trovato nella mappa del mondo e nelle città, abbiamo aperto ogni forziere in ogni sotterraneo e sbloccato ogni classe. E in queste 50 ore, purtroppo, la trama di Bravely Default II non è mai decollata veramente: si è lasciata seguire, anche con un certo interesse, ma non ha mai raggiunto vette memorabili. Non è una brutta storia, attenzione; è anzi chiara e mirata, non si perde in sottotrame che sanno di riempitivo e si concentra sul presupposto iniziale fino alla fine, coi quattro protagonisti intenti a girare per il mondo di Excillant in cerca dei cristalli che non solo mantengono la natura in equilibrio, ma custodiscono anche il potere necessario a impedire una catastrofica minaccia.
La storia della campagna principale è, più che altro, al servizio del gameplay, e si impegna soltanto in parte a caratterizzare i protagonisti e i loro nemici - Adam, stiamo pensando a te - che spesso rispettano i cliché più consolidati del genere. Per conoscerli meglio, comprendere le loro motivazioni e i retroscena che li muovono, specialmente nel caso di certi antagonisti che nella storia sembrano quasi comparse, bisogna completare le missioni secondarie opzionali: molte di esse approfondiscono storyline appena accennate attraverso dialoghi, piccole cinematiche e veri e propri flashback che intrecciano due generazioni di eroi e rivali, dipingendo un quadro più completo e interessante di Excillant. La regia non brilla per i tecnicismi o l'inventiva, dunque il merito della narrativa se lo prendono soprattutto la localizzazione italiana - impeccabile e curatissima, grazie all'impiego di un registro linguistico più alto del solito - e la bellissima colonna sonora composta da Revo, che migliora i momenti più toccanti del racconto con la sua straordinaria varietà strumentale.
Claytechworks ha fatto quello che poteva, ma è evidente che Square Enix non ha consegnato un budget particolarmente alto nelle mani di Asano, e si nota soprattutto nelle sbavature tecniche come i piccoli rallentamenti che si verificano sfogliando le pagine dei menu o nel corso dei combattimenti visivamente più elaborati, specie se si mantiene la velocità delle animazioni al massimo. I caricamenti sono veloci ma frequenti, e talvolta staccano le cinematiche che dovrebbero essere in continuità, rallentando il ritmo della narrazione e del gameplay. Nonostante queste spigolosità, Bravely Default II ha un bel colpo d'occhio, specialmente nelle riprese ravvicinate che mettono in risalto le bellissime texture sui modelli 3D: certo si può discutere del character design, un ibrido tra chibi e realismo che può suscitare sentimenti contrastanti, ma i dettagli curatissimi e gli effetti particellari impreziosiscono i combattimenti e alcuni scenari, soprattutto verso la fine del gioco, sono semplicemente mozzafiato. Il gioco, inoltre, si comporta benissimo sia con la console nel Dock, sia in portabilità: praticamente non ci sono differenze degne di nota.
Una struttura vecchia scuola
Il problema sta nel fatto che le missioni secondarie suddette sono estremamente banali. Le troverete nelle città e all'aperto - e il ciclo giorno/notte incide sulla loro comparsa, quindi dovrete rivisitare le stesse location - e il più delle volte vi faranno fare avanti e indietro per sotterranei, città o regioni della mappa che avete già esplorato per raccogliere collezionabili, sconfiggere nemici o consegnare oggetti chiave ai PNG. È un andirivieni che può diventare ripetitivo e stancante, ma le ricompense nella maggior parte dei casi valgono lo sforzo, specialmente quando si tratta di attrezzature o consumabili molto utili come i Globi che aumentano l'esperienza dei personaggi o delle classi. Consapevoli che accumulare punti esperienza può essere necessario ai fini della progressione - e della sperimentazione - i ragazzi di Claytechworks hanno implementato questi consumabili che aiutano i giocatori con meno tempo a disposizione a racimolare i punti senza combattere per ore e ore.
Per questo motivo, i consumabili in questione non si trovano solo nei forzieri o completando determinate missioni secondarie, ma anche inviando in missione una nave che sbloccheremo all'inizio dell'avventura. Il servizio è accessibile in ogni città e prosegue, per un massimo di dodici ore, non solo mentre giochiamo, ma anche a console in stand-by. In alternativa, si può semplicemente combattere ogni nemico che ci sbarra il passo nei sotterranei, magari usando le esche per affrontare più scontri in sequenza e guadagnare un maggior numero di punti esperienza bonus. Bravely Default II, in questo senso, ricalca la formula dei JRPG più tradizionali: si arriva in città, si porta avanti la storia interagendo coi PNG chiave, si scopre il nuovo obiettivo da raggiungere, che solitamente è un sotterraneo, e si esplora il labirinto di turno, sconfiggendo o evitando i nemici finché non tocca al boss. Non tutti i sotterranei spiccano per level design: alcuni sono davvero scialbi, mentre altri, che magari obbligano a risolvere qualche simpatico rompicapo ambientale, sono molto più intriganti.
Fortunatamente, Claytechworks ha implementato una serie di meccanismi, come i checkpoint di teletrasporto, e collezionabili, come le Teleliti e le Tende, che aiutano ad affrontare più serenamente queste sfide. Diciamo che il grosso di Bravely Default II è rappresentato proprio dai sotterranei e dal sistema di combattimento: è una struttura che fa il suo dovere senza spiccare per inventiva, ma che riserva qualche simpatica sorpresa come il minigioco B&D... che peraltro serve a sbloccare la classe dello Scommettitore. Ispirato palesemente al Triple Triad e al Tetra Master di Final Fantasy VIII e Final Fantasy IX, B&D è un incrocio tra un card game e il Go giapponese: per vincere una partita bisogna conquistare più caselle possibile su una scacchiera, utilizzando un mazzo composto da un massimo di sei carte che raffigurano personaggi o mostri diversi. Ogni carta ha le sue caratteristiche peculiari e alcune carte possono cambiare letteralmente le regole di una partita. Una volta sbloccato B&D, potrete sfidare alcuni abitanti e, con un po' di bravura, prendere le loro carte per migliorare il vostro mazzo e salire di grado.
In termini contenutistici, insomma, Bravely Default II è quello che un fan si aspetterebbe da un nuovo episodio di questa serie: tra sotterranei opzionali, missioni secondarie in abbondanza e segreti da scoprire, c'è parecchia carne al fuoco per chi cerca un JRPG ricco e longevo che superi tranquillamente le 50 ore utili a vedere soltanto la schermata conclusiva. Non vogliamo anticiparvi nulla, ma diciamo solo che... una volta raggiunti i titoli di coda, ecco, il gioco non finisce lì. C'è un escamotage narrativo in piena tradizione Bravely: l'avventura prosegue ricaricando l'ultimo salvataggio, e nel mondo si sbloccano alcune sfide interessanti da affrontare, che ricompensano gli sforzi e le capacità strategiche del giocatore con nuove abilità e attrezzature eccellenti che permetteranno di massimizzare ulteriormente ogni singola classe.
Il Job System colpisce ancora
Non che Bravely Default II li chiami proprio Job: nel gioco sono semplicemente "classi", custodite nei misteriosi manufatti noti come Asterischi, ma l'ispirazione è ancora una volta Final Fantasy e alcune di esse sono inconfondibili. Il Dragone, il Mago Bianco e quello Nero, ma anche quello Rosso, con abilità e magie quali Salto, Curaga o Aeroga, sono l'eredità dello storico marchio Square Enix, e classi che abbiamo comunque già visto in Bravely Default e Bravely Second. Bravely Default II, in questo senso, prende un po' più le distanze, con un roster che comprende una ventina di classi, alcune delle quali completamente inedite. I ruoli possono apparire ridondanti, a prima vista: il Maestro spirituale altro non è che un Mago Bianco specializzato in incantesimi di rigenerazione, ma poi in realtà basta scorrere con un pelo in più di attenzione la lista delle abilità passive che si sbloccano crescendo ogni classe per rendersi conto dell'incredibile varietà di combinazioni e sinergie che concede il gameplay del gioco firmato Claytechworks.
Sì, ci sono meno classi rispetto a Bravely Second, ma in generale quelle di Bravely Default II ci sono sembrate più equilibrate e meglio progettate, con una maggior varietà di abilità passive da imparare per personalizzare ogni Eroe della Luce (si possono equipaggiare fino a cinque abilità passive apprese, a prescindere dalla classe che il personaggio sta utilizzando). Ogni classe, poi, è contraddistinta da due specializzazioni - una disponibile fin dall'inizio, l'altra che si sblocca a livello 12 - che conferiscono al personaggio ulteriori bonus a seconda della classe impostata come primaria, mentre la secondaria garantisce l'accesso a un set aggiuntivo di abilità. Le combinazioni possibili sono tantissime. Potete prendere Elvis e trasformarlo in un Pittomante, una nuova classe che "dipinge" i nemici per depotenziarli, assegnandogli come classe secondaria il Bardo, per esempio, che invece potenzia il party con le sue canzoni. O viceversa.
La cosa migliore da fare è crescere un po' tutte le classi e combinare insieme le abilità passive, prendendole un po' di qua e un po' di là. Per esempio, la passiva Agonia magica del Mago Rosso vi permette di infliggere colpi critici con gli incantesimi, Amplificatore critici dello Spettro incrementa i danni critici del 30% e la passiva Potere supremo dello Spadaccino infernale fa sì che i danni superino il limite massimo di 9999. Mettetele insieme nell'arsenale di un letale Arcanista, prendete di mira un nemico vulnerabile a un certo elemento e il risultato sarà... scoppiettante, per non dire altro. Bravely Default II, insomma, invoglia a sperimentare e a crescere più classi, anche completamente diverse, con ogni personaggio, ma anche a microgestire l'equipaggiamento, grazie all'introduzione di un nuovo parametro che potrebbe darvi non pochi grattacapi: il peso.
Ogni oggetto ha un certo peso che di solito dipende dalla sua categoria: le armature che aumentano la difesa fisica sono solitamente le più pesanti, mentre gli indumenti che aumentano la difesa magica sono più leggeri, e così via. Ogni personaggio può trasportare un certo peso che dipende dalla classe primaria e dall'equipaggiamento indossato, dunque dovrete giocare con l'attrezzatura per trovare l'equilibrio perfetto alle vostre necessità. Un tasto vi permetterà di equipaggiare automaticamente gli oggetti che l'intelligenza artificiale ritiene migliori per la classe primaria utilizzata, ma è inutile dire che saranno i vostri ragionamenti specifici a fare la differenza. Nulla vi vieta di sovraccaricare un personaggio, corazzandolo da capo a piedi, ma questo rallenterà l'incremento del suo indicatore ATB durante i combattimenti. Mutuato dai vecchi Final Fantasy, questo indicatore scandisce i turni e suggerisce l'ordine con cui i vostri personaggi potranno agire nell'immediato futuro.
Teoricamente, un personaggio meno protetto si muove più velocemente e agisce più spesso, ma non dimenticate che potete influenzare l'ATB e rallentare i nemici con gli incantesimi temporali dell'Oracolo. Il sistema di combattimento, insomma, è una vera gioia. Nel nostro provato di qualche settimana fa, avevamo lamentato una certa rigidità iniziale, soprattutto a fronte delle prime classi sbloccate, del tutto simili a quelle già viste e riviste nei Bravely precedenti e nei vecchi Final Fantasy. Le ore successive ci hanno smentito e, soprattutto, divertito moltissimo: in questo senso, anche la difficoltà trova un maggior equilibrio, una volta superati primi boss - che sono decisamente sbilanciati - e imparate più abilità senza neppure "grindare" troppo. Bravely Default II è un titolo impegnativo anche a livello Facile, e da Normale in su gli scontri diventano ancora più strategici. I nemici tendono a usare in modo ingegnoso e letale il peculiare sistema Brave/Default, specie i boss che possono sterminare l'intero party nel giro di un turno se facciamo male i nostri calcoli.
Rimane comunque in discussione la necessità di provare alcuni scontri e dover poi chiudere il software e caricare il salvataggio per poterli affrontare più preparati. Il sistema di vulnerabilità è importantissimo: alcuni nemici dimezzano i danni inflitti da certe armi o magie, magari contrattaccano a sorpresa alcuni tipi di azioni, costringendoci a rivedere la nostra strategia e, in qualche caso, a crescere le classi opportune, specialmente ai livelli di difficoltà più alti. In questi casi, padroneggiare il sistema Brave/Default è utile solo fino a un certo punto. Per chi non lo sapesse, questo particolare meccanismo consente di accumulare i turni mettendo un personaggio in difesa, per poi scaricarli in un altro momento, usando più azioni nello stesso turno. In alternativa, si possono prendere i turni in prestito senza passare prima per la difesa, ma questo significa saltare i turni successivi. Combinando il Brave e il Default si possono mitigare gli attacchi più potenti dei nemici, recuperare l'intero party sull'orlo del Game Over o sferrare combinazioni di attacchi micidiali che non lasciano scampo.
Conclusioni
Claytechworks, con quello che potremmo definire un vero e proprio soft reboot, ha ricalcato la formula di Bravely Default e il sequel Bravely Second, che a loro volta erano ispirati ai capolavori del passato di Square Enix. Il risultato non può che essere derivativo, ma si appoggia a un sistema a classi straordinariamente curato che è il fulcro di tutto il gioco, anche più di una narrativa senza infamia né lode che si fa seguire ma che non riesce a imporsi come avremmo desiderato. Pur con le sue spigolosità, Bravely Default II è una piccola gemma nel sempre più ricco catalogo JRPG di Nintendo Switch, e lo consigliamo spassionatamente a chi ama il genere o ha apprezzato i due titoli usciti su Nintendo 3DS.
PRO
- Il sistema di combattimento è divertente e impegnativo
- Le varie classi garantiscono un ampio ventaglio di possibilità
- Ottima localizzazione in italiano
- Colonna sonora sopra le righe
CONTRO
- La storia non è delle più memorabili
- Qualche sbavatura tecnica
- Missioni secondarie banali